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Giugno 2009 - Comicus

Mike Carey

Italian/English version
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Intervista a cura di Gianluca Reina, Marco Rizzo, Cris Tridello. Traduzione di Andrea Cassola.

Ciao Mike, benvenuto su Comicus.
Nella tua carriera hai mostrato la tua abilità nei diversi tipi di fumetti. Ti senti più a tuo agio con le atmosfere supereroistiche o con quelle più autoriali, alla “Vertigo”?
 
Preferisco trattare ogni progetto in base alle sue caratteristiche, e anche se vario il mio approccio a seconda del fumetto su cui sto lavorando, la mia forza e le mie debolezze sono sempre le stesse, indipendentemente dal genere che scrivo.
All’inizio della mia carriera, lavoravo molto in ambiente horror, il che ha fatto della Vertigo una dimora naturale per me. Ma mi sono sempre piaciuti i fumetti di supereroi, e quando mi hanno chiesto di scrivere gli X-Men ero davvero molto emozionato e felice. Amo quei personaggi, e l’architettura del loro universo. Raccontare storie all’interno di questa struttura mi dà molto piacere.
Quindi alla fine direi che cerco di lavorare su progetti che mi piacciono, al di là del genere.

È lo stesso anche quando scrivi un libro? È mai successo che un’idea per un libro sia stata trasformata in comic-book?
 
Sì, sempre. Se ho delle cose in testa, esse percolano in tutto ciò che faccio.
Un buon esempio è il personaggio di Jill Presto, che è diventato uno dei più importanti membri del cast di Lucifer. Originariamente l’avevo creato per un romanzo sulla malattia mentale.

La tua ultima serie Vertigo, The Unwritten, è uscita di recente. Puoi parlarci un po' di questo progetto?

Già, il secondo numero esce questa settimana [l'intervista è stata fatta a metà giugno, Ndr]. È la prima volta che lavoro con Peter Gross dalla nostra collaborazione su Lucifer, e ci stiamo divertendo molto. È un fumetto molto diverso, naturalmente: più allegro, in un certo modo, e meno vasto ed epico, più umano nei suoi temi. Ma cresce: cresce inesorabilmente.

Con la tua run su John Costantine hai riportato l’arcano e la magia nel mondo del mago inglese in trench. Hai preso il personaggio di Lucifer dalla saga di The Sandman e l’hai fatto tuo. Questo tuo interesse nel “mistico” è una cosa che coltivi da sempre come Alan Moore o fa parte del lavoro di documentazione di ogni buon sceneggiatore?

Quando leggo per piacere, mi immergo nella fiction speculativa, ovvero fantascienza, fantasy e horror. È sempre stata la zona di mio agio. Quindi ho letto tutta la storia di Constantine fin da Swamp Thing, ed ero un completista di Neil Gaiman. È stato un vero piacere scrivere questi fumetti: come essere parte di una jam-session attraverso il tempo con alcuni dei migliori scrittori del medium.
Ma mi sono imbarcato in altri fumetti quando la mia reazione era ambivalente: sono in grado di farlo? Voglio farlo? È importante non irrigidirsi sempre su quel che sai. Ti aggiorni come scrittore impegnandoti a fare cose che non hai mai fatto prima.

Ami lavorare con disegnatori che rispettano scrupolosamente la tue dettagliate sceneggiature, o preferisci lasciarti stupire dalla loro interpretazione e lasci spazio alla loro inventiva?

Dipende dall’artista. Se è qualcuno che conosco e in cui ho fiducia, sono felice di lasciarlo libero di evadere dallo script e di metterci del suo. Se è qualcuno con cui lavoro per la prima volta, preferisco una corrispondenza più stretta tra lo script e i disegni, specialmente riguardo il ritmo e i passaggi da una pagina all'altra. Sono meno prescrittivo sulle inquadrature di quanto lo fossi prima, perché so che generalmente il disegnatore ha una sensibilità maggiore della mia su quel fronte, ma spesso mi infurio quando un artista incasina il ritmo inserendo una splash page senza avvisarmi prima. Può sbilanciare una storia molto gravemente.
Ma in prospettiva, scrivo fumetti da quindici anni e solo un paio di volte ho visto i disegni finali e gridato all’oltraggio. La maggior parte delle volte le sorprese sono state piacevoli.

La Planeta DeAgostini in Italia sta per fare uscire la tua Crossing Midnight. Potresti parlarci di quest'opera, di come è nata e se l'hai pensata fin dall'inizio per essere strutturata in 19 numeri e tre cicli ("Cut Here", "A Map of Midnight" e "The Sword in the Soul)?

Crossing Midnight è una fiaba europea – "La Regina della Neve" di Hans Christian Andersen – ri-ambientata in Giappone e interpretata da personaggi e concetti del folklore giapponese. È la storia di un fratello e una sorella, gemelli, ma nati in giorni diversi. Kai, il maschio, è nato poco prima di mezzanotte, e Toshi, sua sorella, poco dopo. A causa di questa differenza le loro vite prendono strade divergenti. Quando compiono entrambi quindici anni, una figura misteriosa che si fa chiamare Aratsu, il Kami delle spade, viene a reclamare Toshi come sua serva. Quando si rifiuta, Aratsu commette terribili atti di violenza contro la sua famiglia fino a che lei è costretta ad andare con lui. Dopo di che la storia racconta in parte le esperienza di Toshi come serva di Aratsu, in parte la ricerca di Kai della sorella.
Non abbiamo pianificato in anticipo la durata della serie, ma la forma generale della storia si attiene a quanto avevamo progettato. L’abbiamo solo accorciata un po’ perché le previsioni di vendita USA non erano abbastanza forti da giustificare una lunga durata. Ne siamo stati tutti dispiaciuti, perché amavamo questo fumetto. Ha fatto tutto ciò che era previsto facesse, in particolare in termini di mix tra estetiche horror e fantasy-mitologiche.

Quali sono le caratteristiche principali che hanno reso il marchio X-Men così popolare in tutti questi anni?

Principalmente i personaggi e il ricco background che condividono. Sono cresciuto con gli X-Men, ed è stata la prima run di Chris Claremont a riportarmi verso i fumetti nella tarda adolescenza, quando avevo smesso di leggerli. È parte intrinseca della mia infanzia e, per me, la quintessenza dell’epica supereroistica. Non c’è nessuna saga di supereroi mainstream che le si avvicini.

