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Le Cronache di Conan 1

LE CRONACHE DI CONAN Volume 1 La Torre dell’Elefante e Altre Storie (cartonato, 160 pagine a colori, € 23.00, Paninicomics) testi di Roy Thomas, disegni di Barry Windsor Smith.
Voto: 8.5/10

Conan il barbaro: chi non lo conosce?
Personaggio creato nel 1932 dall’abile penna di Robert Erwin Howard e reso graficamente dai magnifici pennelli di Frank Frazetta, il guerriero chiamato Conan manifestò fin dalle sue prime avventure un istinto di sopravvivenza non comune.
Tipico esempio di ragazzo favorito dalla sorte (modellato sulle sembianze di Howard stesso) nutrito di istinto animalesco e abbondanti dosi di steroidi, il cimmero riusciva sempre con invidiabile coraggio e con un’arroganza tipica dell’età a sfuggire ad ogni ostacolo, mostriciattolo o stregoneria che gli si piazzasse davanti. Mai una sconfitta, mai un cedimento, proprio come ogni eroe che si rispetti; e non stupisce che la sua esistenza non venisse intaccata nemmeno dalla scomparsa del suo autore (che si rivelò meno fortunato di lui), o dal declino delle riviste pulp come Weird Tales, che ospitavano i suoi racconti.
Certamente, il prode guerriero dell’Era Hyboriana avrebbe vissuto un destino più noioso da saggio monarca dello stato di Aquilonia, là dove Howard avrebbe voluto lasciarlo, se più o meno intorno agli anni ’70 un lungimirante editore di giornali a fumetti non avesse deciso che una testata di genere Sword & Sorcery era proprio quel che ci voleva per attirare l’attenzione in quel momento.
L’editore lungimirante era, naturalmente, la Marvel Comics, per la precisione nelle persone di Stan Lee e Roy Thomas, e l’eroe da loro scelto come rappresentante del nuovo genere era destinato da lì a poco a superare ogni più rosea previsione, vivendo tali e tante di quelle avventure da restituirlo alla esaltazione dei tempi d’oro. Nuovi racconti, nuovi romanzi, ben due film che avrebbero dato gloria imperitura al culturista Arnold Schwarzenegger (da poco diventato governatore della California, curioso parallelismo), oltre a tante, nuovissime avventure a fumetti, permisero al personaggio di restare sulla breccia per oltre trent’anni, e fruttarono alla Marvel un bel po’ di quattrini.
Tutto cominciò con queste storie firmate da Roy Thomas e disegnate da un giovanissimo Barry (Windsor) Smith. Storie che rivelano ancora oggi un'incredibile modernità ma che, all’epoca della loro prima uscita, senz’altro stupirono per la loro carica innovativa, per la capacità di sfidare le convenzioni e le restrizioni censorie tipiche dei comics di allora. In un’ottica di recupero dei classici del fumetto che va tanto di moda di questi tempi, ecco finalmente ristampati in un’edizione deluxe targata Paninicomics i primi sei episodi della mitica collana Conan the Barbarian, con i colori “rimasterizzati” per l’occasione dalla Dark Horse, nuova titolare dei diritti sul personaggio. Ed è un’edizione di gran pregio, non c’è dubbio: lievemente più alta rispetto al formato originale, con l’intenzione forse di rimarcare la dimensione autoriale o da graphic novel dell’opera ma che in definitiva non fa rimpiangere per solidità e cura editoriale i (tanti) soldi spesi, oltre naturalmente a garantire un figurone in libreria.
Sulle storie c’è poco da dire: si tratta di avventure amatissime dagli appassionati e piacevoli per chiunque si avvicini per la prima volta al personaggio. Il segno di Windsor Smith, ancora acerbo e fortemente debitore della lezione di Kirby, accompagna con efficacia l’evoluzione di Thomas il quale, dopo un inizio stentato, non impiega molto a maturare il suo stile inconfondibile, quella prosa ricca e potentissima che lo caratterizzerà come il più grande cantore dell’Era Hyboriana a fumetti. Bastano un paio di episodi di riscaldamento e già arrivano i primi capolavori: "la Torre dell’Elefante", primo adattamento di un racconto originale di Robert Erwin Howard, in cui il cimmero si trova ad affrontare un dio dalle fattezze di elefante imprigionato in una torre da uno stregone malvagio; oppure, “Ali diaboliche su Shadizar”, dove Conan conosce a sue spese le bellezze e le avversità che si celano ad ogni angolo di Shadizar la viziosa; o ancora, “Il dio nell’urna”, in cui Conan quasi perde la vita a causa di una misteriosa divinità contenuta in un antico manufatto.
È un Conan giovane quello di Barry Smith, un Conan scaltro e fulmineo, ben diverso dall’interpretazione potente e massiccia che ne darà il suo successore John Buscema, ma Smith regge bene il confronto col suo illustre collega, regalandoci in 24 storie un ciclo destinato ad entrare nella storia del fumetto. Un ciclo da leggere e rileggere, e conservare con cura, in questo e nei prossimi tre volumi che dovrebbero raccoglierlo integralmente.
Peccato per il prezzo, decisamente più alto rispetto alla quasi identica versione della Dark Horse ed estremamente limitante per le potenzialità del volume. Un ostacolo che rischia di escludere chi, incuriosito dal recente albo di Repubblica, avrebbe letto o riletto volentieri queste splendide storie. Ma si sa, il fumetto tout court è ormai roba per pochi…


Davide Scagni
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