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La polizia indaga sugli abusi subiti da Stan Lee da parte del suo manager

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Il dipartimento di polizia di Los Angeles sta indagando sul reato di abuso di anziani relativo a Stan Lee, il co-creatore di 95enne dell'universo Marvel. Sebbene l'inchiesta sia stata lanciata a febbraio, è venuta alla luce solo ora dopo che a Lee è stato concesso un ordine restrittivo temporaneo contro Keya Morgan, il collezionista 42enne che negli ultimi mesi era diventato il più stretto consigliere di Lee.

Lo sceneggiatore ha pubblicato un video all'inizio di questa settimana dichiarando che Morgan è il suo unico partner e business manager e che tutti gli altri hanno dichiarato affermazioni false. Tuttavia, questo accadeva prima che Morgan venisse arrestato lunedì con l'accusa di aver presentato un rapporto falso della polizia circa degli uomini armati che che avrebbero tentato di estorcere dei soldi a Lee. È stato rilasciato con cauzione di 20.000 dollari. Secondo The Hollywood Reporter, l'ex avvocato di Lee, Tom Lallas, ha accettato di agire come tutore ad litem per lo scrittore.

Nei documenti processuali depositati mercoledì, Lallas ha affermato che Lee soffre di problemi di udito, di vista e di memoria e non è in grado di "resistere a un'influenza indebita", dando voce alle preoccupazioni espresse dai fan e dai colleghi del settore. Lallas ha valutato il patrimonio di Lee a oltre 50 milioni di dollari, il che lo rende un potenziale bersaglio per predatori finanziari. Joan Lee, moglie di Stan Lee, è morta a dicembre all'età di 93 anni. Da allora, uno dei soci di Lee è stato accusato di aver rubato 300.000$ dal suo conto in banca e di aver utilizzato 850.000$ per comprare un condominio. La stessa persona è accusata di aver ordinato a un'infermiera di utilizzare il sangue di Lee per autografare fumetti.

Morgan, che l'avvocato di Lee sostiene, "si è inserito nella vita del signor Lee come badante", ha detto a TMZ che le accuse sono una "caccia alle streghe" orchestrata dalla figlia e dall'avvocato di Lee. "Al 100% dimostrerò oltre ogni ombra di dubbio che le accuse contro di me sono false. E farò sicuramente un'azione legale contro chiunque stia inventando queste bugie. La verità verrà fuori."

(Via CBR)

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Le grandi storie dell'orrore, recensione: l'horror Marvel anni '50

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Gli anni ’50 furono per il fumetto americano un decennio di transizione, ma ugualmente molto importante, se non addirittura fondamentale. Dopo il boom dei comics dedicati ai supereroi, il genere sembrò aver esaurito tutto quello che aveva da dire e le testate, anche quelle più popolari, chiusero man mano. Furono pochi i supereroi che sopravvissero (fra cui Superman & Batman) mentre altri, durante il decennio, furono protagonisti di rilanci non particolarmente apprezzati.

In questa fase, fu il parco testate della EC Comics, soprattutto grazie a testate memorabili quali Tales from the Crypt, The Vault of Horror, Weird Science e Weird Fantasy, a fiorire e in molti seguirono il loro esempio: fra questi troviamo Martin Goodman, fondatore e presidente della Timely, ovvero la futura Marvel. L’editore, che aveva perso fiducia nel settore puntando su altro, accolse bene la diminuzione di pagine dei comic book (da 64 a 48 prima, a 32 infine) che, per un prezzo di copertina invariato, garantiva un guadagno migliore a fronte di spese più contenute.
Nello stesso periodo, per la precisione nel 1951, Goodman decise anche di avviare una società di distribuzione propria, chiamata Atlas News Co., Inc., che portò a dare un nuovo marchio alle sue testate al posto del “vecchio” Timely.

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Nacquero in questo decennio serie quali Journey into Mystery, Menace, Strange Tales, Tales of Suspence e altre, alcune della quali diverranno famose in seguito per ospitare le prime avventure dei nuovi eroi Marvel. La formula di queste testate era semplice: storie brevi di 6-7 pagine, che presentassero una trama con un finale in grado di far sussultare il lettore. La redazione era composta da pochissime persone, e i disegnatori erano quasi tutti freelance, tuttavia grazie in particolare all’inventiva di un certo Stan Lee, le storie potevano vantare un ottimo livello qualitativo.

