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La spada selvaggia di Conan 7

Prosegue la raccolta in lussuosi volumi cartonati di Savage Sword of Conan, serie che a differenza della parallela Conan the Barbarian si concentrava sulle avventure del cimmero senza preoccuparsi della continuity o di un qualunque ordine cronologico; con lo stesso team creativo della collana sorella, La spada selvaggia manteneva un gusto più letterario, concedendosi adattamenti più liberi dai vincoli della continuity e più ancorati ai racconti originali, puntando l’attenzione innanzitutto sul valore delle singole storie.
Il settimo volume della raccolta ripropone la prima metà delle storie datate 1979. Ai testi, come sempre, l’inossidabile Roy Thomas, vero padre fumettistico di Conan e capace di reinventarlo su un nuovo medium definendolo per i decenni a venire; ai disegni si alternano invece i fratelli John (autore abituale delle matite) e Sal Buscema.

La bravura ai testi di Thomas è affidata per lo più all’ampio uso del narratore esterno: nelle numerosissime didascalie che affollano la tavola, lo scrittore riversa una copiosa prosa dall’alto tasso descrittivo. Questo escamotage restituisce un forte impatto da diversi punti di vista: prima di tutto, Thomas è capace di replicare il lessico elegante e insieme brutale di R.E. Howard, generando un link immediato tra queste pagine e quelle scritte dal creatore di Conan; in secondo luogo il fiume di parole fa sì che il lettore venga catapultato nell’atmosfera del racconto, stimolando in lui sensazioni che la nuda scena non potrebbe fornire, se non per alcune suggestioni nei disegni; in ultimo, la minuziosa descrizione dei processi sia interni che esterni ai personaggi, permette loro di dedicarsi completamente all’azione senza soffermarsi in grandi dialoghi, con il risultato che il fumetto si avvicina quasi al libro illustrato.

Si avvicina, ma non lo è. Entrambi i fratelli Buscema sono professionisti indiscussi nell’arte del fumetto: se da un lato Sal ha il suo punto di forza in uno storytelling di grande efficacia, dall’altro, nel confronto con il fratello John, soffre per un’impostazione meno visionaria e audace, nonché per un tratto spigoloso meno affascinante. John, invece, conferma soprattutto su queste pagine la sua indiscussa grandezza: i corpi scultorei del “Michelangelo del fumetto” esprimono tutta la loro massa e il loro peso, la carnalità del brutale mondo di Conan esplode da ogni vignetta mentre, anche nell’immaginazione dei luoghi più esotici, Buscema si conferma il perfetto complemento di Thomas dal punto di vista narrativo. Il disegnatore dimostra, inoltre, grande visione anche nello studio dell’inquadratura, giocando di continuo su profondità e piani sovrapposti, con il risultato, per esempio, di produrre scene di lotta dall’enorme spettacolarità, in cui il lettore si sente travolto dalla mischia, tra corpi d’uomini e di cavalli che sembrano catturare altri momenti di una “Battaglia di Anghiari”. A fissare il tutto, gli inchiostri corposi di Tony DeZuniga (anche se il miglior John Buscema rimane quello chinato dal raffinato Alfredo Alcala, qui assente).

Così, in un turbine di avventure questo volume raccoglie storie che vedono Conan in diverse fasi della sua vita e che spaziano per buona parte della pangea dell’Era Hyboriana, dall’Oceano occidentale al Mare di Vilayet, dall’estremo nord hyperboreano al sud kushita. Quasi metà del tomo è occupata dalla lunga saga “Conan il bucaniere”, che da sola abbraccia un ampio e variegato spettro geografico, nonché una molteplicità di temi e situazioni, dalla guerra all’intrigo politico, dalla religione alla magia, dall’avventura per mare a quella nei deserti; e come sempre non mancano città misteriose, donne avvenenti e fiumi di sangue.
Il Conan di Thomas e Buscema, molto più dell’originale di Howard, è questo: un uomo la cui vitalità è da sé una forza della natura, senza distinzioni tra interiorità e corporeità, solitario per inclinazione eppure capo per elezione. Dove passa Conan, nulla può rimanere lo stesso e tutto è destinato a morire o cambiare, nonostante non sia mai il barbaro a cercare i guai che si trova tra i piedi.

Con storie di questa portata, peccato solo per alcuni difetti che riguardano l’edizione. In primo luogo, la scansione non ottimale delle tavole, che si traduce in vignette leggermente sfocate, con una conseguente sofferenza nella resa delle chine (pecca già presente in volumi precedenti, ma sempre in misura ridotta, mentre qui parliamo della maggior parte delle pagine). Inoltre, alcuni scivoloni nel lettering, anche importanti, che in un volume di questa qualità sfigurano in maniera particolare.
Ad ogni modo, le storie contenute mantengono, a distanza di trent’anni, una tale potenza, e i disegni rimangono una tale gioia per gli occhi, da riuscire a far dimenticare questi pur importanti difetti.

Dati del volume

  • Editore: Panini Comics
  • Autori: testi di Roy Thomas; disegni di Sal Buscema e John Buscema
  • Formato: cartonato, 290 pagine in b/n
  • Prezzo: € 25,00
  • Voto della redazione: 7
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