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La parola al maestro: Jordi Bernet

torpedo1_200Intervista a cura di Giovanni La Mantia, Marco Rizzo - supervisione di Annamaria Bajo e Gennaro Costanzo

traduzione a cura di Marco Farinelli e Alberto Schiavone - si ringrazia Marco Schiavone

Lei ha collaborato con autori dallo stile differente quali Carlos Trillo, Sánchez Abulí, Antonio Segura e altri, realizzando comunque un lavoro omogeneo pur nella diversità del segno (il genere grottesco, quello drammatico, la commedia, l'avventura tout-court, la fantascienza e così via) e delle più disparate ambientazioni. Qual è il suo genere favorito, al di là della produzione proposta?

Qualsiasi cosa che mi permetta di accentuare il tono drammatico giocando con la combinazione di bianchi e di neri. Per questo ho sempre trovato piacere nelle storie di genere noir: Torpedo, Kraken, Custer etc...

Andrax, Custer, Chiara, Cicca, Torpedo, Sarvan e Kraken... sono moltissime le sue serie popolari. Può raccontarci qualche aneddoto sulla lavorazione di queste serie?

Non ho mai avuto l’opportunità di studiare disegno. Utilizzai le serie per imparare facendo. Con Andrax potei sperimentare sulla anatomia maschile, Sarvan mi servì per imparare un po’ a disegnare le donne. Per quello dunque fu una scelta rischiosa, dato che non avevo molta idea dell’argomento, con Torpedo, Kraken, Custer e altri potei sperimentare tutte le mie possibilità col bianco e nero e la verità è che mi divertii molto e sprecai litri di china. Però credo che il personaggio da cui abbia imparato di più sia stato Chiara di Notte.

torpedo1_200Parlando di Torpedo, come si realizzò la successione ad Alex Toth? Il suo Torpedo è molto diverso da quello del suo predecessore.

torpedo2_250Luca Torelli-Torpedo arrivò nelle mie mani quasi per casualità. Era passato un anno da che lo aveva abbandonato Alex Toth e secondo il parere negativo della rivista Selecciones Ilustradas confidava troppo nel personaggio, perché passò un anno appunto e le tre o quattro sceneggiature che l’editore Toutain aveva di Luca Torelli rimanevano in fondo al cassetto insieme ai due episodi disegnati da Toth, non ancora pubblicati.
A me piacque tutto quel materiale, soprattutto le pagine di Alex, per il quale nutrivo grande rispetto e ammirazione, ma iniziai a lavorarci da zero nella creazione dei personaggi e nel modo di impostare la serie, con molto humor (che prima non aveva) e violenza, utilizzando un po’ lo stesso Josep Toutain per la faccia e il fisico di Torpedo, in quanto Rascal era la caricatura di un gangster autentico dell’epoca, Abe Reeles, e un po’ di Richard Nixon che a quei tempi era una faccia molto conosciuta. Disegnai molte bionde e personaggi truci, in modo che apparisse tutto come una caricatura stravagante delle pellicole americane degli anni 30-40.
Torpedo iniziò a essere pubblicato, curiosamente, sulla rivista “Creepy”, e a partire dalla terza uscita ebbe un successo assoluto. A parer mio e dello sceneggiatore avevamo salvato la casa editrice di Toutain che a quei tempi era in caduta libera.

Generalmente i suoi fumetti vengono pubblicati in monocromatico perché lei è giustamente considerato un Maestro di questo stile, nell’uso di luce, inchiostrazione, regia. Le piacerebbe lavorare maggiormente con il colore? O vedere qualche sua opera colorata?

Mi piace molto il bianco e nero, non sento la necessità di colorare i miei disegni. Mi piace molto la sintesi, ottenere buoni risultati con pochi elementi. Isaac Stern diceva “Faccio così semplice che non posso ingannare” ed io penso la stessa cosa. In Torpedo utilizzai il “pennello secco” per dare ai miei disegni e alle mie illustrazioni lo stesso sapore delle illustrazioni pulp nordamericane degli anni ‘30.

jonah_250Ultimamente abbiamo visto il lavoro per alcune serie DC Comics, come Jonah Hex e Solo. Come è stato il suo approccio col fumetto mainstream USA? E come ha intrapreso l'avventura di Solo, dove ha avuto modo di lavorare su sceneggiature di autori di scuola nordamericani come Dixon, Kelly, Arcudi e altri ancora?

Lavoro per la DC con molto piacere perché ho totale libertà e posso disegnare quello che mi piace, i western con Jonah Hex ed il noir con Solo. Le norme sul sesso sono molto più restrittive che in Europa, è risaputo bernetspiritku3_200(nelle pubblicazioni per ragazzi), ma io ho pubblicato lì Chiara di Notte, Torpedo, Snake e altri personaggi forti senza nessun problema. Attualmente sto lavorando ad una serie proprio per la DC con le sceneggiature di Jimmy Palmiotti.

Col restringersi del mercato delle riviste generaliste, al di là degli albi "alla francese" che futuro ha il fumetto seriale di stampo latino? Molti suoi colleghi ispano-argentini ad esempio oggi collaborano piuttosto strettamente con l'editore Bonelli.

Penso che sia un peccato che siano praticamente scomparse questo tipo di riviste, ma c’è da adattarsi ai tempi. Io penso che i buoni, i grandi disegnatori stiano scomparendo e quello che predomina oggi sia la mediocrità, molti colori e troppi computer.
Quando ero ragazzino, a Barcellona, aspettavo l’arrivo del mercoledì perché era il giorno in cui in edicola usciva un fumetto chiamato Texas Hill, che collezionavo con devozione. Potete immaginarvi cosa provai quando molti anni dopo ebbi l’opportunità di disegnare il Texone L’uomo di Atlanta, che ho sempre dichiarato essere la storia più grossa che abbia mai disegnato, ma nella quale mi divertii molto ed ebbi la totale libertà da Sergio Bonelli di disegnarla alla mia maniera.



Marco Rizzo
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