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Intervista a Giuliano Monni

Intervista a cura di: Gennaro Costanzo, Matteo Mezzanotte, Stefano Perullo, Gianluca Reina

Come nasce lo studio GG e con l'intenzione di apportare quale contributo alla vasta scena fumettistica italiana?

Lo GG Studio è nato nel 2003 come studio creativo organizzato come una congregazione di disegnatori professionisti e semi professionisti con l'intento di ricercare in una prima fase standard qualitativi che fossero prima di tutto soddisfacenti per i membri stessi. In questa fase durata un anno, lo studio non si è preoccupato di pubblicare qualcosa e/o curare la propria immagine con l'esterno. Raggiunti gli obiettivi tecnici, nel 2004 si è cominciato a lavorare sulle serie producendo una grossa quantità di lavoro, selezionando e facendo cernita tra le varie strade scandagliate in precedenza. Nel 2005 è partita la lavorazione preliminare per le serie come le conosciamo adesso e quando nel 2006 al Napoli Comicon lo GG Studio si è presentato ufficialmente come editrice, lo ha fatto con l'obiettivo di presentare un prodotto che non aveva la pretesa di sostituire o rinnovare quelli presenti sul territorio italiano, ma di affiancare alle produzioni già esistenti un prodotto graficamente innovativo confezionato ai massimi livelli, fruibile ai più e di puro intrattenimento. Forse l'unico elemento in netta contrapposizione con il resto del mercato italiano è stato quello di offrire un'immagine esaltante e innovativa.

Ci puoi presentare quelli che sono i membri del vostro studio? Quali sono i loro ruoli? Quali le loro passate esperienze con i fumetti?

Quando nel 2003 decisi insieme a Barbara Ciardo, attuale capo colorista dello studio, di affrontare le problematiche tecniche legate alla produzione di un prodotto alternativo, Pasquale "Pako" Massimo, allora mio insegnante alla Scuola Italiana di Comix di Napoli, ebbe probabilmente, in base alla sua esperienza, la premonizione di quella che sarebbe stata la mole di lavoro che ci si parava davanti e mi suggerì di trovare immediatamente qualche collaboratore. Data la natura filoamericana della mia visione del progetto intravidi, sempre sotto suggerimento di Pako Massimo, in una bellissima tavola di Hulk, le potenzialità di quello cha sarebbe stato poi uno dei più fedeli collaboratori e attualmente disegnatore della testata P'n'P, Marco Castiello.
Fu una sorpresa scoprire che nell'ambiente molto "bonelliano" della scuola, ci fosse un disegnatore che guardava nella mia stessa direzione.
L'anno dopo fu il turno di Vincenzo Cucca, all'epoca anch'egli mio insegnante, il quale rimase colpito dalla colorazione di Barbara su alcuni studi preliminari del mio progetto Penthesilea; da quel momento il passo a quella che è l'attuale collaborazione con Enzo, disegnatore di Route Des Maisons Rouges, è stato breve.
Enzo veniva dalla recente esperienza americana con la Crossgen come successore del grande Steve McNiven sulla testata Meridian che ha condotto fino alla sfortunata chiusura della casa statunitense.
Il settore sceneggiatura dello studio ha invece subìto una storia decisamente più turbolenta; il tentativo di dare voce ad autori non professionisti è stato decisamente rovinoso. In questo faccio un mea culpa poiché mi sono trovato spesso a mettere a posto i pezzi del puzzle che mi venivano lasciati dalle persone che via via si susseguivano ai testi. Attualmente il problema è definitivamente risolto. Ricordo ancora un personaggio folle dai capelli lunghi che riempiva i tavoli della Scuola Italiana di Comix con innumerevoli sketch di ottimo livello; non avrei creduto che quattro anni dopo quel ragazzo, che all'epoca decise di partire per l'Inghilterra rinunciando alla collaborazione che gli avevo offerto come disegnatore, sarebbe stato nel 2007 il nostro primo vero sceneggiatore, Mario Donisi. Al momento Mario scrive P'n'P con Marco Castiello (che insieme al fratello Dario Castiello ne ha ideato il soggetto), cura praticamente tutte le nostre testate e collabora con me ai testi di RDMR. Quindi ora sapete chi seppellire di critiche per i testi di questa serie :-))
Con l'aumento delle testate in programma e le richieste legate al lavoro dello staff, si è reso necessario l'inserimento recente di nuove figure di cui alcune autoriali, Scop & Rak e Fabrizio Fiorentino che attualmente curano le testate rispettivamente Skeleton Story e Ethan?, e di figure professionali di supporto ai settori esistenti. È il caso di citare gli utilissimi quanto bravi Alessia Nocera e Andrea Errico alla colorazione e Vincenzo Acunzo ai disegni. Infine, per completare professionalmente i nostri prodotti, dopo il massacro che mi sobbarcai per il lettering del numero 1 di RDMR, ho deciso di avvalermi dello Studio Blue.

