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Reportage Napoli Comicon 2006


REPORTAGE NAPOLI COMICON 2006
Prevalga Napoli!


Premessa: questo reportage è tra il serio e il faceto: la vostra dose di formalità l'avete già avuta nelle news. Di certo dimenticherò di citare qualcuno: la colpa non è mia ma del jet lag.
La fotogallery la trovate sul nostro sito partner per la trasferta napoletana: Discociao.it.
Altre foto le trovate sul nostro forum.

GIORNO -1

Ogni volta, anche arrivare a Napoli per chi parte dal profondissimo sud come il sottoscritto può essere rognoso. Quest’anno ho optato per il treno: un viaggio di 10 ore circa in compagnia dell’amico e complice di mille malefatte Sergio Algozzino. Le chiacchierate nerd hanno di certo aiutato a entrare nello spirito che poi sarebbe stato imperante nei giorni successivi.
Giunti nel “paese du sole”, imbacuccati per un freddo inaspettato, saluto Sergio, che va via con un amico disegnatore di Monster Allergy, e vengo accolto dagli altri due pezzi grossi di ComicUs, Carlo Del Grande, che ci ospiterà, e Francesco Farru, che sta ancora cercando di ambientarsi nuovamente nei meccanismi di CUS dopo mesi passati lontani dal sito per cause di forza maggiore.
Il vino toscano e il salame siciliano porteranno consigli per quella che è la riunione programmatica del sito.

GIORNO 1

Giungiamo in fiera molto presto, con il solito terrore di non trovare i pass pronti. Tiro un sospiro di sollievo quando allo sportello apposito mi viene subito allungato il mio pass “guest”, e ringrazio la fanciulla addetta di non avermi costretto ad appendervi una fototessera dove sono più brutto della Cosa. Altra corsa per localizzare dove verranno distribuiti i biglietti di "V for Vendetta". Per quanto può sembrare assurdo, anche i giornalisti del settore non hanno la garanzia di poter vedere il film. Tartasso l’hostess allo stand Comicon (di cui riesco a innamorarmi nel giro di tre giorni) fino al punto che quando finalmente le arrivano i biglietti è seriamente convinta di avermelo già dato, visto che ero passato mille volte a romperle le scatole.
Daniele Tomasi è già in avanzata fase di costruzione dello stand ComicUs/DTE in quella che è stata ribattezzata la “galleria del vento”: un corridoio dove all’omicida umidità ormai ben nota di Castel Sant’Elmo, si unisce una corrente che perfora le ossa degli espositori e dei passanti. L’unica fonte di riscaldamento presente in un angolo sparisce già al secondo giorno. Quantomeno il corridoio in questione è un passaggio quasi obbligato per i visitatori, quindi grande vantaggio per le piccole realtà che vi si trovano (ossia noi, Self Comics, I Cani e Giorgio Santucci). A differenza della ghettizzazione di Lucca, dove le stesse figure, più o meno, vengono confinate in un angolo, la posizione particolare e isolata dai grossi standisti per gli espositori nella “galleria del vento” è dovuta ad un prezzo più di facile accesso per piccoli editori e fanzinari. Ulteriore dimostrazione dell’attenzione dello staff organizzativo verso quelle realtà solitamente snobbate nelle altre fiere.
Nel pomeriggio viene finalmente attivata la sala stampa: gli ottimi Francesca Capriati e Michelangelo Iossa hanno dimostrato la loro professionalità contattando già nei giorni precedenti gli esponenti della stampa specializzata e non per concordare interviste e conferenza stampa. Si tratta di comportamenti e metodi di lavoro professionali e universalmente abituali nelle fiere di qualunque altro settore. Finalmente anche una fiera del fumetto si organizza in tal senso, mettendo a proprio agio i giornalisti e non limitandosi a produrre comunicati su comunicati. Peccato che la sala stampa coincidesse con la spesso caotica sala Pro (dove si ristorano gli ospiti), non permettendo il silenzio necessario alla concentrazione o alle interviste, e che vi fosse un solo computer per di più connesso con un precario 56 K.

