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Nemrod: Fabio Celoni

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Intervista a Fabio Celoni


A cura di Stefano Perullo

Ciao Fabio, benvenuto su ComicUs.
Ti confesso che non nascondo una certa emozione nell’intervistarti… il varo di una nuova serie, completamente realizzata in Italia, la curiosità di apprendere in anteprima tematiche e ambientazioni, la soddisfazione nel vedere che la Star Comics, dopo alcuni anni durante i quali si affidava sulla sola produzione di Lazarus Ledd, stia riscoprendo un settore molto caro a noi lettori. Insomma un vero e proprio meltin’ pot di emozioni e considerazioni. Se è così per me… beh, immagino come possa sentirti tu. Come stai vivendo lo sviluppo di Nemrod? Con quali emozioni e quali aspettative?

Ciao a te e un grande saluto a tutti… L’emozione è tutta mia! Lo sviluppo e l’uscita imminente di Nemrod – come giustamente immagini – stanno prendendo tutti i miei (nostri) pensieri e sforzi. L’aspettativa è grande e noi tutti ci auguriamo di aver fatto qualcosa che possa piacere: di certo con noi stessi non siamo stati avari di perfezionismo (direi addirittura maniacali) e posso sicuramente dire che abbiamo fatto il 110% di quello che potevamo fare. La Star ha dimostrato di credere molto nel progetto e non possiamo che ringraziarli per la fiducia che ci hanno accordato. Siamo realmente emozionati perché è un progetto molto importante per noi e che ci ha coinvolti profondamente, da parte mia mi auguro che tutto questo – la passione, il divertimento e l’impegno enorme da parte di tutti – possa arrivare anche in minima parte a chi vorrà leggerlo.

Di Nemrod si parla ufficialmente dallo scorso aprile quando, in occasione del salone del fumetto di Torino, è stato distribuito gratuitamente uno speciale numero zero. Da allora hai varato un forum di discussione, ed immagino che tu abbia avuto modo di parlare con parecchi lettori. Che tipo di rapporto si sta instaurando con essi?

Guarda, per me è un mondo relativamente nuovo, solo poco tempo fa (ai tempi di Brad Barron) venni invitato sul forum e accettai con grande piacere, benché ne capissi ben poco… ma l’imbarazzo è svanito velocemente, perché si è venuto subito a creare un rapporto davvero molto bello con tutti gli utenti. Da lì, superato quello scoglio psicologico, ho voluto anche salutare – e mi sembrava il minimo! – gli amici di Cravenrod7, il forum di Dylan Dog (ehi, ma si può dire o sto facendo pubblicità occulta?!), e quando è nato Nemrod ho pensato che sarebbe stato bello creare un luogo di discussione per parlare del progetto direttamente – senza barriere – con chiunque avesse avuto voglia di farlo. “Bene, e come si fa?”, è stata la domanda successiva. Diciamo che ho passato qualche notte insonne per tentare i capire come materialmente si tirasse su la struttura, come mettere gli sfondi, i caratteri, etc…! Ma alla fine, limata dopo limata, aiutato anche da dritte e aiuti fondamentali senza i quali sarei rimasto impantanato a vita, eccolo lì. Degli utenti e – spero! – futuri lettori di Nemrod non posso che spendere belle parole, con molti ormai siamo amici, ci sono inoltre tutti i disegnatori dello staff presenti, e questa mi sembra una bellissima cosa. Tanti utenti sono quasi più appassionati di noi e ti assicuro che non è poco! C’è anche una credo interessantissima sezione – l’IMAGO LIBER – in cui raggruppiamo tutti gli omaggi fatti a Nemrod, alcuni sono davvero magnifici… e chissà per il futuro, non mi sbilancio! Smiley


In questi mesi ti saranno state poste moltissime domande, immagino che spesso siano anche scontate (ma sono doverose, e tra poco te le porrò anche io…), quindi suggerirei di provare ad essere un po’ originali e ti chiedo: cosa ti sarebbe piaciuto che ti fosse chiesto e non lo è stato fatto?

Qualche domanda in più sui disegnatori della serie, visto che mi dai spazio e carta bianca parto subito. Fantastici!!! Fabiano Ambu, Sergio Gerasi, Giuseppe De Luca, Matteo Mosca, Ivan Vitolo, Beppe Candita. Hanno fatto e stanno facendo un lavoro strepitoso, lavorando tutti a dei livelli altissimi, ma potrete giudicarlo da voi. Credo sia fondamentalmente per l’entusiasmo che hanno tutti dimostrato di avere verso il progetto, stanno dando il massimo e credo che ci sarà qualche grande sorpresa. In ultimo, ma non per ultimo, sono diventati degli amici: per me è la cosa più importante, è bello lavorare così.