Nel mondo del fumetto, quali sono i vostri punti di riferimento? Come vi rapportate con quello che è stato fatto prima di voi?

Come autori è doveroso dire, come è ovvio, che siamo stati e siamo degli accaniti lettori e come tali abbiamo i nostri punti di riferimento in vari artisti del panorama fumettistico mondiale. Personalmente ho trovato in Michael Turner e Masamune Shirow le mie fonti di ispirazione e, come Marco Castiello che ha trovato le sue in Jim Lee, Travis Charest e Leinil Francis Yu e Vincenzo Cucca che le ha trovate in Alessandro Barbucci e Claire Wendling, non ho motivo di nasconderlo nei prodotti pubblicati.
Come editore, la mia stella cometa sono sicuramente Todd McFarlane in primis e quelli che furono all'epoca i ragazzi dell'Image. L'approccio che abbiamo con il mercato cerca di ripercorrere quei passi, non rinnegando, come già detto, quanto di ottimo è stato già fatto da altri editori in Italia, come Sergio Bonelli Editore. La mia stima però va soprattutto agli artisti che hanno fatto parte di questo universo, come è evidente ad esempio nella metodologia applicata per ombreggiare P'n'P che è un palese riferimento ai tagli d'inchiostro che hanno inciso la storia delle tavole marchiate Sergio Bonelli. Non ho paura però di affermare con decisione che non approvo la politica, commerciale e interloquiale, rispetto agli autori portata avanti da questo editore. Il nostro prodotto quindi in definitiva si affianca al mercato esistente con tutte le sue innovazioni e i suoi limiti.

Come spiegate nella presentazione del vostro sito, il GG Studio nasce come "factory", un laboratorio artistico dedicato al fumetto. Siete una mosca bianca nel panorama fumettistico italiano. Pensate che al giorno d'oggi l'Italia possa offrire la possibilità a giovani emergenti e appassionati di fumetto di imporsi sul mercato intraprendendo vie sperimentali come la vostra?

Assolutamente sì. Come indicato dalle varie associazioni dei consumatori sparse in Europa, il problema legato all'affermazione di un particolare nuovo prodotto è indubbiamente il grado di conoscenza dell'acquirente. Non esiste un prodotto ben curato e abbordabile che non abbia prospettiva di successo. Sta al fornitore del servizio educare gli occhi del proprio target di mercato all'alternativa di prodotto. In questo in Italia ha certamente giocato negativamente la scarsa forza e professionalità di altri piccoli editori che nel tempo hanno fatto in modo che i lettori rimanessero legati alla sola e unica proposta coerente e valida della Bonelli che si è quindi imposta di fatto come unico standard a cui i lettori si sono affezionati.
Credo quindi che il mercato italiano mai come ora sia aperto a nuove proposte purché non inficiate da invidie e incompetenze.

Ve la siete mai sentita di rifiutare un incarico perché pensavate che non avrebbe portato a nulla di soddisfacente, o magari avete avuto dei dubbi su un prodotto che poi si è rivelato vincente?

Nella nostra posizione rifiutare un incarico non è un motivo di vanto; si tratta di un evento legato alla mancanza di tempo. I nostri prodotti si pongono come obiettivo primario la professionalità e la qualità, e il nostro organico, anche se in crescita, non è particolarmente ampio. Per fortuna non ci siamo mai dovuti pentire di aver rinunciato a qualcosa che si è dopo rivelata un successo internazionale. Ma rimane comunque il rammarico di non aver aggiunto la nostra firma ad un altro prodotto ben sapendo che la visibilità è in questo momento quello che più conta per noi.

Quando vi si incrocia ad una fiera del fumetto, si viene subito colpiti dal vostro sfarzoso e futuristico stand, con musica, schermi al plasma e chi più ne ha più ne metta. Questa struttura rispecchia in qualche modo una vostra sorta di scelta artistica?

