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Dai barbari ai vichinghi: ANDREA DI VITO

COMICUS: L’ospite del nostro salottino virtuale questa settimana è Andrea Di Vito, giovane disegnatore italiano che, da alcuni anni, sta facendo conoscere il suo nome e la sua arte nel mercato d’oltreoceano.
Andrea ci ha anche gentilmente fornito di alcune sue strepitose tavole (colorate dalla compagna Laura Villari), potete trovarle cliccando qui. Ciao Andrea, Benvenuto su ComicUs!! Ti andrebbe di presentarti ai nostri lettori?


ANDREA DI VITO: Salve a tutti e grazie del caloroso benvenuto! Che dire, ho 33 anni e sono appena rimpatriato dopo quattro anni di permanenza negli States, finalmente gioco di nuovo in casa :-)

Sono nato a Roma e la passione per il disegno mi ha tenuto compagnia tutta la vita, sarà per via di essere cresciuto in un ambiente così ricco di arte e meraviglie visive. Ho una passione smodata per ogni forma di intrattenimento, soprattutto fumetti e film; sono un avido collezionista di DVD e libri d’arte e sto cercando di disintossicarmi dal collezionismo di statue ispirate ai film e fumetti :-)

Nel poco tempo libero che mi lascia la mia professione cerco di dedicarmi alla mia fidanzata (nonché mia colorista) Laura e a quei pochi amici che ancora sopportano i miei orari da “recluso”. I momenti di relax sono invece proprietà esclusiva della lettura, mi piacciono molto i romanzi storici e la narrativa fantasy.

Mi piace viaggiare, ma dopo tutti questi anni spero di riuscire ad evitare volate transoceaniche e dedicarmi all’esplorazione dell’Europa.

CUS: Il primo tuo lavoro che mi è capitato è stato un albo di “The First”, gli dei del cosmo CrossGen; prima di disegnare per l’editore fondato da Mark Alessi quali lavori hai prodotto per il mondo delle nuvole parlanti?

ADV: Ben poco purtroppo! A parte una storia sull’Intrepido (di cui spero nessuno si ricordi) e un paio di pinup per la Marvel, la mia attività fumettistica é sempre rimasta “amatoriale” e purtroppo quasi gratuita :-) Mi ci sono voluti sette anni di testardaggine e un trasloco Internazionale per riuscire a sfondare nel business dei fumetti... Bé, diciamo che “sfondare” e’ un termine esagerato, forse “intrufolarmi” sarebbe più appropriato ;-)

CUS: Come sei approdato alla CrossGen?

ADV: Tramite la mostra dei Comics di San Diego. Ero arrivato ad un vicolo cieco per quanto riguarda la speranza di lavorare in Italia e così decisi di accompagnare Claudio Castellini alla convention negli States visto che me l’aveva sempre descritta come un’esperienza fenomenale. Effettivamente fu una cosa spaventosamente grande. Ricordo di aver conosciuto una marea di persone e di essermi perso una cinquantina di volte mentre continuavo a lasciare piccole gocce di bava attorno allo stand della Marvel ( in modo da poterlo ritrovare) :-)

L’ultimo giorno della fiera, mentre ci dirigevamo verso lo stand di Randy Bowen, fummo assaltati da un mitomane che si presentò come “un miliardario” e ci impedì di proseguire finché non lo avessimo ascoltato. Era Mark Alessi e voleva assumere Claudio per una cifra spropositata:-)

Io venni etichettato come “interprete” e mi ci vollero 4 mesi e l’aiuto di Ron Marz per far capire ad Alessi che volevo disegnare per la Crossgen.

Una volta superato l’ostacolo mi fu chiesto di trasferirmi in Florida dove cominciai a disegnare dei fill-in per The First, Scion e una miniserie di SIGIL, per poi sostituire Bart Sears su The First in pianta stabile. Appena ebbi l’occasione di liberarmi dagli “dei della Crossgen” ne approfittai e mi ritrovai a creare Brath di cui ho disegnato 12 numeri.

CUS: In effetti, anche io considero la serie dei primordiali come una delle meno interessanti del cosmo CrossGen, con un impianto narrativo troppo simile a quello della soap opera televisiva … eppure, oltre ad essere un fumetto cruciale per la continuità narrativa dell’universo del sigillo, credo che sia anche un fumetto di difficile realizzazione grafica, con tutti quei personaggi coinvolti da dover caratterizzare. Da quasi esordiente come è stato realizzare un fumetto graficamente così complesso?

