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La vita di Otama, recensione: il viaggio artistico di Otama Kiyohara

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Pubblicato da Sergio Bonelli Editore, La vita di Otama nasce dalla collaborazione tra Keiko Ichiguchi e Andrea Accardi, che riportano in vita la figura di Otama Kiyohara. Prima pittrice giapponese a sperimentare lo stile occidentale e pioniera nel dialogo tra due mondi artistici, Otama ha vissuto tra Tokyo e Palermo, intrecciando il suo destino con quello dello scultore Vincenzo Ragusa.

Prima di accennare alla trama, è doveroso un piccolo quadro storico-culturale in cui la storia è ambientata. Fino alla metà dell’Ottocento, il Giappone aveva fortemente limitato i contatti con l’Occidente, un isolamento noto come Sakoku. Tuttavia, con il rinnovamento avviato dalla dinastia Meiji nel 1868, si diede il via a un profondo processo di modernizzazione politica, sociale e culturale, ispirato ai modelli occidentali. Il governo affidò tale svolta a consulenti provenienti da diverse nazioni e l’Italia divenne protagonista di un rinnovamento artistico. Fu così che Vincenzo Ragusa arrivò in Giappone in qualità di docente di scultura. Qui i destini di Vincenzo e Otama si intrecciano, dando inizio a un percorso che cambierà radicalmente la vita di lei. Otama diventerà prima allieva e poi musa ispiratrice dello scultore siciliano, la prima nella storia giapponese ad assumere questo ruolo. Si trasferisce a Palermo, sposa Vincenzo e approfondisce la sua ricerca artistica, sperimentando tecniche e materiali occidentali. Realizza numerose opere pittoriche e lavora anche come reporter. A Palermo troverà un mondo a lei sconosciuto, dove cultura, costume e lingua inizialmente le saranno da ostacolo. Ma la sua perseveranza la porterà a integrarsi perfettamente con la città e i suoi abitanti. Insieme al marito fonda la Scuola d’arte orientale, dove insegnerà e sarà la direttrice della sezione femminile dell’istituto.
Dopo la morte del marito, il percorso artistico e personale di Otama volge al termine. Ormai sola, decide di far ritorno nella sua Tokyo che, dopo cinquant’anni vissuti a Palermo, non riconosce più. La città del Sol Levante, che un tempo chiamava casa, non le appare più familiare come un tempo. Ormai non è più Otama Kiyohara, ma Eleonora Ragusa, un nome che rappresenta il cambiamento profondo della sua identità e della sua vita.

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La vita di Otama si distingue come un’opera capace di unire storia, arte e cultura in un racconto intenso e affascinante. È la storia di una donna straordinaria, che con il suo animo gentile ha unito due culture apparentemente distanti: Italia e Giappone. Tra tradizione e modernità, il graphic novel ricostruisce la sua storia con un approccio visivamente raffinato e narrativamente coinvolgente, offrendo ai lettori uno spaccato unico su un’epoca di cambiamento e sulla determinazione di una donna fuori dal comune.
Accardi e Ichiguchi trasformano illustrazioni e sceneggiatura in un linguaggio narrativo autonomo. Lo stile grafico, l’attenzione anche ai minimi dettagli e sfumature catturano perfettamente il contrasto tra i mondi di Tokyo e Palermo. Una ricerca scrupolosa mirata alla perfetta trasposizione della realtà su carta. Ogni pagina sembra un’opera d’arte, in grado di trasmettere visivamente le emozioni più sottili dei personaggi. La composizione delle tavole crea un'atmosfera che ben si sposa con le tematiche della storia, accentuando il percorso interiore di Otama e il suo adattamento a una cultura nuova e sconosciuta.

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L’amore è il tema su cui si regge tutta la trama. Ma limitare a considerare La vita di Otama una semplice storia d’amore risulterebbe riduttivo. È vero, la relazione tra Otama e Vincenzo è la colonna portante della storia che si sviluppa attraverso diverse sfumature – cultura, arte, rispetto e passione – ed è un esempio di come l’amore possa superare qualsiasi ostacolo. Ma non è sempre rosa e fiori. Il loro è anche un amore che ha vissuto diverse difficoltà, come la perdita del figlio durante il terzo mese di gravidanza. Ma anche adattamento e sacrificio, che si riflettono nei momenti più difficili della vita di Otama.
L’arte non è solo una forma di espressione, ma anche uno strumento di emancipazione e per Otama è il veicolo per esplorare nuove possibilità e superare i limiti della sua cultura. L’arte diventa il mezzo per la sua realizzazione sociale, capace di eliminare gli ostacoli linguistici della sua prima esperienza palermitana. La figura di Otama rappresenta il punto d’incontro tra due culture, il Giappone e l’Italia, e il suo percorso artistico è l’esempio più puro di come due mondi opposti possano influenzarsi reciprocamente.

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Il lavoro di Keiko Ichiguchi e Andrea Accardi restituisce un affresco visivo e narrativo che incanta e commuove, invitando i lettori a riflettere sulla bellezza dell'incontro tra mondi diversi e sulla potenza del cambiamento personale. In un'epoca di grandi trasformazioni, La vita di Otama ci offre una testimonianza di determinazione, di amore e, soprattutto, di speranza.

