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Intervista a Steve McNiven

Steve McNiven, autore Marvel transfugo dalla Crossgen, disegnatore di Marvel Knight: Four e Civil War, era uno degli ospiti d’onore della nona edizione di Napoli Comicon.

Era d’obbligo un’intervista. Arrivati nella stanzetta del Comicon dedicata alle interviste, ci rendiamo conto che il bravissimo disegnatore dell’ultimo maxi evento marvelliano non ha per niente l’aspetto di una star, quanto piuttosto quello di un umile ragazzone americano, che si presenta semplicemente come Steve, sorridendo, nonostante le ore di autografi e interviste alle spalle.
Intervista a cura di Giulio Capriglione e Gianluca Reina

Civil War è una serie dai forti contenuti sociali. Cosa ne pensi, e come hai vissuto la gestione di una storia, per così dire, scottante come questa?

Mi è piaciuto avere a che fare con Civil War, perché… in Civil War non ci sono cattivi. Nei fumetti di solito ci sono personaggi buoni e personaggi meno buoni che tramano nell’ombra… mentre in questa storia non ce ne sono, è sostanzialmente una guerra di ideologie. E’ un conflitto tra i diritti dell’individuo e i diritti di una comunità, tra la sicurezza della tua nazione e la libertà che riesci a garantire ai singoli individui. Ci sono molti paralleli possibili con la realtà, quindi mi ha molto divertito realizzare questa storia. Ma allo stesso tempo ci sono anche le battaglie tra supereroi! [risate] Il sottotesto politico è lì, e può essere analizzato, ma se ti interessa solo sapere chi vincerà tra l’Uomo Ragno e Mr. Fantastic… c’è anche il livello di lettura più leggero. Quando disegno, non penso tanto al contesto politico, ma più a come realizzare certe inquadrature, certe tavole…

Hai esordito nei comics lavorando per la Crossgen, una casa editrice piuttosto piccola e di impronta soprattutto fantasy. Come ti sei trovato a passare alla Marvel, che è molto più grande e improntata a lavori, in un certo senso, più realistici?

E’ stato eccitante. Quando fai lavori artistici, la prima cosa che vuoi è che la gente li veda, e grazie alla Marvel ho avuto una platea più grande rispetto a prima. Io sono cresciuto con la Marvel, la DC, l’Uomo Ragno, Superman… è qualcosa che ho sempre desiderato fare. E quando ho cominciato mi sono reso conto di quanto fosse difficile! Il fantasy è pieno di tizi con abiti larghi, quindi puoi concentrarti sulla gestualità senza preoccuparti troppo dell’anatomia. I supereroi, invece, sono più forti, più muscolosi, il che è divertente quando disegni scene d’azione, ma quando magari sono seduti a parlare, come noi adesso, oppure fanno cose comuni… è più difficile, devi essere molto accurato, a causa dello spandex! [risate] Devi fare molta pratica, io non sono ancora a mio agio nel disegnare scene di vita di tutti i giorni nei miei albi.

Quali saranno i tuoi prossimi progetti?

Non posso ancora parlarne. Sono in esclusiva con la Marvel fino al 2009, quindi sarà sicuramente un fumetto targato Marvel, ma non posso dire di più.

In Civil War hai disegnato tantissimi personaggi. Ti piacerebbe lavorare in maniera più approfondita su un personaggio in particolare, in futuro?

Mi piacerebbe concentrarmi su Capitan America… e anche sull’Uomo Ragno, di cui tra l’altro preferisco il costume classico rispetto a quello nero [in USA è da poco tornato alla ribalta il costume nero con la saga back in black, ndr]. I Fantastici Quattro mi piacciono… ce ne sono tanti che vorrei disegnare, ma in realtà io non cerco i personaggi, bensì gli scrittori, le buone storie…

In questo senso, come ti sei trovato a lavorare con scrittori come Ellis, Bendis, Millar… quali differenze di stile hai trovato tra loro?

Credo che ogni scrittore abbia il suo particolare stile, qualcosa che ti fa dire “questo è Ellis, questo è Bendis…”, ed è questo il bello, ma ognuno di loro è molto bravo, mi piace lavorare con ognuno di questi scrittori. Lavorare con scrittori tanto diversi ti porta a migliorarti, ponendo attenzione di volta in volta a diversi aspetti dello storytelling. E’ una delle cose più belle nel mio lavoro: la collaborazione.

Come hai vissuto i ritardi di Civil War? E’ stato frustrante per te vedere il tuo lavoro uscire con tanto ritardo?

Beh, è stato difficile, perchè ho cercato di lavorare al meglio delle mie possibilità, e io preferisco decisamente la qualità alla quantità. Quando l’industria va male, e ci sono pochi lavori “là fuori”, sono gli autori di qualità ad andare avanti. Lasciarmi continuare la serie è stata una decisione della Marvel, ed è stato sorprendente per me sapere che volevano che continuassi. Quando sai che tutti aspettano i risultati del tuo lavoro ti stressi, hai la tentazione di lavorare in fretta, ma devi importi di rilassarti e fare bene il tuo lavoro. Ho dato alla Marvel tutto il tempo per decidere, quindi appena finivo una tavola, la mettevo nello scanner e la inviavo, e così via, in modo che loro sapessero sempre a che punto ero e potessero prendere la loro decisione.



Giulio Capriglione
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