Mamma, torna a casa

Il piccolo Thomas Tennant ha appena perso la madre per una malattia incurabile. Indossata una maschera da leone regalatagli dalla madre prima di morire ed auto-proclamatosi guardiano dei luoghi più cari alla madre, decide di prendersene cura e di custodirli cercando allo stesso tempo di aiutare il padre che, dopo la perdita della moglie, sembra estraniarsi sempre più dalla realtà.

A volte alcune graphic-novels hanno il difetto di risultare troppo fredde e di lasciare il lettore con un senso di insoddisfazione. Non è il caso di quest’opera, che riesce a lasciare il segno ed a commuovere senza scadere nel facile sentimentalismo e nella retorica.

E così la storia del piccolo Thomas, della sua forza nel reagire alla doppia tragedia della morte della madre e del progressivo distacco dalla realtà da parte del padre lascia il segno grazie ad una serie di sequenze memorabili e di grande impatto: quella onirica iniziale, cupa ed oscura, quella straniante e amara del colloquio nella clinica tra David, il padre di Thomas, ed i dottori che lo hanno in cura, quella della fuga dalla clinica e dell’incontro finale tra padre e figlio, struggente ma anche carica di speranza.

Colpisce, leggendo e rileggendo il volume, la maestria del giovane autore nella costruzione delle tavole, nei parallelismi costruiti tra le varie vignette, nei richiami nascosti nelle prime pagine a ciò che accadrà nel corso ed alla fine della storia, nella scelta dei colori, nell’uso di simboli perfettamente funzionali al racconto e non pretestuosi.
Forse solo la scelta di presentare il racconto come un’introduzione ad un libro scritto dallo stesso Thomas Tennant da grande appare forzata e sostanzialmente inutile ai fini della narrazione.

Complimenti infine alla Tunué per la scelta di pubblicare in un’ottima edizione e con un prezzo sostanzialmente ragionevole un’opera di grande valore ma ignorata misteriosamente da altre case editrici italiane.