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Nemrod: Andrea Aromatico

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Intervista ad Andrea Aromatico


A cura di Stefano Perullo

Ciao Andrea, benvenuto su ComicUs!
Il tuo nome, probabilmente, risulterà nuovo al popolo dei lettori di fumetti. Quindi, che ne diresti di rompere il ghiaccio iniziando a parlare di te? Chi è Andrea Aromatico e cosa ti ha portato a scrivere Nemrod?

41 anni, coniugato, attualmente impegnato su almeno tre fronti lavorativi, ho alle spalle una carriera che, se non fosse la mia, invidierei a morte! Libri, studi, docenza, consulenza per enti pubblici e privati, direzione di collane, tanta televisione – storico il periodo con La Porta a Notte Rai dove ho firmato e condotto programmi di nicchia, ma di culto, quali La Magia, Anima, Le Coincidenze Meravigliose, Anima Mundi e la Biblioteca dell’Anima! – ed oggi ancora regia di documentari e giornalismo (moltissimo), sino alla consulenza aziendale a livello di comunicazione e per prodotti legati alla moda e all’out-door… E nel cassetto tre saggi a cui tengo moltissimo bloccati dalla partenza di Nemrod!

Nemrod è il frutto della tua collaborazione con Fabio Celoni; come è nato questo connubio?

Lui leggeva i miei libri, io i suoi fumetti. Capitò che mi chiamò offrendo di venirmi ad incontrare. Ne è nata un’amicizia, that’s all!

Come è nata l’idea alla base di Nemrod? Com’era strutturato il progetto iniziale e com’è cambiato nella sua evoluzione finale?

L’idea di base di Nemrod parte da un fatto storico, anzi due: 11 settembre e relativa escalation d’odio a livello planetario, constatazione che siamo ormai a un punto, in questo tempo, in cui più nessuno riesce a vedere il male in quanto tale quando opera, a causa d’un relativismo culturale che ha stravolto il nome delle cose…
Un tizio, tale Tolkien, scrisse un libro per creare una neo-mitologia capace di mettere in guardia l’umanità contro i rigurgiti di quell’EVIL che cambia forma ma non sostanza.
Mi venne in mente d’inventare un Fantasy che, rileggendo tutta la nostra storia attuale in chiave mitologico-religiosa, sullo sfondo d’una grandiosa avventura, potesse dare corpo ancora ad un pensiero forte, entusiasta, capace di far credere che questo non sarà il migliore di mondi possibili, ma val la pena di salvarlo e combattere per farlo.
Per omaggiare il maestro e per le valenze simboliche dalla cosa, pensai ad una trilogia.
Ne parlai con Fabio Celoni con cui da anni ci si confronta ormai su tutto. Mi stoppò, dicendo che a suo dire era da matti sprecare in un romanzo quello che per lui (e anche per me in verità, anche se non osavo confessarlo) era davvero un soggetto esplosivo per una serie a fumetti.
Il resto è venuto da sé.
Miniserie con trama potentissima e già in cassetto, pronta alla partenza in caso di positiva accoglienza da parte del pubblico, serie regolare. Con oltre 60 soggetti “blindati”…
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Professionalmente tu sei uno scrittore prestato ai fumetti. In un periodo in cui pare che molti editori, soprattutto i grandi, si approcciano alle nuvole parlanti nel tentativo di creare un connubio tra fumetto e letteratura, coinvolgendo nomi di un certo rilievo nella realizzazione di “graphic novel” con risultati che molto spesso deludono le aspettative, cosa ti ha spinto a percorrere la strada della narrativa disegnata? E come mai hai optato per un terreno “minato” come il fumetto commerciale da edicola?

Credo d’aver risposto… Tuttavia permettimi di dirti che io, a differenza di altri, avevo le spalle coperte da almeno quattro fattori:
1) non mi definisco solo uno scrittore, ma un uomo di comunicazione, a dire che l’aver fatto regia (e relativi story-board), sapere cosa significa CLL, PPP e PA perché usati cento volte nei documentari, un suo valore quando ci si mette a sceneggiare fumetti, credimi, ce l’ha rispetto a chi in vita sua s’è trovato davanti solo pagine bianche;
2) avevo a fianco Fabio, una colonna ormai del fumetto italiano, capace coi suoi consigli d’instradarmi in quattro e quattr’otto verso la retta via (controllando poi sempre il mio lavoro, come io il suo);
3) sono da sempre un maniaco lettore di fumetti, e ne conosco abbastanza bene il linguaggio specifico;
4) proposi io la cosa in Star, non viceversa, a dire che non è stata un’operazione di mero marketing volta sfruttare il mio nome nel campo degli studi esoterici (succede questo nei suddetti casi), ma la scelta d’un imprenditore storico del settore su un progetto visibile dall’inizio alla fine, con un feed back di base garantito dal coinvolgimento di Fabio. Un progetto che è dovuto passare sotto le forche caudine di gente come Dario Gulli, Luca Loletti, Sergio Cavallerin e la Bovini Family prima di divenire operativo, figure che di fumetto, qualche cosa direi, ne capiscono… non ti pare?
A dirti che Nemrod è arrivato a un editore GIÀ come un FUMETTO, anche se scritto da un non (ancora) fumettista…
(Non voglio neppure ricordare come l’80% degli sceneggiatori oggi mitici della British-invasion, erano tutt’altro che fumettisti ab ovo…)

