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Nathan Never 194/199

Nathan Never 194/199Per l’agente speciale Nathan Never è arrivato il tempo di nuovi cambiamenti, quasi fossero inevitabili in vista dell’imminente duecentesima uscita. La Bonelli si prepara ai festeggiamenti attraverso una saga diramatasi per ben sei mesi, nonostante la fama di editore poco avvezzo a storie non autoconclusive.
E si vede.

La "nuova caduta di Urania" viene narrata come una serie di eventi messi in successione seguendo un ordine logico e propedeutico. Un effetto domino che cambia le carte in tavola di mese in mese, rallentando soltanto a metà percorso, come a voler rafforzare il senso del dramma in atto.

Poco male, anche se tanti sono gli ingranaggi messi in movimento e pochi sono quelli finora utilizzati. I disordini di Sub City, l’anomalia spazio-temporale, la devastazione della città e la complessa situazione della stessa Urania: tessere che Stefano Vietti mette in connessione limitandosi a stringere la vite della continuità, mentre Paolo Di Clemente e Giancarlo Olivares, il primo più ricercato, il secondo più spontaneo, garantiscono una doverosa continuità grafica.

In Nathan Never 194/199 prende forma un’esalogia priva di epilogo, in cui confluiscono parte di quelle storyline che ancora oggi rappresentano le colonne portanti del microverso più articolato di casa Bonelli, e che ha innanzitutto l’onere e l’onore di creare un’inerzia narrativa ancora tutta da esprimere, ma che ci si aspetta venga adeguatamente sfruttata nell’immediato futuro.



Simone Celli
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