ADV: Un incubo!!! :-) Ricordo ancora il panico di dover sostituire un grosso calibro come Sears al mio primo lavoro come disegnatore regolare. The First e’ sempre stato alquanto scomodo per me, all’inizio perché dovevo rispettare il design di Bart che aveva pensato bene di definire solo alcuni dei personaggi mentre nella mia prima storia mi sono ritrovato a dover disegnare delle assurde scene di massa in cui dovevano apparire quasi tutti; in seguito il problema divennero le storie, proprio non riuscivo ad interessarmi alle vicende di quei personaggi, che a mio gusto ho sempre trovato troppo bidimensionali e poco plausibili nei comportamenti.

Oltretutto, la maggioranza del cast era composta da individui bellissimi, e dopo un po’ diventa veramente tedioso disegnare “Beautiful nello spazio”. Meno male che poi ho potuto sfogarmi su Brath dove di “belloni” ce n’erano veramente pochi!!!!

CUS: Quando la CG è stata fondata, Mark Alessi ha provato a creare una struttura organizzativa molto diversa da quelle adottate da tutti gli altri editori. Mi puoi spiegare in cosa consistevano queste differenze e come ti sei adattato a questa struttura lavorativa?

ADV: Non so se molti ricordano il famoso “Bullpen” della Marvel. Praticamente Alessi rispolverò lo stesso sistema lavorativo ma con tecnologia più d’avanguardia. Il problema per me è sempre stato adattarmi agli orari di lavoro che erano paragonabili a quelli di un ufficio! Il grande vantaggio era quello di lavorare a stretto contatto con il tuo team (sceneggiatore, inchiostratore e colorista), nonché di poter imparare da grandi talenti come Scott Eaton, Steve Epting, Paul Pelletier , Butch Guice e altri.

Restava però l’eterno problema di creare un fumetto in un ambiente che somigliava troppo all’ufficio di una banca (altoparlanti in eterna funzione che chiamavano gente al telefono, meeting interminabili e troppa ingerenza nel processo creativo da parte di manager e dirigenti che non capivano un’acca di fumetto).

Come disse il mio grande amico e colorista Rob Schwager una volta, “lavorare alla Crossgen e’ come costruire un razzo spaziale in mezzo ad un centro commerciale” :-)

CUS: Da un punto di vista creativo, come ci si organizzava? Mi spiego meglio: Barbara Kesel, l’autrice di The First, o Chuck Dixon, scrittore di Brath, ti fornivano una sceneggiatura dettagliata, oppure, grazie alla loro presenza negli uffici intervenivano costantemente sul tuo lavoro con suggerimenti, e approfondimenti delle loro sceneggiature? E, sempre da un punto di vista creativo, come erano i tuoi rapporti con i coloristi, gli inchiostratori ecc.?

ADV: Sceneggiature dettagliate con Dixon e sceneggiature “criptiche” con la Kesel :-)

A volte mi ritrovavo a dover disegnare cose tipo (e questa era divenuta una leggenda nello studio) “In questa vignetta Pyrem sta pensando a sua figlia”....”Pensando”???? Non si capiva lo stato d’animo del personaggio, era triste? Felice? Incavolato nero? Boh?

Dixon invece, da consumato professionista, era sempre molto esaustivo nelle descrizioni e mi lasciava fare le cose a modo mio, come dovrebbe essere.

Waid invece era dettagliatissimo nelle sceneggiature ma non molto interessato al quello che facevo :-)

Per quanto riguarda i miei rapporti con i miei team, sono sempre stati ottimi, ho imparato moltissimo riguardo tutti gli aspetti di produzione di un fumetto, lavorando a stretto contatto con coloristi e inchiostratori, c’era molto scambio di idee e molti tentativi di “osare” tecniche nuove per lo storytelling. Un’esperienza veramente illuminante.

CUS: E’ vero che Mark Alessi aveva assunto un professore di Italiano per insegnare il nostro idioma ai collaboratori della CrossGen?

