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Alessandro Poli


Alessandro Poli è il papà grafico di Demian, secondo le parole dello stesso Pasquale Ruju. Un passato nella pubblicità e un presente come copertinista della nuova miniserie Bonelli. Ma non solo...

Intervista di Stefano Perullo con la (scarsa) collaborazione di Giulio Capriglione

COMICUS: La prima cosa che mi ha colpito, appena ho visto le illustrazioni e il tuo nome, è stata proprio il tuo nome, nel senso che mi ha molto colpito il fatto che…

Alessandro Poli:
''E chi è stò qua?''

CUS: Appunto! (risate) Cioè il fatto che un perfetto sconosciuto avesse avuto immediatamente l’onore delle copertine di una serie nuova, e quindi mi chiedo: sei uno sconosciuto solo per me? Quale è stato il tuo percorso artistico prima di arrivare a Demian?

AP:
Beh, è molto semplice: prima di Demian avevo già iniziato a collaborare con la Bonelli perché avevo iniziato una storia di Dylan Dog che adesso sto finendo. Nel frattempo ho visualizzato i personaggi con Pasquale e, quando è arrivato il momento di ''mettere in pista'' le copertine, Marcheselli mi ha chiesto se avevo voglia di fare una prova. La prova è andata bene… Prima ancora mi occupavo di storyboard per le agenzie pubblicitarie.

CUS: Che relazione c’è tra questo tipo di lavoro e quello del fumettista? Anzi, c’è una relazione?

AP:
Poca… secondo me nell’ambiente pubblicitario sono poche le occasioni in cui viene richiesto un lavoro accurato come per il fumetto, perché è comunque un prodotto destinato ad avere una vita breve, che deve essere utilizzato per la regia, ma dopo viene buttato, non è il prodotto finito. Il fumetto è il prodotto finito, quindi si cerca di farlo meglio e le qualità richieste sono superiori. Gli storyboard sono molto più abbozzati, non importa se ci sono delle incertezze anatomiche.

CUS: Ci hai detto che stai lavorando su un Dylan Dog. Testi di Ruju, immagino…

AP:
Di Ruju, esatto.

CUS: Per quando è prevista la pubblicazione?

AP:
Non te lo so dire, credo che quest’anno la programmazione sia già abbastanza piena, so che ci sono degli avvenimento piuttosto importanti, come il ventennale del personaggio e le storie di Sclavi, che ovviamente hanno la precedenza. Quindi penso che, se anche faccio il bravo e lo finisco in tempi brevi, slitterà all’anno prossimo. Ma sono ipotesi, è Marcheselli ad avere la parola finale.

CUS: Parliamo di Demian. Tu lavori su Dylan Dog. In Bonelli ci sono due scuole di pensiero: quella dei personaggi con volti ispirati a degli attori e quella dei personaggi con volti creati di sana pianta. Ad esempio Dampyr, ispirato a Ralph Fiennes, lo stesso Dylan Dog ispirato alle fattezze di Rupert Everett, Julia che è ispirata a Audrey Hepburn, e poi Brendon, Jonathan Steele, Gregory Hunter, forse anche Mister No, che hanno dei volti creati ex-novo. Demian sembra appartenere alla seconda categoria…

AP:
Il riferimento iniziale era comunque un attore, il francese Vincent Perez, che da noi non è molto famoso. Lui è stato il punto di partenza, che serve comunque per comunicare una certa fisionomia, poi nel tempo il personaggio cambia. Demian è cambiato quasi subito…

CUS: Si, in effetti io ho visto Vincent Perez in alcuni film, e Demian non lo ricorda molto…

AP:
No, infatti, tra l’altro il personaggio si è anche un po’ modificato dagli studi iniziali, quindi si è proprio allontanato dal riferimento iniziale.

CUS: Demian sembra un po’ efebico: magrolino, biondo… Ruju che tipo di personaggio ti chiese di caratterizzare?

AP:
L’intenzione era di creare un personaggio che sembrasse quasi un angelo, per contrapporlo poi a tutta una serie di situazioni piuttosto crude e ''terrene''.

