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John Doe 11 - Gli avvoltoi hanno fame

John Doe 11 - Gli avvoltoi hanno fame (brossurato, 100 pagine, b&n, € 2.40, Eura Editoriale)
Soggetto Recchioni/Bartoli testi Roberto Recchioni disegni Davide Gianfelice VOTO 6.5/10


Siamo ormai vicini alla boa del primo anno di pubblicazione per il dimissionario braccio destro della Morte, il personaggio creato da Bartoli e Recchioni che troverà nel numero 12 il finale della sua "prima stagione". In attesa, questo undicesimo episodio presenta motivi di interesse ed è soprattutto indice del progressivo miglioramento e consolidamento della testata, cha sembra aver trovato una sua dimensione narrativa oltre che editoriale. Inoltre, questo numero si segnala ancora una volta perché ospita i disegni di un esordiente, ennesima scommessa dell'Eura che merita elogi per questa sua fiducia negli emergenti. Come per i predecessori, la speranza è non solo che si continui con questa fiducia, ma che ai complimenti si alterni anche il duro compito di "bacchettare" i disegnatori per insegnare loro i ritmi e la professionalità necessaria ad intraprendere in maniera continuativa la loro carriera.

La storia vede sfilare ancora una volta al completo tutti i protagonisti della saga, e la strada di John Doe e dell'agenzia Trapassati Inc., tornano ad incrociarsi (senza dimenticare che "le coincidenze non esistono", con tutto quel che ciò potrà significare...). La vicenda prende il via quando un morbo sperimentale creato da Fame e Pestilenza sfugge al loro controllo, infettando una intera cittadina e minacciando di espandersi: questa tremenda epidemia consuma tutto quel che si trova sulla sua strada, finanche le persone che, stremate dalla fame, possono trovare conforto, nella più smaccata tradizione horrorifica, solamente nella carne umana.
In una commistione di generi che strizza l'occhio alla cultura cinematografica popolare, dall'ambientazione western al ritmo follemente tarantiniano, dagli zombi di Romero ai film di combattimento con le spade, il gioco dello sceneggiatore Roberto Recchioni è esplicito, e conta molto sulla complicità e sulla partecipazione del lettore.

Le pagine scorrono agili e divertenti tra invenzioni indovinatissime come i "Templari guerrieri di Elvis" o le bande di "Nazi-Surfisti" che farebbero la gioia della Troma e di Garth Ennis, ottimi intermezzi che contribuiscono a delineare lo sfondo di un universo originale. La sceneggiatura pecca però in alcune parti di un tentativo quasi forzato di trovare un approccio originale al formato bonelliano: le vignette di John Doe chiuso in un supermercato, sei vignette identiche e statiche una di fila all'altra, in cui la tensione piuttosto che salire come dovrebbe scema, sembrano più una provocazione che una esigenza narrativa.

I disegni del debuttante Gianfelice, che rimandano decisamente alla scuola salernitana, in particolare a Siniscalchi, reggono bene l'albo per due terzi, ma poi sembrano perdere molto in un finale più affrettato - vittima forse dei tempi brevi per l'uscita dell'albo? - ed in alcuni primi piani niente affatto convincenti. Difetti di certo perdonabili ad un esordiente.

Altro buon albo quindi: John Doe si sta confermando un buon appuntamento per il fumetto seriale italiano, da non farsi sfuggire se si cerca una lettura di intrattenimento e svago confezionata con entusiasmo. Tutto questo, aspettando tra un mese la Morte di un piccolo dio.


Ettore Gabrielli
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