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Marvel Gold : Capitan Bretagna

Torna in Italia uno di quei prodotti spesso citati, ma visti di rado, ovvero il Capitan Bretagna realizzato nei primi anni ’80 dagli allora quasi sconosciuti Alan Moore e Alan Davis.
Quando i due autori si trovarono a lavorare insieme sulla serie, il personaggio già aveva una sua precisa connotazione, fatta di mondi paralleli, viaggi interdimensionali e continui eventi cataclismatici. Con l’arrivo di Moore ai testi la serie non fu stravolta nella sua essenza, ma continuò a svilupparsi nel solco tracciato negli anni precedenti.

Perché si facesse sentire la mano inconfondibile dell’autore passò comunque un po’ di tempo. Nei primi episodi firmati da Moore per le storie di Capitan Bretagna è evidente una certa difficoltà, dettata forse da una scarsa confidenza con il personaggio e con il suo mondo. Anche la brevità delle storie (sulle 8 pagine) deve aver creato qualche problema allo scrittore, vista la verbosità che nei primi capitoli soffoca le tavole di Davis, per altro a loro volta in evidente sofferenza nei confronti della prosa eccessiva. Le pagine realizzate dal disegnatore appaiono in un primo tempo rigide, stracolme di vignette e di impianto non particolarmente originale. Ma nel momento in cui Moore si mette a suo agio, concedendosi un uso di testi più limitato e funzionale, e lasciando che i disegni di Davis svolgano appieno la loro funzione narrativa, anche il potenziale dei disegni esplode.

Appena lo scrittore si sente padrone del suo prodotto e inizia ad architettare trame più complesse e a inserire le trovate che i fan di Moore ben conoscono, anche l’impulso creativo di Davis ha modo di esprimersi a piena potenza, giungendo a soluzioni di story-telling gustose e a tratti sorprendenti. Dopo i primi, incerti capitoli, dunque, scrittore e disegnatore sembrano iniziare a fidarsi l’uno dell’altro, riuscendo a integrare le proprie arti in un meccanismo ben oliato e di buon impatto.
Da questo punto di vista, uno degli aspetti interessanti delle storie raccolte in questo volume risulta essere una chiara percezione nel corso della lettura della crescita artistica di quelli che di lì a breve erano destinati a diventare due giganti del fumetto.

Altro punto di interesse, in questa prospettiva “storica”, riguarda i contenuti di queste storie: non è affatto difficile intravedere, in forma grezza, alcuni temi che Moore avrebbe poi sviluppato in maniera più sistematica e approfondita nei suoi successivi capolavori (in particolare Watchmen e V for Vendetta), come ad esempio la tensione tra potere politico della comunità e figura del supereroe. Si segnala quindi il prologo di una riflessione che in seguito si sarebbe dispiegata per intero nelle opere che avrebbero messo in crisi e stravolto l’idea classica di supereroe. E dunque, in Capitan Bretagna si può in un certo senso rintracciare la nascita di tale percorso, la sua sede seminale.

Rimanendo all’opera in sé, dopo il primo momento servito agli autori per assestarsi colpisce l’umorismo e la leggerezza che pervadono storie altrimenti apocalittiche. Come lo stesso Moore nota nell’introduzione, i personaggi sembrano dominati da una sorta di incoscienza che li rende in parte ciechi di fronte alle situazioni terribili che si trovano a fronteggiare. In tale direzione, probabilmente, lavora anche la brevità delle storie, che imprime una sorta di ritmo da canzonetta ai vari capitoli, nonché la qualità tutto sommato solare e gioviale dei disegni di Alan Davis.
Ne risulta infine una lettura che, nonostante le difficoltà iniziali, chiuso il volume lascia una sensazione di spensierata soddisfazione.



Valerio Coppola

Dati del volume

  • Editore: Panini Comics
  • Autori: testi di Alan Moore; disegni di Alan Davis
  • Formato: brossurato, 208 pagine a colori
  • Prezzo: € 17,00
  • Voto della redazione: 6
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