CUS: La mia osservazione nasce dal fatto che io, quando leggo dei romanzi noir, mi immagino sempre questi personaggioni cattivi, massicci… e quando ho visto Demian sono rimasto colpito dal fatto che è appunto un personaggio totalmente diverso da quello che ti puoi aspettare da un’ambientazione noir.

AP:
Si, è una scelta di Ruju per giocare un po’ sul contrasto che ti dicevo… ma lui sicuramente te lo saprebbe illustrare meglio.

CUS: Per il cast di personaggi invece, che tipo di lavoro hai dovuto fare?

AP:
Beh, ci sono i suoi genitori adottivi, il commissario, un suo amico mafioso che è un po’ la ''spalla'' del protagonista…

CUS: E poi c’è la ragazza che già nel numero zero sembra avere un destino segnato…

AP:
Ehm… non lo so! (risate) Comunque si, ci sono abbastanza comprimari, c’è anche un bel cattivo…

CUS: Se il protagonista ha un aspetto angelico, per il ''cattivo'' che tipo di lavoro hai dovuto fare e che aspetto avrà?

AP:
Beh, anche per gli altri personaggi, per comodità, siamo partiti da degli attori, poi un pochino abbiamo cercato di cambiarli, anche perché poi nella serie ogni disegnatore interpreta ed esprime i personaggi come meglio crede. Se ti dicessi l’attore ti darei un’indicazione quasi fuorviante… magari qualcosa si intravedrà. Già nella ''spalla'' l’attore di partenza è sparito del tutto.

CUS: A me la spalla ha ricordato un attore, uno slavo, non ricordo il suo nome, ma comunque non credo che sia lui… è l’attore di un film che si chiama ''Prima della pioggia'', ha partecipato anche all’ultimo film di Kubrick, ''Eyes Wide Shut'', interpretava il negoziante di costumi…

AP:
Ho capito… no, non è lui, l’attore di partenza era Tchéky Karyo. Ti ricordi ''Nikita''? Era il commissario addestratore, il cattivo della situazione… la fisionomia è quella, il viso un po’ quadrato, duro… la spalla ha in più i baffi, capelli un pò più lunghi… gli attori sono serviti come primo contatto, ecco. Poi si è cercato di andare in altre direzioni.

CUS: Un’altra cosa che salta subito agli occhi è la colorazione delle copertine. E’ tua, giusto?

AP:
Si, io do un’indicazione di colore su una fotocopia del disegno in bianco e nero…

CUS: Che intendi precisamente per indicazione?

AP:
In pratica io coloro la copertina con degli acquerelli…

CUS: Ti spiego, vedendo le tavole di alcuni disegnatori americani non colorate si nota che loro usano scrivere ''black'' dove va il nero, eccetera… invece tu in effetti fai in prima persona i colori, no?

AP:
Si, io faccio i colori, poi però la redazione affida ad altri degli aggiustamenti, anche perché io ho un po’ la manina pesante con il colore, tendo a farli troppo carichi, quindi la redazione interviene e rende tutto più ''pulito'', anche più leggibile.

CUS: Personalmente mi ha colpito molto la scelta dei colori nelle copertine del numero zero e del numero uno, sono colori abbastanza nuovi per una serie bonelli. Mi sembra che ultimamente ci sia un’evoluzione con le copertine di Mastantuono, quelle di De Angelis che sono ad acquerello, anche quelle di Roi… tu rappresenti un’ulteriore evoluzione.

AP:
Guarda, sinceramente le intenzioni non sono quelle, nel senso che io cerco di vedere come lavora Villa, che è molto pulito ed efficace. Però poi, ti ripeto, ogni tanto mi scappa la mano, quindi accentuo delle cose che si potrebbero anche tralasciare. Quindi può darsi che senza volere io abbia caricato dei toni che si potevano lasciare un po’ più bassi… sono molto contento che la redazione sistemi questi miei errori… diciamo che se qualcuno si ricorderà delle mie cose non sarà per i colori (risate).

