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Riccardo Burchielli: Vertigo Made in Italy 1° parte

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Intervista a cura di Fabio Maglione.

Nome:

Riccardo.

Cognome:

Burchielli.

Soprannome con cui sei conosciuto nel mondo del fumetto:

Boh… Burchie, credo.

Primo lavoro Vertigo pubblicato:

DMZ.

Fumetto su cui stai lavorando attualmente:

DMZ.

Primo fumetto Vertigo letto:

Hellblazer

Ultimo fumetto Vertigo letto:

Scalped.

La prima volta che hai inviato al tuo editor i tuoi lavori, hai pensato che…:

“Ci siamo. Se anche questa volta ci rimbalzo, smetto davvero!”
(Erano le tavole di prova su cui è nato DMZ).

La scusa più originale che ti sei inventato per aver cannato una consegna:

“Ero... rimasto senza benzina. Avevo una gomma a terra. Non avevo i soldi per prendere il taxi. La tintoria non mi aveva portato il tight. C'era il funerale di mia madre! Era crollata la casa! C'è stato un terremoto! Una tremenda inondazione!
LE CAVALLETTE!!!
Non è stata colpa mia! Lo giuro su Dio!”

Cosa ti riesce meglio disegnare e cosa meno:

Meglio… certe atmosfere decadenti, credo. Peggio, le donne.

Il tuo disegnatore preferito:

Sono tanti…
Obbligato a scegliere direi Gimenez. Juan Gimenez.
No! Aspetta! Font… si, si. Decisamente Font…
Aspé!... No dai Toth. Si… Toth è ok…
ASPETTA! C’ho ripensato: Gimenez è meglio. Si dai. Scusa… Gimenez.. Anche se Font…
E Pratt?! Cazzo Pratt! Vai via… metti Pratt.
E Bernét?!
No! Cioè Pratt è un genio, Peròallorasedevoscegliere Micheluzzi
Certo Font… E Gimenez… Dio mio… ma Pratt è Pratt... no dico…
Ma perché, Mari?!
Toppi?!
No, via… sono troppi.

… e uno che consideri attualmente sottovalutato:

Non saprei.

Attuale scrittore preferito (a parte quelli con cui collabori!):

Garth Ennis.

La persona che stimi di più all’interno del comicdom:

Eh, eh, eh (Ride come chi sa che la domanda è a doppio taglio. Poi se ne va senza rispondere).

Il complimento più bello che hai ricevuto per i tuoi lavori:

Una roba che diceva che oltre ad essere un buon disegnatore, il mio storytelling è “mozzafiato”.
Letto su di una recensione.

…e l’offesa più pesante…:

Che sono ciccione. Giuro. Su di un blog di fumetti (?) non mi ricordo di chi. Ah ah ah ah ah.

Un giorno vorresti poter lavorare su una sceneggiatura di…:

Mia.

Joe Quesada ti offre di lavorare su una qualsiasi serie Marvel a tua scelta, ma se accetti sarai costretto a lasciare il tuo attuale lavoro alla Vertigo.
Accetti? E se sì, a quali condizioni?

Se devo mollare DMZ, non accetto. Son troppo curioso di vedere dove arriveremo. Poi è il mio fumetto. Siamo cresciuti insieme. Non ce la farei mai.

Squilla il telefono.
Alzi la cornetta: è l’agente di Alan Moore che ti dice che il suo assistito ammira i tuoi lavori ed è pronto a lavorare con te.
La prima cosa che pensi è…:

Che Moore ha iniziato a bere.

Hai carta bianca e 100.000.000 di dollari da investire su un lungometraggio tratto dal tuo fumetto Vertigo. Come te lo immagini? Chi metteresti alla regia, alla sceneggiatura, alla fotografia e nel ruolo dei personaggi principali?

Non ne farei un film, ma una serie. Sarebbe bello se fosse la HBO ad occuparsene. Magari sul format di “Band of Brothers”: solo 10 episodi, ma con una produzione quasi hollywoodiana.
Registi Spielberg e Nolan. Scrittori… mmm… Nolan e Brian. Attori… mi metto nelle mani della produzione.
Però alla fotografia, e qui non si discute, deve esserci Andrzej Sekula.

Definisci con una parola l’arte di Riccardo Burchielli:

Disordinata.

Definisci con una parola l’arte di Giuseppe Camuncoli:

Netta.

Definisci con una parola l’arte di Massimo Carnevale:

Arte.

Definisci con una parola l’arte di Cristiano Cucina:

Atmosfera.

Definisci con una parola l’arte di Werther Dell’Edera:

Puroistinto.

Definisci con una parola l’arte di Davide Gianfelice:

Elegante.

Definisci con una parola l’arte di Luca Rossi:

Potente.

Sei finito nella famosa isola deserta. Dimmi il titolo di un fumetto, di un film, di un romanzo e soprattutto un piatto che ti porteresti dietro.

Clarke e Kubrik Spazialisti.
Il giovane Frankenstein.
Il barone Rampante.
Panino con il prosciutto e pecorino (e due olive marinate, a parte). È chic e non impegna, ideale per l’isola deserta. Buono, salutare e se ne sente sempre il bisogno. Purché possa avere con me anche del Chianti. Fedele compagno del panino al prosciutto.

E ora, di nuovo a sgobbare sul tavolo da disegno, che qui c’è gente che ha voglia di leggere altri fumetti Vertigo!

Oggiù. Andrò.


Riccardo Burchielli Comic-biografia

Nasce in collina, poi vive in pianura, ma presto torna in collina.
Ama alla follia la città, ma vive in campagna.
La più bella campagna del mondo.
Che ha tradito solo una volta.
Per tre mesi.
Con New York.
Ne valeva la pena.
È un appassionato di sport e per un po’ sarà portiere di una squadra di calcio.
Ora (lo sport) lo guarda in tv e non muove un dito.
Tifoso della Fiorentina, è stato diseredato dai nonni e da tutti i parenti (Juventini ed Interisti)
Ha lavorato per un bel po’ come Art Director in alcune agenzie di pubblicità toscane.
Per il resto: fuori da casa da anni, è ingrassato come un maiale, si mangia ancora le unghie (ma non è ingrassato per quelle). In compenso ha ancora tutti i capelli. Ha molti amici, qualche basso, qualche tatuaggio, una moto, una band, qualche donna in passato, una fidanzata nel presente, molti fumetti, tre caschi, qualche vestito, tante paturnie, forti emozioni, qualche paura, qualche sana fobia, alcuni viaggi passati, e una forte passione per il vino, l’heavy metal e per certi filmacci horror; poco sonno, molta musica, impegni. Molti per fortuna.

Ah! Dimenticavo: disegna fumetti.


Fabio Maglione
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