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Diabolik e le nuove cover: parla Mario Gomboli

Vi abbiamo già parlato del cambio di grafica relativo alle copertine di Diabolik e delle risposte della redazione ai lettori.
Ora, Mario Gomboli (direttore generale dell'Astorina) torna sull'argomento attraverso la "Diabolik List". Vi riportiamo le sue parole qui di seguito:

ding"Kari e-amici, vorrei chiarire alcuni punti.
Edicolanti a parte, dopo cinquant’anni sentivo il bisogno di “rinfrescare” il look di Diabolik. In occasione di incontri di vario genere, spesso ho incontrato nuovi lettori, anche giovanissimi, che per caso si erano trovato in mano un episodio di Diabolik, l’avevano letto e... ZAP! Era scattata la molla del fascino. Un esempio significativo si può trovare nella postfazione di Ratolik, a firma Leo Ortolani. Perché non l’avevano mai letto prima? Perché pensavano fosse “vecchio”; “sempre lo stesso che leggeva mio padre” etc etc. Mi ha sempre stupito che, letta la storia, poi non la trovassero né “vecchia” né “ripetitiva”, segno che i contenuti del nostro fumetto non abbisognavano di rinnovamento mentre, evidentemente, il “vestito”, sì. Il problema stava nel “come” rinnovare senza tradire il passato (escluso quindi il cambio di formato, pur invocato dalla distribuzione per ottenere maggiore visibilità), e per questo tutta la redazione ha cumulato prove su prove per arrivare al risultato che, a gennaio, avrete fisicamente in mano. Può piacere o meno (se dovessimo fare un referendum, mi sembra che la reazione sia per ora equamente divisa tra pro e contro, con una notevole percentuale di astenuti) ma noi ci crediamo sino in fondo, altrimenti non l’avremmo adottata. Questo per quanto riguarda l’inedito, ma il problema è simile per le ristampe. Di nuovo, riguardando alcune vecchie copertine le trovavo “didascaliche” più che “evocative”, con un impatto grafico debole. Scartata subito l’ipotesi di ridisegnarle (sarebbe stata una truffa verso i lettori affezionati, che magari compravano l’albo pensandolo nuovo) e insoddisfatti delle prove di ricolorazione stile le ristampe del Grande Diabolik (la tecnica, sul piccolo formato, non dà buoni risultati), abbiamo provato a enfatizzare dei particolari del disegno originale. Anche in questo caso, prove su prove sino al risultato che tutti, in redazione ma non solo, hanno trovato “concettualmente discreto” (infatti Anna, ad esempio, dapprima non aveva colto le differenze), rispettoso della tradizione ma graficamente più efficace. Questo porterà all’abbandono alcuni vecchi lettori? Ci auguriamo ovviamente di no, visto che i contenuti restano invariati. Questo ci porterà nuovi lettori? Ci auguriamo ovviamente di sì, visto che puntiamo a incuriosire gli acquirenti “d’impulso”, casuali, quelli che – loro sì – sono attratti principalmente dal fascino di una copertina intrigante.
Certo, si tratta di una sfida rischiosa... ma se non accettassimo una sfida rischiosa noi che facciamo Diabolik, chi altri potrebbe farlo?
Al lettori, vecchi e nuovi, l’ardua sentenza.
Mario Gomboli".

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