CUS: Che indicazioni hai sulle copertine? Cioè, quando vedo le copertine di Magico Vento, mi rendo conto che Mastantuono si ispira a degli avvenimenti che avvengono all’interno dell’albo e li rappresenta nel disegno.

AP:
Si, è così anche per Demian. Viene scelta una situazione significativa dell’episodio e si cerca di ricrearla in una sola immagine, accentuando un po’ la tensione, l’atmosfera…

CUS: La prima copertina in effetti sembra molto evocativa, non d’azione…

AP:
E’ vero, ma in effetti la copertina del primo episodio di solito è un disegno di ''presentazione'', non ricrea un episodio della storia perché deve presentare il personaggio.

CUS: Quindi le altre copertine saranno più ‘’narrative’’…

AP:
Si, le altre si riallacciano a degli episodi interni.

CUS: Ma è Ruju che ti dà un’indicazione per il soggetto o è tutta opera tua?

AP:
No, loro [la redazione, ndr] mi forniscono delle pagine della storia, poi io realizzo degli schizzi…

CUS: Ok, vorrei farti un’ultima domanda… anzi, un’ultima serie di domande. Mentre parlavi ci pensavo, ma mi è sfuggita… (luuuuuuunga pausa) ah ecco! E’ una domanda un po’ strana: nelle copertine bonelliane i personaggi quasi sempre impugnano delle pistole, e spesso le tengono nella sinistra, in modo che si vedano meglio. Il tuo personaggio è il primo a non avere questo problema, perché di pistole ne ha due…

AP(stupito):
Sono tutti mancini?

CUS: Se noti si.

AP:
Adesso andrò a controllare…

CUS: Lo fanno spesso per avere la pistola rivolta verso il lettore (mima la tipica postura da copertina bonelliana, ndr), altrimenti il braccio sarebbe coperto dal corpo…

AP:
Eh si, io non ho questo problema (risate) comunque non è che le avrà sempre in mano, capiterà anche che ne abbia una, o magari nessuna. Comunque si, si è deciso di armarlo bene, con due bei cannoni… (risate)

CUS: Senza rivelarci nulla della serie, cosa puoi dirci dell’atmosfera che vi si respira, della città?

AP:
Su questo sicuramente Ruju ti saprebbe indirizzare meglio… comunque l’atmosfera sarà sicuramente mediterranea, Marsiglia del resto è una città di mare. Purtroppo non so bene come si svilupperà la serie.

CUS: Tu non realizzerai nessun episodio?

AP:
No, non credo. Mi basta fare un lavoro discreto per le copertine, se vanno bene sono già contento.

CUS: Un’ultima cosa: tu hai uno stile che si rifà molto a quello di Andrea Venturi (disegnatore di Dylan Dog e Tex, ndr), sei un suo allievo?

AP:
Penso che Andrea Venturi mi piaccia così tanto che forse mi piace anche fisicamente (risate) no, è un carissimo amico. Siamo diventati amici dopo che sono andato a rompergli le scatole a casa, purtroppo per lui abitiamo vicini (a Bologna, ndr). E’ stato gentilissimo, mi ha accolto a casa sua e nel tempo mi ha dato molti consigli, tuttora ci vediamo spesso e a volte lo importuno per dei suggerimenti. Secondo me Andrea, pur avendo uno stile ''bonelliano'' riesce a internare in sé i vecchi disegnatori americani di supereroi, come Buscema, Neal Adams…

CUS: Si, è molto italiano e allo stesso tempo molto americano, ha un tratto sporco, però disegna anatomie da supereroi…

AP:
E’ vero, si vede che ha un’energia che va al di là della nostra vecchia scuola, viene da altre direzioni… in ogni caso è riuscito a sviluppare uno stile che a me piace molto. Sennò non sarei ad adorarlo in continuazione (risate).

CUS: Ok, non ti trattengo oltre: un saluto per i lettori del sito?

AP:
Un saluto affettuoso, un bacione e un abbraccio!


Marco Rizzo
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