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Chanbara. Il lampo e il tuono di Roberto Recchioni e Andrea Accardi: anteprima

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È uscito in libreria Chanbara. Il lampo e il tuono di Roberto Recchioni e Andrea Accardi il primo volume inedito della saga dei samurai iniziata sulla collana antologica de Le Storie. Di seguito trovate la sinossi e alcune tavole del tomo.

"VII secolo, Giappone feudale, il tempo dei Samurai.

Una nuova avventura per Ichi, lo spadaccino cieco da tutti conosciuto come il Giustiziere Vagabondo. Questa volta, Ichi dovrà affrontare la minaccia di Ryu Murasaki, il Diavolo Bianco, uno spietato ronin a capo di una banda che terrorizza le campagne, abbattendosi sulle case con furia distruttrice. 

Per farlo, Ichi richiama a sé i guerrieri Tetsuo e Jun, e si prepara ad affrontare il nemico. Ma i tre potrebbero ben poco senza l'aiuto di Daisuke Nagata, la Bestia Tonante, uno spadaccino dominato dall'istinto e della forza più selvaggia. Perché solo l'irruenza del tuono può sconfiggere la velocità del lampo! 

Ritorna il Giappone del XVII secolo con una violenta epopea destinata a diventare un classico. Dopo il successo di La redenzione del samurai e I fiori del massacro, Roberto Recchioni scrive una storia tesa e drammatica come la lama di una spada, e Andrea Accardi disegna tavole che lasciano senza fiato per questa nuova avventura dello spadaccino cieco Ichi."

 

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Chanbara di Recchioni e Accardi: anteprima del volume da libreria

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Uscirà l'11 ottobre in fumetteria e libreria Il lampo e il tuono, il volume che riprende la serie dei samurai di Roberto Recchioni e Andrea Accardi che ha preso il via sulla collana Le Storie. Il tomo farà da apripista alla serie Chanbara da edicola. Diffuse sul sito Bonelli, inoltre, alcune tavole che potete vedere nella gallery in basso.

Di seguito potete vede la pagina con le specifiche del volume mostrate sul catalogo Preview.

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Orfani: Sam 6, recensione: prima della fine

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Orfani, la space opera ideata da Roberto Recchioni ed Emiliano Mammucari, fin dall’inizio si è configurata come una saga fantascientifica che, nella sua evoluzione, continua ad arricchirsi di elementi che in base alla “stagione” vengono di volta in volta svelati. Non a caso il format scelto è quello dei blocchi narrativi televisivi, con tanto di climax finale. Orfani: Sam 6, dunque, è un mid-season, un'interruzione a metà del ciclo narrativo, e –  come il modello televisivo americano insegna – è un momento fondamentale della trama, i cui elementi avranno una ripercussione, se non addirittura saranno determinanti, per l’intera seconda parte.

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La stagione dedicata a Sam ha visto, come motore dell’azione, il machiavellico personaggio della dottoressa Juric, nonostante questi sia morta alla fine di Nuovo Mondo giustiziata dalla stessa Sam ormai “corvo” cybernetico. Il ruolo della Juric è ancora determinante: è proprio la sua assenza ad essere fondamentale per le azioni della folta schiera di personaggi presenti. Nel corso delle stagioni passate e nel corso dei precedenti cinque numeri, le carte in tavola sono cambiate molto spesso ma la solida costruzione dei protagonisti principali ha permesso a questi di rimanere coerenti senza pindarici capovolgimenti identitari e senza, allo stesso tempo, far rinunciare agli sceneggiatori – Roberto Recchioni e Michele Monteleone – la possibilità di costruire l’incastro narrativo attraverso colpi di scena che, in questo numero, vanno a raccordare con più forza la stagione con le precedenti.

Prosegue la fuga nel deserto di Perseo e Andromeda, stavolta accompagnati dal clone di Ringo. Sam, difatti, è ancora in standby e il trio la sta portando dalla Dottoressa Marta Hack, l’unica con le competenze per riparare i danni della cyborg. Contestualmente, non si ferma l’inseguimento dei diversi gruppi che vogliono catturare i due bambini. Il pericolo maggiore si conferma essere il duo composto dal Governatore Garland e dal Generale Petrov, pronti a far resuscitare la nemesi per eccellenza della serie: la Juric.

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In Orfani: Sam 6 trova compiuta espressione la ricerca pluristilistica e plurinarrativa che ha caratterizzato l’intera narrazione fino ad ora: Fabrizio Des Dorides, Simone Di Meo, Andrea Accardi e Luca Casalanguida sono gli attori dello stile pluricodico del numero. L’atmosfera stile western si carica del gusto orrorifico con sterzate verso l’onirico, in un gioco stilistico e narrativo che agguanta il lettore: interessante e citazionista è l’intromissione surreale, in bianco e nero, di contaminazione nipponica alla Go Nagai, nel momento dell’esasperazione del personaggio di Sam. Numerosi sono le splash page che raccolgono l’azione dalla spregiudicata composizione che, spesso, rimedia l’estetica videoludica: continua, così, il felice sposalizio tra il linguaggio fumettistico tipicamente statunitense e il format bonelliano.

Orfani si conferma essere una serie che assume al proprio interno numerosi generi, operando un continuo passaggio tra canoni narrativi. Il mid-season di Sam ha il compito di sancire con forza tale volontà drammaturgica portando la trama verso un risoluzione che tarda ad arrivare, alimentando, così, le attese e le aspettative per l’agognato finale.

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