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Alan Moore dice la sua su Marvelman

Neanche due mesi fa, in occasione della Comic-Con di San Diego, la Marvel annunciava di aver acquistato i diritti di Marvelman, e di prepararsi a rilanciare all'interno del proprio universo narrativo questo personaggio da tempo al centro di pesanti polemiche (anche giudiziarie) tra editori e autori. Per quanto riguarda il fronte delle ristampe, inoltre, si erano subito avviate le prime speculazioni su se, quando e come si sarebbe potuto ripubblicare il materiale senza dubbio di maggior interesse, vale a dire le storie scritte prima da Alan Moore e poi da Neil Gaiman: tale gestione, infatti, oltre a rimanere incompleta per il fallimento dell'editore di allora (la Eclipse Comics), era rimasta lontana dagli scaffali delle fumetterie per lungo tempo, proprio in ragione delle frizioni tra editori e autori (Gaiman, in particolare, detiene parte dei diritti sulle storie scritte da lui e da Moore).

Adesso, con la Marvel nei panni di nuovo editore, Gaiman ha acconsentito alla ristampa delle storie su cui vanta diritti, con in più la possibilità di portare a termine, dopo quindici anni, le trame lasciate in sospeso. Nei giorni scorsi, infine, sulla questione è stato sentito proprio Alan Moore, che non ha certo lesinato spiegazioni su quale sia la sua idea in merito. L'autore inglese si è dunque detto contento che il personaggio possa essere ristampato (nonostante i suoi rapporti non idilliaci con Marvel Comics), ma per quanto riguarda le sue storie ha voluto porre una precisa condizione: che invece del suo nome, sul materiale ristampato compaia quello dell'ideatore di Miracleman, Mick Anglo.

Diversamente da altri casi analoghi (quando lo scrittore pretese che il suo nome non comparisse associato a pellicole tratte dalle sue opere), questa volta la decisione di Moore è da spiegare in termini di solidarietà nei confronti di Anglo: "Mick è molto vecchio, e sua moglie, credo, soffre di Alzheimer. La faccenda di Marvelman è così brutta e sgradevole che probabilmente preferirei che l'opera fosse pubblicata senza il mio nome sopra, e che tutti i soldi andassero a Mick". Inoltre, i cattivi rapporti con la Marvel non sono certo un incentivo a consentire alla Casa delle Idee di pubblicare un prodotto con il suo nome stampato sopra: "La decisione sul mio nome è in larga parte basata sulla mia storia con la Marvel ─ il mio desiderio di non avere nulla a che fare con loro, e il mio crescente desiderio di non aver niente a che fare con l'industria del fumetto americana". In ogni caso, il punto fondamentale è quello che si diceva sopra: "La cosa più importante, è che mi sento felice di sapere che Mick Anglo otterrà infine la ricompensa che tanto merita".

La decisione di non entrare in nessun modo nelle future vicende editoriali di Miracleman e di farne invece godere i frutti ad Anglo, secondo Moore, riguarda soprattutto un'ingiustizia che si trascina da tempo. Lo scrittore racconta infatti che quando fu avvicinato per la prima volta da Dez Skinn dell'editore Warrior per reinventare il personaggio, gli fu assicurato che i diritti su Marvelman erano di fatto vacanti e acquistabili a una cifra risibile: così, visto il suo desiderio di mettere le mani sul personaggio, Moore non ci pensò due volte ad accettare l'offerta. Tuttavia, l'autore rivela di essere stato recentemente contattato dalla famiglia di Anglo, la quale avrebbe ricostruito la vicenda dei diritti sul personaggio: secondo loro, Anglo non avrebbe mai rinunciato a tali diritti, venendo essenzialmente derubato della sua prorpietà da tutti i vari editori che hanno via via affermato di possedere il personaggio (Warrior, Eclipse, Image Comics).

Dicendosi d'accordo con questa versione dei fatti, Moore ha quindi notato l'ironia nel fatto che ora proprio la Marvel si trovi a pubblicare il personaggio: la Casa delle Idee, infatti, fu la prima a creare problemi alle ristampe di Marvelman, pretendendo inoltre che il suo nome fosse cambiato in Miracleman; e proprio questa fu la ragione che danneggiò i rapporti tra Moore e l'editore americano. Ora, sottolinea lo scrittore, c'è una certa giustizia poetica nel fatto che l'unico editore a poter pubblicare il personaggio con la sua vera denominazione sia lo stesso a cui lui non vuole concedere di usare il proprio nome, così che tutti i ricavi vadano effettivamente a Mick Anglo, che in realtà possiederebbe davvero i diritti su Marvelman.

Insomma, come rimarca lo stesso Moore, una vicenda estremamente ingarbugliata, che potrebbe però aver finalmente trovato un inaspettato epilogo. Sempre che una delle innumerevoli parti in causa non decida di riaprire le danze delle polemiche.


Valerio Coppola
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