In questo l'artisticità conta poco; la funzione dello stand è semplicemente legata alla nostra visione di quella che dovrebbe essere l'immagine di un'organizzazione legata all'intrattenimento. Lo stesso vale per il sito internet – www.ggstudiodesign.com - che si prefigge di innovare lo standard dell'immagine web delle editrici del settore.

L'idea di Fondo di RDMR, una guerra fra maison, è senza dubbio originale. Come è nata e come si è sviluppata?

Sfogliando il "Preview" un anno e mezzo fa, io e Marco trovammo l'immagine di due tipe sexy vestite da Cow Girls; non so come saltò fuori l'idea di fare una storia delirante basata su un gruppo di prostitute che si contendevano la piazza. Inizialmente io dovevo disegnare le donnine e Marco doveva completare il resto; ma poi arrivò Enzo e rese forse concretamente possibile la realizzazione di questa testata. In quel periodo la situazione politica italiana era un particolare cancro al culo e decidemmo che la Route dovesse rappresentare la parodia di un microcosmo corrotto, così fu inserita la figura del sindaco. Fu invece un'immagine vista su internet dai colori accesissimi che ispirò la scelta di utilizzare colori particolarmente saturi per enfatizzare il caos. Da allora l'idea è sempre stata quella di portare avanti una commedia caotica di puro intrattenimento senza particolari pretese.

Nonostante il tema "provocatorio" di RDMR, a livello di immagini siete stati abbastanza "casti". Come mai?

L'idea era quella di realizzare un prodotto commercialmente valido per lanciare lo studio e in questo le donnine di Enzo hanno fatto sicuramente la loro parte; ma non è comunque mai stato nei nostri intenti ammiccare al porno, più che altro forse alla commedia scollacciata di Lino Banfi & Co., senza mai perdere di vista però la connotazione autoriale e sobria propria dei nostri progetti. Sceneggiatura e disegni collaborano sinergicamente e devo dire senza troppo sforzo mantenendo il livello di nudità sempre nei limiti ampiamente riscontrabili in molte produzioni francesi e americane come Sky Doll o Witchblade.

In P'N'P è forte ed evidente l'omaggio al poliziesco americano. Quali film, registi ed attori, sono stati le maggiori influenze nella creazione di questa serie?

Recentemente nelle sale cinematografiche è stato proiettato il "Grind House" di Quentin Tarantino "Death Proof". In questo film Tarantino ha dato prova di tutto l'astrato che apparteneva alla sua esperienza visiva e cinematografica; non è un caso la scelta di utilizzare Kurt Russell come attore.
Due anni fa nasceva l'idea di P'n'P probabilmente con gli stessi intenti. Questa testata si basa sicuramente su quelle scelte che sono proprie del cinema tarantiniano non soltanto dal punto di vista registico, ma anche sull'approccio con cui gli elementi vengono aggiunti alla storia. Marco e Mario aggiungono elementi su elementi attingendo al proprio bagaglio personale che va dal trash al cinema di genere. Alcuni esempi sono visibili: Perry è un palese omaggio a Kurt Russell, la coppia Perry e Price invece strizza l'occhio alle coppie dei polizieschi degli anni '70, riportate poi da Tarantino in “Pulp Fiction”. C'è anche spazio per il trash più puro, come ad esempio l'inserimento dello "chef Tony" (abile venditore di una nota serie di coltelli) nella tavola dell'omicidio Gandolfini.

Fra i vostri vari progetti spicca quello di Killer Loop, un fumetto sull'aviazione. Potete illustrarci la serie? C'è una precisa ideologia che muove questo fumetto?

Killer Loop è un progetto che sarà disegnata da Marco Castiello e si basa sul gusto e l'interesse che ho per le due Grandi Guerre; in particolar modo combattere volando nella prima costituiva di per sé un atto di coraggio. Si tratta quindi di un epico basato su eventi inventati, ma accostati agli accadimenti che hanno fatto la storia. Non nascondo che complici dell'ideazione della testata sono state le gesta di mio nonno che come tanti, durante la Seconda Guerra, rischiò la sua vita a favore dei partigiani.
La serie si svilupperà sul solito modulo GG Studio di 4 volumi per 48 pagine.

Poco si conosce su Ethan?, serie che promette innovazioni grafiche per quanto riguarda la colorazione, un mix fra manuale e digitale. Di cosa parla?

