Dolci Tenebre
- Scritto da Giorgio Parma
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Dolci Tenebre non è un graphic novel qualunque. Dire che è un fumetto atipico è un eufemismo. Sicuramente è una delle storie di recente pubblicazione più strane e belle che possiate leggere. Ed è talmente ben realizzata che compare nella lista di Comics & Graphic novel migliori secondo Amazon di quest'anno.
La Bao Publishing non se lo è giustamente fatto sfuggire e lo ha pubblicato in una sontuosa edizione che lo valorizza ancora di più. Ricordiamo che lo stesso editore ha pubblicato ben 3 titoli che compaiono in quella classifica; oltre al succitato c'è anche E la chiamavano estate di Mariko e Jillian Tamaki e Saga vol.3 di Brian K. Vaughan e Fiona Staples.
Ma anche tra questi titoloni altisonanti il fumetto in esame svetta distinguendosi sostanzialmente dagli altri per la sua originalità ma soprattutto per la sua stranezza.
Dico strano, dico atipico non a caso e il perché lo si intuisce anche solo leggendo il titolo. L'ossimoro non lascia adito ad errate interpretazioni: Dolci Tenebre, o Beautiful Darkness nella versione originale. Da sempre, sin da piccoli, ci hanno abituato a identificare il male con la tenebra, l'oscurità, mentre il bene con la luce. Una semplificazione, ma concettualmente la netta divisione rimane. Ma mai nessuno ci aveva detto che le tenebre potessero essere belle, per quanto affascinante sia il lato oscuro della forza, figuriamoci dolci.
E questa stridente dicotomia struttura tutta l'opera; dai disegni fiabeschi e teneri dei personaggi, omaggio occidentale al canone kawaii nipponico, al realismo quasi da Studio Ghibli dei paesaggi e della natura, dall'ingenuità dei protagonisti alla violenza gratuita che perpetrano, dallo stile da favola della prima tavola alla cruda realtà del resto del racconto.
I personaggi che compaiono in questa storia sono degli esserini dalla natura non meglio specificata, caratterizzati quasi tutti da una spensieratezza, da una ingenuità e anche da una noncuranza che li rendono irragionevolmente e insensatamente violenti. Tanto ingenui da non accorgersi che il loro "campo di gioco" è un boschetto in cui giace il cadavere in decomposizione di una ragazzina, dalla quale sembrerebbero provenire proprio gli stessi protagonisti. Molti di essi non sono violenti o malvagi ma compiono azioni riprovevoli inconsciamente, o quantomeno ignari della nota crudele insita in esse. E quindi assistiamo a mutilazioni degli animali della foresta, a cannibalismo, a tradimenti, a necrofagia, a emarginazione e istigazione al suicidio, ad azioni estremamente pericolose con risvolti tragici. Ma è proprio questo il problema: non se ne rendono minimamente conto. Sembrano essere privi anche solo di un flebile conatus sese conservandi di hobbesiana memoria.
E questo aspetto non fa altro che rendere ancora più vivida la caratteristica horror del racconto.
Sono solo una manciata i personaggi effettivamente non rientrano in questa classificazione.
Tra tutti la protagonista Aurora, classica principessina da favola come ci viene mostrata nella prima pagina del graphic novel, che non si accorge minimamente della cattiveria, questa volta consapevole, della psicopatica Zelie che compie azioni atroci e spietate solo per autoaffermarsi e per dare sfogo al proprio irrefrenabile ego. Dovrà quindi venire a patti con la realtà, comprendere e concepire per la prima volta la malvagità, compiendola come atto supremo di distacco dal mondo fatato, in un gioco di ruoli che la porterà alla corruzione necessaria per instillare in lei l'istinto di sopravvivenza.
Dal mondo fiabesco idilliaco, protetto e isolato veniamo catapultati per direttissima nel mondo reale. Le classiche metodologie, i cliché, le caratteristiche tipiche del mondo fatato, la cifra fiabesca insomma, fallisce miseramente una volta che quell'habitat piomba inesorabilmente nel più vasto universo che è la realtà. La corruzione, le leggi di natura e la violenza, in precedenza assenti o non così marcate nel mondo d'origine, erodono tutto ciò che incontrano di non adatto alla sopravvivenza, in una sorta di darwinismo sociale fiabesco inarrestabile. Questa vera e propria pulizia è inizialmente ostacolata dalla sola Aurora che cerca di mantenere coeso il gruppo nel rispetto della fauna e della flora a loro sconosciute che man mano incontrano. Ma anche questo ultimo scoglio avrà vita breve quando il germe della corruzione e del delirio si saranno insinuati anche dentro di lei, traviandola e contaminandola, distruggendo così l'ultimo baluardo di sanità mentale dell'opera.
Fabien Vehlmann ci fa quindi assistere ad una disgregazione della moralità e del buon senso ad opera di istinti più viscerali e esecrabili. In un'allegoria che rimanda quantomeno alla attuale società umana.
Parliamo ora della parte grafica, capolavoro del duo coniugale Kerascoët. Come detto in precedenza sono essenziali al gioco mentale a cui è sottoposto il lettore, l'ossimoro narrativo-visivo urtante che ci viene proposto.
Ci troviamo infatti d'innanzi a dei disegni dalle linee molto semplici, quasi cartooneschi, acquerellati, è il caso di dire, con tonalità incredibilmente dolci e delicate seppure fresche e, quando necessario, tetre; ma questo vale solo per i personaggi fantastici.
I personaggi reali invece, come gli animali della foresta - sottolineiamo reali in quanto non parlano e non sono umanizzati - o l'unico essere umano che compare nella storia, un intagliatore di legno quasi in ritiro eremitico, sono appunto contraddistinti da un tratto molto realistico, dettagliato e curato.
Tutto questo, e in maggior modo il primo stile descritto, inganna il lettore che potrebbe essere convinto di trovarsi davanti ad una storiella fantastica come un'altra ma che non si aspetterebbe mai la pazzia sadica e omicida che dilaga senza freni nell'opera, che viene ancora di più mascherata dall'incipit. Infatti veniamo introdotti in questo folle mondo gradualmente anche se le prime avvisaglie si vedono subito, con l'apparizione del cadavere della bambina. Ottima prova del duo Kerascoët composto da marito e moglie che dopo il bel La vergine del bordello su storia di Hubert edito dalla Planeta DeAgostini, torna sul mercato nostrano.
Dolci Tenebre è quindi un gioiello. Un'opera che sciocca il lettore attraendolo e lo ammalia disturbandolo, tanto per rimanere in tema di contrasti. 96 pagine disturbate e disturbanti che sapranno tenervi saldamente incollati al volume.
Edizione cartonata con sovraccoperta molto pregevole ad opera di Bao Publishing per una storia altrettanto valida. Solo che 17 euro paiono un po' tantini.
Dati del volume
- Editore: Bao Publishing
- Autori: Testi Fabien Vehlmann, disegni di Kerascoët
- Formato: 22x30 cm, cartonato con sovraccoperta, 96 pp, colori
- Prezzo: 17 €
- Voto della redazione: 9