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Speciale Ghost Rider: Recensione

Il giovane Johnny Blaze, motociclista acrobatico in coppia con il padre Barton, stringe un patto con Mefisto (Peter Fonda) per salvare il genitore malato di cancro, ma l'accordo si rivela subito un inganno e Johnny è costretto, anni dopo, a divenire Ghost Rider, una sorta di "cacciatore di taglie" del diavolo, il cui primo compito è quello di trovare e sconfiggere Blackheart (Wes Bentley), il cui obiettivo è quello di trasformare la Terra in un nuovo inferno...

Arriva sugli schermi, dopo due lunghi anni di post-produzione, l'adattamento cinematografico del personaggio Marvel creato nel 1971 da Gary Friedrich e da Mike Ploog, diretto da Mark Steven Johnson e interpretato da Nicholas Cage , in quella che si candida a essere la peggiore trasposizione al cinema di un personaggio della Casa delle Idee.

Il regista Mark Steven Johnson infatti tradisce completamente la versione fumettistica, tralasciando un’analisi in profondità di quello che è all'origine uno dei personaggi più tormentati dell'Universo Marvel, e fornendo così al pubblico e agli appassionati una pellicola dove il limite del ridicolo non viene mai solamente sfiorato, ma ampiamente superato con dialoghi prevedibili e banali, una recitazione imbarazzante, e uno script (realizzato dal regista) più bucato di un groviera. Johnson trasforma il tutto in un enorme videoclip con citazioni metal e western, privo di qualsiasi emozione, puntando tutto sugli effetti speciali (buoni ma non eccezionali) e cercando di rattoppare la noia con scenette divertenti, ma in realtà stupide, che si pongono solo come semplici intermezzi che cercano di risvegliare l'interesse, non riuscendoci.

In questo sono di grande aiuto un Nicholas Cage inguardabile, una Eva Mendes di cui il regista sottolinea più le prosperose forme che le doti recitative, e un Wes Bentley, promessa mancata di Hollywood, ormai in piena parabola discendente. Si salvano solamente i due veterani Peter Fonda e Sam Elliott. Ottime comunque le musiche di Christopher Young.



Carlo Coratelli
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