L'anno prossimo debutterà in tutte le sale cinematografiche del mondo Black Widow, il nuovo cinecomic della Casa delle Idee che avrà il compito di inaugurare la Fase Quattro del Marvel Cinematic Universe incentrandosi sull'ormai compianta Natasha Romanoff, portata sul grande schermo da Scarlett Johansson, che proprio con questa attesa pellicola festeggerà i suoi dieci anni di permanenza all'interno dei Marvel Studios di Kevin Feige che nel 2010 la ingaggiarono per Iron Man 2 diretto da Jon Favreau. Nell'attesa di un primo trailer ufficiale del film, vi proponiamo una biografia dedita a ripercorrere i punti salienti della storia a fumetti di Vedova Nera. Prima di immergerci nel vivo dell'articolo, però, occorre fare una piccola, doverosa introduzione.
Gli anni Sessanta della Casa delle Idee sono caratterizzati da un aspetto molto significativo: in quegli anni, avanzava ormai da diverso tempo la guerra fredda tra USA e URSS e, di conseguenza, molti supereroi dell'Universo Marvel erano spesso e volentieri alle prese con minacce comuniste. Basti pensare per esempio ai Fantastici Quattro, che in una corsa sfrenata per raggiungere la luna prima dell'Unione Sovietica acquisirono le loro straordinarie abilità sovrumane che li hanno resi celebri in tutto il mondo, oppure all'Invincibile Iron Man, un genio industriale che nelle sue prime storie pubblicate sulla serie Tales of Suspense dovette vedersela in differenti circostanze con antagonisti di nazionalità russa come, appunto, la Vedova Nera. Si tratta di un popolare personaggio concepito come villain vero e proprio da Stan Lee e Don Rico (testi) e Don Heck (disegni) che, negli anni successivi, si sarebbe poi evoluto divenendo un'eroina a tutti gli effetti.
Molti sono i dubbi e i misteri che avvolgono il turbolento passato di Natalia Alianovna Romanova, conosciuta soprattutto come Natasha Romanoff: nata in Russia, divenne orfana in tenera età, quando la sua casa venne messa a ferro e fuoco dai tedeschi che assediarono Stalingrado nei primi anni Quaranta. Uno dei superstiti di quanto accaduto, Ivan Petrovich, vide la piccola precipitare da un balcone in fiamme e la afferrò, crescendola negli anni successivi come se fosse sua figlia. Il trauma di aver perso i propri genitori segnò nel profondo la giovane Natalia, che nel dopoguerra cominciò a frequentare le scuole di stato, eccellendo in tutte le discipline, in special modo per ciò che concerne l’atletica, la danza classica e le arti marziali. Si affermò così come ballerina ma, proprio per via di questa sua forte predisposizione per il combattimento, catturò le indesiderate attenzioni del Barone Wolfgang von Strucker, che – alleatosi con i ninja della Mano – decise di rapirla e condurla nell’isola di Madripoor, dove l’avrebbe fatta diventare la loro letale arma segreta. Queste malevole intenzioni di Strucker – futuro fondatore dell’organizzazione terroristica nota come Hydra – vennero tuttavia ostacolate da Wolverine e Capitan America, che assieme allo stesso Ivan salvarono la vita di Natalia.
Alcune fonti testimoniano che la ragazza venne poi affidata fin da giovanissima al programma delle Vedove Nere organizzato dalla Stanza Rossa, che – iniettandole una variante del siero del supersoldato – le donò abilità sovrumane e le rallentò l’invecchiamento, impiantandole perfino falsi ricordi, come per esempio l’aver studiato danza al Teatro del Bolshoi. Proprio in questo lasso di tempo la russa diede il via a una relazione con il Soldato d’Inverno, l’ex spalla di Capitan America morta soltanto in apparenza anni addietro. Dopodiché, nel bel mezzo di uno dei suoi tanti addestramenti, fece la conoscenza del collaudatore sovietico Alexi Shostakov e i due convolarono a giuste nozze, sennonché il KGB decise di manipolare la coppia per concretizzare i propri sporchi fini: inscenò infatti la morte di Alexi e gli fece segretamente adottare l’identità del Guardiano Rosso, l’equivalente sovietico del ben più celebre Capitan America, facendo così credere alla povera Natalia di essere diventata vedova. Ciò fornì alla nostra le giuste motivazioni per onorare la morte del “defunto” marito e per affidarsi completamente alle cure del governo russo, che le fece assumere l’identità della sua più irrefrenabile assassina: la Vedova Nera.
