Menu

Ribelle - The Brave: gli incontri con la stampa

Negli Stati Uniti è già sbarcato nelle sale e da noi arriverà solo il 5 settembre, ma nel giro di presentazioni del film in Europa il regista Mark Andrews e la produttrice Katherine Sarafian sono arrivati anche a Roma per raccontare come è nato The Brave, il nuovo film della Disney-Pixar che ha come protagonista Merida, una giovane principessa scozzese più amante dell’arco che del cucito. Ad accompagnarli per introdurre la versione italiana, che porta il titolo Ribelle - The Brave, anche i doppiatori italiani di alcuni personaggi e la cantante Noemi, interprete di due canzoni nella pellicola.

Mark Andrews e Katherine Sarafian

Da dove è venuta l’ispirazione per la pellicola?

Sarafian: “L’idea di partenza è stata il rapporto tra la coregista Brenda Chapman con la figlia di sei anni, una bimba molto vivace e ribelle e lei si chiedeva come sarebbe stata da adolescente. Da qui l’origine della storia, poi tutti hanno dato il loro contributo con i propri rapporti familiari, Mark, ad esempio, ha tre maschi e una femmina. Abbiamo voluto inserire le nostre esperienze personali”.

Questo è un film Pixar diverso dal solito, quali sono i suoi punti di forza?

Andrews: “Abbiamo dovuto raccontare una storia ambientata in un mondo organico, nel tipico paesaggio scozzese ed è stato molto difficile, perché il computer funziona meglio con le linee dritte, ma noi avevamo alberi, nebbia, capelli, peli. Abbiamo dovuto rimettere mano al software per poter rivitalizzare e rimodernare tutto”.

I capelli della protagonista sono strepitosi, una delle cose più difficili da animare, come avete fatto?

Sarafian: “Abbiamo un team brillantissimo di tecnici! Volevamo raccontare la storia di questa ragazzina indomita, la cui ribellione si riflette nei suoi capelli: dai capelli si capisce che persona è. Quando abbiamo mostrato i disegni ai tecnici è sembrato difficilissimo. Ci sono voluti due anni per fare la tecnologia e per fare questi capelli, farli muovere, farli bagnare”.

Pixar e Disney sono un mondo di fantasia e sogno, vi sentite dei privilegiati? Cosa significa lavorare con loro? Qual è la cosa più difficile?

Andrews: “Ciò che mi piace è che la Pixar è fatta da film-maker, da narratori, gente che si è sporcata le mani, che ha fatto qualcosa di concreto. In altri studios ci sono solo businessman, ma la Pixar è gestita da artisti”.

Sarafian: “Ciò che ci frusta è quanto sia difficile, quanto tempo ci voglia per far nascere una storia: ci sono voluti sei anni per questo film e alla fine sei stanco”.

Andrews: “Mi fa arrabbiare che l’animazione sia considerata una cosa per bambini e facile da fare, non un vero film, ma le stesse difficoltà che affronta un regista live action sono quella che combatto io”.

Questo infatti non è un film per ragazzini, ha un ritmo velocissimo, l’avevate pensato proprio così?

Andrews: “Sì, è un film per tutti, non solo per bambini. Per avere veri messaggi ci devono essere momenti tristi, oscuri, perché tutte le storie, le favole, contengono messaggi sulla difficoltà di diventare adulti. Noi volevamo dare un chiara lezione a Merida, le sue scelte egoistiche hanno delle conseguenze, questo deve essere percepito dal ragazzino che vede il film. Le persone devono essere davvero spaventate da ciò che accade alla madre, devono pensare che non farebbero mai ciò che ha fatto la figlia, la paura prima e la gioia dopo con le scuse di Merida sono importanti. E noi bilanciamo tutto questo con l’avventura e la commedia e tutti possono vederlo. E poi il ritmo deve essere energetico”.

Il personaggio della strega sembra un omaggio a Mihazaki, è così?

Serafian: “Ce l’hanno fatto notare in molti, ma non è un omaggio voluto. Desideravamo una strega fuori dall’ordinario e alla fine è nato questo personaggio, lontano dalla classica strega”.

Questo film è dedicato a Steve Jobs, è il primo dopo la sua scomparsa, vero?

Serafian: “Lo stavamo facendo quando abbiamo perso Steve, un uomo a cui dobbiamo tantissimo, l’aveva visto all’inizio della sua lavorazione, e spero ne sarebbe stato orgoglioso. A noi manca molto”.

Noemi

Come sei stata scelta per interpretare le canzoni di questo film? È dipeso tutto dai capelli rossi?

“Il colore dei capelli ha avuto un grande peso di certo, ma è stato più importante il mio modo di cantare e di impormi con la musica, sono anche io una che fa di testa sua, un po’ ribelle. Mi sento affine a Merida, è un bellissimo modello femminile”.

Com’è stato lavorare con la Disney-Pixar?

“Si lavora bene con la Disney. Io sono laureata in cinema con una tesi sulle nuove tecnologie e anche sulla Pixar, quindi lavorare con loro è un sogno che diventa realtà, è incredibile che fra 20 anni ci sarà questo film e la mia voce sarà ancora là dentro”.

Come ti sei trovata con le sonorità scozzesi?

“Sono dovuta un po’ entrare dentro l’atmosfera celtica, non la conoscevo benissimo, ma gli arrangiamenti sono bellissimi e si sente che c’è grande ricerca musicale dietro”.

Come hai interpretato le canzoni?

“Prima ho sentito la versione originale, con una voce diversa dalla mia, molto disneyana. Io ci ho messo il mio, la mia voce, però la melodia era bella, quindi non ho voluto essere protagonista, mi sono messa a servizio della musica senza esagerare la mia personalità. Ho cercato di sentire le parole che stavo dicendo. I testi sono molto belli, c’è la voglia di libertà. Io ho avuto un’adolescenza dura, quindi capisco di cosa si parla. Anche scegliere la propria musica è andare contro corrente. Io torno un po’ alle tradizioni, mentre tutti vogliono spingermi ad andare da altre parti. Per questo mi ci ritrovo in questo film, nell’avere il coraggio di essere se stessi, perché non è una cosa semplice, è un grande messaggio, oggi c’è molta omologazione”.

Doppiatori

Giobbe Covatta (Lord Dingwall): “Io mi sono divertito molto, anche perché ho pochissima esperienza con il doppiaggio. Un cartone animato sembra libero ma ti vengono chieste molte cose, la prima volta recitavo la battuta come mi veniva, ma subito ne dovevamo rifarla, perché ci sono delle regole da seguire”.

Anna Mazzamauro (la strega): “Essendo abituati alla libertà del palcoscenico è stato difficile adattarmi alla fisicità e alle intenzioni di quel personaggio. Le intenzioni a teatro sono nostre, qui la direzione del doppiaggio di Carlo Valli è stata ottima, ci ha guidati in questo difficile lavoro”.

Enzo Iacchetti
(Lord Macintosh): “Il nostro doppiaggio ha un imprinting italiano, non ci sono accenti particolari, anche se io a volte sbagliavo qualche lettera e subito venivo corretto”.

Shel Shapiro (Lord MacGuffin): “Entrare in un mondo di cartoni animati è stato incredibile, io sono cresciuto con Disney ed è stato divertente essere una persona reale in un mondo irreale, trasferire serietà in quel mondo, un compito per niente semplice”.

Torna in alto