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Ballata per un traditore, recensione: il noir all'italiana di Carlotto, Ruju e Ferracci

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Benché il noir sia un genere letterario nato negli Stati Uniti alla fine degli anni venti dello scorso secolo, nel corso dei decenni la sua popolarità si è estesa ben al di fuori dei confini a stelle e strisce. Se l’hard boiled viene codificato principalmente da scrittori americani come Dashiell Hammett, Raymond Chandler e Mickey Spillane, il noir conosce anche declinazioni estere, soprattutto europee, tanto nella letteratura quanto nel cinema. La specificità del noir, che vede come protagonisti anti-eroi e perdenti senza alcuna possibilità di vittoria, ben si presta ad essere esportato a diverse latitudini internazionali. Sono celebri i film noir francesi realizzati da Jean-Pierre Melville e il ciclo marsigliese scritto da Jean-Claude Izzo.

Anche il nostro paese ha la sua consolidata tradizione noir. Molti dei film cosiddetti “poliziotteschi” degli anni settanta sono ascrivibili al genere, a partire del celebre Milano Calibro 9 diretto da Ferdinando Di Leo, rivalutato dalla critica in anni recenti. Ispirato ad una serie di romanzi di Giorgio Scerbanenco, il film vede come protagonista Gastone Moschin nella parte di un criminale uscito di galera perseguitato dai suoi vecchi complici. La tradizione del noir all’italiana è stata portata avanti negli anni da una nutrita truppa di autori tra cui Massimo Carlotto, autore della serie di romanzi che hanno come protagonista “L’Alligatore” e di altri lavori di genere “nero” trasposti con successo sul grande schermo, come Arrivederci, amore ciao. Da qualche anno lo scrittore si è dedicato anche alla sceneggiatura di graphic novel, prestando i suoi testi alle matite di alcuni tra i migliori talenti del panorama italiano. Tra queste, la più recente è Ballata per un traditore, pubblicata da Feltrinelli Comics, di cui Carlotto ha scritto il soggetto, trasformato poi in sceneggiatura da Pasquale Ruju per i disegni di David Ferracci.

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La storia imbastita da Carlotto e Ruju propone gli stilemi tipici del noir e di quello all’italiana in particolare, ricordando tanto i romanzi dell’autore padovano quanto le pellicole crude di Di Leo, soprattutto per la nebbiosa atmosfera meneghina. Ci troviamo infatti a Milano dove, in una notte piovosa, il poliziotto in pensione Beppe Galli e l’informatore Nicola Bertini vengono freddati a colpi di pistola da un killer avvolto in un impermeabile. Le telecamere di sicurezza, che hanno registrato l’accaduto, non lasciano dubbi sull’identità dell’assassino: si tratta di Davide Valenti, vecchio collega di Galli, con il quale in passato aveva formato la punta di diamante della Squadra Anticrimine milanese agli ordini del Commissario  Angelo Lo Porto. Personaggio controverso, Lo Porto: poliziotto pluridecorato, ora in pensione, che quando era in attività agiva in realtà da garante di accordi tra le famiglie criminali milanesi e le istituzioni. Lo scopo non era solo quello di evitare spargimenti di sangue, come Lo Porto raccontava a se stesso per tacitare la coscienza. Il premio era una bella vita, condita da fiumi di denaro e prostitute, per se stesso e i suoi uomini. L’attività della squadra di Lo Porto era finita sotto l’occhio di ingrandimento della procura guidata dal magistrato Cosimo Santini, che per questo viene assassinato poco dopo. Stefania Rosati, duro ed affascinante commissario che ha preso il posto di Lo Porto, va a cercare il suo predecessore e gli chiede di aiutarlo a scoprire perché il suo vecchio sodale Valenti si è trasformato in un killer. L’indagine del vecchio poliziotto corrotto rischierà di far saltare vecchi equilibri consolidati, innescando una spirale di eventi che porterà inevitabilmente ad una violenta resa dei conti.

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Ballata per un traditore è un avvincente noir che immerge il lettore in una trama tanto coinvolgente da lasciare senza fiato, costellata da colpi di scena (clamoroso quello finale) che non anticipiamo per non rovinare il gusto della lettura. Come nella migliore tradizione del romanzo “nero” all’italiana (si pensi anche al Romanzo Criminale di Giancarlo De Cataldo), Carlotto inserisce i tropi del noir classico in uno studio sociale del contesto a cui viene abbinato. Determinante, per lo svolgimento della trama, è l’analisi della corruzione della borghesia milanese. Istituzioni e professionisti, avvocati, commercialisti ed esponenti dell’alta società che sono la facciata rispettabile di un gotha sociale senza pudore, che non prova alcun imbarazzo nel venire a patti con la malavita per aumentare i propri privilegi. La sceneggiatura di Ruju dona alla storia un ritmo travolgente, che non lascia scampo al lettore, grazie anche ad una grande capacità di caratterizzare i personaggi e di delineare l’abisso morale nel quale sono precipitati.

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I disegni spigolosi di David Ferracci sono il necessario compendio artistico al lavoro di Carlotto e Ruju: lo storytelling serrato dell’artista conferisce alla vicenda un montaggio forsennato da poliziesco d’altri tempi (inutile dire che l’opera si presterebbe ad una trasposizione cinematografica), mentre il sapiente uso di neri e grigi (questi ultimi usati nei flashback) fotografano alla perfezione la crisi di valori etici e morali sui quali è imperniata la vicenda.

Ballata per un traditore è pubblicato da Feltrinelli Comics nella sua consolidata linea di brossurati da libreria, tra i quali si segnala sicuramente come una delle migliori opere proposte dall’editore negli ultimi mesi.

Dati del volume

  • Editore: Feltrinelli Comics
  • Autori: Soggetto di Massimo Carlotto, sceneggiatura di Pasquale Ruju, disegni di David Ferracci
  • Genere: Noir
  • Formato: 16x24 cm, 128 pp., b/n, col
  • Prezzo: 16€
  • ISBN: 978-8807550584
  • Voto della redazione: 7,5
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