Menu

Il Ponte di Nogunri

Il Ponte di Nogunri (Coconino Press, brossurato, 614 pagine in bianco e nero, € 29 ) testi e disegni di Park Kun-woong
Basato sul libro "Conoscerete il nostro dolore" di Chung Eun-yong

Il Ponte di NogunriIl Ponte di Nogunri è un volume di 614 pagine del 35enne autore Coreano Park Kun-woong, che narra la storia, tratta dal libro pluripremiato di Chung Eun-yong, del massacro di civili compiuto da militari americani durante la Guerra di Corea.

Questo impegnativo volume uscito per Coconino può essere visto, cinicamente, come la summa delle caratteristiche che danno visibilità a un libro a fumetti il giorno d'oggi.
Innanzitutto il corposo numero di pagine che in qualche modo certifica l'impegno dell'autore e la dedizione alla storia: tante pagine tutte assieme danno l'idea di una missione più che di una storia, qualcosa in cui l'autore abbia messo l'anima (cfr. Blankets).
C'è poi il fattore esotismo da non sottovalutare: le storie che vengono da angoli remoti del globo hanno un plus valore d'interesse, perché ti fanno scoprire nuove realtà (cfr. Persepolis).
Tenete conto inoltre che stiamo parlando di un "fumetto di realtà", che narra, con dovizia di documentazione e partecipazione emotiva, una drammatica tragedia storica (cfr. Maus).
Considerate poi lo stile della narrazione: dilatato e decompresso, ma con picchi di letterarietà e "poesia". E il disegno: sintetico, un po' naif, con uso massiccio di grigio acquarellato a mo' di bicromia. (cfr. mezzo catalogo Coconino).

Tutti questi fattori, spesso genuini motivi di pregio, sommati assieme creano un’inquietante atmosfera. Quanto di genuino posso trovare in un volume che sembra un’opera di ingegneria editoriale? Poco, ma in realtà per una buona causa. L'intento esplicito del volume è quello di essere pedagogico e di divulgare il più possibile lo sconcertante episodio del massacro di Nogunri. Durante la guerra di Corea, circa 400 civili della corea del Sud, tutti profughi da zone di guerra tra cui molte donne e bambini, furono fucilati dalle truppe americane perché sospettati di avere infiltrati Nord Coreani tra di loro. Un avvenimento drammatico e scandaloso, taciuto decenni per non offendere l'alleato americano e riemerso solo con il libro di Chun Eun-yong negli anni Novanta.

Se la strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni, la strada per il fumetto mediocre ha un pavimentazione di pedagogia e divulgazione. Il nobilissimo intento di far luce su un drammatico fatto storico e scuotere le coscienze è il più grosso difetto del libro. Kun-woong fallisce nel trovare equilibrio tra impatto emotivo e accuratezza perché troppo concentrato nel gesto stesso di fare un fumetto sull'argomento.

Tutta la storia viene narrata dal punto di vista dei coreani poi coinvolti dal massacro ma concentrandosi, almeno nella prima parte, molto di più sulle date e sugli spostamenti che non sulle loro vite o sul contesto storico. Scegliere di mettersi al livello dei partecipanti all'evento rende difficile sia "una visione dall'alto" contestualizzante, sia una vera "visione dall'interno", piscologica ed emotiva. Anche della famiglia di Eun-yong, che svolge il ruolo di protagonista e collante della vicenda collettiva, sapremo ben poco. L'obiettivo sembra quello di creare un documento, e per questo non ci viene offerto nessun appiglio per immergerci nella vicenda perché quello che conta è l'aderenza ai dati.

La prospettiva "a livello personaggi" trova una sua giustificazione nella seconda parte del libro, quella dove viene raccontato il vero e proprio massacro. L'autore infatti sceglie la via del ricatto emotivo e, mettendoci tra gli sfollati coreani, ci permette di vedere in tempo reale e nel dettaglio tutta una serie di storie strazianti ed eventi orribili. Leggere 300 pagine di trucidazioni di donne e bambini è un pugno allo stomaco tanto intenso quanto facile. In quest'ottica l'uso delle parole dei sopravvissuti (molte raccolte da Kun-woong stesso) sembra una vera e propria pistola caricata a sensi di colpa puntata dritta sul lettore. Com'è possibile non commuoversi e soffrire vedendo bambini che muoiono schiacciati dai cadaveri dei loro parenti e donne che bevono acqua piena del sangue dei loro figli? Qui l'intento è di sfruttare i dati e la realtà storica per smuovere i cuori e le coscienze, e non viene risparmiato nessun mezzo per ottenerlo.

Il disegno tenta di compensare da un lato la freddezza del resoconto storico, e dall'altro la crudeltà della ricostruzione, con un segno delicato e poetico. Spesso efficace, fallisce quando cerca punti di vista estranei a quelli della storia: i paesaggi acquarellati appaiono di maniera e i primi piani soffrono la sintesi del tratto perdendo forza.

Forse il secondo volume (che Kun-woong sta disegnando ora) getterà una nuova luce anche su questo primo, sollevandolo dal suo essere semplice documento e gesto civile.

Il Ponte di Nogunri è un buon fumetto ma, visto il suo prezzo non indifferente (29 euro), lo consiglierei solamente a chi è interessato alla storia del Massacro e al fumetto di realtà in genere.



Luca Vanzella
Torna in alto