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Eric Shanower

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Ciao Eric e benvenuto sulle pagine di Comicus.it. "L'Età del Bronzo" è una storia sui generis. Da cosa parte la scelta di questa opera?

Ebbi per la prima volta l’idea di rinarrare la storia completa della guerra di Troia nel febbraio del 1991. Mi ero reso conto immediatamente di quanto sarebbe stato gigantesco un progetto del genere, ma questo non mi ha scoraggiato. Alla fine mi ci sono buttato e ho iniziato a fare ricerche sia nella tradizione letteraria della guerra di Troia che nella storia e nell’archeologia della tarda età del bronzo egea.
La storia della guerra di Troia è lunga e vi sono coinvolti tanti personaggi pittoreschi. Alla fine degli anni ’80 e all’inizio dei ’90, questo era il tipo di progetto che un giorno avrei sperato di scrivere ed illustrare. L’idea della storia di Troia mi si è presentata al momento giusto. Pensai che sarebbe stata una storia davvero interessante e coinvolgente da raccontare attraverso il medium fumetto.
Sapevo che la rinarrazione della storia della guerra di Troia sarebbe stata un po' inusuale per un fumetto americano, ma immaginavo anche che la maggior parte delle persone avessero sentito parlare almeno di Elena o del Cavallo di Troia, quindi l’argomento non sarebbe stato del tutto inedito. Speravo ci fosse un pubblico recettivo per un'opera del genere. Per fortuna, avevo ragione.

Quanto hai dovuto faticare per trovare il giusto equilibrio grafico nel realizzare una storia così realistica?

Innanzitutto, "L'Età del Bronzo" non è stata più difficile da realizzare della maggior parte dei progetti fumettistici a cui ho lavorato. E’ molto lunga ed ha richiesto molte ricerche sugli usi e i costumi, ma in generale il mio approccio non è stato diverso da quello che userei per un lavoro meno ampio. Cerco di trattare tutti i personaggi come esseri umani realistici, lasciando che siano loro a raccontarmi le loro storie. A volte appare un po' folle cercare di coordinare tutti i vari aspetti della storia. Ci sono tantissimi personaggi e devo avere sempre chiaro come interagiscano tutti i vari elementi della storia.
Una delle difficoltà maggiori è mantenere le caratteristiche esteriori in modo da rendere i personaggi abbastanza differenti l’uno dall’altro, così che il lettore non resti confuso. Questo è stato un problema che ho avuto con alcuni dei personaggi che avevo disegnato inizialmente, specialmente con i principi troiani. Volevo essere certo che apparissero tutti come membri della stessa famiglia, ma pensavo che molti di loro sembrassero troppo simili, come Paride ed Eleno. Alcuni lettori mi avevano detto che risultava loro difficile distinguerli. Questo è qualcosa di cui ho tenuto conto da allora in poi. Da quel momento sono comunque rimasto fedele alle mie prime rappresentazioni dei personaggi, anche se ho cercato di modificare alcuni particolari che li rendevano troppo simili, per aiutare i lettori a distinguerli. E cerco anche di inserire i nomi nei dialoghi, quando ritengo che ci sia la possibilità che il lettore possa confondersi.

Pur prendendo spunto da più di duemila anni di tradizione e classici, "L'Età del Bronzo" propone, in una certa ottica, uno scontro di civiltà... Sei in qualche modo influenzato dagli avvenimenti geo-politici odierni?

Non sono molto influenzato dalla situazione attuale, dato che la storia è gia delineata. Tutto quello che devo fare è raccontarla di nuovo. Ma alcune delle ragioni per cui voglio rinarrare questa particolare storia risentono degli attuali conflitti tra nazioni. Ho avuto l’idea di rinarrare la leggenda della guerra di Troia durante la prima guerra degli USA in Iraq e, quando le cose hanno cominciato a precipitare dopo l’11 settembre, vi ho visto riflessi gli eventi e i personaggi de "L'Età del Bronzo". La guerra di Troia è una storia che ha tutto al suo interno, ogni sfaccettatura della natura umana, tutti i mali che portano i conflitti tra individui e tra nazioni. Sicuramente spero di riuscire a mostrare in quest'opera la follia e la tragedia della guerra, dell’avidità e dell’egoismo. Uno dei miei principali intenti è mostrare che il rifiuto del prendersi la responsabilità delle proprie azioni e decisioni è sbagliato. Questa è una delle ragioni per cui ho eliminato gli dei intesi come personaggi dalla storia.

Quanto c'è di tuo a livello della storia in sé e soprattuto a livello emozionale, del tuo "essere" sentimetale nell'opera?

