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Raffaele Caporaso

Raffaele Caporaso

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Ben Affleck è Batman: tutti i dettagli

  • Pubblicato in Screen

Ben Affleck interpreterà il ruolo di Bruce Wayne/Batman nel prossimo sequel di Man Of Steel, in uscita nel 2015. È questa la notizia che da qualche giorno sta impazzando in rete. Una notizia che giunge apparentemente a sorpresa e che ha suscitato reazioni contrastanti presso i fan.

Il quarantunenne attore californiano, regista premio oscar per Argo, sarà dunque il coprotagonista di Superman Vs. Batman (titolo provvisorio) insieme ad Henry Cavill, confermato nel ruolo di Clark Kent/Superman; il film sarà sempre diretto da Scott Snyder, il quale, dopo l’annuncio ufficiale del casting, ha dichiarato:
“Affleck ha il giusto carisma ed esperienza per impersonare un individuo che è più vecchio e saggio di Clark Kent e porta su di sé le cicatrici di anni di lotta al crimine, in opposizione con il fascino che il mondo vede nel miliardario Bruce Wayne. Non vedo l’ora di lavorare con lui”.

Greg Silverman, presidente della Warner Bros ha aggiunto:
“Sapevamo di aver bisogno di un attore straordinario per impersonare uno dei supereroi più popolari della DC Comics, e Ben Affleck è certamente la persona adatta”.

La notizia ha sorpreso tanti, ma, a conti fatti, molti elementi lasciavano aperta questa possibilità: Ben Affleck è infatti una delle punte di diamante della Warner Bros (detentrice dei diritti cinematografici dei personaggi della DC Comics) ed era stato indicato come maggiore candidato al ruolo di regista (e interprete di Bruce Wayne) nel film sulla Justice League che (almeno per il momento) non ha avuto semaforo verde.

Dalle notizie che trapelano si viene a sapere che Affleck avrebbe firmato un contratto per due o tre film, e che già da un paio di mesi si starebbe sottoponendo a un duro training per avere il fisico necessario per il ruolo.
Fa specie che nel comunicato che ha ufficializzato il casting non appaia più il nome di Christopher Nolan, che era invece produttore esecutivo di Man Of Steel. Possibile che questa scelta non abbia avuto il suo benestare?
Di certo il casting non incontra i favori della rete: a ieri sera, circa 52.000 persone avevano già firmato la petizione online per rimuovere Affleck dal ruolo, in quanto l’attore viene giudicato, per usare un termine anglossassone, “unfit” (inadatto). E il numero continua a crescere.
Vi è un precedente importante: quando Tim Burton scelse Michael Keaton come protagonista del suo Batman, nel 1988, la Warner ricevette circa 50.000 lettere di protesta. L’attore si dimostrò poi capace di ricoprire il ruolo, venendo confermato anche nel sequel, e facendo ricredere molti detrattori.

Vi sono ancora numerosi interrogativi su come sarà ritratto questo nuovo Batman: sarà un personaggio in continuity con i film di Nolan? Su questo non possiamo sbilanciarci, anche se alcuni elementi, come le dichiarazioni di Snyder sul fatto che il personaggio ha un passato nella lotta al crimine, l’apparente uscita di scena di Nolan, e il fatto che il logo Wayne Enterprises presente su un satellite in Man Of Steel sia uguale a quello sulla Wayne Tower in Batman Begins, lasciano aperta questa possibilità.

Al momento la domanda che maggiormente frulla nella testa dei fan è sicuramente quella su chi interpreterà Lex Luthor. Molte voci, da prendere tuttavia con le pinze, vedono Bryan Cranston, star di Breaking Bad, come prescelto. Staremo a vedere.
Una cosa però è certa: a poco meno di due anni dall’uscita del film, l’hype è altissima.

Occhio di Falco 1-2 - Marvel Select 10-11

Finalmente sugli scaffali delle nostre fumetterie/edicole di fiducia è arrivata l’attesissima serie dedicata al Vendicatore più atipico di sempre: Occhio di Falco. Clint Barton non ha superpoteri, non ha un’armatura iper-tecnologica né poteri magici. È un uomo, un uomo dotato di una mira eccellente, potenzialmente in grado di trasformare qualsiasi oggetto in un’arma; e, come molti uomini normali, ha una vita piuttosto complicata, specialmente quando mette via l’uniforme e l’arco.
Clint, rimasto orfano in tenera età, è stato cresciuto in un circo e indirizzato e allenato a divenire un arciere dallo Spadaccino, ha un passato da criminale salvo poi essersi redento entrando a far parte degli Avengers, sotto l’ala protettiva di Capitan America.

