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Maschere: Antonio Panepinto/Quirino Calderone


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Salve, benvenuti su ComicUs.it


Potete presentarvi ai nostri lettori?

Antonio Panepinto: Beh c’è poco da dire di me. Ho ventisei anni, vivo e lavoro a Palermo. Da sempre, l’unica cosa che so fare è raccontare storie, e questo mi ha portato, nel mio piccolo, a sperimentare i vari linguaggi. Così un giorno ho sperimentato il linguaggio del fumetto e me ne sono innamorato, per quanto questo non sia il mio unico amore. Fumettisticamente, prima di Maschere ho prodotto ben poco: ho partecipato alla miniserie Avatar, scrivendone il numero 5 (su soggetto di Rossana Baldanza), poi qualche mese dopo ho scritto il secondo speciale della miniserie MIS, entrambi (come Maschere) per Cronaca di Topolinia.

Quirino Calderone: Anche io nasco e vivo tuttora a Palermo. Classe 1980. Disegno da quando ho memoria, ma il mio approccio con il fumetto è avvenuto relativamente tardi, avevo 13 anni circa, ma da quel momento non ho mai abbandonato questo mezzo straordinario. Fino ad ora il mio contributo al mondo del fumetto si è limitato a qualche illustrazione per fanzine, e alla partecipazione ad una striscia umoristica pubblicata sul web, Gli Isolani. Sono tra i fondatori delle community Gruppo Trinacria, e Kinart.it. Questa con Cronaca di Topolinia è la mia prima vera esperienza editoriale.

Parliamo di Maschere: ci illustrate il progetto, di cosa parlerà e come verrà sviluppato?

Antonio Panepinto: Maschere racconta il declino dei Guardian Angels, una squadra di supereroi composta da Dracon, Spettro, Shock e Pussycat, in un mondo che non conosce altri superesseri. La miniserie, in sei numeri, racconta come da simboli di una nazione e protettori del mondo, i quattro protagonisti inizino a venire considerati come delle minacce. Racconteremo di come inizino a perdere il controllo di ciò che succede attorno a loro e delle loro reazioni. Inoltre i GA scopriranno che il loro ruolo non è quello che avevano sempre creduto, e che dietro i nobili ideali che il governo ha sempre professato loro, si nascondo terribili intenzioni e verità.

I fumetti di supereroi esistono dai lontani anni '30 e ormai il genere è stato sviscerato in ogni più piccola parte. Cosa propone di diverso Maschere? O, al tempo stesso, quali caratteristiche tipiche del genere verranno analizzate?

Antonio Panepinto: Nel creare Maschere, non abbiamo avuto nessuna intenzione di rinnovamento del genere, e tuttora continuo a pensare che sarebbe stato superbo da parte nostra avere certe pretese, avvicinandoci per la prima volta, da autori, al genere. Quello che volevamo fare era cercare di dare un gusto italiano ad un prodotto tipicamente americano, un po’ come gli inglesi sono riusciti a dare la loro impronta. Volevamo provare a dimostrare che, seguendo tutte le regole del fumetto supereroistico classico, è possibile anche in Italia creare un fumetto di supereroi godibile quanto uno americano o inglese. Non abbiamo mai avuto intenzione di diventare gli architetti del nuovo fumetto italiano, tutt’al più di essere come un muratore che aggiunge una pietra su un muro già iniziato da altri, sperando che qualcun altro metta la successiva ed il muro venga su bene.

Ambientare il fumetto negli Stati Uniti è una decisione abbastanza logica visto che l'America è la patria dei supereroi, ma proprio per questo, e soprattutto per la nazionalità interamente italiana del progetto, non si è presa in considerazione l'idea di ambientare questo fumetto nel nostro Paese? È impossibile scrivere avventure di supereroi italiani?

Antonio Panepinto: Il supereroe è l’icona che incarna la potenza militare degli USA, ne incarna lo spirito guerriero e la volontà di potenza, è figlio inevitabile degli Stati Uniti e credo che in nessun’altra parte del mondo avrebbe potuto nascere. L’Italia, invece, credo non sia geneticamente adatta ad avere eroi e supereroi, preferiamo prendere a prestito quelli altrui, già pronti e confezionati. I nostri eroi (come qualsiasi cosa di prettamente italico, d’altronde) tendiamo a demistificarli e demolirli, provincializzarli. Sarà perché abbiamo vissuto l’atroce esperienza del fascismo, ma qualunque ideale in Italia deve venire messo in discussione per dimostrare che se ne può fare a meno, forse perché continuano, attraverso i mass media, a spacciare falsi eroi, falsi santi e falsi profeti affastellandoli uno sull’altro per non permetterci di riconoscere quelli veri e quelli finti. O forse perché siamo molto più vecchi degli Stati Uniti e, come i vecchi, possiamo permetterci di essere disillusi. Il supereroe ha bisogno di forti ideali, giusti o sbagliati che siano, ha bisogno di un’idea di nazione e di stato forte, tutte cose che all’Italia (ma un po’ a tutta l’Europa) mancano.
Questo non vuol dire che un giorno, magari, non si tenti, da parte nostra, di scrivere di un superuomo italiano. Ma aspettatevi una storia molto acida.