La storia della guerra di Troia è stata raccontata nel corso dei secoli molte volte e in tante forme diverse. Sto cercando di includerle tutte nella mia interpretazione. Cerco di non aggiungere nulla, ma devo decidere come conciliare diversi aspetti delle varie versioni, soprattutto quando sembrano contraddirsi. Devo inoltre riuscire a far collimare la storia in maniera coerente con l’archeologia della tarda Età del Bronzo, operazione che non risulta sempre facile da compiere. I punti in cui tutti questi elementi si fondono insieme risiedono in quella parte della storia che è il mio personale contributo alla lunga tradizione della leggenda della guerra di Troia.

Hai visto il film "Troy"? Che ne pensi? C'è una ritrovata voglia di scoprire i miti dell'antichità nel pubblico di oggi?

Ho visto il film “Troy” di Wolfgang Petersen. Non l’ho trovato così brutto come temevo. Mi sono piaciute alcune parti, e penso che l’atmosfera sia stata ben delineata. Alcune scene le ho trovate efficaci, come il duello tra Paride e Menelao. Il film non ha seguito la storia tradizionale, ma negli ultimi 14 anni ho letto così tante versioni differenti della storia, che le variazioni del film non mi hanno infastidito più di tanto.
Ciò su cui mi sono trovato fortemente in disaccordo è stata l’anacronistica miscellanea di costumi e scenografie. Se i produttori del film avessero lasciato questi aspetti alla fantasia, mi sarebbe stato bene. Raccontare la storia come un’opera fantasy sarebbe stata una scelta legittima. Ma è stata messa una data all’inizio del film, inserendolo quindi nel genere storico, poi si è proceduto ignorando la storia in tutti i suoi aspetti esteriori e di costume. Questo è risultato un po' offensivo per il pubblico. Sono stati inseriti alcuni particolari di genuina archeologia della tarda Età del Bronzo, ma usati generalmente in maniera non corretta, come posizionare il triangolo che si trova sopra la Porta del Leone di Micene all’interno della sala del trono di Agamennone. Questo è stato ridicolo.
Non credo che il pubblico del film avesse alcun desiderio di scoprire e comprendere la storia antica. Penso che volessero solo vedere un film con molta azione e combattimenti.

Quando è previsto il completamento dell'opera?

"L'Età del Bronzo" durerà probabilmente per altri quindici anni. E questa è solo una stima.

Progetti per il futuro? Qualcosa di meno impegnativo?

Non so a cosa lavorerò una volta ultimata quest'opera. E’ troppo lontano nel futuro per prevederlo. Comunque, non credo che il mio prossimo progetto avrà nulla a che fare con la mitologia greca o la storia antica.

Hai volutamente reso attuale l'opera, o è una soluzione che t'è venuta strada facendo?

La mia intenzione è di rendere "L'Età del Bronzo" un’opera senza tempo. Da una parte cerco di tenere fuori dai dialoghi espressioni in slang o modi di esprimersi eccessivamente moderni. Dall’altra, non voglio che il dialogo suoni arcaico, legandolo ad una specie di costruzione delle frasi neo-shakespeariana. Questo suonerebbe del tutto inadeguato. Quindi cerco di usare uno stile neutro, che non richiami troppo l’attenzione su questo aspetto (n.d.t.: e di conseguenza sia corretto in qualunque momento o contesto lo si legga).
Allo stesso modo, non voglio che la parte grafica risulti troppo appariscente. Non uso inquadrature eclatanti che sarebbero difficili da seguire. Voglio che tutto risulti chiaro e immediato, in modo che il lettore sia più interessato alle vite dei personaggi che a quanto bene o male abbia disegnato qualcosa.
Quando esco al di fuori della semplice progressione vignetta-per-vignetta, è per una ragione precisa, in genere per un flashback. Questo per segnalare al lettore che la storia si è discostata dalla linea temporale principale e che stiamo osservando eventi passati attraverso lo sguardo di uno dei personaggi. In genere mi tengo lontano da inquadrature inusuali e altri trucchi visivi in modo che, quando li uso, abbiano un certo impatto. Almeno, questa è la mia intenzione.

Hai letto - anche se non ti sei ispirato ad - altre modernizazioni dell'Iliade?

Cerco di tenermi alla larga da interpretazioni attuali della guerra di Troia, a prescindere da quanto si discostino dalla tradizione, perché non voglio essere impropriamente influenzato dall’interpretazione di qualcun altro. Comunque, come dicevo, ho visto il film “Troy” del 2004 e sono tentato di leggere il nuovo romanzo di Margaret George “Elena di Troia”. L’unica attualizzazione che ho visto recentemente è stato un mini-comic che qualcuno mi ha dato ad una convention qualche anno fa. In questo, il fumettista aveva narrato la storia usando i parametri del wrestling. Era breve, ma molto divertente.

C'è un luogo comune sul modo diverso di percepire la storia tra Americani ed Europei. Che ne pensi?