La serie Hawkeye punta a raccontarci la vita di Occhio di Falco al di fuori del contesto supereroistico al quale siamo abituati, e difatti ha ben poco a che spartire con le altre testate dedicate ai componenti dei Vendicatori “in solitaria”.
Cosa fa, dunque, un Vendicatore quando non è “in servizio”? La risposta è semplice: prova a vivere una vita normale, cercando un equilibro nella quotidianità, ben sapendo che i guai non tarderanno ad arrivare.
I primi tre episodi della serie sono autoconclusivi e affrontano tematiche abbastanza differenti fra loro, sempre con l’intento di fornirci una panoramica a 360 gradi sul personaggio e sul contesto nel quale vive, oltre che presentarci quelle che, in gergo televisivo, potremmo definire “guest-star” (in attesa di vedere se diverranno “regular”): Kate Bishop, alias Occhio di Falco (sì, anche lei si fregia di questo nome), e un simpatico cane goloso di pizza dal nome (provvisorio?) di Freccia.
Clint Barton, pur auspicando a una vita normale nella città di New York, dovrà fare i conti con vicissitudini piuttosto singolari fra mafia russa, casinò illegali, ladri circensi, inseguimenti in auto… il tutto raccontato con grande originalità e leggerezza. Il quarto episodio della serie, invece, ci riporta a un contesto vagamente supereroistico, fortemente improntato verso la spy-story, fra le strade di Madripoor, alla ricerca di una VHS piuttosto compromettente.

La serie è sceneggiata da Matt Fraction, oramai un veterano in casa Marvel. Dopo aver scritto, fra alti e bassi, Iron Man, Thor, Iron Fist, ed essere stato artefice della scialba miniserie Fear Itself, si trova adesso a lavorare, oltre che su Hawkeye, anche sul rilancio in chiave Marvel Now! di Fantastic Four e FF, raccogliendo il non facile testimone da Jonathan Hickman.
Sulla serie in questione, l’autore fa un lavoro eccellente: con uno stile narrativo veloce, ironico e scanzonato, Fraction ci regala storie di pura evasione, slacciate volontariamente dallo stereotipo classico, ponendo il lettore in un contesto urbano, contaminato da più generi che spaziano dall’action, alla spy-story, alla piacevolissima comedy. I dialoghi, serrati ed essenziali, ma mai frenetici o ridondanti, sono il vero punto di forza. L’approccio è quasi cinematografico ed infatti non mancano le citazioni a numerosi classici del genere. Prendendo ad esempio il terzo episodio, intitolato “Cherry” (forse il migliore di quelli letti fino ad ora) assistiamo a un inseguimento automobilistico fra le strade della Grande Mela, che non può farci non pensare a capolavori del cinema quali “Il braccio violento della legge” (citato anche nelle note dell’albo) o “The Italian Job”. La storia inoltre è un capolavoro di originalità, poiché i veri protagonisti non sono i personaggi in sé, ma le frecce di svariato tipo presenti nella faretra di Occhio di Falco.
Originale, inoltre, la scelta, da parte dell’autore, di consigliare, nella pagina iniziale dei “credits”, un brano musicale per accompagnare la lettura.

Ai disegni troviamo David Aja, disegnatore dallo stile essenziale ma allo stesso tempo fortemente espressivo. La sua costruzione della tavola è assolutamente particolare e mai ripetitiva. Ad ogni pagina ci ritroviamo ad assistere a piccole opere d’arte, quasi da incorniciare. Le copertine, sempre realizzate da Aja, sono dei veri e propri affreschi di pop art, che rendono l’albo invitante sin dal principio. Piccola curiosità: la prima pagina della primissima storia si apre con il protagonista in caduta libera nel vuoto, nella stessa esatta posa nella quale si trova, ad un certo punto del film “The Avengers”,  il personaggio interpretato da Jeremy Renner: le conseguenze saranno però piuttosto diverse…
Il quarto episodio è invece realizzato dal disegnatore ospite Javier Pulido, anche lui dotato di uno stile apprezzabile anche se qualitativamente ben lontano da quello di Aja.