La saga "Messiah Complex" ha in qualche maniera cambiato i tuoi piani per la serie X-Men?

Oh, sì, molto. Ha fatto implodere la mia squadra! La logica di quella implosione era inesorabile, e molti degli spunti delle storie vennero da me, ma credo avrebbe dovuto accadere un anno dopo. "Messiah Complex" era incredibilmente figo, ma avrei voluto giocare più a lungo con quel team. Mi mancano ancora.

Ultimamente la Marvel (e anche la DC) pianificano un evento dopo l’altro, senza uno status quo così solido. Questo è qualcosa che i lettori forse hanno sempre chiesto, solo per esserne delusi ora che accade.
Qual è la tua opinione riguardo questa situazione, sia come lettore che come autore coinvolto nel processo?
 
Queste cose sono cicliche e io penso che siamo arrivati al punto in cui il pendolo sta cominciando a tornare indietro. Dopo un po’ di tempo passato senza di loro, i crossover sono riesplosi e sono eccitanti e molto divertenti. Poi dopo un po’ la stanchezza degli eventi comincia a farsi sentire, e lo sconvolgimento che questi incessanti eventi causano alle serie ongoing superano la spinta delle vendite che portano a breve termine. Cominci a diminuire i ritorni, ti allontani dagli eventi, e un nuovo ciclo subentra.

Come hai avuto l’idea delle serie di X-Men Legacy? L’idea di un’eredità degli X-Men centrata su Charles Xavier è tua o ti è stata suggerita da qualche editor?

Nick Lowe (editor degli X-Men) e io avemmo l’idea insieme. Insieme abbiamo deciso anche di passare da un fumetto sul Professor X a un fumetto su Rogue. Ho sempre saputo che il viaggio di Xavier avrebbe avuto un termine, e ho fatto sì che tornasse da Rogue alla fine così da passarle il testimone.
Era un concetto strano, in un certo modo, e non sapevamo bene come potesse decollare. Quello che concepii fu un fumetto ambientato nel presente ma facente grande uso di flashback in ogni story-arc, così che, per quando fosse finito (circa un anno, pensammo), avremmo rievocato tutti gli episodi significativi della vita del Professor X, e messi in una nuova prospettiva.
Sembrava una cosa necessaria alla luce delle rivelazioni che erano state fatte su di lui negli ultimi anni, ma lo stesso… la cosa avrebbe potuto precipitare, perché era una lettura difficile: dovevi sapere molto della storia degli X-Men per apprezzarla.


Un personaggio che hai tenuto molto sotto i riflettori è statto Bobby Drake, l'uomo ghiaccio. Il tuo lavoro su di lui si è concluso con X-men Manifest Destiny, o avresti ancora qualcosa da dire su di lui?

Voglio rivisitare sia Bobby che Sam Guthrie nelle future storie di Legacy. Penso ancora a loro come agli altri due vertici del triangolo che era il cuore stabile degli instabili X-Men di Rogue.

Cosa ci puoi anticipare sul ruolo di Rogue in X-Men Legacy?

È un ruolo molto diverso dall’ultimo che Ciclope le ha offerto, e non ne è esattamente entusiasta. Non è certa di cosa implichi questo livello di fiducia in lei. C’è una scena nel Giant Size che richiama molto da vicino quella nel #188 dove lui le offre la guida del team: il parallelo rende il punto molto chiaro. Questa volta non è nelle fila del gruppo, ha uno specifico ruolo di supporto, qualcosa per cui, con il nuovo controllo che ha sui suoi poteri, è l’unica ad essere qualificata. Questo la porterà principalmente in contatto con i mutanti più giovani: il precedente cast di New X-Men e Young X-Men.

Puoi dirci quali sono le tue storylines degli X-Men preferite? Assicurati di non citare solo roba di Claremont & Byrne... è questa la parte difficile.

E for Extinction/Imperial, il cuore scintillante del ciclo di Grant Morrison. Quella era la classica space opera supereroistica su scala enorme.

È stata annunciata una miniserie sulla Torcia Umana con i tuoi testi. Come ti sei trovato coinvolto nel progetto?

Tom Brevoort alla Marvel mi ha chiesto se fossi interessato a co-sceneggiare con Alex Ross, che voleva fare una mini sulla Torcia da tempo. Sembrava una grande opportunità, lavorare con un grandissimo talento e mettere le mani su un gruppo di personaggi davvero cool.

La serie sarà collegata in qualche maniera alla saga "Avengers/Invaders"?

Prosegue direttamente quella storia, in termini di continuity, e pesca anche da momenti più recenti dello story-arc di Capitan America con la Torcia. Ma non è necessario averli letti per capire i precedenti. È una storia a sé stante, e perfettamente autosufficiente.

Che cosa pensi possa offrire un personaggio classico come la Torcia Umana originali ai lettori di comics moderni?

È una figura davvero affascinante e intrigante, un uomo artificiale che ha imparato ad essere umano, costruito o progettato o cresciuto o quale che sia la parola, in un tempo in cui la scoperta del DNA non era ancora stata fatta e in cui il primo computer non era ancora stato costruito. Rappresenta un diverso approccio alla vita senziente, come vedremo quando sarà resuscitato nella storia, e nelle implicazioni per lui e per chi gli è vicino…

English version

Hi Mike, welcome on Comicus.
In you career, you have displayed youe skills in different kind of comics. Do you feel more comfortable with supeheroic or authorial, “Vertigo-style” atmospheres?

I think I prefer to treat every project on its own merits – and although I vary my approach according to the book I’m working on, my strengths and weaknesses are probably very much the same, no matter what sort of genre I’m writing in.
In the early part of my career, I was very much working in a horror-fantasy milieu, which made Vertigo a natural home for me.  But I’ve always enjoyed superhero books, and when I was asked to write X-Men I was filled with real excitement and joy.  I love those characters, and the architecture of their universe.  Telling stories within that framework is very pleasurable for me.
So I guess, overall, I’d say that I try to pick projects that I’ll be happy writing – regardless of the genre.

Is it the same when you're planning a book? does it ever happen that an idea (or some minor concepts) studied for a novel get translated in a comic book?
 