Credo che abbia un suo perchè. Ad esempio, recentemente ho visto un video di una produzione de La Scala di un balletto italiano. Presentava diverse scoperte scientifiche ed invenzioni fatte da Europei, mentre da studente io avevo imparato che queste stesse scoperte erano state fatte da Americani. Immagino che entrambi i punti di vista abbiano un fondo di verità, ma che la verità completa sia più grande delle versioni separate. Questo genere di cose accadono non solo tra paesi e continenti, ma anche in scala più piccola come regioni, città, vicini di casa, membri della stessa famiglia. Comunque, è una vergogna che la storia appaia così spesso distorta da costrutti immaginari come i confini nazionali, i governi e le religioni. Ma questa è la natura umana. Penso che tutto questo significhi che dobbiamo consultare un’ampia gamma di fonti per iniziare a comprendere ogni aspetto della storia.

In un periodo in cui fioccano edizioni extra-lusso di fumetti particolarmente meritevoli (mi riferisco agli Omnibus della Marvel, ma anche agli Absolute della DC e alla recenti edizioni Image di "The Walking Dead" e "Invincible"), ci si aspetterebbe che un'opera monumentale come "L'Età del Bronzo" possa godere dello stesso trattamento. E' un'aspettativa fondata?

Quando l'opera sarà completata, mi piacerebbe realizzare un’edizione speciale dell’intera storia in un volume (o più volumi) dalla grafica e dalla stampa molto curata. Ma manca ancora molto.

Ne "L'Età del Bronzo" hai trattato in modo molto sensibile la sessualità umana nella sua vasta gamma di espressioni. Hai avuto problemi con il pubblico americano, riguardo questo?

Ho avuto un paio di responsi negativi. Nessuno di questi particolarmente veemente. Non è stato un problema. Ero preoccupato dall’aver ritratto Cassandra come vittima di molestie sessuali, ma ho ricevuto solo un piccolo commento su questo particolare, ed è stato positivo. Nessuno ha detto assolutamente nulla riguardo Troilo che si masturba, nell’ultimo numero uscito negli USA.

Puoi introdurci brevemente l'argomento della sessualità nell'antica Grecia, e il modo in cui l'hai trattato?

Il mio intento è di raccontare la storia completa della guerra di Troia, quindi sto ovviamente includendo anche tutti gli aspetti sessuali della storia. Abbiamo informazioni riguardo il sesso durante il periodo classico, che è ciò che la maggior parte delle persone intendono quando menzionano la sessualità dell’Antica Grecia. Ma non abbiamo molte informazioni riguardo la sessualità nella tarda Età del Bronzo egea, quindi per quanto concerne le attitudini e le pratiche sessuali dei personaggi ho fatto riferimento alla tradizione letteraria più che alle scoperte storiche ed archeologiche. Ovviamente, come tutte le persone vissute nel corso della storia, i personaggi hanno fatto sesso. La storia inizia fondamentalmente con la seduzione di Elena da parte di Paride, quindi è un elemento importante.
Con un personaggio come Achille la situazione diviene un po' complicata. Nelle varie versioni della leggenda, ha avuto relazioni romantiche e sessuali con numerosi altri personaggi: Patroclo, Ifigenia, Briseide, Troilo, Pentesileia, Polissena, Antiloco. Io ho dovuto semplicemente incanalare tutto quel materiale nella mia concezione della personalità di Achille, insieme al resto della sua storia. Molte persone hanno idee preconcette su Achille, ma io cerco di ignorarle e concentrarmi solo su come raccontare al meglio la storia complessiva.

Hai mai letto le opere di Alan Moore che trattano la sessualità, (come "The Mirror of Love", o "Lost Girls")?

Ho letto “The Mirror of Love”, mi sembra nel 1989 quando fu pubblicato per la prima volta. Ho cercato la versione più recente corredata dalle foto di Jose Villarrubia, ma non mi sono ancora seduto a leggerlo di nuovo.
Riguardo "Lost Girls" con Dorothy Gale dei libri di Oz, ho amato quella serie di racconti sin da quando avevo sei anni e sto seguendo "Lost Girls" in tutte le sue incarnazioni, dalla sua serializzazione su "Taboo" dei primi anni ’90 fino all’ultima edizione completa che possiedo, ma che non ho ancora avuto la possibilità di leggere. Possiedo e conservo la maggior parte della produzione di Alan Moore con il massimo riguardo, e ciò che ho letto di "Lost Girls" (i capitoli di "Taboo") mi ha divertito. Avendo io stesso scritto molto materiale usando il personaggio di Dorothy, mi sono avvicinato all’approccio di Moore verso di lei con un certo scetticismo, ma ricordo di non aver avuto alcun problema con esso. Come ho detto, non ho riletto ancora Lost Girls, ma ricordo un episodio dove appariva un cartello con la parola “ON” e più avanti l’angolazione cambiava in modo da leggersi “OZ”. Questa fu una trovata intelligente (come tutti ci aspettiamo da Mr. Moore).

Grazie per la disponibilità, Eric, alla prossima!



Carlo Del Grande
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