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Intervista a David Lloyd


A cura di Marco Rizzo


Abbiamo avuto occasione, durante Napoli Comicon, di passare un quarto d’ora circa con David Lloyd. Una persona affabile e simpatica ma comunque attenta a mantenere l’aplomb del “professore”, con l’immancabile birra davanti e l’immediata sensazione di trasmettere una grande umanità e modestia, nonostante sia coautore di uno dei più grandi capolavori del fumetto.

CUS: Abbiamo visto, nel corso degli anni, differenti edizioni di V for Vendetta, dal colore al bianco e nero. Quale preferisce?

DL: Devo ammettere che mi piacciono entrambe, non ho particolari preferenze: sono soddisfatto delle buone edizioni a colori e delle buone edizioni in bianco e nero. La parola chiave è “buona”! [risate]

E di questa che ne pensa? [gli allungo la prima edizione a colori della Magic Press, che tenevo fra le mani]

Quella Magic è veramente una buona edizione.

A proposito, in USA stanno uscendo molte “Absolute edition” di molti capolavori recenti, come Watchmen o Crisis on Infinite Earths. Sai se è prevista un’”Absolute Edition” per V for Vendetta, che potrebbe essere davvero considerata l’edizione definitiva?

Un’Absolute è di formato più grande?

Non solo, contiene la sceneggiatura, schizzi e altri dietro le quinte…

Non mi piacciono questo genere di operazioni. La sceneggiatura non è “fumetto”, non ha una collocazione vera, il fumetto è una fusione della sceneggiatura con il disegno, etc… Mettere dentro un volume anche la sceneggiatura è una perdita di tempo.

Beh, ma è una maniera di monetizzare… specie per l’editore!

[risate] No comment!
Comunque l’editore può fare quello che vuole, fintantoché mi da quello che mi spetta! [altre risate]

Passando al film, crede che abbia colto le atmosfere del fumetto, e dei suoi disegni in particolare?

Si, molto. Penso che lo abbia fatto e che abbia seguito il fumetto molto fedelmente. Del resto so che l’intenzione della produzione era di restare molto fedeli all’opera originale. Anche il direttore della fotografia, Adrian Biddle, che adesso non è più fra noi [è scomparso a dicembre 2005, NdR], è stato molto attento a catturare lo spirito giusto.
La prima volte che ho visto il primo poster promozionale del film, che è sostanzialmente una copia della copertina della graphic novel, capii subito che c’era l’intenzione di restare fedeli al lavoro originale.

Cosa ne pensa delle scene aggiunte?

Hanno dovuto adattare alcune cose, sottolineando certi elementi, ed è normale che abbiano voluto dare un loro personale contributo al lavoro, pur essendo dei grandi ammiratori del fumetto.
La cosa più importante è che abbiano conservato il messaggio dell’originale. Hanno cambiato la storia, il modo di raccontarla, ma la storia è la stessa, sebbene in una forma differente.

Ho letto in un’intervista su XL che a proposito della scena con i londinesi che indossano la maschera di V, sul finale del film, è una maniera per rappresentare il modo di reagire dei cittadini di Londra all’omologazione che impone l’autorità, e alla distruzione dell’individuo.
Ma in questa maniera, non si omologano al salvatore piuttosto che all’autorità? Non è una contraddizione, visto che il popolo cerca qualcun altro da prendere a modello sacrificando l’individualità?


Beh, ti dico come la penso io: in questa scena finale, dove il popolo si confronta con i soldati, racchiude due cose: la prima è un atto di difesa passiva, ma è un’azione di difesa di una sola persona, perché la persona che scelgono è V, che rappresenta l’individuo, quindi è una difesa di massa dell’individuo contro lo Stato. Sembra una contraddizione, ma non lo è.

E’ come se tutti i londinesi diventassero Guy Fawkes [il ribelle inglese del ‘600 fonte di ispirazione per V, NdR]?

Forse tutti i londinesi vogliono diventare delle persone che vogliono reagire allo Stato. Perché il messaggio essenziale è che l’individuo ha il diritto di essere individuo.



Con sommo dispiacere, proprio mentre l’intervista entra nel vivo, dobbiamo abbandonare la stanza per fare spazio ad un altro giornalista. Avrò modo di incontrare Lloyd poco prima della chiusura della fiera, per chiacchierare un altro po’ a proposito del film (che nel frattempo avrò avuto modo di vedere), della scena finale e avere l’occasione di stringere la mano ad una leggenda vivente dei comics.





Francesco Farru
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