Yeah, all the time. If things are on your mind they percolate into everything you do. A good example there is the character of Jill Presto, who became one of the most important members of the supporting cast in Lucifer. I originally created her for a novel about mental illness.

Your last vertigo series, The Unwritten, hit the shelves recently. Can you tell us something about this project?

Yeah, the second issue comes out this week [the interview has been done two weeks ago, Ndr]. It’s the first time I’ve worked with peter Gross since our collaboration on Lucifer, and we’re having a great time. It’s a very different book, of course: more playful, in some ways, and to begin with less huge and epic, more human in its concerns. It builds, though: it builds pretty inexorably.

With your run on Constantine you brought back the arcane and the magic in the world of the irish wizard. You took the Lucifer character from the Sandman saga and made him yours. Is this interest for the “mystic” something you‘ve always had, like Alan Moore, or is it only part of the normal documentation work of a good writer?

When I read for pleasure, I’m drawn to speculative fiction – that is, sci-fi, fantasy and horror. That’s always been my comfort zone, really.  As part of that, I read Constaine’s story all the way from Swamp Thing onwards, and I was a Neil Gaiman completist.  It was just pure pleasure to write those books: like being part of a cross-time jam session with some of the finest writers in the medium.
But I’ve taken on other books where my first reaction was ambivalent: can I do this? Do I want to do this?  It’s important not always to stick to what you know.  You refresh yourself as a writer by making yourself do things that you haven’t done before.

Do you like to work with artists that scrupulously follow your detailed scripts or do you prefer to be surpised by their interpretation and give space to their creativity?

It depends on the artist.  If it’s someone I know and trust, I’m happy for them to cut loose from the script and do their own thing.  If it’s someone I’m working with for the first time, I prefer a closer match between script and finished art – especially with regard to pacing and page turns. I’m less prescriptive about framing than I used to be, because I know the artist will generally have a better sense of that than me, but I often grit my teeth when an artist messes with the pacing to insert a splash without warning me first.  It can throw off the balance of a story very badly.
But let’s get this in proportion. I’ve been writing comics for fifteen years now, and only twice in all that time have I seen the finished art and howled in outrage. Much more often, the surprises are pleasant ones.

Planeta DeAgostini is going to publish in Italy Crossing Midnight. Could you tell us about this work, how the idea came out and if you planned it from the beginning to be structured in 19 issues and three cycles ('Cut Here' - 'A Map of Midnight'  and  'The Sword in the Soul')?

Crossing Midnight is a European fairy tale – The Snow Queen, by Hans Christian Anderson – relocated to Japan and furnished with characters and concepts from Japanese folk beliefs.  It’s the story of a brother and sister – twins – who are born on different days. Kai, the male twin, is born just before midnight, and Toshi, his sister, just after.  Because of that difference, their lives take very divergent paths.  When they’re both fifteen, a mysterious figure calling himself Aratsu, the kami of the swords comes and claims Toshi as his servant.  When she refuses to go, he commits terrible acts of violence against her family until she’s compelled to go with him.  After that, the story is partly about her experiences as Aratsu’s servant, and partly about Kai’s quest to find her and bring her home.
We didn’t plan it to be nineteen issues, but the broad shape of the story as it exists now is in keeping with what we had planned.  We just made it somewhat shorter than originally intended, because US sales figures weren’t strong enough to keep it going any longer.  We were all sad about that, because we loved that book. It did everything we set out to do – particularly in terms of mixing horror and mythological fantasy aesthetics.

What are the main features that make the X-Men franchise so appealing, after all those years?

The characters, mainly, and the rich backstory they share. I grew up with the X-Men, and it was Claremont’s original run on Uncanny that brought me back into reading comics in my late teens, when I’d given them up. There’s a sense in which they’re an intrinsic part of my childhood – and, for me, the quintessential superhero epic. There’s nothing else in mainstream superhero sagas that comes close.

Did The Messiah Complex Saga change somehow your plans for the X-Men series?

Oh yeah, very much so. It made my team implode! The logic of that implosion was inexorable, and most of those story beats came directly from me, but I wish it could have happened a year later.  Messiah Complex was insanely cool, but I wanted longer to play with that team.  I still miss them.

How did you come up to the idea of the X-Men Legacy series? The idea of an X-Men legacy series centered on Charles Xavier is yours or was suggested by some editor?

Nick Lowe (X-Men editor) and I came up with the idea together.  We also came up with the idea of modulating from a Professor X book into a Rogue book. I always knew that Xavier’s journey would have a finite arc, and I planned it to bring him back to Rogue at the end so he could pass the torch, as it were.
It was a weird concept, in some ways, and we weren’t sure how it would fly. What I pitched was a book taking place in present time, but making heavy use of flashbacks in each story arc, so that by the time we finished – roughly a year, we thought – we’d have gone back over all the significant events of Professor X’s life, and put them into a new perspective. It seemed necessary, in light of the revelations that had come out about him in the few years before this, but still… it could have gone down in flames, because it was a hard read: you had to know a lot about X-Men history to enjoy it.



A character you kept a lot under the spotlights was Bobby Drake, Ice-Man. Did your work on him come to an end with X-men Manifest Destiny, or have you still got something more to tell about him?

I want t revisit both Bobby and Sam Guthrie in future Legacy stories. I still think of them as the other two corners of the triangle that was the stable core of Rogue’s very unstable X-Men team.

What can you spoil us about Rogue’s role in the upcoming issues of X-men Legacy?

It’s a very different role from the last one Cyclops offered her – and she’s not exactly thrilled, at first: she’s not sure what it implies about his level of trust in her. We’ve got a scene in the giant-sized that echoes pretty closely the scene in #188 where he offers her a team leadership: the parallel brings the point home. This time she’s not in charge of a group, she has a very specific support role – something that with her new control over her powers she’s uniquely qualified to do. It will bring her into contact mainly with the younger mutants: the former cast of New X-Men and Young X-Men.

Recently marvel (and DC too, of course) is planning an event after another, with a not so solid status quo. That's something that maybe readers always asked, only to seem disappointed now that it happens. What's your opinion that situation, as a reader and as someone involved in the process?
 
These things go in cycles, and I believe we're about at the point where the pendulum is going to begin its backward swing. After a while spent without them, cross-line events are explosive and exciting and a whole lot of fun. Then after a while, event farigue sets in, and the disruption that incessant events spell for ongoing books starts to outweigh the short-term boost in sales that the events themselves bring.  You start to get diminishing returns, you move away from events, and a new cycle kicks in.

