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Palmiotti parla del nuovo progetto Kickstarter e del crowdfunding

DENVER preview coverDa quando Kickstarter e altre piattaforme “crowdfunding” [termine che indica il finanziamento dal basso di progetti da parte di privati e liberi investitori] sono diventati vere e proprie colonne portanti della scena creativa fumettistica, lo scrittore Jimmy Palmiotti e Justin Gray, suo collega alla Paper Films, hanno pensato bene di utilizzare questo sistema di finanziamento per creare una serie di graphic novel così detti “standalone”.

Fino ad ora, gli autori avevano lanciato cinque campagne su Kickstarter, e oggi hanno dato il via alla sesta, nome in codice Denver, che vede alle matite di Pier Britto oltre che il design e lettering , oltre che la soundtrack (!), di Bill Tortolini.

Palmiotti ha parlato con ComicsBeat del progetto, rivelando alcuni interessanti dettagli:
Denver è il sesto Kickstarter per noi, ed è anche il più aggressivo sotto svariati punti di vista, perché stiamo chiedendo una quantità maggiore di risorse economiche dato il costo della produzione del fumetto, dovuta alla qualità dei disegni, all’aggiunta di una colonna sonora (una cosa mai fatta prima) e al costo di produzione stesso. Denver è ispirato, in parte, al mio amore per i fumettisti europei e i lavori da loro realizzati, con i quali sono cresciuto. Sia io che Justin siamo molto affezionati al genere sci-fi e abbiamo pensato alla storia di una uomo, Max Flynn, che proverà a controllare qualcosa che va al di là delle sue possibilità, in una città colpita da un disastro, nel futuro. Il tema portante è quello dell’amore e della perdita e ciò che si è disposti a fare per la persona alla quale teniamo di più al mondo”.

L’autore ha poi parlato del progetto Kickstarter:
“Kickstarter non muore, ma si evolve, come ogni buona idea. Quando abbiamo iniziato avevamo tantissimo da imparare. Il nostro più importante obiettivo è quello di mantenere un costo che sia realistico e fattibile, senza trascurare la qualità e i più piccoli dettagli, come l'integrità dei pacchi che spediamo. Quello che serve è mantenere felici le persone che investono nel progetto, permettendo, inoltre, loro di comunicare sempre con noi. Ad esempio, noi anticipiamo i costi di produzione, così che gli investitori non sono costretti ad attendere sei mesi per avere il fumetto. Allo stesso tempo investiamo tutti i profitti che riusciamo a generare in nuovi progetti. Ci sono tante responsabilità che non si possono ignorare. Mi piace l’idea che sia ancora io a preparare i pacchi da spedire, inserendo i dati del destinatario a penna con la mia orribile scrittura”.

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