Gli anni passano e la donna viene incaricata assieme all’alleato Boris Turgenov di viaggiare negli Stati Uniti per sabotare le Stark Industries di Tony Stark (segretamente conosciuto come Iron Man) e per farla pagare a un disertore dell’Unione Sovietica, Anton Vanko, alter ego della prima Dinamo Cremisi. Pur con l’aiuto di Boris – poi morto assieme al già citato Anton – Natasha fallisce miseramente nella sua missione grazie all’intervento del supereroe in armatura ed è quindi costretta alla fuga. Il suo ritorno in scena avviene poco dopo, quando fa la conoscenza dell’abile arciere Clint Barton, alias Occhio di Falco, che – per far colpo su di lei – comincia a servirla in numerose occasioni fronteggiando Iron Man, che per fortuna riesce sempre a sventare le loro malefatte. Diversi fiaschi si susseguono e Nat comincia a ricambiare le attenzioni di Occhio di Falco, nel frattempo redentosi e divenuto un importante membro degli Avengers, finché non viene ricondotta in Russia, dove la costringono a servire la sua patria originaria e le donano perfino un primo costume da Vedova Nera dotato di ventose che le consentono di arrampicarsi sui muri e di due braccialetti da polso utili per lanciare dei rampini e per colpire i propri avversari con una scarica definita “il morso della Vedova”. Eppure, Romanoff si ribella con audacia ai russi, che la ricondizionano con un lavaggio mentale per farle attaccare gli Avengers assieme ad altri due criminali, Power Man e lo Spadaccino, ma i tre vengono battuti in combattimento. Tornata finalmente in sé, Vedova taglia i ponti con la Russia e comincia in differenti occasioni a prestare soccorso ai Vendicatori, ma senza divenirne un membro ufficiale. Al contempo, porta avanti la sua relazione con Occhio di Falco e dà pure il via a una fruttuosa collaborazione con lo S.H.I.E.L.D. di Nick Fury, che a un certo punto la spedisce nell’Estremo Oriente per farle sabotare una agghiacciante arma progettata dal Colonnello Ling, lo Psicotrone. Durante quest’avventura, la Vedova Nera riesce nell’intento prefissato, ma non prima di apprendere una terribile verità, ovvero che suo marito a lungo creduto morto è in realtà ancora vivo e vegeto. La situazione degenera quando scendono in campo anche gli Avengers: la lotta susseguente vede la tragica morte del Guardiano Rosso, che in un atto disperato si sacrifica per permettere agli Eroi più Potenti della Terra di fuggire prima che la base di Ling esplodesse. La Romanoff non ne esce affatto indenne dallo scontro: il suo infortunio la spinge a mettere da parte i suoi pericolosi incarichi da spia… anche se non a lungo.
Chiusa la sua relazione con Barton e datasi per un certo tempo al jet-set, Natasha capisce di voler tornare in azione come Vedova Nera e abbandona dunque la sua vita mondana per reinventarsi totalmente, a partire dal look: con un lungo taglio di capelli rossi, una tutina nera attillata e un’implacabile voglia di dare il meglio di sé, l’eroina testa le sue abilità scontrandosi con l’Uomo Ragno, decisa ad apprendere il segreto che si cela dietro ai suoi stupefacenti poteri da aracnide. È però Spider-Man a vincere il confronto, pur non trovandosi in ottime condizioni di salute. Conseguentemente a tutto ciò, Natasha intraprende una carriera come giustiziera solitaria, periodo durante il quale si imbatte in Daredevil, eroe urbano con cui ben presto instaura una significativa relazione, ma dalla durata non eccessivamente longeva, malgrado in futuro questo formidabile sodalizio da loro composto sarà riformato più e più volte.
