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New Ultimate Spider-Man #2

Se c’è qualcosa di realmente difficile nell’ambito della narrativa, in un panorama così denso di offerte, è essere innovativi. E di certo è ancora meno facile esserlo nei confronti di una storia reiterata all’infinito e assunta a nuova fiaba moderna come quella di Spider-Man. Brian M. Bendis, già alla sua seconda ri-narrazione delle origini del personaggio dopo l’aggiornamento alla versione Ultimate di dodici anni fa, prosegue in questo numero la storia dell’impacciato Miles che, dopo aver compiuto il suo primo atto eroico andando incontro a un edificio in fiamme, capisce di non essere tagliato per fare l’eroe. Tuttavia, la notizia della morte di Spider-Man lo costringe a venire a patti con la “maledizione” che lo accumuna a Peter.

Nonostante le premesse non esaltanti (ricominciare da zero era davvero l’unica via per dare una scossa a un universo in crisi d’idee?), Bendis compie un’operazione che rafforza l’impianto della serie iniettandole nuova linfa: svuota il topos del racconto delle origini dalle situazioni classiche e lo rielabora con intuizioni brillanti, rivisitando perfino la figura di Peter Parker. Procede, inoltre, a eliminare con precisione chirurgica le zavorre della precedente gestione (le troppe linee narrative e le dinamiche stagnanti) e a mantenere gli elementi che funzionavano, legando il tutto con uno stile di scrittura fresco che sviscera i personaggi attraverso i dialoghi e contrappuntando, ai momenti intimistici, scene d’azione disarmoniche e giustamente grezze. Nella seconda parte del numero, inoltre, Bendis sfodera delle inedite tecniche narrative per la testata, tra cui un monologo interiore che sancisce la nascita dell’eroe e un sapiente gioco di rimandi attraverso il motivo del potere e delle responsabilità, coinvolgendo nel discorso anche il personaggio di Gwen Stacy. L’unica pecca è costituita dalla presenza di un personaggio stereotipato come Ganke, che getta un’ombra su una gestione altrimenti solida.

Sul versante grafico, Sara Pichelli, continuando sulla scia dei precedenti numeri, cura ogni inquadratura con dovizia di particolari, infonde un buon senso del ritmo alla pagina e mostra una conoscenza eccelsa dell’arte di narrare. Tutte caratteristiche che contribuiscono a bilanciare le sceneggiature dense di parole di Bendis. Picchelli si mostra capace anche nelle scene più pacate e risulta più apprezzabile in questi momenti che non nelle sequenze d’azione dove si riscontrano delle imprecisioni anatomiche. La sua rimane, comunque, la matita migliore che sia mai apparsa sulla serie. A tutto ciò si aggiungono i colori di Justin Ponsor, integrati senza stonature alle tavole di Picchelli e al tono moderno dell’impostazione bendisiana.

Forse è davvero questo che si chiede a una linea come quella Ultimate: idee che cavalchino la contemporaneità e che corrano il rischio, nell’essere al passo coi tempi, di sembrare ruffiane e di invecchiare precocemente. Per adesso, ad ogni modo, il pericolo è stato sventato con successo.

Dati del volume

  • Editore: Panini Comics
  • Autori: testi di Brian Bendis; disegni di Sara Pichelli
  • Formato: Spillato, 48 pag. a colori
  • Prezzo: € 3,00
  • Voto della redazione: 8
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