Girando per la fiera, mi accorgo della sistemazione della Panini/Pan che da l’idea di un accampamento dell’ultimo momento. Inoltre mancano le uscite della settimana, ma in compenso fioccano gli arretrati recenti. Becco in poco tempo il leggendario Alessandro Bottero e il buon Alessio Danesi (sul quale riusciamo a scoprire oscuri passati professionali), e raccogliendo tutti gli esponenti di ComicUs presenti, nel primo pomeriggio facciamo una specie di riunione nel terrazzo vicino l’uscita. Si stabiliscono alcune linee guida, si accenna ad una nuova sezione, si rimandano alcune decisioni e ne fioccano altre, che vi verranno comunicate a tempo debito, così come le nuove rubriche concordate a Napoli.

Alle 17:30 devo vedermi con Jamie Delano e poi con David Lloyd per le interviste (che prossimamente vi presenteremo) ma prima vorrei tanto poter assistere all’incontro con certi nomoni della critica previsto per le 17:00. Inizia ovviamente in ritardo, come quasi tutti gli incontri dei giorni successivi, e riesco a vedere solo i primi 10 minuti scarsi. Ma come prevedevo, come mi racconteranno gli amici che hanno potuto seguire l’incontro, a parte la noiosità c’è stato un attacco, o quantomeno una presa di posizione superficiale e prevenuta, sulla critica internettiana. Si sono mescolati in un unico calderone forum, newsgroup ed ezine, non si è riconosciuto il valore del web come mezzo di comunicazione up-to-date e interattivo, non si è in sostanza passato il testimone ad una generazione di critici che, forse perché mescolata a recensori improvvisati e nerd sfegatati, non è ancora considerata tale. Per fortuna Antonio Solinas (insieme a Emiliano Longobardi, rappresentante di Comicscode) ha detto, in un testa a testa con Alfredo Castelli già entrato nella leggenda, le stesse identiche cose che avrei detto se fossi potuto rimanere.
Girando per gli stand ho avuto modo di incontrare anche Francesco Meo e Andrea Rivi, tartassati dalle mie sfacciate domande sul futuro della DC in Italia (e muti come dei maledettissimi pesci!), e l’unico vero e solo Gianni Minà dei comics, smokyman, patron di Ultrazine, organizzatore di eventi e anche autore, nonché una delle mie prime conoscenze sul web (pochi sanno che prima della nascita di UZ, il buon Smoky pubblicò alcune recensioni sull’allora neonato CUS). Chiacchiero con Alex Di Nocera, che mi mostra una delle prime copie della nuova, splendida edizione del suo ricco saggio Supereroi e superpoteri. L’immancabile Alfonso Rizzo (nessuna parentela!), esperto procacciatore di disegni, mi fa omaggio del suo libro Vi posso lasciare un cartoncino, ci ringrazia della recente recensione di Franscesco Farru e mi chiede un disegno. Lo accontenterò l’indomani con un headshot di Flash.

V STA PER VENDETTA

Dopo le corse per ottenere i biglietti, e la gente rassegnata a non poterne avere, alle 18:30 l’annuncio a sorpresa: “sono disponibili ancora 80 biglietti per l’anteprima di V for Vendetta”.

Ero decisamente prevenuto su questo film. Un po’ perché gli ultimi due Matrix erano stati una delusione, un po’ perché le esperienze passate di adattamenti cinematografici dei film di Moore si erano risolte in catastrofi (“LXG”) o stravolgimenti (“From Hell”, comunque un buon film). Mi aveva consolato, parlandone con Lloyd, quella che sembrava una sua sincera valutazione positiva della pellicola, non solo riguardo le atmosfere, ma anche a proposito delle scene aggiunte. E devo dire che V per Vendetta (sic!) è un bel film. Colpisce, coinvolge, è politico ma non troppo. Le scene à la Matrix hanno un loro motivo di esistere, la recitazione è spesso teatrale e un po’ sopra le righe ma fa parte del gioco (sia nei movimenti di V, sia nell’enfasi del Cancelliere). C’è un’atmosfera azzeccata, è di certo una bella versione for dummies di uno dei capolavori della letteratura disegnata. Peccato per i sottotitoli spesso fuori sincrono e le traduzioni discutibili. Alla fine del film, Alessandro Bottero mi chiede chi lo distribuirà in Italia. In effetti se si trattasse della Medusa (ma pare proprio di no) sarebbe divertente.
Distrutti ma entusiasti, insieme ai miei due bracci destri (Francesco e Carlo) e ad Alessandro ritorniamo verso i nostri alloggi. Vedere Bottero scomparire nel tunnel della metropolitana di Piazza Amedeo ha riportato alla mente di tutti e tre l’immagine finale di V for Vendetta. Il pacifico Alessandro Bottero come un vendicativo anarchico omicida?