Can you tell us which are your favourite x-men storyline? be sure not to mention only stuff by Claremont & Byrne! That's the hard part.
 
E for Extinction/Imperial - the shining heart of the Grant Morrison run. That was classic superhero space opera on a huge scale.

A new miniseries on the Human Torch written by you has been announced. How did you get involved in the project?

Tom Brevoort at Marvel asked me if I’d be interested in co-writing with Alex Ross, who’d been wanting to do a Torch mini for quite some time. It sounded like a great opportunity, both to work with such a major talent and to get my hands on a very cool set of characters.

Will the series be someway connected with the Avengers/Invaders saga?

It follows directly on from that story, in terms of continuity – and also picks up on some stuff from the recent Captain America arc featuring the Torch. But you don’t need to have read either, really, in order to get where we’re coming from. It’s a free-standing story, and it very much defines its own terms of reference.

What do you think such a classic character as the Original Human Torch can offer to modern readers?

He’s a very intriguing and fascinating figure – an artificial man who has to learn to be human, and who was built or designed or grown or whatever the relevant word is at a time when the discovery of DNA hadn’t even taken place and the first computers hadn’t been constructed. He represents a different sort of approach to sentient life, and as we’ll see when he’s resurrected in the story, that has all sorts of implications for him and for those who are close to him…


Redazione Comicus
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Bleach Gold 3

Bleach Gold 1-2Dev’esserci più di un motivo se il fumetto di Tite Kubo si è conquistato la ristampa dorata di Planet Manga.  Saranno state le vendite, certo, ma c’è dell’altro. Il successo non è mai un caso. Sarà che l’autore non ha paura di niente, nemmeno di infilare Saffo in un manga per ragazzi. Sarà perché Kubo non fa sconti alla fantasia. Il colpo di scena è sempre dietro l’angolo, e le cose vanno spesso in modo imprevedibile. Per ora. Sarà che di fronte a un racconto, qualunque sia, non c’è cosa più bella che stupirsi. Sarà che i suoi personaggi sono sempre frizzanti. O “effervescenti naturali”, perché a volte sono così ben delineati da far credere che siano lì da sempre, come se esistessero già in natura. E che l’autore non abbia fatto altro che scoprirli.

Tutto questo fa di Bleach il riscatto di un genere, lo shonen, che troppo spesso si rifugia nei suoi soliti cliché. Le basi sono sempre le stesse. Poteri sovrannaturali, personaggi pieni di stranezze e a cui non manca di certo il carattere. Protagonisti ribelli, scavezzacollo, terribilmente carismatici. Poi competizioni e combattimenti a ruota, più tanti altri elementi facilmente riconoscibili e che sono sotto gli occhi di tutti.
È lo sviluppo di quel solito incipit che fa la differenza. Con Bleach Gold 3 ci si sente già di dire, dopo tre sole uscite, che si vede chiaramente la voglia che ha l'autore di fare sul serio. Tre soli volumi, e la storia prende già la piega di chi vuole andare oltre il seminato. Tre soli volumi. Ma ne sarebbe bastato anche uno soltanto per sentirsi di dire una cosa così felice, per quanto facilmente smentibile.

Il lavoro di Kubo è anche la prova che il manga popolare ha ancora tanto da dire. Che il manga per ragazzi non è necessariamente anche per bambini. Pure qui, un motivo ci sarà. E non è per la violenza, cauta ma frequente, ma per quella voglia di non essere banali che appassiona il lettore e che salva dalla monotonia un genere ormai inflazionato.

I disegni già migliorano tra la prima e l’ultima pagina del tomo d’esordio. Kubo trova subito la strada del tratto accattivante e moderno. E il formato “gold” aiuta, perché valorizza i particolari senza far perdere la sensazione di leggere un fumetto giapponese.

Questa ristampa è l’occasione, per chi l’avesse perduta, di investire in qualcosa che vale. Investire, sì, perché i quasi quaranta volumi già all’attivo della prima edizione ne fanno un impegno di tempo e di denaro. Ma ne vale la pena, perché con Bleach un numero tira l’altro. E anche qui, un motivo ci sarà.


Simone Celli
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320°: Iron Man, Dylan Dog

  • Pubblicato in Screen

a cura di Valerio Coppola; testi di Valerio Coppola
revisione testi e impaginazione di Annamaria Bajo; supervisione di Gennaro Costanzo
La rubrica Movie Comics è stata fondata da Carlo Coratelli

 
Iron Man 2

Questa settimana, in occasione della Cinema Expo tenutasi ad Amsterdam, è stato presentato un primo teaser poster ufficiale di "Iron Man 2" che, come potete vedere, non presenta altro che il logo della pellicola su sfondo nero e l'indicazione dell'anno di uscita (nonostante sia già da tempo nota la data nel dettaglio, ovvero il 7 maggio 2010).
Nel frattempo, dopo gli aggiornamenti della settimana scorsa, il supervisore capo della Marvel Comics Joe Quesada continua a raccontare sprazzi della sua interazione con la produzione del film, riferendo del suo incontro sul set con Mickey Rourke, il quale interpreterà la parte di Ivan/Whiplash. Quesada ha raccontato di aver parlato con l'attore un po' di tutto, e di averlo trovato una persona molto piacevole. Per quel che interessa a noi, comunque, l'editor in chief ha spiegato i motivi per i quali, secondo quanto ha potuto capire lui, Rourke avrebbe deciso di entrare a far parte del cast di "Iron Man 2": "Penso che durante la sua carriera, [Rourke] abbia partecipato a film che si pensava sarebbero stati dei grandi successi, e invece sono diventati più film di nicchia, acclamati dalla critica. Quindi sembrava davvero molto felice di far parte di 'Iron Man 2', di fare un film che sapeva sarebbe stato visto da un sacco di gente e un film che sembrava lui potesse divertirsi a girare". Infine, Quesada ha espresso apprezzamento per tutto il cast, con particolare riferimento al protagonista Robert Downey Jr.
Intanto, in attesa di maggiori novità, continuano senza sosta le riprese del film. In questi giorni, a fare da location all'azione è un grosso complesso edilizio situato sulla 450 Grand Avenue di Los Angeles. In quello che in realtà è un campus scolastico (e di cui potete vedere sotto alcune foto), dovrebbero essere girate alcune scene riguardanti un concerto rock cui prenderà parte anche Tony Stark.
 