Le cose sembravano funzionare, finché nel 1954 non accadde l'impensabile. Lo psichiatra Fredric Wertham pubblicò infatti il volume Seduction of the Innocent in cui dimostrava la sua assurda teoria seconda la quale i fumetti sarebbero una delle principali cause della delinquenza giovanile. Il libro divenne un caso nazionale tanto da avere serie ripercussioni nel mondo del fumetto a cui seguirono - fra le altre cose - fallimenti, chiusure di intere testate nonché la istituzione di un codice di autoregolamentazione approvato dagli stessi editori che rassicurasse i genitori sull'affidabilità della lettura. La verve delle serie crime e horror, dunque, venne duramente colpita e questo spinse gli sceneggiatori ad aggirare l’ostacolo e ad accettare le regole o, in alternativa, a puntare sulle serie fantascientifiche.

Se le suddette vicende colpirono il mondo dell’editoria in toto, lo stesso Goodman ci mise del suo per complicare la situazione. Chiuso il suo ramo distributivo nel 1957, l’editore si affidò ad uno dei maggiori distributori nazionali - la American news company - che però a sua volta fallì di li a breve costringendo Goodman a un’alleanza col suo principale avversario (la National Comic, ovvero la DC) in un patto che gli consentiva la diffusione di solo 8 testate al mese, che l’editore trasformò - astutamente - in 16 bimestrali. Sembrava, insomma, l'inizio della fine. Tuttavia, qualcosa stava cambiando, e grazie al ritorno di Jack Kirby, che già collaborò con Goodman a inizio anni '40, e all’arrivo di artisti come John Romita Sr. e Steve Ditko, non solo il livello qualitativo restò alto, ma soprattutto si preparò il terreno per la rivoluzione Marvel di inizio anni ’60.

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Panini Comics ha deciso di varare una collana dedicata a queste storie partendo da quelle appartenenti al genere horror. Il volume si presenta, dunque, come un’elegante cartonato antologico in cui sono state selezionate un numero elevato di avventure restaurate che portano il totale delle pagine a 296. Il libro, che presenta anche un apparato redazionale inedito, è suddiviso in 5 capitoli, di cui i primi 3 dedicati alle storie anni ’50, un quarto più breve a quelle anni ’70, mentre il quinto e ultimo è composto da una breve storia umoristica che funge da parodia al genere. Una selezione ricca e soddisfacente, che spazia nei sottogeneri horror dalle minacce esterni a quelle più intime e nascoste, dai vampiri agli zombi, passando per fantasmi, mostri e così via.

Non ci troviamo dinanzi a pietre miliari della Nona Arte, Come già premesso nei redazionali dello stesso volume, ma a semplici storie che gli stessi autori sapevano che di lì a poco sarebbero state rimpiazzate nella memoria del lettore da altre. Tuttavia, proprio il loro dover catturare l’attenzione del pubblico, unito anche alla brevità delle stesse, rende queste avventure avvincenti e gradevoli ancora oggi a oltre 60 anni dalla loro pubblicazione originaria. Chi ama, dunque, le serie EC Comics e le storie stile Ai confini della realtà troverà qui pane per i propri denti. Inoltre, veder all’opera artisti come Lee, Dikto e Kirby prima dell’era Marvel non è secondario e aggiunge un valore immenso a questi lavori.

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Come anticipato sopra, il quarto capitolo è dedicato agli anni ’70, quando il genere horror tornò di moda e soprattutto spopolavano i vampiri. Abbiamo, dunque, una selezione di 5 avventure tratte da Vampire Tales in cui possiamo ammirare artisti quali Jim Steranko, John Romita Sr., Bernet e altri. Sono passati 20 anni da quando testate del genere spopolavano e questo appare evidente osservando le tavole in bianco e nero – in questa occasione – delle storie che presentano una narrazione più moderna e una costruzione della tavola più libera e con un tratto più contemporaneo.
Alla luce di quanto detto finora, non possiamo che consigliare l’acquisto del volume, per motivi storici ma non solo in quanto la lettura si è dimostrata appagante e degna di nota.

 

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Panini Comics annuncia il volume da collezione Stan Lee: Marvel Treasury Edition

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Sulla scia del King-Size Kirby pubblicato lo scorso anno, Panini Comics annuncia sul nuovo Anteprima l'uscita del volume Stan Lee: Marvel Treasury Edition. Il libro di 816 pagine, formato 24x32,5, costerà 120€ e conterrà una selezione di avventure che ripercorreranno la lunga carriera del "Sorridente".

Di seguito, l'elenco completo delle storie presenti nel volume, fra cui diversi inediti:
Captain America Comics (1941) #3, #16, Mystic Comics (1940) #6, Suspense (1949) #29, Black Knight (1955) #1, Millie the Model (1945) #100, Life with Millie (1960) #10, Amazing Adult Fantasy (1961) #9, #11, Incredible Hulk (1962) #1, Amazing Fantasy (1962) #15, Tales to Astonish (1959) #35, Tales of Suspense (1959) #39, Rawhide Kid (1955) #33, Avengers (1963) #1, #15/16, X-Men (1963) #4/5, Sgt. Fury (1968) #8, Fantastic Four (1961) Annual #2-3, Patsy Walker (1945) #119, Daredevil (1964) #7, #47, Strange Tales (1961) #135, Thor (1966) #146/152, #179/181, Silver Surfer (1968) #3, Captain America (1968) #109, Our Love Story (1969) #5, Amazing Spider-Man (1963) #96/98, #365, #634/645, Marvel Premiere (1972) #3, Spider-Man Newspaper Strips 28/02-01/05/1977, Savage She-Hulk (1980) #1, Silver Surfer (1988).