Hawkeye ha ricevuto ben 5 nomination agli Eisner Award 2013 (miglior serie regolare, miglior nuova serie, miglior scrittore, miglior disegnatore/inchiostratore, miglior copertinista), portandosene a casa due, andati proprio a David Aja come miglior disegnatore (alla pari di Chris Samnee) e miglior copertinista.
La serie, in Italia, è edita da Panini in un bel formato monografico, brossurato, a cadenza mensile. Inoltre, per le prime due uscite, l’editore ha messo a disposizione una cover A e una cover B: scegliere fra le due non è mai stato più difficile!

In conclusione, la serie dedicata all’arciere scarlatto dell’universo Marvel è una delle novità più apprezzabili del panorama fumettistico americano, e garantisce una lettura qualitativamente alta, strizzando l’occhio anche ai neofiti, o a coloro che non sono propriamente fan del genere supereroistico.

Novità Disney & Pixar dal D23 Expo

  • Pubblicato in Toon

D23 Expo Animation

Alla D23 Expo, tenutasi ad Anaheim (California), la Disney ha tenuto una presentazione denominata “Art and Imagination: Animation at the Walt Disney Studios”, nella quale i fan hanno potuto assistere a una dozzina di presentazioni dei prossimi film d’animazione targati Disney.
John Lasseter, “chief creative officer” del reparto animazione ha guidato un tour di quello che Pixar, DisneyToon Studios e Walt Disney Animation Studios stanno realizzando.
Vediamo nel dettaglio.

PIXAR

Monster University: Lasseter ha espresso pubblicamente la sua soddisfazione e gratitudine per il successo del lungometraggio uscito nelle sale lo scorso giugno, aggiungendo che un nuovo corto con protagonisti i mostri della Pixar, intitolato Party Central (interamente proiettato all’Expo) sarà allegato alle copie di The Good Dinosaur, di prossima uscita.

The Good Dinosaur: il prossimo progetto Pixar risponderà al più antico “what if?” della storia, cioè cosa sarebbe avvenuto se l’asteroide che provocò l’estinzione dei dinosauri avesse mancato la Terra. Il film ritrarrà i dinosauri come agricoltori. Il protagonista della storia sarà un apatosauro chiamato Arlo, il quale incontrerà una creatura mai vista prima, un piccolo cucciolo di uomo che avrà il nome di Spot. The Good Dinosaur uscirà nelle sale americane il 30 maggio 2014.

Inside Out: progetto in cantiere sin dal 2011, il film parlerà di Riley, un ragazzo di 11 anni, la quale vita cambierà, in peggio, quando sarà costretto a trasferirsi con la famiglia a San Francisco. Nello specifico, i protagonisti del film saranno le emozioni nella sua testa (Rabbia, Disgusto, Paura, Tristezza e Gioia). La trama vedrà Gioia e Tristezza perdersi nella mente di Riley, lasciando il controllo alle altre tre. Il film arriverà nei cinema il 19 giugno 2015.

Finding Dory: l’attesissimo sequel di Alla ricerca di Nemo avrà per protagonista la smemorata Dory, e il suo passato. La storia si svolgerà circa un anno dopo gli eventi del primo film, e vedrà la protagonista mettersi alla ricerca della sua famiglia, e Marlin e Nemo alla ricerca di Dory. L’uscita del film è programmata per il 25 novembre 2015.

Toy Story of Terror: questo special realizzato per la TV andrà in onda il 16 ottobre 2013 su ABC. Durante la presentazione sono stati proiettati i primi 10 minuti dello show, che vede il ritorno di tutti i protagonisti della trilogia di Toy Story.

DISNEYTOON STUDIOS

The Legend of the Neverbeast: facente parte del "Tinker Bell franchise", il film, realizzato esclusivamente per il circuito home video, tratterà di Fawn e della sua amicizia con un mostro chiamato Neverbeast. Il regista Steve Loter ha dichiarato che la storia è ispirata all’amore di sua figlia per i cani di grossa taglia. Il film uscirà nella primavera del 2015.

The Pirate Fairy: il film, che uscirà nel 2014, vede fra i doppiatori la star di Mad Men Christina Hendricks e Tom Hiddleston, il Loki dell’universo cinematografico Marvel, che presterà la voce a un giovane Capitan Uncino. I due attori hanno preso parte alla presentazione e Hiddleston si è esibito in una performance live de “Lo stretto indispensabile”, canzone tratta da Il Libro della Giungla.

Planes: Fire and Rescue: il sequel di Planes sarà diretto da Bobs Gannaway e uscirà nel 2014.