 
Infine, sempre in tema di set, sono circolate in rete nuove foto di quello allestito presso la Diga Sepulveda, di cui vi abbiamo parlato qualche settimana fa. Come potete vedere, si tratta in sostanza di un enorme schermo verde, che fa pensare a una qualche scena d'azione in CGI di portata particolarmente estesa in termini di spazialità.
 
 
 
The Avengers: parla lo sceneggiatore

Ancora poco si sa di "The Avengers", salvo ciò che si può desumere dalle notizie riguardanti gli altri film (i due su Iron Man, "The Incredible Hulk", "Thor", e "The First Avenger: Captain America") la cui storia confluirà nel crossover cinematografico. A dare un primo assaggio della faccenda ci ha però pensato lo sceneggiatore Zak Penn, presente nei giorni scorsi al Los Angeles Film Festival. Penn, già sceneggiatore degli ultimi due "X-Men" (nonché dell'ultima pellicola su Hulk), ha raccontato che già in occasione dei film sui mutanti Marvel aveva sentito la necessità di integrare in qualche misura la loro storia con quella di altri personaggi della Casa delle Idee. La cosa era piuttosto problematica, e si sarebbe potuta fare tutt'al più con i Fantastici Quattro (i cui diritti erano in mano alla 20th Century Fox, come anche quelli degli X-Men), ma alla fine le difficoltà prevalsero. Ciò che Penn nota ora, invece, è che nella nuova situazione una tale integrazione tra personaggi e franchise da problema che era è divenuta il vero e proprio obiettivo, soprattutto in considerazione del fatto che i diritti dei personaggi coinvolti sono questa volta gestiti direttamente dalla Marvel: "È tutto un altro mondo; è molto più facile fare cose come quelle, e [alla Marvel] ti incoraggiano [a farlo]". Appurato questo, lo sceneggiatore non ha però nascosto le difficoltà nel portare a termine l'operazione, indipendentemente dalla volontà e dalle intenzioni di tutti. Perché tutto vada nel miglior modo possibile, la Marvel sta organizzando un forte coordinamento tra i vari team al lavoro sui diversi film, e proprio nelle prossime settimane si inizierà a fare il punto per iniziare a vedere come integrare in maniera efficace tutte le linee narrative: "Faranno prima 'Captain America' e 'Thor' [oltre che 'Iron Man 2', ndr], e solo dopo uscirà 'The Avengers'. Vogliono vedere che siamo tutti connessi […]. Avrò un incontro la settimana prossima con la gente che lavora su Thor e Capitan America, e ci troveremo tutti insieme e io vedrò cosa succederà [nei vari film]. Vedrò dove lasciano i personaggi; è abbastanza complicato. […] C'è una squadra di coordinamento che sta delineando quello che deve accadere. [Vedremo] come questo film si incastrerà con quell'altro". Penn ha comunque voluto sottolineare come la Marvel in primo luogo, e in secondo luogo tutti i professionisti coinvolti, siano una grande risorsa per raggiungere l'obiettivo finale con successo: "La Marvel ora è autonoma. Decide il bello e il cattivo tempo. Tutti hanno letto tutti i fumetti. Sanno come fare un gran film".

Dead of Night

Il settimanale L'Espresso ha pubblicato in questi giorni alcune nuove foto (e altre anche già viste) tratte da "Dead of Night", l'adattamento hollywoodiano di Dylan Dog che vedrà Kevin Munroe alla regia e Brandon Routh nei panni del protagonista.
 

 
 
Nei giorni scorsi, poi, proprio Routh ha parlato brevemente del film, descrivendone prima di tutto l'impostazione generale: "I contenuti del fumetto sarebbero probabilmente classificati come 'R' [vietati ai minori di 17 anni non accompagnati, ndr], mentre noi ci stiamo orientando su un 'PG-13' [minori di 13 anni accompagnati, ndr], in modo che più persone possano godersi il film. Non è [solo] sangue e horror, c'è molta più azione pura e semplice, con un pizzico di commedia". L'attore ha inoltre fatto un piccolo riferimento al suo antagonista nel film: "Abbiamo un villain finale che sarà molto eccitante. È una versione più grande e più aggressiva di uno dei mostri classici". Infine, Routh ha spiegato che il suo Dylan Dog sarà un personaggio d'azione, che non si farà problemi quando ci sarà da menare le mani e sporcarsi un po'.

Spider-Man

Curiosa aggiunta al cast di "Spider-Man 4": in un'intervista tenutasi al Wizard World di Philadelphia, l'attore Michael Papajohn, interprete dell'"assassino" di zio Ben nei primi tre film, ha dichiarato che tornerà anche nel quarto episodio della serie. La curiosità risiede nel fatto che nel terzo film il suo personaggio era stato soggetto di una consistente ridefinizione, che ne aveva esaurito la storia di fatto rendendo di poca utilità qualsiasi nuovo flashback. Per di più, già nel primo film il personaggio ci aveva lasciato le penne subito senza troppi complimenti. A ulteriore conferma che il ritorno dell'attore sarà qualcosa di poco scontato e probabilmente riserverà qualche sorpresa, inoltre, è stato lo stesso attore ad affermare di non poter rivelare nulla in merito, facendo capire che si tratta di materia top secret.

Red Sonja

Annunciata da ormai un anno per il 2009, quella di "Red Sonja", pellicola sulla famosa e formosa comprimaria di Conan il Barbaro, è ormai a tutti gli effetti una promessa mancata. Tuttavia, il produttore Joe Gatta è tornato a parlare del film, affermando che, seppure le cose non sono andate come inizialmente programmato, la faccenda è tutt'altro che chiusa, e anzi allo stato attuale sono da considerarsi confermati tanto l'attrice Rose McGowan nel ruolo della rossa guerriera, quanto il regista Douglas Aarniokoski (nonché il coinvolgimento di Robert Rodriguez in qualità di produttore). Gatta ha comunque spiegato a grandi linee che il fallimento dei programmi originari ha un insieme di ragioni: "A causa di diverse questioni e della [crisi economica], abbiamo dovuto cambiare un po' i piani. È frustrante, perché avevamo pensato di fare il film l'anno scorso, prima di 'Conan'". Al contrario, in questo momento la realizzazione di "Red Sonja" sarebbe subordinata proprio al rilancio di Conan e di tutto il suo franchise in generale, e solo dopo l'agguerrita Sonja potrà godere delle attenzioni di Hollywood. D'altro canto, ora che le pedine sulla scacchiera di Conan sono state posizionate con la definizione del nuovo regista (e mentre iniziano ad impazzare i rumor su chi assumerà il ruolo del protagonista), le cose potrebbero iniziare a muoversi più velocemente.

