Napoleone 42
- Scritto da Redazione Comicus
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“Team-up” è la parola inglese con cui si indicano l’incontro e la collaborazione, ma è anche un’abitudine abbastanza diffusa nel mondo del fumetto. Gli esseri fantastici che popolano lo stesso universo narrativo, infatti, finiscono per incontrarsi spesso, unendo le loro forze davanti a pericoli fuori dalla norma o… vendite al di sotto del livello di guardia. Questa tendenza è riscontrabile specialmente nel mercato dei comics statunitensi, in cui i momenti di contatto fra eroi diversi, talvolta appartenenti anche a casa editrici differenti, sono ormai all’ordine del giorno.
Il panorama del fumetto italico, invece, che ormai da anni è sinonimo di Sergio Bonelli Editore, ha sempre dimostrato numerose ritrosie nei confronti di questa diffusa pratica editoriale e gli esempi di “team-up” fra protagonisti delle serie nostrane sono davvero rari. Nel corso degli ultimi anni, infatti, ci siamo trovati di fronte solo a due volumi con altrettanti incontri fra Dylan Dog e Martin Mystere, oltre ad una riunione futuristica fra Nathan Never ed un robot in cui è conservato in cervello del già citato detective dell’impossibile.
Da metà Luglio, però, la mitica casa editrice milanese può vantare un altro interessante incontro fra i suoi personaggi, dato che il numero 42 della serie “Napoleone” ospita anche il più noto indagatore dell’incubo. I più attenti potranno cogliere questo particolare sin dalla copertina, disegnata da Carlo Ambrosini, in cui il personaggio creato dal geniale Tiziano Sclavi in realtà non appare, ma che è un palese omaggio a quella dello storico “Dylan Dog” numero 1. Diversamente dagli altri team-up, però, non si ipotizza che Napoleone e Dylan vivano nella stessa realtà, ma anzi l’ospite di turno viene chiaramente identificato come un personaggio dei fumetti italiani…Sceneggiatore di questa avventura è lo stesso Ambrosini, capace di scrivere una storia scorrevole e carica di tensione, in cui l’apparizione della guest-star è solo la divertente “ciliegina sulla torta”, che non catalizza l’attenzione dei lettori a discapito degli altri comprimari o dello svolgimento della trama, ma anzi ne diventa parte integrante. A supportarlo ai disegni c’è Gabriele Ornigotti, abile e chiaro nella narrazione sequenziale, ma capace anche di interessanti virtuosismi grafici, specialmente nella riuscitissima scena d’assalto iniziale.
Matteo Losso