Ethan? non è una serie, bensì un one-shot da 46 pagine. Ideato e scritto da Alessandro Apreda (vincitore del premio Italia Wave come Miglior Storia Fantascientifica) e disegnato da Fabrizio Fiorentino (Crossgen, Marvel, Dc), Ethan? è basato sull'eccezionale vicenda di Ethan Babylon, protagonista della storia, e contestualizzato in una Tokyo di un prossimo futuro dai toni noir.
Si tratta di un lavoro innovativo dal punto di vista del settore colore che è stato impegnato in una ricerca tesa ad avvicinare il digitale quanto più possibile alle tecniche manuali.

A prima vista, Penthesilea, altro vostro fumetto, sembra del tutto simile al personaggio di Lara Croft, ambientazione a parte. Cosa offre di nuovo questa serie?

Penthesilea non è il nome di un personaggio, ma quello della mitica regina delle Amazzoni. L'intero progetto è frutto della mia curiosità verso la psicologia femminile ed è completamente basato su un nucleo operativo di quattro donne che sono immerse in un contesto in cui, a causa di un attentato batteriologico, il genere maschile ha cessato di esistere. Seppure a prima vista può non sembrare così, la storia è concentrata interamente sui rapporti interpersonali e ha un ritmo narrativo decisamente lento, solo intervallato qualche volta da sequenze d'azione. Io preferisco paragonare Penthesilea a un qualcosa tra uno shojo manga dalle tematiche molto mature e uno sci-fi alla Ghost in The Shell. Penthesilea è un progetto particolarmente impegnativo, sia dal punto di vista della sceneggiatura, sia dal punto di vista della colorazione; per via della natura prettamente personale degli argomenti trattati, dà del filo da torcere a chi se ne occupa a parte me. In ultimo, anticipo che sarà pubblicato in un formato veramente particolare e con l’ausilio di materiali mai utilizzati nel settore.
Per quanto riguarda il paragone con Lara Croft, credo sia dovuto alla mia passione per Michael Turner che, pur non avendo disegnato l'intera serie di Tomb Raider, ne ha dato la migliore interpretazione fumettistica ed è perciò ricordato per questo.

L'aspetto grafico dei vostri fumetti è di ottima fattura e molto elevato e predomina nettamente sulla narrazione. Questa è una precisa scelta per offrire un fumetto che sia d'intrattenimento al 100%, un po' come per i blockbuster americani?

Assolutamente sì. Prima di tutto il nostro prodotto si prefigge di offrire al lettore un modo per rilassarsi e divertirsi godendo di una lettura scorrevole e di immagini che appaghino la vista. Anche la confezione del prodotto segue la tendenza crescente degli utenti a possedere un oggetto da riprendere più volte e da collezionare come un DVD. Ad ogni modo, nonostante l'approccio decisamente orientato, cerchiamo comunque di impegnarci al massimo per interessare e accattivare il lettore anche con le storie, ma sempre senza pretendere di sconvolgerlo più di tanto o di fargli raggiungere un grado di conoscenza più alto.
Io apprezzo di trovare in un film quello che mi aspettavo di vedere.

Siete praticamente tutti italiani. Quello che abbiamo visto finora delle vostre produzioni ha un'ambientazione "estera" (la Francia per RDMR, l'America per P'N'P). Questo desiderio di internazionalità nasce solo per un fattore di vendibilità o c'è altro dietro, come l'impossibilità di trovare un vostro spazio in patria oppure da un'impostazione esterofila a priori del GG Studio?

Prima di tutto voglio dire che non siamo tutti italiani, quantomeno di origine. Uno dei nostri coloristi, Andrea Errico, è di origine capoverdiana...:-)
Riguardo alle ambientazioni scelte non c'è nessuna volontà di distacco dal nostro contesto, a cui teniamo, o motivazione commerciale; il pubblico semplicemente grazie al cinema e ad internet si è abituato a godere dell'avventura globale. Noi compresi quindi spaziamo con la fantasia nei posti più disparati; Penthesilea stessa è ambientata in Brasile, a Rio De Janeiro.

Qual è stato l'impatto con il mercato? I vostri prodotti sono economici e ben fatti, ma che riscontro hanno avuto? Come siete stati accolti dai lettori alle fiere e dal mercato delle fumetterie? Sembra di capire che, al di là del grosso successo di pubblico avuto in fiera, i vostri volumi non abbiano riscosso il successo che vi aspettavate. Secondo voi cos'è che non ha funzionato?