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Eroi Marvel in bianco e nero: Stan Lee & Jack Kirby – Capitan America: recensione

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Il fumetto popolare italiano è stato principalmente caratterizzato dal bianco e nero; nonostante nelle riviste antologiche il colore fosse spesso presente, in generale le pubblicazioni mensili hanno sempre preferito questa formula. Di conseguenza, il colore rappresentava un’eccezione, un lusso e veniva utilizzato dagli editori per edizioni di pregio o per albi celebrativi. In Giappone vale, all’incirca, la stessa regola. Nei paesi in cui invece il fumetto popolare è a colori (vedi la Francia o gli Stati Uniti) accade l’esatto opposto: è il bianco e nero a dare prestigio a un’edizione, specie quelle con l’obiettivo di mostrare l’arte di uno specifico disegnatore. Il motivo è semplice, l’assenza del colore ci permette di ammirare appieno il tratto di un artista visto che non sempre è lo stesso fumettista ad avere l’ultima parola sulla colorazione.

La collana Eroi Marvel in Bianco e Nero nasce proprio con l’intento di far apprezzare alcuni dei maggiori artisti della Casa delle Idee potendone osservare in maniera più dettagliata il tratto. Bisogna considerare inoltre che non sempre la colorazione ha reso giustizia a determinate opere o tavole e che, specie nei casi di fumetti con qualche decennio alle spalle, le tecniche e lo stile di colorazione sono cambiati.
Si parte, dunque, dal maestro per eccellenza della Marvel: Jack Kirby.

Panini Comics ha selezionato per l’occasione una sequenza di avventure di Capitan America che va da Tales of Suspance 92 a 99 e da Captain America 100 a 104 per un anno esatto pubblicazione che va dall’agosto 1967 all’agosto 1968. In Tales of Suspance, il Capitano divideva la testata con Iron Man ma dal numero 100 i due eroi, grazie all’espansione della Marvel, vivranno le loro avventure in due mensili separati. Questo permise di avere il doppio della pagine a disposizione, infatti le prime avventure raccolte nel volume sono composte da sole 10 tavole dove incredibilmente Stan Lee e Jack kirby riescono a creare intrecci avvincenti e convincenti. Naturalmente, col passaggio alle 20 tavole, le storie avranno un respiro ancora maggiore.

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Il periodo è quello d’oro della Casa delle Idee, Lee & Kirby sono nel pieno della loro forma e la avventure di Capitan America, personaggio creato dallo stesso Kirby insieme a Joe Simon a inizio anni’40, mostrano lo stesso smalto e la stessa formula (supereroi con superproblemi) delle altre serie. Steve Rogers è un uomo fuori dal tempo, rimasto ibernato per 20 anni. Si innamora dell’Agente 13 (Sharon Carter), di cui ignora l’identità, ma le loro attività ostacolano il loro amore tanto che, schiacciato dai suoi stessi doveri da Capitan America e dalle responsabilità, Steve decide di appendere il costume al chiodo, seppur per poco. Le minacce, infatti, di Modock, del Teschio Rosso e del Dormiente non gli danno alternativa se non quella di essere sempre in prima linea.
Vicende avvincenti e divertenti ancora oggi, da classico del fumetto degno delle migliori opere del duo.

La novità di questa edizione, naturalmente, è da ricercare nel bianco e nero. Una scelta che, a nostro modo di vedere, esalta ancora di più l’opera. Confrontando, infatti, le stesse storie con quelle proposte in una recente ristampa a colori possiamo notare come la colorazione  (nuova, ma rispettosa dello stile dell’epoca) caratterizzata da tinte sature e contrasti netti, sottrae molto alle matite di Kirby che qui invece possono essere ammirate in tutto il loro splendore. Della bellezza e della potenza del tratto di Kirby, ne abbiamo parlato spesso in passato: l’artista è uno degli autori più influenti della storia del fumetto, il suo tratto pop, i suoi eroi dalle pose plastiche, il sense of wonder che riesce a tramandare, lo hanno portato nell’Olimpo del fumetto per sempre.
L’edizione Panini Comics, con sovraccoperta in pvc, rende giustizia al tutto grazie la suo formato 18,3X27,7 e a una confezione ben curata con carta ruvida di pregio. Un volume godibile per tutti e consigliato ai fan del Re.

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