GIORNO 2



Sapevo che sabato sarebbe stato il giorno più massacrante, a partire dalla conferenza di ComicUs, partita in ritardo perché, è chiaro, quella prima di noi parte con almeno un’ora di ritardo. Solito delirio, ma stavolta più contenuto, anche perché vi si trovavano ospiti di un certo livello. Dopo la presentazione di rito delle novità del sito, passiamo all’attesa premiazione del CUS Prize, mentre la sala conferenze si riempie come solo per Claremont sarebbe successo. Un risultato lusinghiero, oltre ogni aspettativa, come lusinghiero è stato vedere la partecipazione della gente, dei premiati, l’emozione dei ragazzi di Self Comics per la migliore iniziativa (unico “premio della critica” in un premio totalmente popolare). Un enorme grazie al vulcanico Francesco Settembre di Antani Comics, sponsor dell’iniziativa e grande assente di questa tre giorni.
Nel pomeriggio parlo con Karen Berger: un'affabile e splendida quarantacinquenne che ha il merito di aver fatto scattare la scintilla della British Invasion e della rivoluzione Vertigo che ci ha regalato alcuni dei più grandi capolavori del fumetto americano. Concordiamo un’intervista via email, e mi vanto da buon nerd di avere il suo biglietto da visita nel portafogli. Seguo a spezzoni le conferenze di Claremont e quella sulla sceneggiatura, becco qualche voce di corridoi e finalmente intercetto Matteo Losso, amico e fondatore di AmazingComics.it che da qualche mese ha coronato il suo sogno ed è entrato nello staff Paninicomics. Giro in continuazione, comincio a sentire il raffreddore sopraggiungere, becco Pasquale Ruggiero e rimandiamo ancora una volta la chiacchierata che rimandiamo da Lucca. Conosco Stefano Piccoli, la cui schiettezza mi spiega perché un personaggio del genere non si muove quasi più in un comicdom fatto di ipocrisie e bugie. Ho il tempo di una bevuta con Diego Cajelli e di salutare i tanti siciliani sparsi per la fiera, saliti con la valigia di cartonati in cerca di fortuna. Mi perdo l’anteprima del cartone animato di Rat-Man e me ne accorgo quando è ormai troppo tardi. Ogni tanto, in giro per la fiera, qualcuno mi dice che ho esagerato con le battutacce e i commenti sfacciati, altri mi dicono che non ho fatto abbastanza. Ma tutti (io in primis) sono soddisfatti della scenetta con Roberto Recchioni, che al di là del valore comico (!) ha un forte valore simbolico.
La premiazione dei Micheluzzi manca di brio, e come sempre scontenta qualcuno, ma si riconferma un premio stimato e ambitissimo. Sono particolarmente contento dei premi all’amico Alessandro Bilotta, che ha sintetizzato sul palco le tappe che lo hanno portato da piccolo lettore di Martin Mystere a sceneggiatore affermato, e per il riconoscimento ad una piccola iniziativa editoriale edita dal gruppo I Cani: Una lacrima sul viso.

LA CENERD

Alla consueta cenerd, quest’anno mancava il vero carburante: i forumisti. In un tavolo dalla forma improbabile, si riuniva “solo” il gotha della critica fumettistica internettiana: esponenti de Lo Spazio Bianco, Comicscode, Amazingcomics, Komix e CUS. Un’occasione per scambiare esperienze ed accennare a programmi futuri, graziata dalla presenza di ospiti speciali.
Tornando a casa, dopo una lunghissima passeggiata a piedi fatta di centinaia di scale, becchiamo Giovanni Gualdoni davanti il “tunnel di Bottero” che dice di aspettare un amico. Che voglia in verità emulare il terrorista B?