WALT DISNEY ANIMATION STUDIOS

Mickey Mouse: Get a Horse: il prossimo corto con protagonista Topolino vedrà il ritorno di molti dei protagonisti classici dell’universo Disney. Sarà realizzato con un ampio uso della CGI e sarà allegato alle copie di Frozen.

Big Hero 6: basata su un concept Marvel, questa serie animata vedrà protagonisti sei giovani eroi: Hiro Hamada, GoGo Tomago, Wasabi No-Ginger, Honey Lemon, Fred e Baymax.

Zootopia: diretto da Byron Howard, parlerà di “animali nel mondo moderno dal punto di vista animale”. Gli umani saranno ovviamente rappresentati in maniera comica.

Frozen: grande spazio è stato lasciato a questo film d’animazione, in uscita, negli USA, il 27 novembre di quest’anno. Lasseter ha dichiarato che lo stesso Walt Disney è sempre stato interessato a portare sul grande schermo un adattamento di “The Snow Queen” di Hans Christian Andersen. Sul palco erano presenti tutti i principali doppiatori, nello specifico Kristen Bell, Josh Gad e Idina Menzel.

Avengers 1-2 (Avengers 16-17)

Sin dall’annuncio ufficiale che, nell’ambito dell’iniziativa Marvel Now!, la serie Avengers (oltre che New Avengers) sarebbe stata scritta da Jonathan Hickman, talento visionario oramai riconosciuto come uno dei più abili sceneggiatori del fumetto supereroistico del XXI secolo, era lecito aspettarsi qualcosa di grande.

Grande, si è detto, anche se forse sarebbe più appropriato dire più grande: è da questo concetto che inizia questa nuova fase della vita editoriale dei Vendicatori, il super-team Marvel per eccellenza, il primo, l’originale, composto dai più grandi eroi uniti per fronteggiare quelle minacce che “nessun supereroe, da solo, avrebbe mai potuto affrontare”. L’idea di base è semplice e Hickman ce la spiega sin dalle prime pagine attraverso un discorso fra i due leader del team, Capitan America e Iron Man: il mondo è sempre più pericoloso, le insidie sempre più frequenti, gli avversari sempre più minacciosi, e l’unico modo per poterli fronteggiare con successo è disporre di una squadra numerosa ed eterogenea. Viene dunque creato un vero e proprio protocollo, denominato “Wake the world”, da attivare in caso di necessità, grazie al quale diversi eroi, alcuni familiari, altri meno, possano entrare a far parte del team.

Quando si parla di Jonathan Hickman, bisogna sempre tenere conto di alcuni elementi comuni che contraddistinguono i suoi lavori, presenti e passati (si guardi al suo lungo e bellissimo ciclo su Fantastic Four e FF, ma anche ad alcune sue creazioni originali, come The Red Wing): il tempo e lo spazio, quest’ultimo da intendersi sia in senso fisico, che in senso fantascientifico.  Questi sono presenti anche nella serie Avengers e sin dal primo arco narrativo, composto dai primi tre numeri dell’edizione americana, i quali fungono da incipit di una storia che avrà una gittata molto lunga, capiamo che assisteremo a un qualcosa di epico. L’epicità della storia, la suspense quasi cinematografica, cresce pagina dopo pagina, facendo immergere il lettore in un climax irresistibile.

La minaccia, questa volta, arriva da Marte: è sul pianeta rosso che tre creature -che definire villain sarebbe riduttivo- prendono casa, terraformando il pianeta stesso. I tre esseri, Ex Nihilo, Abyss e Aleph, si definiscono Il Giardino e, da millenni, hanno il compito di riplasmare, a livello genetico, le specie native di vari pianeti, o, qualora queste si dimostrino inadatte, di distruggerle. Il loro target, questa volta, è la Terra stessa, e gli esseri viventi che la abitano. Per alterare, o meglio ri-mappare, la vita sulla Terra, il Giardino si avvale di “bombe d’origine” che vengono scagliate su siti campione sparsi per il globo, mutando in maniera irreversibile gli esseri viventi presenti nel raggio di fall-out. Non sanno, però, che il pianeta è un “Avengers World”, titolo che apre il primo albo.

Inizialmente il team è composto dai sei membri classici, facenti anche parte del roster del film “The Avengers”: Capitan America, Iron Man, Thor, Hulk, Occhio di Falco, Vedova Nera.