Entrata finalmente in via ufficiale nei ranghi degli Avengers, la Vedova Nera li abbandona dopo poco e si trasferisce a Los Angeles per co-fondare, al fianco di Ercole, Angelo, Ghost Rider e Uomo Ghiaccio, il supergruppo dei Campioni. Il team, pur venendo sciolto a causa della bancarotta, permette comunque la nascita della love-story non molto memorabile tra Black Widow e il semidio Ercole. Ristabilitasi nei Vendicatori, Natasha ne ricopre perfino il ruolo di leader, venendo tuttavia spalleggiata per questo arduo compito dal Cavaliere Nero. Quando insorge la minaccia dell’entità Onslaught, molti degli Eroi più Potenti della Terra sembrano apparentemente passare a miglior vita e Romanoff è perciò costretta suo malgrado a smantellare la squadra, sentendosi spesso colpevole per non averla potuta mantenere integra. La sua storia prosegue in compagnia dello S.H.I.E.L.D. e di Daredevil, mentre da sola si ritrova a dover mettere KO in più occasioni Yelena Belova, una terza, crudele Vedova Nera nata sempre per merito della Stanza Rossa. Successivamente, l’ex Avenger riaffronta l’ennesimo ritorno in vita del Guardiano Rosso, che per ucciderla aveva messo in moto un piano ben congegnato ma destinato al fallimento, dato che la Romanoff riesce a consegnarlo alla giustizia con l'aiuto dei Vendicatori e di Daredevil. Assieme ad altri importanti eroi, la donna prende poi parte a una guerra segreta organizzata da Nick Fury per rovesciare il governo di Latveria e aderisce all’atto di registrazione dei superumani scaturito dalla prima Civil War tra Steve Rogers e Tony Stark, che ne esce vincitore. Questo consente alla spia dalla chioma rossa di entrare in pianta stabile nei Potenti Vendicatori capitanati da Ms. Marvel e composti anche da Iron Man, Wasp, Wonder Man, Sentry e Ares.
Tra i numerosi altri team in cui ha militato, Natasha si è aggregata ai Thunderbolts di Norman Osborn nelle mentite spoglie di Yelena Belova, ma anche nei Secret Avengers di Capitan America, salvo poi rientrare nella formazione portante degli Avengers. Il personaggio gioca un ruolo a dir poco cruciale quando un falso Capitan America al servizio dell'Hydra mette sotto scacco gli Stati Uniti istituendo un vero e proprio regime totalitario. Natasha entra quindi nel gruppo della Resistenza, dove avviene perfino un nuovo ritorno di fiamma con Clint Barton. Intenzionata ad assassinare il Capitan America corrotto, la Vedova Nera viene appoggiata nel suo fine dai Champions, ma per sfortuna incontra la morte per mano di Cap, che la colpisce con la punta del suo scudo durante un movimentato scontro coinvolgente anche Miles Morales, il nuovo Spider-Man. La morte di Black Widow motiva al punto giusto Sam Wilson, che torna così a rivestire i panni della nuova Sentinella della Libertà, contribuendo a sconfiggere lo Steve Rogers dell'Hydra. Pur se deceduta, le avventure di Natasha Romanoff sono lungi dall'essersi concluse: la mortale femme fatale è difatti ancora in circolazione grazie a un clone dotato dei suoi stessi ricordi fabbricato dalla Stanza Rossa. Oltretutto è di prossima pubblicazione una nuova miniserie a fumetti a lei dedicata: scritta e disegnata rispettivamente da Jody Houser e Stephen Mooney, Web of Black Widow rivisiterà ancora una volta a partire da questo settembre negli Stati Uniti il drammatico passato della protagonista, assecondando in questo modo l'uscita del suo lungometraggio cinematografico con Scarlett Johansson.
