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Thor & I Nuovi Vendicatori 102

Thor & I Nuovi Vendicatori 102 (Panini Comics, spillato, 96 pagine a colori, € 3,30) testi di Brian Michael Bendis, disegni di Alex Maleev

“Si fa sempre male a chi si ama”. Mai detto fu più veritiero nel caso della gestione degli Avengers di Brian Michael Bendis che, per rinnovare e rilanciare uno dei team più classici della Marvel, lo ha traghettato attraverso una serie di lutti, tragedie e disastri.
E lo sa bene Occhio di Falco, Clint Barton, che nelle mani del creatore di Powers ha affrontato non una ma ben due morti, una nella saga Vendicatori Divisi e una in House Of M.
Ma la morte, nei fumetti come nei tarocchi, può essere sinonimo di rinnovamento, un modo per ritornare sotto i riflettori, un punto di partenza per una nuova direzione, una maniera, appunto, di dimostrare l’amore dell’autore per il personaggio.
Bendis ci mostra l’occhio di riguardo che ha per Clint Barton in questa storia: dimenticandosi per un attimo della guerra civile, ci riporta ai tempi mini House Of M e ce ne spiega l’emblematico finale.
Clint è di nuovo vivo ed affamato di risposte: vuole capire perché ha dovuto affrontare questo calvario e l’unica persona che può rispondergli è Wanda.
Così comincia un viaggio per ritrovare la Donna…

È una storia, questa ballata, dall’atmosfera estremamente coinvolgente; un’aria misteriosa e irreale, che viene creata dal perfetto connubio tra i testi di Bendis e i disegni evocativi di Alex Maleev che in alcune tavole di altissimo livello arriva a citare Klimt.
Purtroppo, l’albo non riesce ad andare “oltre” l’atmosfera che crea.
Non c’è una trama, non c’è un intreccio, si può dire quasi che non ci sia una storia. Vediamo Clint partire e arrivare, iniziare e concludere la propria avventura senza uno sviluppo e senza una risoluzione.
I dialoghi, di solito punto di forza delle storie di Bendis, stavolta sono anonimi e ci dicono poco dei personaggi, probabilmente vincolati dal fatto di non poter dire più di tanto su di loro.
I disegni di Maleev sono evocativi e suggestivi grazie all’effetto “dipinto” dato dal sapiente uso del colore, ma in molte tavole, in particolare nel colloquio tra Clint e Wanda, sono “troppo” foto e “troppo poco” disegni.

Questa storia funziona nel suo scopo di rilanciare il personaggio, ma il prodotto finale è come un piatto di haute cousine francese, di quelli finemente decorati e dall’estetica ricercata ma che poi si mandano giù in un boccone o, per fare un paragone culinario più terra terra, è tanto fumo e poco arrosto.

Accompagnano questa avventura, come al solito, le vicende di Capitan America e Miss Marvel.
Nel suo Capitan America, Ed Brubaker in maniera semplice ma al tempo stesso sapiente prende le distanze da Civil War, per poter proseguire con le “sue” storie, in un episodio emozionante e ben scritto.
Per Ms. Marvel assistiamo ad una delle ultime prove del mai troppo compianto Mike Wieringo, che porta sulla scena il sempre verde confronto tra Carol Danvers e Rogue, con una storia divertente e piacevole, nonostante il ricorso ad un cliché abusato come il doppio di un’altra dimensione, il cui unico difetto è essere (inevitabilmente per questione di spazio) monca.



Gianluca Reina
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