A questi si aggiungono, poco dopo, altri supereroi, alcuni dei quali vecchie conoscenze dei Vendicatori, altri invece vere e proprie new entry: Wolverine, Spider-Man, Capitan Marvel, Donna Ragno, Falcon, Shang Chi, Sunspot, Cannonball, Manifold, Smasher, Capitan Universo e Hyperion.

E’ questa, dunque, l’idea di base della serie: creare un team allargato, composto da più membri, che possano fronteggiare insidie sempre diverse fra loro. Non sempre tutti i membri saranno attivi, anzi spesso saranno divisi in squadre più piccole, selezionate, per poter affrontare, eventualmente, anche più di una missione in contemporanea.

Come tutti gli archi narrativi di Jonathan Hickman, anche questo sarà molto lungo, e porterà, prossimamente, al nuovissimo maxi-evento intitolato Infinity  che promette di dare uno scossone molto forte all’universo Marvel. Le storie saranno divise in piccole sottotrame, della durata di pochi albi o, a volte, leggeremo storie auto-conclusive che si focalizzeranno su un solo componente del team, raccontandone l’origine o, perlomeno, il passato recente, come nel numero 4 della serie americana, dove ci vengono narrate le vicissitudini di Hyperion, figlio di un pianeta distrutto, cresciuto sulla Terra per diventare il suo campione (vi ricorda qualcuno?);  tutto questo però è avvenuto in una dimensione parallela, che adesso, a causa di un'incursione (per saperne di più bisogna leggere New Avengers, pubblicato in Italia sul mensile Iron Man) ha cessato di esistere.

Tutte queste storie, però, avranno un filo conduttore comune, diventando, alla fine, tessere di un mosaico complesso quanto affascinante.

Avengers è quindi una serie davvero ben scritta, che promette tantissimo, imbastita di una solennità quasi sacra, spezzata, di tanto in tanto, da momenti di comicità mai fuori luogo. I tempi narrativi saranno lunghi, come già detto, e l’azione non sarà frenetica, ma dosata in maniera magistrale.

Per quanto concerne la parte grafica, la testata non avrà un disegnatore fisso, ma vedrà l’alternarsi di più artisti, anche perche la serie, negli USA, esce a cadenza quindicinale. I primi tre numeri sono disegnati dal talentuoso Jerome Opena, già apprezzato su Uncanny X-Force: l’artista si dimostra molto ispirato, conferendo al disegno grande plasticità ed espressività, con grande attenzione al dettaglio. La costruzione della pagina è molto classica: se da un lato manca di spiccata originalità, dall’altro conferisce grande chiarezza allo storytelling. Il numero 4 (numerazione originale) è invece disegnato dal veterano e figlio d’arte Adam Kubert che fa il suo lavoro discretamente bene, anche se il suo caratteristico tratto ha sicuramente visto giorni migliori.

Comprimaria del mensile edito da Panini Comics è Avengers Assemble che vede ai testi Kelly Sue DeConnick e ai disegni il nostro connazionale Stefano Caselli. Questa serie ha un approccio completamente differente nei confronti del team, rispetto alla principale: la sceneggiatrice ricalca la falsa riga tracciata da Joss Whedon nel film "The Avengers”, puntando sulla leggerezza e comicità, sugli scambi di battute veloci, sulle interazioni fra i protagonisti, piuttosto che creare una trama complessa. Questo approccio, di per sé, ci può anche stare (anche se la comicità tirata per le lunghe diventa forzata e noiosa), ma rapportata all’intensità degli Avengers di Hickman stona non poco, creando una dicotomia troppo grande da poter essere ignorata.

Riguardo la parte grafica, apprezziamo nuovamente il grande talento di Stefano Caselli, che presto approderà sulla stessa serie Avengers. Il suo disegno è sempre originale e ampiamente riconoscibile: i personaggi sono molto espressivi e il design dei costumi sempre curatissimo.

In conclusione, i primi due numeri della testata italiana  racchiudono al loro interno i primi 4 episodi di quella che forse è la serie più valida nell’ambito dell’iniziativa Marvel Now! e che, presumibilmente, diventerà un “cult” nei prossimi anni. Hickman è un grandissimo sceneggiatore, ha una vasta immaginazione e allo stesso tempo riesce a rendere tutto realistico e concreto. La serie comprimaria è lontana dal livello qualitativo della prima, ma, complessivamente, non indebolisce più di tanto il mensile.

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