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46

46 (Panini Comics, brossurato, 64 pagine a colori, € 3,00) testi e disegni di Milo Manara

46 Se l’Università di Urbino ha voluto conferirgli una laurea ad honorem in Comunicazione e pubblicità per le organizzazioni, un motivo dovrà pur esserci. Valentino Rossi non è soltanto un campione di motociclismo, ma è anche e soprattutto un personaggio, nel mondo reale e ora anche in quello della nona arte.

Ci ha pensato Milo Manara a trasformare “The Doctor” in un uomo di carta, attraverso il suo consueto stile capace di fondere realismo e sensualità come davvero in pochi riescono a fare.

L’edizione economica di 46, edita da Panini Comics, rappresenta una tappa obbligatoria per tutti i fan di Rossi, così come per chi apprezza l’arte di Manara e il buon disegno in generale.

Alla larga, invece, tutti coloro che sono alla ricerca della storia avvincente: al di là delle solite delizie visive regalate dall’autore, ci si deve accontentare di un intreccio spiazzante per la sua semplicità e la sua leggerezza. Valentino Rossi si ritrova al centro di una cospirazione a sfondo mediatico, atta a creare un monopolio dei diritti televisivi di tutte le discipline sportive. Prende forma un intreccio pressoché banale, palesemente ispirato a certi cliché del fumetto d’avventura d’oltreoceano.

C’è sicuramente di che sorridere, tra improbabili teorie del complotto, animali parlanti e motociclette in preda all’ansia da prestazione. Ma poco di più. Di 46 non rimane che la sua essenza più intima, vale a dire la celebrazione di un artista della moto da parte di un artista della matita, effettuata per mezzo di un tratto che seduce sin dalla prima occhiata e di una trama comunque apprezzabile per il suo essere visionaria, ironica e fortemente citazionistica.

Perché è evidente che certe forzature, come l’inserimento di figuranti del calibro di Jim Morrison, Steve McQueen ed Enzo Ferrari, hanno uno scopo ben preciso: elevare Valentino Rossi verso l’olimpo dei grandi miti, enfatizzandone, se mai ce ne fosse stato bisogno, il ruolo di icona dei nostri tempi tuttora giocato all’interno dell’immaginario collettivo.



Simone Celli
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