300 (sequel)

Un altro progetto di cui si parla da tempo e che sta continuando a svilupparsi è il sequel di "300", la pellicola del 2006 diretta da Zack Snyder che adattava l'omonimo graphic novel di Frank Miller e Lynn Varley sulla Battaglia delle Termopili. A fornire alcuni minimi aggiornamenti è stato proprio Snyder, che ha confermato come Miller stia stendendo la nuova trama, la quale nei piani dovrebbe essere sviluppata prima sotto forma di un nuovo graphic novel, e solo dopo in forma filmica: "So per certo che Frank lo sta scrivendo proprio in questo momento. Sta tirando dritto, e sembra essersi immerso in [questo lavoro]. Penso che tornerà in Grecia per fare un altro sopralluogo". Il fatto che sia tanto importante che Miller completi prima il fumetto, è probabilmente da collegarsi al particolare processo creativi tipico già del primo film, che di fatto replicava l'aspetto delle vignette originali. Da questo punto di vista, Snyder ha dichiarato che il secondo episodio non dovrebbe differenziarsi dal primo in quanto a tecniche di realizzazione, nonostante Miller abbia già fatto capire che vi saranno scenari su più larga scala: "Penso che useremo la stessa tecnologia. […] Non voglio che appaia troppo tipo Guerre Stellari. […] Da quello che mi ha detto [Miller], dovrebbe essere più grande per quello che riguarda il paesaggio e le regioni [coinvolte]. Vedremo Atene e l'Egeo, e anche altri posti. Ci sarà l'opportunità per visioni più grandi, e allo stesso tempo, spero, per la stessa estetica. La tecnica che abbiamo usato per '300' non era una rivoluzione. Fondamentalmente è quello che sta dietro l'omino delle previsioni del tempo. Solo che invece della carta geografica c'era Sparta. […] [Il secondo film] apparirà nello stesso modo, ma più potente".

Sleeper

Benché non se ne senta parlare molto, il progetto di adattamento di Sleeper, la serie ad opera di Ed Brubaker e Sean Phillips, è ancora in vita, e ancora conta sulla partecipazione di Sam Raimi e Tom Cruise. A confermarlo è stato lo stesso Brubaker, che ha riferito anche il fatto che sarebbe stato assunto un nuovo sceneggiatore (di cui neanche ricordava il nome) per rimettere mano allo script: "Conoscete Hollywood. Di solito passano per un milione di sceneggiatori per un unico progetto". A porre qualche problema alla trama sarebbero stati problemi di somiglianza con la storia di "Star Trek", ora nelle sale cinematografiche: "Se ricordate, in Sleeper c'è una 'valigetta buco nero', nella storia. Quella doveva essere parte del piano principale del cattivo nel film di 'Sleeper', ma a quel punto è uscito 'Star Trek' e aveva questo buco nero in miniatura, e hanno cominciato a farmi tipo 'Ora non possiamo utilizzare la valigetta col buco nero', e quindi si è tornati alla fase di scrittura. […] Non capisco perché il cinema sia così: è come dire che non si può usare la Seconda Guerra Mondiale perché l'ha già fatto 'Salvate il Soldato Ryan'", ha concluso con una piccola nota polemica l'autore. Brubaker non si è voluto comunque fare illusioni sulle possibilità che il processo si sblocchi in tempi brevi, anche in base alle sue esperienze passate.

Batman

Dichiarazioni scoraggianti (o magari sarebbe meglio dire caute) da parte di Christian Bale circa un terzo Batman che veda lui nella parte del protagonista e Christopher Nolan dietro la macchina da presa. L'attore, in tour promozionale per il suo ultimo film, "Public Enemies", si è concesso a qualche domanda sul fortunatissimo franchise batmaniano, precisando ancora una volta di non saper dire molto: "Davvero non ho informazioni sulla possibilità di vedere un altro film di Batman [fatto da noi]". Come già più volte ribadito, il destino cinematografico del personaggio dipende in buona misura dal regista. Mentre la Warner Bros. pare più che intenzionata a continuare nello sfruttamento del personaggio, con o senza Nolan, quest'ultimo ancora non ha risolto le sue riserve (anche perché attualmente preso dalla realizzazione del suo ultimo film, "Inception"). E appunto, Bale ha ancora una volta chiarito il punto: "Si tratta solo del fatto che [Nolan] ha bisogno di trovare una storia buona abbastanza. E se non la trovasse, [il film] non si farebbe". Per quanto lo riguarda, infine, Bale ha affermato che l'ipotesi di un nuovo film di Batman senza Christopher Nolan alla regia è qualcosa che lo entusiasma molto poco, pur essendo legato per contratto alla produzione di una terza pellicola.
E intanto, nonostante tutte queste incertezze a la totale mancanza di uno script, qualcuno ha ben pensato di ritirare fuori il rumor secondo cui Johnny Depp potrebbe interpretare la parte dell'enigmista in un futuro episodio della serie. Depp si è detto a conoscenza di questa voce e, pur facendo capire che non c'è nulla di concreto dietro, non ha disdegnato affatto l'ipotesi: "Se ne avessi l'opportunità, mi baloccherei sicuramente [con quel ruolo]".

Smallville: trovato Zod

Solo nella scorsa puntata vi abbiamo riferito del coinvolgimento di Brian Austin Green nella nona stagione di "Smallville" con il ruolo di Metallo, precisando anche che il canale CW era ancora in cerca di chi potesse interpretare il personaggio di Zod. A quanto pare non abbiamo dovuto aspettare molto, dato che è stato annunciato il nome dell'attore che andrà a ricoprire la parte del malefico kryptoniano: si tratta, secondo l'Hollywood Reporter, di Callum Blue, attore trentaduenne già al lavoro in molteplici show televisivi, tra cui "The Tudors" e qualche puntata di "Grey's Anatomy".

