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From Dust: recensione

Sviluppatore: Ubisoft Montpellier Editore: Ubisoft Genere: God game Versione: Xbox360

From-Dust_Xbox360_coverSe si nomina b]Peter Molineux[/b] si pensa ai God game (ed alle sue leggendarie sparate di Fableiana memoria, ma questa è un'altra storia), se si pensa ai God game si pensa Popolous e, di conseguenza, a quelli che comunemente sono considerati i suoi successori spirituali, Black & White 1 & 2; non per Ubisoft! È così che la softco francese annuncia From Dust, ambizioso titolo pensato da un altro mostro sacro dell'industria videoludica, Eric Chahi (Another World, Heart of Darkness), proclamandolo erede di Popolous. Presunzione o consapevolezza? Scopriamolo.

Sarebbe inesatto considerare From Dust come un God game canonico infatti, in questo caso, siamo ben lontani dalle possibilità che venivano fornite alla divinità di Black and White perché, salvo eccezioni di cui parleremo in seguito, non ci è possibile creare e distruggere a nostro piacimento; l'Anelito, l'entità che controlliamo, ha il potere di inglobare grosse quantità di materia (terra, acqua, lava) dal territorio e di reimpiegarle in base alle necessità della tribù della quale è protettore. Il nostro scopo è quindi quello di guidare il nostro popolo alla salvezza, conquistando i totem degli Antichi attraverso i livelli della campagna. Ci è possibile vegliare sui nostri uomini tramite una classicissima visuale a volo di uccello orientabile, mentre indichiamo il totem ai piedi del quale insediarsi, creando percorsi davanti ai nostri uomini utilizzando la materia inglobata. Sembra semplice, e finché si tratta di creare un camminamento per attraversare un fiumiciattolo lo è pure; ora immaginate che nei pressi del rigagnolo ci sia un vulcano e che stia per colpirci uno tsunami. Semplice? Meno. È questo il grande cuore di From Dust: il rapporto con la natura. Fonte di salvezza se utilizzata con intelligenza, ma anche unico e terrificante nemico della nostra tribù. Un vulcano può devastare un villaggio, ma può anche fornire lava, quindi roccia, per riparare il nostro popolo da un'alluvione. I tribali possono impossessarsi della magia degli Antichi, conquistando totem e consultando misteriosi monumenti; nel primo caso, otterremo poteri incredibili (utilizzabili in maniera decisamente limitata) che permetteranno “miracoli” come il congelamento e l'evaporazione dell'acqua o la creazione illimitata di terra, mentre nel secondo otterremo protezioni da acqua o fuoco per il nostro totem; anche in questo caso, è ingenuo pensare di poter usare questi poteri come ci pare e piace: liberare il territorio dall'acqua potrebbe scatenare l'eruzione di vulcani sommersi, per esempio, e in questo caso potreste rimpiangere l'acqua. Potremo manipolare anche piante quantomeno stravaganti, come gli idralberi, estintori naturali capaci di assorbire quantità notevoli di acqua e rilasciarle a contatto col calore. Le nostre manipolazioni potranno interrompersi una volta che avremo ottenuto tutti i totem del livello, ottenendo l'accesso al portale per il prossimo territorio, ma potremo continuare i nostri esperimenti per completare il livello al 100%, ossia coprendolo del tutto di verde e trovando i monumenti “nascosti” che racchiudono uno dei vari Racconti della Memoria sbloccabili durante il viaggio. Il gioco funziona alla grande e la manipolazione dei suggestivi territori è qualcosa di veramente appagante, oltre che bisognosa di una gestione ponderata e strategica, nonché rapida e creativa. Il motore fisico efficace e accurato rende il tutto più intuitivo e realistico, offrendo una gestione del mondo dalla naturalezza veramente unica. Ciò che inizialmente rallenta il pieno godimento del gameplay, è una tendenza al tutorial ed allo “spiegone” un po' fastidiosa, che ci abbandonerà piuttosto tardi. Da sottolineare qualche imprecisione del cursore, che qualche volta ci darà dei problemi a prelevare le quantità di materia più piccole ed un'intelligenza artificiale dei tribali qualche volta frustrante; ogni tanto li vedrete ignorare sentieri perfettamente percorribili chiedendovi di procurarne un altro. Sarebbe gradita una patch per queste sbavature, perché sono davvero fastidiose e talvolta riducono il divertimento. Il titolo, per i 1200 MSP che costa, offre una buona longevità, data dalla campagna di circa 7 ore dalla buona rigiocabilità, data dalla possibilità di ripercorrere i livelli per completarli al 100% e dalle sfide, piccole prove “a tema” da completare in breve tempo, con tanto di classifiche online.

Il titolo mostra un comparto visivo di grande impatto, grazie ad un motore grafico 3D davvero notevole vista la natura DLC del prodotto e ad una direzione artistica ispirata. Gradevolissimi gli effetti che accompagnano la manipolazione degli elementi, anch'essi rappresentati con buon dettaglio. Semplici nelle animazioni e nella composizione, ma piuttosto curati e caratteristici i modelli dei “piccoli” tribali. Comunque sia, è l'incredibile motore fisico, il cui effetto sul gameplay è già stato apprezzato, a creare un incredibile senso di stupore nel giocatore; vedere uno tsunami abbattersi su di un vulcano è qualcosa di incredibile in From Dust. Splendida la pallette cromatica dalle tinte tenui utilizzata. Il comparto sonoro e delicato ed incoraggia ad ascoltare i suoni della natura che, uniti allo splendido comparto grafico, offrono momenti davvero evocativi. Simpatico il doppiaggio degli uomini della tribù, che parlano una curiosa lingua di fantasia usata perlopiù nelle cut scene: in game il suo uso si limita ad urla ed altri brevi frasi, talvolta ripetitive.

Una nota di rammarico va alla mancata coltivazione di un terreno fertile per un ottimo storytelling. I Racconti della Memoria citati compongono una sorta di “testamento” della tribù, ma si limitano a brevi testi scritti in un archivio ben poco accattivante nel design. Avremmo voluto vedere graffiti primordiali, storie raccontate davanti ad un fuoco e tutto ciò che avrebbe reso la storia della tribù più calda e viva. Il solo discorso dello sciamano, che apre ogni livello, sarebbe potuto essere più enfatizzato, come anche la cutscene/schermata di caricamento che si ripete ogni volta, durante il cambio di livello, sarebbe potuta essere differenziata. Un vero peccato.

Un titolo delicato e sottile nelle meccaniche quanto nella sua caratterizzazione estetica. Un gameplay, pur se non esente da sbavature, così intelligente e naturale capace davvero di rendere From Dust un titolo unico; ogni pericolo va affrontato con pazienza, strategia e creatività disponendo quasi esclusivamente di quello che la terra offre. Una tale profondità sarebbe stata coronata da uno scheletro narrativo più forte, tuttavia. La Summer of Arcade colpisce ancora con un titolo “artistico” ed un altro pezzo di videogaming consigliato a tutti quelli che cercano qualcosa di diverso dalla sparatoria dai ritmi serrati a cui spesso si è abituati.

Presentazione e Storytelling: 3.5
Giocabilità: 4
Grafica: 4.5
Longevità: 4
Sonoro: 4

Voto Finale: 4/5

Video

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