Consigli di lettura
Nel corso della sua vita editoriale dalla lunghezza pluridecennale, il personaggio della Vedova Nera ha goduto di una moltitudine di fumetti standalone, molti dei quali coinvolgenti team di autori di primo piano: non possiamo perciò esimerci dal menzionarvi Il Ragno Piccino Picciò di Devin Grayson e J.G. Jones, una produzione matura targata Marvel Knights che sul finire degli anni Novanta propose il primo dei molti scontri tra Natasha e la sua antitesi, Yelena Belova. Degni di attenzione sono anche i sei numeri di Black Widow (2006) scritti da Richard K. Morgan e disegnati Bill Sienkiewicz e Goran Parlov, ma anche la maxiserie Black Widow del 2016 pubblicata da Panini Comics su Marvel Saga #30/35 che, lanciata dal consolidatissimo duo Mark Waid e Chris Samnee, fa dello storytelling visivo il suo principale punto di forza.
Degni di nota per approfondire il forte legame che da tempo immemore unisce Natasha e Matt Murdock sono gli story-arc di Daredevil dal titolo Diavolo Custode di Kevin Smith e Joe Quesada, pubblicato nella Daredevil Collection e The Widow di Brian Michael Bendis e Alex Maleev, disponibile all'interno del quarto volume della Devil Brian Michael Bendis Collection. In merito agli incarichi del character come Vendicatore citiamo specialmente i primi otto numeri di Avengers Assemble (reperibili su un tomo di Marvel Greatest Hits), un'epica storia sceneggiata sempre da Brian Michael Bendis ma per l'arte di Mark Bagley che, seguendo la scia del Marvel Cinematic Universe, vanta lo stesso cast di protagonisti del primo film degli Avengers diretto da Joss Whedon nel 2012.
Per opere dal sapore decisamente più "vintage", citiamo invece la sua prima apparizione in assoluto, Tales of Suspense #52 (vedi Marvel Masterworks: Iron Man 1), e i numeri di Avengers (Volume 1) che vanno dal #43 al #44 (da noi ristampati su Marvel Masterworks: I Vendicatori 4), dove i leggendari Roy Thomas e John Buscema tentarono per la prima volta di esplorare il passato del personaggio introducendone l'inedita figura del marito, il Guardiano Rosso. Parliamo di una sequenza di storie che effettivamente ha più per protagonisti i Vendicatori, ma che comunque ha avuto un enorme peso sulla continuity delle storie di Vedova Nera. Avvincente è anche il serial scritto da Ralph Macchio e disegnato da George Pérez e Bob Layton apparso su Marvel Fanfare #10/13 (in Italia su Gli Incredibili X-Men #7/9 editi da Star Comics), una saga in puro stile James Bond con antagonista il vendicativo Damon Dran che tra le altre cose ha saputo rinfoltire la rogue gallery di Natasha attraverso l'inserimento di nuovi villain del calibro di Snapdragon, dei cacciatori professionisti N'Kama e Deadshot Darrance, dell'agente Iron Maiden, di Laralie, del Loto Nero e, infine, del corpulento lottatore di sumo Kono. Su tutti prevale anche il ruolo di Ivan Petrovich, storico comprimario concepito da Gary Friedrich (testi) e John Buscema (disegni) il cui esordio è avvenuto negli anni Settanta su un famoso ciclo di storie di Black Widow proposto in appendice alla rivista antologica Amazing Adventures e da noi sfortunatamente disponibile soltanto su alcuni numeri di Thor editi dall'Editoriale Corno.