Powers

Brian Michael Bendis era presente questa settimana alla Heroes Con 2009 di Charlotte, ovviamente nella sua veste di "burattinaio capo" della Marvel Comics. Proprio in occasione di una panel incentrato su "Dark Reign", tuttavia, Bendis ha risposto ad una domanda sugli ultimi sviluppi dell'adattamento televisivo di Powers, la serie indipendente scritta da lui e disegnata da Michael Avon Oeming. Bendis ha assicurato che tutto si sta muovendo con estrema facilità e tranquillità, e che un punto di svolta definitivo dovrebbe fissarsi nel giro di un paio di settimane. Secondo l'autore, inoltre, la parte più delicata e complicata dovrebbe presentarsi al momento di scegliere gli interpreti che dovranno ricoprire il ruolo dei due protagonisti, dato che questi ultimi sono personaggi piuttosto particolari e ricchi di sostanza.

Brevi

- L'attore Shia LaBeouf ha voluto stemperare e precisare le proprie parole di un paio di settimane fa circa il suo scarso interesse per "Y: The Last Man": LaBeouf ha infatti dichiarato che non è escluso che in futuro possa prendere la cosa in considerazione, ma che, oltre al fatto che per ora sia lui che il regista DJ Caruso sono impegnati in altre produzioni, il tipo di personaggio non lo attira.

- Ai Saturn Award ha dominato "The Dark Knight" con cinque premi: miglior film d'avventura/thriller, miglior attore non protagonista (Heath Ledger), miglior sceneggiatura (Christopher a Jonathan Nolan), miglior colonna sonora e migliori effetti speciali. Tre premi anche ad "Iron Man" (miglior film sci-fi, miglior regista per Jon Favreau e miglior attore per Robert Downey Jr.) e uno a "Hellboy II: The Golden Army" (miglior horror).

- Nella classifica stilata da Times sui cinquanta cattivi più affascinanti del cinema, troviamo anche Joker (settimo, associato al titolo "Batman"), Lex Luthor (ventunesimo, "Superman") e il Kevin di "Sin City" (quarantaseiesimo).

- Nonostante quelle su un adattamento di Sandman (o anche di Death) non siano altro che voci senza nessuna base effettiva, l'autore Neil Gaiman ha descritto il profilo del regista ideale per un eventuale progetto, richiamando la figura di un regista giovane (anche alla prima esperienza) e appassionato al materiale originale, che voglia rimanere fedele all'anima dell'opera senza però aver paura di introdurre cambiamenti cinematografici dove necessario (citando in questo senso, a titolo di trasposizione inutile, "Sin City").
 


PROSSIMAMENTE SUGLI SCHERMI

Transformers: Revenge of The Fallen - cinema: USA 26/06/2009
Lucky Lukecinema: Francia 21/10/2009
Sherlock Holmes cinema: USA 25/12/2009
Kick-Ass cinema: USA 2009
Red Sonjacinema: USA 2009
Dead of Nightcinema: USA 2009
Scott Pilgrim cinema: USA 2009
Iron Man 2 cinema: USA 07/05/2010
Jonah Hex cinema: USA 06/08/2010
Green Lantern cinema: USA 17/06/2011
Sin City 2 cinema: USA 2010
Conan cinema: USA 2010
Y The Last Man cinema: USA 2010
Torso – cinema: USA 2010
Tintin cinema: USA 2010
Magdalena – cinema: USA 2010
The Witchblade – cinema: USA 2010
Spider-Man 4 cinema: USA 06/05/2011
Thor cinema: USA 20/05/2011
The First Avenger: Captain America cinema: USA 22/07/2011
The Losers cinema: USA 2011
Preacher cinema: USA 2011
The Avengers
cinema: USA 04/05/2012


Movie Comics, la più longeva rubrica di Comicus.it, con notizie, gossip, anteprime, dai set sparsi per il mondo dove vengono girati i film e i telefilm tratti dai fumetti.

 



Redazione Comicus
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Sherwood Comix - immagini che producono azioni

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Comunicato stampa:

SHERWOOD COMIX - IMMAGINI CHE PRODUCONO AZIONI
a cura di Claudio Calia e Emiliano Rabuiti
prefazione di Luca Casarini
Copertina col. con alette
304 pp. b/n
18,00 euro
Nicola Pesce Editore / Radio Sherwood



Sherwood Comix - immagini che producono azioni
è la sesta antologia promossa da Radio Sherwood, la storica radio libera padovana che dal 2004 dedica nell'ambito del suo popolare festival estivo un volume monografico a fumetti dedicato alle iniziative e temi caldi dei movimenti, contro la guerra, il razzismo e le intolleranze di tutti i giorni. 50 autori hanno voluto contribuire con le loro storie a disegnare una mappa del fumetto indipendente italiano, da alcuni che abbiamo saputo apprezzare in questi anni sulle pagine di diverse autoproduzioni, da Ernestvirgola a Self Comics, dai SuperAmici a Lamette a Puck e tanti altri, ad autori che animano il mondo del fumetto da edicola e libreria, tra cui Paolo Bacillieri, Sergio Ponchione, Massimo Semerano e Paolo DiOrazio, passando per i contributi di chi partecipa alle esperienze di piccole ma preziose case editrici indipendenti come BeccoGiallo, Black Velvet, Coniglio Editore, Purple Press e la stessa Nicola Pesce Editore che ospita il progetto in questo volume conclusivo. Un voluminoso libro che saprà farvi apprezzare contiguità e differenze tra stili e modi di raccontare, affermando se ancora ce ne fosse bisogno che il fumetto non ha limiti e può affrontare ogni argomento che ci propone il mondo che ci circonda, a partire da suggestioni e commenti per cambiarlo e migliorarlo. 300 pagine che costituiscono una fondamentale antologia del fumetto indipendente italiano, a cura di Claudio Calia e Emiliano Rabuiti, impreziosita da una prefazione di Luca Casarini (scrittore del socialnoir La parte della fortuna, Mondadori 2008, oltre che noto esponente del mondo dei centri sociali).