Quirino Calderone: Credo che lo scenario (scenograficamente parlando) italiano non sia il migliore per i supereroi. Mi fa sorridere l’idea dell’Uomo Ragno che si muove per Palermo o Superman che svolazza sul Campidoglio, sarà perché l’iconografia è così strettamente connessa ai grattacieli americani, non so. Si dovrebbe creare un supereroe tipicamente italiano, dalle motivazioni, al costume, ai poteri. Se ci riusciremo, vi scriveremo una storia. Potrebbe essere divertente.

Quali sono stati i principali riferimenti fumettistici, sia per la storia che per i disegni, per la realizzazione di Maschere?

Antonio Panepinto/Quirino Calderone: Sicuramente ci sono gli Ultimates di Mark Millar e Brian Hitch, Authority, Supreme Power, e molto universo Marvel dal novanta in poi. In pratica abbiamo cercato il più possibile di essere in linea con le attuali tendenze del nuovo fumetto supereroico di oltreoceano.

Parliamo ora dei disegnatori coinvolti. Ogni numero avrà un disegnatore diverso. Quali sono i componenti del team e cosa li accomuna? Come mai non si è optato per unico disegnatore?

Quirino Calderone: I disegnatori della serie saranno, in ordine di apparizione: Roberto Di Salvo e i Vitrano Bros. al numero zero, io disegnerò il primo e probabilmente l’ultimo numero della serie, Giordano Panzoni il secondo numero. La disposizione degli altri disegnatori sugli altri numeri è ancora incerta, quindi non vorrei dire panzane. Ad ogni modo abbiamo cercato di selezionare i disegnatori seguendo un criterio stilistico. In questo Roberto Di Salvo, che è il supervisore grafico della serie, è stato decisivo. Infatti volevamo evitare di dare alla serie quella sensazione di forzatura tipica di quei fumetti in cui i disegnatori cercano di adattarsi a stili che non gli sono congeniali. Tutti i disegnatori che abbiamo selezionato hanno uno stile abbastanza dinamico e “americano”.
Per quanto riguarda la seconda domanda posso dire soltanto che generalmente le serie pubblicate da Taormina vedono ad ogni numero un disegnatore differente, e in questo caso non ci siamo voluti discostare dalla tradizione, anche per potere dare un pizzico di visibilità al numero più ampio di autori emergenti.

Su quali elementi ti sei focalizzato per la creazione grafica dei personaggi?

Quirino Calderone: Ho voluto evitare a tutti i costi le calzamaglie. Anche se fanno parte del mio bagaglio fumettistico (e si vede), ho voluto attenermi alle nuove tendenze di realismo e verosimiglianza nella creazione grafica dei personaggi. Antonio mi ha fornito delle descrizioni abbastanza accurate dei caratteri e delle personalità. Sono personaggi abbastanza realistici, e anche il loro aspetto (per quanto possibile su un fumetto di supereroi) doveva esserlo. Per Dracon mi sono ispirato a un militare in alta uniforme. In questo caso il mantello, malgrado sia un elemento grafico abbastanza abusato e che oramai si tende a non utilizzare, acquisisce una valenza iconica. Anche il look è abbastanza marziale, ha un che di nazistoide. Il costume di Shock è fondamentalmente una uniforme da motociclista modificata per potere apparire come un catalizzatore che lo aiuta a controllare i suoi poteri. L’uniforme di Spettro invece parte concettualmente da una muta da sub, decorata in modo tale da apparire come uno “scream”. Per lui mi sono ispirato a Space Ghost. Pussycat indossa i tipici abiti da dominatrice sadomaso, ma senza eccedere troppo nella morbosità di alcuni indumenti tipici del genere, ma cercando di mettere in risalto la sensualità. Malgrado sia abbastanza svestita, ho voluto esporre il meno possibile il suo corpo, alla fine si tratta sempre di un’uniforme da combattimento, anche se ha i tacchi a spillo :)

Sul forum di ComicUs molti utenti hanno fatto notare che il prezzo degli albi tende a scoraggiare i lettori all'acquisto della vostra iniziativa. Qual è la vostra opinione a riguardo?

Antonio Panepinto: Siamo coscienti (editori in primis) che il prezzo dei fumetti è molto alto, e senza dubbio ci rendiamo conto che ciò scoraggerà molti lettori, ma il Tao mi garantisce che non può fare di meglio se vuole continuare a pagare i suoi autori ed io non sono abbastanza addentro alle questioni economiche per poter formulare un giudizio. L’unica cosa che abbiamo potuto fare in merito è stata lavorare dando il meglio di noi, cercando di confezionare un prodotto che faccia pesare il meno possibile la spesa.

Quirino Calderone: Personalmente ho parlato un paio di volte con il Tao di questo argomento, al momento sembra che non ci siano molte alternative. La speranza è quella di continuare a lavorare bene, fino a giungere un giorno a fare grandi tirature, che permetteranno finalmente di abbattere drasticamente i costi di produzione. Noi dal canto nostro ce la stiamo mettendo tutta, e cerchiamo di migliorare ad ogni passo. Se i risultati si vedranno sarà un bene per tutti.

Un saluto da parte di ComicUs ed in bocca al lupo per il vostro progetto.

Quirino Calderone/Antonio Panepinto: Crepi il lupo e grazie per lo spazio che ci avete concesso!



Gennaro Costanzo
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