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Un App Manga pirata sponsorizzata dal New York Times

manga-rockRecentemente il New York Times ha passato in rassegna le principali app dedicate al mondo dei fumetti. In un articolo a firma di Kit Eaton, vengono segnalate quelle che al momento il giornalista reputa le migliori per approcciarsi al mondo dei comics in digitale.

La prima, e su questa non c’erano dubbi visti i sorprendenti risultati raggiunti l’anno scorso, è Comixology, seguita dall’applicazione della Dark Horse, mentre il terzo posto è occupato da Manga Rock, interamente dedicata al mondo manga. La recensione è entusiastica:
“Manga Rock, libera per i sistemi iOS e Android, sbaraglia la competizione. Ha un elenco composto da più di 50.000 mila fumetti, ed inoltre il suo sistema di lettura non è cosi sofisticato come gli altri, ed è più regolare da usare. È gratis, ma per accedere a tutti i comics bisogna spendere 4 dollari per la versione completa attraverso l’upgrade dell’applicazione”.
 
Insomma un affare. Però, ad un attenta analisi si scopre l’arcano: Manga Rock è un lettore che utilizza file da server pirati. Quando Manga Rock viene lanciata, permette di scegliere varie fonti, tutte siti pirati, e leggere ciò che si vuole. Insomma, anche serie con licenza negli Stati Uniti, non disponibili su altri siti, sono disponibili, spendendo solo pochi dollari.
 
Eaton non si ferma qui, anzi, raccomanda altre due app, sempre del mondo manga, apparentemente senza provarle, ed anche in questo caso entrambe sono applicazioni che funzionano esattamente nello stesso modo.

Partendo dalla possibilità di accedere a librerie infinite di fumetti gratis, l'articolo porta in primo piano alcune questioni su cui è importante riflettere. In particolare come sia possibile che la censura cui spesso vengono sottoposti i fumetti, non venga applicata anche con le app, visto che è disponibile gratis su iTunes. Allo stesso tempo, bisogna riflettere sull’atteggiamento di Manga Rock, e i risvolti giuridici ed etici di questo modo di concepire la diffusione in digitale dei comics. L’annale problema tra le case editrici, che devono sostenere spese ingenti per produrre materiale di continuo (scrittori, disegnatori, pubblicità etc etc) e chi scarica materiale in maniera illegale, fregandosene di tutto quello che c’è dietro la realizzazione di un albo, e pensando al proprio desiderio: leggere ciò che si vuole senza spendere soldi.

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