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Geoff Johns parla di Blackest Night

Attenzione! La seguente notizia può contenere spoiler!

Ieri vi abbiamo mostrato le due copertine del settimo numero di Blackest Night. Oggi faremo un passo indietro, parladovi del numero precedente, che è stato secondo Newsarama, l'ultimo albo messo in vendita negli Stati Uniti nel 2009.
A pochi passi dalla conclusione di una saga le cui fila vengono tessute fin dal rilancio di Green Lantern, nel 2005, Geoff Johns ha rilasciato alcune interessanti dichiarazioni durante una lunga conversazione ai microfoni della webzine statunitense.

Partendo dalle forze che muovono battaglia nel corso della storia, Johns ha dato una sua personale lettura di ciò che incarnano nel profondo le Lanterne Nere, che non è appunto la morte bensì l'assenza di vita. "È  il vuoto. La Morte - ha detto - non è realmente una forza". Come le zone nere dello spazio, quindi, il vuoto, che l'autore ha spiegato essere la parte più spaventosa della morte; "La paura che noi e tutti quelli che amiamo smettano di esistere".

Di conseguenza Nekron, l'antagonista principale della narrazione di Johns, sarebbe spazio senziente, vuoto senziente. "La gente lo considera la morte perché è l'antitesi della vita. Ma l'universo era qui prima e Nekron è il vero Guardiano dell'Universo". Ed è per questo motivo che, nella visione dell'autore, devono essere lette le parole di Black Hand nel quinto numero: "It's instinctual for people like you to fight against the darkness, Flash, but dying is inevitable. We age because we aren't supposed to be here" ("È istintivo per le persone come te combattere l'oscurità, Flash, ma morire è inevitabile. Invecchiamo perché la nostra presenza qui non era prevista"). È l'universo, attraverso Nekron, che lotta contro gli umani e la vita, che rappresentano un cancro in espansione.

La lotta tra vita e vuoto diventa quindi una sorta di metafora della lotta tra caos (la vita) e ordine (la morte e il vuoto).

Di rimando, trattando il tema della vita Johns e l'intervistatrice, Vaneta Rogers, affrontano l'aspetto della scomposizione della luce bianca nelle sette luci colorate che sono alla base dei sentimenti e, di conseguenza, degli anelli delle Lanterne. La forza di volontà (che, lo ricordiamo, è incarnata dalla luce verde) del primo essere vivente nell'atto di muoversi volontariamente fu così il momento di separazioni della luce bianca, e coincise sostanzialmente con la prima lotta tra luce e oscurità.

Passando poi ai personaggi, Johns punta il riflettore su quelli che a tutti gli effetti sono i protagonisti della saga, Hal Jordan e Barry Allen, a cui si aggiunge Black Hand, orchestratore della vicenda, il cui cammino non è meno importante di quello dei due eroi. "Black Hand - ha spiegato Johns, che ammette di provare particolare soddisfazione scrivendo del villain proprio per la sua mancanza di redenzione - si trova sull'orlo di comprendere finalmente perché è come è e perché si sente come si sente", il culmine di ciò che ha voluto nella sua intera vita.

Un altro personaggio a cui l'autore ha rivolto la propria preferenza è Mera, regina di Atlantide e sposa di Aquaman. "L'ho sempre considerata un personaggio intrigante. […] L'ho sempre trovata forte e potente e inesplorata. Stava da parte. Non era Aquawoman, era un personaggio a parte, separato da Aquaman. Aveva una propria storia. Ho sempre pensato che fosse attraente e che potesse essere un personaggio importante, e credo che sarà uno dei personaggi più forti negli anni a venire. […] Un sacco di persone riconoscono quel personaggio ma per anni non è stato fatto niente con lei. Volevo metterla in scena". Johns ha annunciato che sarà uno dei personaggi con cui lavorerà dal 2010 in poi.

