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La Shoa a fumetti in mostra a Rimini


Comunicato Stampa:

Cartoon Club
Festival internazionale del fumetto e del cinema d’animazione di Rimini

LA SHOÀ A FUMETTI
Auschwitz e le pagine disegnate in mostra a Villa Verucchio


Per molti sopravvissuti e sopravvisute della Shoà, quell’evento è inenarrabile. Figuriamoci se può essere raccontato a fumetti… «L'argomento è troppo serio per essere raccontato da un fumetto», dice Ezra Cohn, 64 anni, della comunità ebraica di Dusseldorf.
Eppure, per non dimenticare, per non ripetere, è quasi un dovere morale riportare a galla l'orrore, farlo conoscere perché lo si eviti per sempre. E “se film, libri, quadri e composizioni musicali hanno saputo balbettare Auschwitz, perché non lo potrebbe fare anche quella peculiare forma d’arte che è il fumetto?” si domandano il filosofo Raffaele Mantegazza e il teologo Brunetto Salvarani, che all’argomento hanno dedicato il saggio, Le strisce dei lager (Unicopli).
Alle pagine disegnate si è affidato l’Istituto Comprensivo di Verucchio per parlare della Shoà ai propri studenti e ai cittadini. Complice Cartoon Club, il festival internazionale del fumetto e del cinema d’animazione di Rimini (che anticipa così la rassegna di luglio), dal 15 al 22 maggio la scuola media di Villa Verucchio ospita “La Shoà a fumetti”. L’esposizione (22 pannelli più albi) è curata dall’esperto Davide Barzi: si tratta di un’accurata panoramica sui comics che in giro per il mondo hanno trattato Auschwitz.

Per qualcuno è anche terapeutico, come nel caso di Art Spiegelman, che attraverso Maus descrive molto di sé e della sua famiglia. E si tratta di letteratura alta, tanto che quest'opera si è meritata il premio Pulitzer.
La metafora degli animali usati per raccontare gli esseri umani – che in Maus vede gli ebrei come topi e i nazisti come gatti – è stata utilizzata in realtà già negli anni Quaranta nel volume La Bête est morte, dove Adolf Hitler nei disegni di François Calvo diventava un lupo.
Autobiografia e invenzione si mescolano invece in Yossel – april 19, 1943 di Joe Kubert, che realizza tavole a matita di grande impatto emotivo. Altrettanto pathos e precisa documentazione storica di fondo si ritrovano invece in Auschwitz di Pascal Croci.
Negli Stati Uniti nemmeno il fumetto di super eroi ha “fatto finta di niente”: Magneto, l'arcinemico degli X-Men, porta in età adulta i segni di un'infanzia vissuta sotto l'ombra del nazismo, come si vede anche nell'incipit del primo film dedicato ai mutanti.
L'Italia ha raccontato negli anni diverse biografie di personaggi noti o meno noti (si va da Massimiliano Kolbe di Claudio Nizzi e Ferdinando Tacconi e Anna Frank di Mino Milani e Attilio Micheluzzi, a personaggi in attesa di essere riscoperti dal cinema, come è stato per Schindler, raccontati dai fratelli Maggi). Ma la storia italiana sulla Shoà più toccante è certo l'episodio di Dylan Dog intitolato "Doktor Terror" (scritta con trasporto e passione civile da Tiziano Sclavi, il creatore del personaggio), che non lascia certo indifferenti. E che, per chiudere il cerchio, in più parti richiama Maus, in quel gioco di citazioni e allusioni amplificato dalla poetica dell'autore che ha fatto la fortuna del personaggio.
Per chiudere, va segnalato con rammarico che Will Eisner, tra i più grandi autori di fumetti di sempre, recentemente scomparso, aveva in cantiere un nuovo libro: la versione a fumetti di Se questo è un uomo di Primo Levi. Storia che purtroppo non leggeremo mai e che avrebbe potuto diventare un libro di testo da diffondere capillarmente in tutte le scuole.

La mostra è accompagnata da una serie di reading lo stesso Barzi terrà martedì 16 maggio nell’Auditorum della Scuola Elementare “G. Rodari” di Villa Verucchio.
L’ingresso alla mostra è gratuito.



Cartoon Club
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www.cartoonclub.it


Francesco Farru
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