Alan Moore: conclusa la prima stesura di Jerusalem
- Scritto da Pasquale Gennarelli
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Secondo un post pubblicato su Facebook da Leah, la figlia di Alan Moore, l’autore ha terminato la prima stesura del suo romanzo, Jerusalem, di cui si sta parlando ormai da anni. La storia, annunciata come un racconto del piccolo borgo nativo di Moore, Northhampton, è stata così presentato al New Statesman:
"Noi viviamo le nostre vite più e più e più volte, un numero infinito di volte e, ogni volta, abbiamo esattamente gli stessi pensieri, dicendo esattamente le stesse cose, facendo esattamente le stesse cose che stavamo facendo e dicendo la prima volta. Non so se ha ancora senso parlare di un prima volta.
Ho pensato che avevo avuto questa idea perché ero un genio... È venuto fuori, invece, che i pitagorici avevano una sorta di versione di una grande ricorrenza. Basandosi sull'idea che questo universo finisce, siccome il tempo è infinito, compariranno altri universi, i quali, vista la loro natura finita, portano alla comparsa di un altro universo esattamente come questo, anche se ho difficoltà a trovare una tesi che regga scientificamente.
Considerando tale idea di dimensionalità della nostra esistenza, allora funziona. Non riesco a trovare una teoria completamente in contraddizione con uno dei principali cardini concettuali della fisica moderna e, durante la scrittura di Jerusalem, mi sono imbattuto in questa bella citazione di Albert Einstein che riassume tutto quello che sto cercando di dire ma in maniera molto eloquente e con una lunghezza inferiore a tre quarti di un milione di parole”.
L’opera è stata descritta come una versione più illuminata di Alice in Sunderland di Bryan Talbot, con uno sguardo più caleidoscopico su una città inglese, un po’ come Here di Richard Maguire. Ricalca, inoltre, i temi della grande opera incompiuta di Moore, Big Numbers, che rimane il suo unico tentativo di storia ambientata tra gli esseri umani vagamente normali.
Di seguito alcune dichiarazione rilasciate negli ultimi anni.
Nel 2013 Moore dichiarava al Guardian:
"Sto scrivendo attualmente l'ultimo capitolo ufficiale, sto utilizzando lo stile di Dos Passos. Dovrebbe essere finito entro la fine dell’anno o giù di lì. Non so se piacerà a qualcuno o a nessuno. Io dico che non vedo l'ora, e che mi sembra che lo stile utilizzato sia del calibro di Iain Sinclair e Michael Moorcock, pionieri diventati centrali nella cultura letteraria”.
Jerusalem non ha ancora un editore, ma siamo sicuri che, al di là del tempo necessario, quando finalmente sarà pubblicato avrà un enorme successo.