GIORNO 3

Mi viene anticipata l’intervista con José Villarubia, e mi stupisce notare che sia l’unico dei giornalisti presenti ad aver prenotato un incontro con questo grandissimo artista. Una persona disponibile, colta e simpatica. Sono certo che gradirete l’intervista. Corro subito dopo da Chris Claremont, che avevo avuto modo di incontrare già il giorno prima, per la conferenza stampa. Arrivo in ritardo, pongo un paio di domande, ma mi consolo sapendo che abbiamo preso i contatti.
E soprattutto, da fan degli X-Men da sempre, sono onorato di averlo potuto conoscere. Mi spiace che stesse male durante i giorni della fiera, e si vocifera, anche dopo, a causa dello stress e dell’influenza.
Inoltre, con l’ufficio stampa della Activision, valutiamo come muoverci sinergicamente riguardo l’uscita del videogame di X-Men 3: aspettatevi un bel concorso, o qualcosa del genere...
Nel pomeriggio, riesco a dedicarmi ad acquisti (tra tutti spicca Mithology: the DC Comics art of Alex Ross), a sbavare sullo stand che vendeva tavole originali di maestri americani (un Clowes mi ha conquistato, ma sto ben attento ad evitare di cadere in questo tunnel), a omaggiare di cioccolatini l’hostess per la quale ho raggiunto l’apice della platonica passione, e a vedere le mostre. Sbavo sulla sceneggiatura originale di Moore per V for Vendetta, ammiro le tavole dell’ultimo numero di Tom Strong (by Sprouse & Villarubia), ridacchio fra me e me quando vedo che, pubblicando la corrispondenza che Claremont, Bachalo e Mike Marts si scambiano per parlare degli X-Men, vengono anche esposti gli indirizzi e-mail.
Mi è sembrato che quest’anno le mostre, per quanto succulente e affascinanti nella loro esposizione, fossero meno ricche. Tra gli autori tedeschi, esiliati Konig & Mahler al Goethe Institute, in uno stanzone di Castel Sant'Elmo troviamo dei promettenti disegnatori underground che temo però avranno avuto solo l’occasione del Comicon per farsi ammirare in Italia. Torno allo stand di ComicUs e stavolta mi siedo. Disegno tanti Fantastici Quattro per dei bambini, spalla a spalla con lo stakanovista Tomasi, e dopo il giro di saluti, è la volta dell’ultima Cenerd, onorata dalla presenza del Gianni Minà dei comics, smoky man e dagli amici Bruno Olivieri, Niccolo' Storai e Laura Spianelli.


CINQUE COSE POSITIVE

- La bellezza delle hostess. Cazzo, non si vive di soli fumetti.
- L’attenzione, nel complesso, ad iniziative ed autori piccoli o piccolissimi.
- Il nostro Danilo Guarino vestito dal Bruno Vespa dei comics.
- La sinergia della manifestazioni con le realtà locali: cinema, pub, istituti e librerie. Complimenti.
- Nessuna polemica, nessuna discussione. Cosa sempre più rara: immagino una conseguenza del clima di rilassatezza e serenità che solo Napoli Comicon riesce a dare.

CINQUE COSE NEGATIVE

- I bagni. Già da mezzogiorno erano sporchi e pulirli con una certa frequenza non sarebbe stato male.
- Il freddo: anche quest’anno nessuna soluzione efficace per la corrente, l’umidità e le infiltrazioni. La Storia del castello è più potente della Tecnologia dell’uomo.
- Gli annunci, non si capiva con che criterio venivano fatti. A volte dicevano che era impossibile farli per fantomatiche questioni di sicurezza, e magari subito dopo se ne sentivano due tre di fila. Mah!
- Ancora c’è gente che fa la fila allo stand Bonelli per una firma su delle fotocopie?
- Più volte mi hanno detto che cambiare ogni anno la planimetria della mostra causa confusione, ed effettivamente, specie i primi giorni, è vero.


POST-FIERA

Il giorno dopo la fiera lo dedichiamo al relax, e a permetterci di rientrare nel mondo reale senza bruschi stravolgimenti: una passeggiata al centro, un caffè a P.zza del Plebiscito, un giro alla Feltrinelli, una cena con Alessandro Di Nocera e una birra con Lorenzo Ruggiero e Giuseppe Camuncoli.
Adesso è proprio finita, e in bellezza, direi.


Marco Rizzo
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