In effetti alle volte l’attenzione di noi intervistatori si focalizza più sui creatori della serie che non su quelle persone grazie alle quali i progetti si trasformano in qualcosa di concreto. Come è stato allestito il “cast” dei disegnatori? Molti di loro hanno precedentemente collaborato con Ade Capone su Lazarus Ledd. Come differiva il loro metodo di lavoro da quello tuo e quanto, eventualmente, è stato difficile adattarsi?

La collaborazione si è sviluppata nel modo più naturale possibile, e si è trasformata in qualcosa di più che un semplice rapporto professionale. Io e Andrea ci siamo “guardati in giro” e abbiamo avuto la fortuna (e l’onore) di ricevere tavole di prova da tantissimi disegnatori. Questa è stata sinceramente una delle parti più difficili, umanamente intendo, essere costretti a dire di no a delle persone e a dei validi artisti, ma non c’era alternativa, i numeri disponibili erano pochi, e alla fine abbiamo optato per quei disegnatori che più ci sembravano orientati verso lo spirito della serie. Tutto qui. Per il metodo di lavoro di quei disegnatori che ora collaborano con noi, stiamo procedendo nel modo più semplice possibile, le scadenze ci sono per forza di cose, ma abbiamo detto a ciascuno di sentirsi libero di consegnare ogni volta un tot di tavole che gli andasse bene, a matita, in modo che le si potesse vedere. Le guardiamo insieme, io faccio una supervisione artistica cercando di lasciare comunque più libertà possibile, e poi passano all’inchiostrazione. Devo dire che, malgrado abbiano a che fare con due puntigliosi mica da ridere, ci spiazzano ogni volta per la bellezza del loro lavoro, non posso che ringraziarli anche qui per il loro impegno.


Passiamo ad una domanda scontata… Come nasce il progetto da cui si è evoluto Nemrod?

Scontata ma come dicevi necessaria: nasce da un’idea di Aromatico per un libro. Da lì, discutendone per anni, creando personaggi, ambienti e modificandone abbondantemente la struttura, abbiamo insieme creato Nemrod per come lo conosciamo – e lo conoscerete – oggi. Concepito come una grande storia in dodici capitoli, con una strettissima continuity, e le basi per un ampliamento ben più grande già progettato.


C’è quindi la possibilità che Nemrod, se riscuoterà il giusto riscontro commerciale, possa continuare oltre i dodici numeri già previsti?

Sì, certo. Se dovesse piacere, sarà solo un piacere raccontare il resto della storia!

Da quello che intuisco, Nemrod è una serie con tematiche orrorifiche. Ma l’orrore ha molte sfaccettature e molte diverse sfumature. Che tipo di orrore affronteranno i protagonisti di Nemrod?

L’orrore in tutte le sue forme, nella sua essenza definibile come IL MALE. Quello che prende mille facce e si rivela in una guerra come nei piccoli e apparentemente innocui atti di ogni giorno. Dire che Nemrod è una serie horror non corrisponde esattamente al vero. Certo ci sono tematiche del genere, ma è una lettura molto più complessa ed articolata, in cui si spazia tra l’avventura, la guerra, il fantasy e lo storico… Tutto questo mantenendo una struttura molto distinguibile e ben lontani dall’essere di fronte a un calderone in cui si getta un po’ di tutto… Quel che c’è, è perché serviva, per raccontare quella storia, tutto qui!



Come mai tu e Andrea (Aromatico) avete optato per il genere horror?

Vedi sopra! Le tematiche di cui parla Nemrod ci stanno a cuore, abbiamo fatto una cosa che contenesse gli argomenti e le suggestioni che da sempre affascinano entrambi, volevamo in primis divertirci. Personalmente credo poco o nulla alle strategie di marketing quando si parla di creazioni artistiche, dunque non abbiamo badato a fare contenti questi o quelli con caramelle ad hoc, ad esempio con due tette messe lì tanto per far cassa o stratagemmi del genere. Non abbiamo fatto strategie di mercato nello studiare i personaggi, per capirci… Volevamo raccontare questa storia, punto. La Star ci ha creduto e la presentiamo esattamente come l’avevamo progettata, senza modifiche di nessun tipo.

Al cinema, l’orrore è un genere narrativo molto codificato, spesso estremamente moralista (tutti coloro che non sono scevri da peccatucci finiscono spesso vittime del mostro di turno). Nemrod “risente” degli stessi stilemi?

Credo che il moralismo sia presente un po’ ovunque, e non contamini solo l’horror. Per contro, ci sono magnifici film horror che di moralistico non hanno proprio nulla. Di certo – se può tranquillizzarti – non vogliamo “moralizzare” nessuno, e vorrei ben vedere… Vorrebbe dire pensare di essere portatori della verità assoluta, e mi sembrerebbe quantomeno presuntuoso.



A prima vista mi sembra che Nemrod sia una serie corale, basata su un gruppo di eroi e non sul solito personaggio protagonista di serie e testata. È una impressione corretta?

