Supermarket
- Scritto da Redazione Comicus
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Supermarket (Edizioni BD, brossurato, 104 pagine a colori, €10) testi di Brian Wood, disegni di Kristian
Quello in cui vive Pella Suzuki è suo malgrado un mondo in cui il denaro regna sovrano, in cui imperversano organizzazioni criminali come la Yakuza e altre legate al mondo della pornografia. Giri d’affari che si affiancano senza sforzo a un consumismo assunto a titolo di modus vivendi, tra smanie da shopping e fast-food che fanno capo a grandi multinazionali.
Insomma, un mondo come il nostro, a cui Brian Wood ha regalato una connotazione vagamente futuristica. Un contesto narrativo sulla base del quale l’autore indipendente più in auge del momento ha costruito una storia frizzante, dai toni volutamente provocatori, strizzando l’occhio verso certe ideologie di matrice no global che imperversano nella nostra epoca.
Supermarket presenta, però, una sceneggiatura fin troppo sfuggente, penalizzata da qualche leggerezza fuori misura e da sporadiche omissioni narrative.
Il risultato è in ogni caso una miniserie divertente, resa particolarmente interessante da un registro grafico contrassegnato da un disegno graffiante e da una colorazione che sembra ispirarsi a correnti artistiche come la pop art. Una scelta stilistica, quest’ultima, che in alcune tavole appare un po’ troppo accentuata, andando a intaccare, anche se in minima parte, l’efficacia dei disegni di Kristian.
Quello in cui vive Pella Suzuki è suo malgrado un mondo in cui il denaro regna sovrano, in cui imperversano organizzazioni criminali come la Yakuza e altre legate al mondo della pornografia. Giri d’affari che si affiancano senza sforzo a un consumismo assunto a titolo di modus vivendi, tra smanie da shopping e fast-food che fanno capo a grandi multinazionali.
Insomma, un mondo come il nostro, a cui Brian Wood ha regalato una connotazione vagamente futuristica. Un contesto narrativo sulla base del quale l’autore indipendente più in auge del momento ha costruito una storia frizzante, dai toni volutamente provocatori, strizzando l’occhio verso certe ideologie di matrice no global che imperversano nella nostra epoca.
Supermarket presenta, però, una sceneggiatura fin troppo sfuggente, penalizzata da qualche leggerezza fuori misura e da sporadiche omissioni narrative.
Il risultato è in ogni caso una miniserie divertente, resa particolarmente interessante da un registro grafico contrassegnato da un disegno graffiante e da una colorazione che sembra ispirarsi a correnti artistiche come la pop art. Una scelta stilistica, quest’ultima, che in alcune tavole appare un po’ troppo accentuata, andando a intaccare, anche se in minima parte, l’efficacia dei disegni di Kristian.
Simone Celli