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100% Marvel Best - X-Men: E come Extinzione

100% Marvel Best - X-Men: E come Extinzione (Panini Comics, brossurato, 176 pagine a colori) testi di Grant Morrison, disegni di Frank Quitely, Ethan Van Sciver e Igor Kordey

100% Marvel Best - X-Men: E come ExtinzioneNel 2001, quando la Marvel Comics volle rivitalizzare l’universo mutante, si optò per uno sceneggiatore che non amasse troppo le mezze misure. Ma nell’era di Joe Quesada, si sa, osare non è tanto un diritto quanto, forse, un vero e proprio dovere. È per questo che i testi di New X-Men sono stati affidati a un autore “scomodo” come Grant Morrison, il quale non si è limitato a conferire nuova linfa vitale a Wolverine e soci, ma è stato senz’altro artefice di un rinnovamento capillare.

Ha infatti proposto delle alternative ai modelli narrativi ormai consolidati sulle testate mutanti, inaugurando una nuova via che, nel bene o nel male, ha fatto alzare le voci di sostenitori e detrattori. Un’eco che si fa sentire ancora oggi, soprattutto alla luce della ristampa (integrale?) del lungo ciclo di storie firmato Morrison, di cui 100% Marvel Best – X-Men: E come Extinzione rappresenta la prima tappa.

Dietro una copertina sicuramente poco accattivante (che però rispetta, suo malgrado, i canoni grafici delle ristampe in volume della Panini), si cela un trittico di storie che sin dai primissimi capitoli ha saputo scombinare gli equilibri del gruppo.

In "E come Extinzione", Morrison parte da uno schema ormai abusato, quello delle sentinelle anti-mutanti, per introdurre un villain carismatico come Cassandra Nova, e per raccontare alcuni tra i più eclatanti e traumatici avvenimenti della storia degli X-Men. Fin da subito, l’autore si fa notare per le caratterizzazioni caustiche che spingono spesso i personaggi verso un cinismo quasi irritante, ma che è comunque funzionale alla storia. In questa prima fase, è accompagnato dalle minuziose matite di Frank Quitely, padrone assoluto della narrazione per immagini ma decisamente meno bravo nel raffigurare i volti umani, troppo spesso squadrati e contraddistinti da un taglio degli occhi pressoché standardizzato.

Fa seguito "Stanze del pericolo", un episodio fondamentale sia per la continuità delle storie sia per comprendere quanto Morrison abbia voluto puntare in alto. Lo scozzese è affiancato dai disegni di un Ethan Van Sciver artisticamente ancora immaturo, soprattutto se paragonato agli eccelsi risultati della sua produzione più recente.

Sempre sue sono le matite del primo capitolo dell’ultima minisaga del volume, dal titolo "Germ Free Generation", durante la quale lo Xavier Institute viene preso d’assalto da un folto gruppo di manifestanti, in risposta alle recenti rivelazioni. Al tavolo da disegno, un Igor Kordey che viene tuttora ricordato per il suo tratto talvolta troppo approssimativo.

Il breve sketch-book proposto in appendice rappresenta senza dubbio un extra più che gradito, ma non riesce a far dimenticare quella che appare come la principale lacuna editoriale di questo volume. È un vero peccato, infatti, che la pubblicazione dell’X-Men 2001 Annual sia stata rimandata alla prossima uscita a causa di motivi tecnici. Per quanto la comprensione delle storie non ne esca troppo compromessa, sarebbe stato indubbiamente più coerente e sensato rispettare il giusto ordine di lettura.

In ogni caso, il pubblico italiano ha finalmente la possibilità di (ri)leggere le storie di uno dei periodi più fertili della storia editoriale dei mutanti. Perché, a prescindere dalla qualità del risultato, Morrison ha letteralmente spalancato tutta una serie di porte su trame e tematiche che hanno saputo plasmare gli X-Men per questo inizio di millennio.



Simone Celli
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