Ottima vista! È esattamente ciò che hai detto: un’opera corale, in cui nessun singolo è il protagonista, ma tutti insieme contribuiscono a crearlo. Ciò che è importante dire è che i personaggi si sveleranno poco a poco, e la visione intera del mosaico si potrà avere inevitabilmente solo alla fine. Li conosceremo quasi tutti subito, nel numero 1, ma di certo parzialmente… Le sorprese, lo vedrete, non si faranno attendere!

Quanti episodi di Nemrod disegnerai?

Per ora ne ho disegnato uno, il primo numero della miniserie. Del futuro, chiaramente, è ancora impossibile parlare.


Il tuo percorso artistico è abbastanza singolare: hai iniziato a disegnare “paperi” (e non solo) per la Disney con uno stile da cartoon, e sei poi passato ad uno stile oscuro e realistico (che a tratti mi ricorda Neal Adams) alla Bonelli sulle pagine di Dylan Dog. Il passo successivo sono state le copertine di Brad Barron dove hai adottato uno stile realistico ma un po’ distorto, leggermente caricaturale… A che punto è la tua evoluzione stilistica? Che stile adotterai su Nemrod?

A che punto è? Difficile rispondere… Sarebbe un po’ come chiedere a che punto è la tua evoluzione spirituale… È qualcosa in continuo mutamento e – si spera – maturazione, tento di imparare sempre, per quel che posso, da ciò che vedo, leggo, sento. È difficile dire “da quel giorno il mio stile è diventato così o cosà”… Sono cose che si trasformano insieme all’esperienza personale, e dunque alla vita, nel bene o nel male s’intende, modifiche impercettibili nella corta distanza. Cerco sempre di migliorarmi, di capire se qualcosa può venire meglio, togliendo, aggiungendo, distillando. Tutto questo nel tentativo – non certo facile nel nostro mestiere – di non appoggiarsi alle stampelle di ciò che già si ha raggiunto, o che si crede di sapere. Dello “stile” francamente mi interessa poco, la mia non è una rincorsa a cristallizzarmi in uno stile-gabbia da cui essere protetto, anzi, direi il contrario… Se capisco che posso dire cose più interessanti in un altro modo, ben venga. Lo stile su Nemrod… Credo sia più diretto, un po’ più essenziale, anche più “duro” nei chiaroscuri, ma magari son cose che vedo solo io! Certo ho tentato di raccontare quella storia nella maniera che mi sembrava più efficace possibile, lavorando moltissimo sulla regia, sul dinamismo, sulle espressioni e sull’inchiostrazione. Come tento di fare sempre, ogni storia… è una storia a sé.

Di Brad Barron sei stato anche copertinista. Quanto di quella esperienza riverserai nelle copertine di Nemrod?

Il lavoro su Brad Barron è stato per me fondamentale, e non posso che ringraziare ancora Tito Faraci, Mauro Marcheselli, Sergio Bonelli e Decio Canzio che me ne hanno dato la possibilità. Di certo ho imparato molto, come da qualsiasi esperienza che si affronti con impegno e passione: è stato un lavoro entusiasmante, anche se non privo di difficoltà. Lo ricordo con grande piacere, Brad è sempre nel mio cuore! Le cose che ho imparato, anche solo parlando di piccole conquiste “tecniche”, serviranno per questo e per i prossimi lavori, come del resto tutto quello che ho fatto prima… Davvero, ogni cosa ha il suo peso e gioca un ruolo fondamentale nel bagaglio artistico di chi si dedica a questo mestiere (e ovviamente, non solo a questo…).



Domanda un po’ pepata… A molti è sembrato strano che tu, uno degli autori di punta della scuderia della Sergio Bonelli Editore, abbia deciso di produrre una miniserie per un editore “concorrente”. La cosa personalmente non mi colpisce (capita spesso negli USA che un autore lavori contemporaneamente per Marvel e DC, o che un autore italiano lavori per l’Italia e la Francia), ma ha suscitato alcune perplessità. Come rispondi a queste voci?

Effettivamente è una cosa molto italiana, che credo lasci un po’ il tempo che trova… Semplicemente, esistono progetti diversi in contesti diversi, tradizioni differenti, senza che questo debba per forza dar luogo a dietrologie che fanno un po’ sorridere… Con Bonelli c’è uno splendido rapporto, umano ancor prima che professionale, lui e Mauro (Marcheselli) sono tra le persone più corrette che abbia mai incontrato, e non solo nel nostro ambiente. Ho chiesto qualche mese di tempo per disegnare il primo numero di Nemrod e mi è stato gentilmente concesso… D’altronde sono abituato a fare più cose contemporaneamente, ormai Mauro è abituato! L’importante, credo, è fare con onestà e professionalità, oltre che con impegno e passione, il proprio lavoro… delle voci, m’importa meno di zero. Chi parla solo di solito non fa… e da fare, ce n’è fin troppo!



Stefano Perullo
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