Lo stesso accadrà per Atom, personaggio che recentemente si è trovato al centro di numerose tempeste ma per il quale è giunto il momento di risollevarsi; e la consegna dell'anello indaco al termine del sesto albo sembrerebbe già un buon punto d'inizio. Del resto, ha aggiunto, nella storia narrata finora molti personaggi che si trovano a fare i conti col proprio passato e a passare oltre: John Stewart con Xanshi, Sinestro e Hal Jordan con Abin Sur. Tutta la serie è un confrontarsi con il passato e andare avanti, e "il mondo dopo Blackest Night sarà un mondo molto diverso anche se i personaggi specifici saranno parte di un piano più grande".
 
La cosa di cui Johns si è detto più orgoglioso è che il crossover sia basato su personaggi ed emozioni, non tanto dal punto di vista più evidente, ossia quello degli anelli, ma da quello più profondo delle storie personali dei personaggi coinvolti. Il tema della morte, poi, è qualcosa con cui tutti noi abbiamo a che fare e questa storia vuole interrogarsi sul suo significato e sui suoi propositi. In un universo immaginario e supereroistico la morte sembra essere qualcosa di poco conto, poiché i personaggi sono soliti risorgere o ritornare in qualsivoglia modo. Detto ciò Johns ha voluto soffermarsi sul significato intrinseco della morte, sul suo portato ontologico e, in ultima analisi, sul suo essere positiva o negativa e sul corretto modo con cui rapportarvisi. "Volevo affrontare la morte nei fumetti ma anche, e con maggiore importanza, quella reale. Per me gli accadimenti del mondo reale sono molto interessanti se esplorati in forma di 'buona vecchia storia di supereroi', piuttosto che con un approccio diretto".

Considerare la morte come un nemico da sconfiggere, quindi, può avere in qualche modo un valore catartico.

Al di là della lettura simbolica che gli si può dare, tuttavia, l'autore tiene sempre a precisare che "Blackest Night" vuole essere un crossover tra supereroi, e quindi deve essere divertente, per la storia narrata, gli spunti ripresi o lasciati aperti e, fattore di notevole importanza, per tutti i nuovi personaggi che vengono presentati al lettore, tra quelli introdotti sulle pagine di Green Lantern agli eroi morti e risorti, il cui artwork originale è interamente stato curato da Ivan Reis, disegnatore della miniserie.

La conversazione si sposta poi su Batman and Robin, il cui nuovo numero, a detta dello sceneggiatore Grant Morrison, sarebbe strettamente collegato agli eventi di "Blackest Night". Alla fine di Blackest Night #5 abbiamo visto Bruce Wayne risorgere come Lanterna Nera dal proprio teschio, rubato da Black Hand, per veicolare una forte reazione emotiva negli eroi e farli cadere tra le fila di Nekron, per poi venire di nuovo disgregato. Il teschio, dice Johns, è tuttavia ancora integro e alla fine ritornerà con gli altri resti conservati da Dick Grayson nella Batcaverna. Qui si collega la storia di Grant Morrison.

Johns ha tuttavia negato ogni sorta di informazione riguardo la Tribù Indaco, anche se, incalzato dall'intervistatrice, si è leggermente sbottonato per quanto riguarda il linguaggio utilizzato da Indigo-1 e il suo giuramento in rima: non è una semplice accozzaglia di strane parole dalla disposizione casuale, bensì strane parole con un senso e un significato ben preciso, che però sceglie di tenere segreto. Unica eccezione di questo omertoso silenzio è il termine "Nok" (che compare diverse volte tra le battute di Indigo-1, oltre che nell'ultimo verso del suo giuramento "Taan lek lek nok formorrow sur"), affermazione solenne per esortare gli altri a partecipare, impegnarsi o sacrificarsi.

Nei piani futuri dell'autore, quindi, vengono già annunciate le apparizioni dei nuovi personaggi in serie regolari o miniserie personali, come quella su Larfleeze, la Lanterna Arancione di cui Johns si è detto entusiasta di scrivere e del quale ha già un'idea per uno speciale natalizio a venire. E c'è molto altro da raccontare per quanto riguarda le altre Lanterne, Atrocitus, Saint Walker, Indigo, Sinestro e Carol, "senza contare - ha aggiunto - quello che Hal [Jordan] dovrà affrontare nell'universo post-'Blackest Night'".


Alfredo Goffredi
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