Osservando le vendite dei nostri fumetti dal punto di vista del mercato italiano, non ritengo che non abbiano avuto un successo. Giorni fa la Panini mi confermava che, contrariamente a quanto consueto, il secondo numero di RDMR ha più ordini del primo. Questo è sicuramente prova del fatto che le persone sono rimaste contente del nostro lavoro e se ne stanno aggiungendo di nuove. RDMR volume 1 ha venduto oltre mille copie, il che mi sembra un ottimo risultato, e il più recente P'n'P volume 1 sembra essere sulla stessa strada.
Credo che il problema principale comunque sia da attribuirsi alla scarsa conoscenza del pubblico della nostra realtà editoriale, e in questo la distribuzione gioca sicuramente in maniera non positivissima, ma ormai posso affermare con certezza, visto che i nostri prodotti si accingono ad essere pubblicati in quattro paesi (Italia, Francia, Stati Uniti e Olanda), che dopo un anno di investimenti fatti in ambito pubblicitario le testate GG Studio cominciano decisamente a decollare. Questo lo dico paragonando le vendite agli standard del mercato italiano che, in senso assoluto, rimangono però comunque basse per poter parlare ancora di utili.

Che tipo di ruolo deve avere, secondo te, la critica web? Da alcune tue esternazioni mi sembra che la critica web debba ricoprire un ruolo di informazione ma debba esimersi da giudizi (specie se negativi) sull'operato degli editori, soprattutto se giovani. È corretta questa mia disamina?

Non credo di aver mai affermato una cosa del genere. Credo che la critica web, considerando anche le difficoltà insite nell'attività editoriale italiana, debba mostrare maggior attenzione verso le nuove iniziative facendo un'attenta distinzione tra pareri personali e valutazioni obiettive. Per quanto riguarda la critica rivolta alle giovani editrici, in quel caso forse si dovrebbe prestare un'attenzione particolare nell'esprimere giudizi dozzinali e affrettati, come magari si potrebbe perdonare se fatto ad una qualsiasi nuova iniziativa editoriale di una major affermata. Gli sforzi condotti da una giovane realtà editoriale per raggiungere la visibilità sono enormi, e in quelle occasioni in cui si ha l'opportunità di essere recensiti, qualora le critiche fossero eccessivamente penalizzanti, rischierebbero di non avere in tempi rapidi un valido contrapposto, tramutandosi da critiche personali a danno all'immagine.

Quali nuove serie e progetti ci sono nel futuro del GG Studio?

In questo momento lo studio è bombardato da richieste che mostrano un crescente interesse delle major verso il lavoro basato su un gruppo creativo capace di gestire un workflow completo e di offrire garanzie su qualità, scadenze e attrezzature. Si può affermare con certezza che la scelta di proporsi come staff secondo il modulo statunitense e centro europeo, riscontra sempre maggior successo in contrapposizione con la logica del "one man band" che forse ha penalizzato l'indiscutibile qualità del prodotto italiano, fino a questo momento. Lo studio, per far fronte alla grossa mole di lavoro distribuita tra le attività editoriali e le commissioni esterne, sta conducendo una campagna di allargamento che in Italia risulta comunque ardua, vista la reticenza dei singoli artisti ad entrare nell'ottica dello "staff". Per il momento quindi abbiamo dovuto limitare le nuove offerte nell'ambito editoriale. A un anno dalla presentazione del primo numero di RDMR a Lucca C&G '06, lo GG Studio si appresta ad affrontare la nuova edizione della fiera con ben quattro nuove testate: Skeleton Story di Rak&Scop, P'n'P, che sarà presente a Lucca con il numero 2, Killer Loop e Gore. Per la kermesse sarà ovviamente disponibile anche il terzo numero di RDMR.
Sette pubblicazioni in un anno senza contare il Season '07 presentato a Napoli Comicon di quest'anno.
A conferma della volontà dello GG Studio di aumentare la propria offerta, ci sono all'orizzonte anche progetti non seriali a lungo termine come Ethan?, Mediterranea e Penthesilea.
Mentre nel 2008 dovrebbero fare la propria comparsa i primi prodotti della sezione GG Studio Models che abbiamo deciso di ritardare per permettere ai lettori di avere una visione più attenta e quindi una maggiore fidelizzazione verso gli universi GG Studio.
Infine una novità di sicuro gradimento per i lettori: l'abbassamento del prezzo delle testate seriali, dagli attuali 6,00 € a 4,90 €.

Un saluto a tutti gli amici di Comicus.



Gennaro Costanzo
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