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Dampyr 100

Dampyr 100A volte i numeri d'anniversario sono capolavori.
Molto più spesso, nella frenesia dovuta all'importanza dell'evento, rimangono schiacciati dalle loro stesse esigenze di accessibilità ed esaustività.

Il centesimo numero di Dampyr riesce ad essere poco accessibile per il lettore occasionale, e non è nemmeno una sintesi riuscita delle usuali atmosfere della serie. Al contrario, spiazza.
Dopo un inizio efficace e abbastanza intenso, la storia rallenta senza mai riaccelerare, e si perde in dialoghi pedanti, a volte stucchevoli, sostenuti da un ritmo soporifero.

Stefano Andreucci, piacevole e "metafisico" nel ritrarre luoghi e ambientazioni reali, soffre l'approccio fantascientifico del volume - il vagare di Harlan nel tessuto dello spazio-tempo - e non è sempre efficace nel dare espressività ai volti.

La sensazione è quella di avere tra le mani un numero di passaggio, inconsistente, quasi superfluo nonostante la presenza di Draka, e ben lontano dai fasti a cui Mauro Boselli ci ha abituato.
Il colore, a tratti anche piacevole, non fa miracoli.


Luca Baboni
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