Sei un lettore di fumetti? Cosa ti piace leggere e quali fumetti ci consiglieresti di avere nella nostra libreria?

Accanito! Mio Dio, mi credi se ti dico che ho praticamente letto di tutto in vita mia? Roba vecchia o nuova? Come sia un po’ di roba te le dico… Tutto Frank Miller (meno Robocop), tutto Neil Gaiman, parecchio Alan Moore, parecchio Garth Ennis, tanto Marl Millar, i primi 100 numeri di Zagor, Tex, Dylan Dog e Mister NO, Akira, Dragon Ball (ha delle cose geniali), varie cose di Paul Smith, J.M. De Matteis, Kurt Busiek, i primi 30 numeri di Dampyr, se le ritrovate, tutte le vecchie storie di Fratello Voo Doo e Zombie (Corriere della Paura, Corno), tutto quello che ha fatto Magnus, Saturno contro la Terra, vari numeri di Jeff Hawky, i primi 10-20 numeri di tutte le testate Image, Weapon X e tutto il Conan disegnato da BWS, alcune cose della esse-gesse a partire dai primi 50 numeri del Comandante Mark, qualche Geppo e Soldino, non si può non averlo, ogni cosa disegnata da JRJ anche se a sceneggiarlo fossero il mago Otelma o Costantino! E qui mi fermo se no vado avanti per ore…

Quali sono le tue fonti di ispirazione per Nemrod?

Il mito – tutto – e la realtà che stiamo vivendo, con moltissimo esoterismo ed avventura. Immaginati un Signore degli Anelli scritto a quattro mani da Tolkien e Quentin Tarantino, sceneggiato da Millar e John Woo, con Peter Jackson alla regia… E io che faccio la consulenza mito-religioso-esoterica.

Parlami un po’ di Nemrod. Di cosa tratterà la trama e che tipo di intreccio narrativo hai deciso di dare a questa miniserie?

Golosone! Davvero non posso, credimi, sarebbe ingiusto e troppo complesso… Posso solo dirti che ci saranno varie trame che s’intrecciano con un ritmo mozzafiato, dove l’avventura si sposa al dolore e la commozione alla guerra e alla furia di battaglie combattute senza esclusioni di colpi.
Alla fine della cosa infatti, si vedrà disegnata una realtà che altro nome non avrà che Nemrod Univers… Vedrai, vedrai…

Che difficoltà hai avuto ad interagire con i disegnatori, quanto è stato difficile cercare di ottenere da loro ciò che tu avevi immaginato nella tua mente?

Nessuna perché, su precise richieste mie e di Fabio, ci è stato dato il meglio. Sono geniali tutti, dai più noti alle matricole. D’altra parte dopo i due, tre giorni di shock per la visione delle tavole di Celoni, in cui hanno vagato in stato catatonico-ossessivo tra il divano e il letto, la cosa è servita loro da stimolo e davvero ne vedrete delle belle… Tanto che di una cosa son certo: magari (anche se non credo) qualcuno potrà anche storcere il naso davanti alla storia, ma ogni albo vale cari i miei 2,70 euro per la qualità mostruosa delle tavole!

Che cosa si prova ad affidare ad altri la visualizzazione delle proprie idee? Hai mai avuto la sensazione di non avere il controllo totale della tua creazione (cosa non abituale per te che sei abituato a scrivere e ad avere il controllo creativo su ciò che scrivi)?

Con Celoni, Ambu, Gerasi, Mosca, De Luca, Vitolo e Candita alle matite? Solo libidine!!!!

Come valuti l’esperienza di scrittura su Nemrod? In futuro ti piacerebbe continuare a scrivere fumetti?

a) Intrigante, stimolante, certamente una possibilità di crescita anche interiore.
b) Lo sto già facendo…




Stefano Perullo
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