[…] Il sottotitolo di questa raccolta “Immagini che producono azioni”, secondo me è anche un modo per interrogarsi tutti sul perchè le immagini in realtà non producano più azioni. Sul perchè vedere con una dovizia di particolari da vetrino sul microscopio, ogni giorno, ogni istante, nefandezze di ogni tipo, dalla guerra alle ingiustizie, dalle violenze più brutali alla devastazione, non muova delle reazioni. O meglio, non si trasformi in indignazione aperta, che male che vada significhi almeno non essere artefici delle proprie disgrazie e di quelle altrui. E invece non è così, e abbiamo ormai imparato che per muovere non basta “vedere”, ma bisogna anche sentire dentro. Allora forse, ecco la qualità del fumetto come linguaggio non convenzionale. Immagini che contengono azioni, prima che produrle, e quindi immagini che forse puoi anche sentire […]

Dalla prefazione di Luca Casarini

Il volume sarà disponibile in anteprima giovedì 9 e venerdì 10 luglio presso il Festival di Radio Sherwood!


Gennaro Costanzo
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Peter Milligan su Greek Street

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Per vedere l'anteprima, clicca qui.

Esordirà a luglio la nuova serie di Peter Milligan per la  Vertigo. Come già anticipato la serie sarà disegnata da Davide Gianfelice (con cover di Kako) e sarà ambientata nei bassi fondi di Londra, nel quartiere a luci rosse di Soho. Quest'ultimo progetto di Milligan è in lavorazione da molto tempo e ha preso vita lentamente, attraverso la rilettura dell’autore delle più grandi tragedie classiche greche.

L’orfano Eddie ne è il protagonista; nato cresciuto a Soho, è un ragazzo di strada, abbandonato dai genitori e dalle istituzioni, ed è sopravvissuto ad un’adolescenza comprensibilmente problematica, ma si trova ad affrontare i guai più grossi proprio una volta diventato maggiorenne.
Partito alla ricerca di sua madre, la troverà in una donna con cui avrà fatto sesso e poi ucciso.

Il rimando all’Edipo Re di Sofocle, afferma Milligan, è solo l’inizio perché nello svolgersi della vicenda emergeranno elementi dell’Antigone, così come de Le Troiane o l’Oreste di Euripide.
Greeek Street calcherà le tracce delle tragedie classiche, ma sarà qualcosa di assolutamente moderno ed ambientato ai giorni nostri. Sarà Londra il “tempio di Dioniso” e al tempo stesso la divinità celata in grado di decidere la fortuna o la disfatta del protagonista.

Non vi sarà nulla di scontato, assicura Milligan, né sarà semplicemente una rappresentazione moderna dell’opera di Sofocle; Eddie è un anti-eroe, sembra condannato dal destino, lo si viene a conoscere come un Edipo ma nell’evolvere della trama potrebbe diventare più simile ad Oreste. Questo continuo scambio di maschere, per rimanere in trama teatrale, sarà un elemento chiave della serie. Violenza, sesso e sangue non saranno risparmiati, in quanto elementi tradizionali dell’etichetta DC Comics destinata ad un pubblico più adulto, ma non mancheranno neppure elementi soprannaturali, in un delicato gioco di equilibri tra fantastico e realtà.

Il numero d’esordio uscirà il primo di luglio e sarà in offerta lancio di 1 dollaro.

 


Francesco Borgoglio
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Unità Speciale 8-9

Unità Speciale 8-9Continuano le indagini dell’Unità Speciale, ora alle prese con un complicato intrigo internazionale tra Monaco, San Pietroburgo e Londra.

Rapimenti, ricatti, politici, faccendieri, omicidi e servizi segreti... c’è molta carne al fuoco nelle sceneggiature di Cinzia Tani e Massimo Guglielmi, costruite soprattutto attraverso i dialoghi. Le storie sono molto “parlate”, con pochissima azione ed una trama lineare scandita in tempo reale. È piacevole poi constatare come ogni albo sia legato all’altro da una solida linea continuativa che li rende capitoli di un’unica trama. Un approccio narrativo che allinea Unità Speciale a moderne fiction poliziesche come “Distretto di Polizia” o “R.I.S.”.

Dobbiamo però segnalare che i dialoghi sono spesso eccessivamente lunghi e con troppe pause (una battuta a vignetta), rallentando il ritmo narrativo ed appesantendo la lettura già di per sé impegnativa a causa della struttura corale con molti personaggi. Un riassunto ad inizio albo gioverebbe.

I disegni di Matteo Bussola e Vincenzo Arces risultano dettagliati, ma anche statici e poco curati per espressioni dei volti.


Paolo Pugliese
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Squaz & Minus Habens a Roma

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Comunicato stampa:

Sabato 27 giugno dalle ore 19
alla Libreria Giufà, in via degli Aurunci, 38 - Roma,
Squaz presenterà il suo ultimo libro Minus Habens
(GRRRzetic Editrice)
ai fortunati astanti romani.

Insieme a noi ci sarà Fabio Chinca, aka Glaz di Assalti Frontali,
nonché sagace autore dei testi di Reperto 24, altro magnifico volume GRRRzetic.


E per i più esigenti:
Mini mostra di tavole originali di Minus Habens.

Don't miss your chance!


Gennaro Costanzo
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Spectacular Spider-Man su Raidue

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"The Spectacular Spider-Man", la fortunata serie animata che ha già riscosso ampi favori di pubblico negli States, approderà la prossima settimana ad un canale nazionale italiano, su Raidue. La serie, che reinventa il mito e il mondo di Spider-Man rapportandolo ai giorni nostri e raccontando le avventure di un Peter Parker in età adolescenziale, andrà in onda con la sua prima stagione a partire da lunedì 29 giugno, alle ore 9.00. La programmazione continuerà poi nello stesso orario e a giorni alterni, ovvero lunedì, mercoledì e venerdì.

Quello su Raidue non è in realtà l'esordio di "The Spectacular Spider-Man" in Italia: già dal marzo 2008, infatti, il canale satellitare Nickelodeon ha iniziato a trasmetterne i vari episodi. L'approdo su Raidue rappresenta tuttavia per il serial una prima finestra per il pubblico che non disponga del servizio satellitare. Per chi volesse avere un assaggio della serie, è disponibile su Youtube il trailer in lingua inglese.
 


Valerio Coppola
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