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Sigil 2

Sigil 2 (spillato, 72 pagine a colori, 5 euro, Dream Colours), testi di Chuck Dixon, disegni di Scot Eaton.
Voto: 7,5

Le sensazioni avute al termine della lettura di queste 72 pagine si possono riassumere in due sole parole: soddisfazione e rimpianto.
Soddisfazione per aver letto tre storie avvicenti, ben scritte e ben disegnate. Rimpianto per quello che questa serie avrebbe potuto essere. Già nella precedente gestione di Waid e soprattutto nella miniserie Saurians, si erano intraviste le potenzialità che questa serie poteva esprimere. Anche queste tre storie, scritte da Dixon, ci regalano una solida serie fantascientifica, che già di per sé non è frequente negli USA, con ottimi spunti, una ambientazione affascinante e personaggi ben delineati. A differenza dell’albo precedente, dove il protagonista della serie, Samandahl Rey, era il mattatore assoluto, con le sue “incursioni” nelle vicende di altri portatori del sigillo, questa volta la sua presenza è più diradata, situazione che, stranamente, porta giovamento alla serie. La prima storia dell’albo, dove Sam non compare per nulla, è infatti una delle migliori lette fin qui: in assenza del titolare della serie, assurgono a ruolo di protagonisti tutti i comprimari, sia “buoni” che “cattivi”, che sinora avevano vissuto di luce riflessa.
Il variegato gruppo di compagni (la sposa fuggiasca Zanni, l'ologramma senziente Roiya, il sauriano Tchlusarud e il misterioso e potente Jemerik) che ha affiancato Sam nelle ultime vicende, in mancanza del loro protettore e con l’infuriare sempre più cruento della guerra tra umani e sauriani, è ora costretto a rimboccarsi le maniche e a sfruttare al meglio le doti che madre natura ha donato a tutti quelli non baciati dai superpoteri, e cioè coraggio, intelligenza ed esperienza, per poter portare a casa tutta intera la pelle.
La storia si dipana in tre vicende parallele, che a volte si intrecciano tra loro: Zanni è in cerca di vendetta (e di guai) e si dirige verso la base del malvagio Ronolo, suo ex marito; Roiya e Jemerink sono sul pianeta principale dell’Unione Planetaria, cercando di nascondere la prolungata assenza di Sam; e per ultimo Tchulsarud è tornato sul suo pianeta natale ad occuparsi della madre, detronizzata dal ruolo di matriarca e caduta in disgrazia. Per tutti ci saranno amare sorprese e guai in abbondanza.
Il ritmo sostenuto, l’azione incalzante con gli eventi che si susseguono senza pause e ben studiati colpi di scena fanno di questa prima storia un vero gioiellino per chi ama le storie fantascientifiche e che, purtroppo, nei comics americani trova ben poco materiale con cui soddisfare la propria passione.
Con il ritorno improvviso (e ovviamente provvidenziale) di Samandhal Rey al termine del primo episodio la serie ripiega su atmosfere più consuete e più supereroiche, ma il ritmo si mantiene elevato e la curiosità di girar pagine per sapere come andrà a finire non abbandona mai il lettore sino all'ultimo. Insomma non avrete pericolo di annoiarvi con quest’albo!
Merito ovviamente di Chuck Dixon, sempre a proprio agio con le storie d’azione, che, appena arrivato, ha saggiamente deciso di pigiare senza indugi il piede sull’acceleratore, senza però generare confusione narrativa, né perdendo spessore delle caratterizzazioni e soprattutto senza stravolgimenti alle trame e ai personaggi (cosa abbastanza comune quando cambia lo sceneggiatore).
Perciò un bravo al buon Chuck che è riuscito a non far rimpiangere l'abbandono di Waid (non dimentichiamo infatti che Dixon è subentrato a Waid sia su Sigil che su Crux, altra serie crossgen, e anche lì in maniera efficace) e un bravo anche al disegnatore Scot Eaton che è riuscito a dare un abito grafico più che dignitoso, risultando efficace sia nelle anatomie che nelle apparecchiature tecnologiche e soprattutto nelle numerose scene d'azione, grazie al suo tratto pulito e all'efficace storytelling, e perciò risultando molto adatto alle sceneggiature "adrenaliniche" di Dixon.


Mario Colasuonno
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