ADV: Beh, non proprio, diciamo che una sua amica che lavora al consolato Italiano di Miami si prestava a questa ignobile farsa :-) Alessi é fatto così. Quando Castellini andò allo studio per un mese, Alessi obbligò tutti a seguire questi corsi, diciamo che il massimo che ne fu ricavato furono frasi come “Io bevo birre!”....

Dopo la partenza di Claudio le lezioni vennero accantonate onde evitare delle sommosse e incendi casuali :-)

CUS: Per lavorare alla CrossGen ti sei dovuto trasferire negli USA. Quali difficoltà hai incontrato per effettuare questa scelta? Te ne sei mai pentito?

ADV: A volte. Il problema più grande é stato convincere il governo Americano a darmi un permesso di soggiorno e lavoro. Non avete idea di che razza di informazioni facciano richiesta. Praticamente ho dovuto fornire prove di tutte le mie esperienze lavorative e di studio dalla mia nascita in poi e mezza tonnellata di lettere di raccomandazione.

Naturalmente sono poi sorti mille problemi, grandi attacchi di nostalgia e separazioni forzate, ma guardandomi alle spalle penso che ne sia valsa la pena, d’altronde nessuna bella cosa può essere apprezzata se non si sperimenta del sacrificio per ottenerla. Devo dire che se non avessi incontrato delle persone splendide con cui ho forgiato grandi amicizie, probabilmente non avrei resistito così a lungo.

CUS: insomma la vita dell’emigrante è sempre molto dura … quanto hai faticato ad adattarti negli USA? Come è stata l’accoglienza dei tuoi colleghi, e delle persone con cui hai avuto a che fare, nei tuoi confronti?

ADV: L’accoglienza é stata ottima, soprattutto all’arrivo, Ron Marz mi venne a prendere all’aeroporto e mi fece sentire meglio con una bella bistecca ;-)

Un po’ meno gradita fu la sistemazione, visto che mi ritrovai a dormire nella mansarda di 2mq di un mio collega, con un bel materasso per terra, una moquette bella “croccante” e un bagno più peloso di uno Wookie :-)

Il mattino seguente il mio arrivo mi ritrovai allo studio dove venni accolto da Alessi che mi diede il benvenuto e Peterson (art director all’epoca) che mi mostrava il mio tavolo da disegno. Cominciai a lavorare e 18 ore dopo mi dissero che potevo andare a casa.

Dopo un paio di giorni così finalmente riuscii a conoscere altra gente, tutti molto simpatici e curiosi di sapere se quest’altro Italiano sapeva parlare Inglese, onde evitare altre lezioni obbligatorie di Italiano ;-)

CUS: L’undici settembre del 2001 tu eri già un collaboratore della CrossGen, ci puoi testimoniare come fu vissuta all’interno degli uffici CG quella tragica giornata?

ADV: Un incubo surreale. Ricordo che stavamo lavorando e improvvisamente qualcuno urlo’ “Hanno attaccato New York! Stanno bombardando New Yorkl!!!” Coloro che avevano dei televisori portatili si sintonizzarono immediatamente sulle news e rimanemmo tutti di sasso come se il tempo si fosse fermato. Le reazioni che seguirono l’evento furono delle più disparate, dal pianto alla frenesia delle telefonate per accertarsi della salute dei parenti e amici in quella città. La cosa che mi spaventò di più fu che la reazione più comune fu quella di sperare in un contrattacco immediato con armi nucleari. Un incubo.

CUS: Dopo il Crollo delle Twin Towers –ed è storia di questi giorni – la politica estera degli USA è drammaticamente cambiata. Qui in Italia ci giungono sempre notizie di una unanimità di pensiero da parte del popolo statunitense nei confronti di questa politica di guerra al terrorismo. Da persona che ha lavorato a contatto con la “gente comune” confermi questa approvazione, questa unanimità di consensi nei confronti della attuale politica estera del presidente Bush?

ADV: Assolutamente NO. Magari all’inizio, dopo la paura e lo shock iniziali, il sentimento di vendetta fu preponderante nei cuori statunitensi. Ma devo dire che col passare del tempo, molte delle persone che conosco si dichiarano contro questo tipo di soluzione, probabilmente si sono resi conto che sono ben altri i motivi di questa guerra ed hanno ben poco a che vedere con “la guerra al terrorismo”.

Non credo che Bush riuscirà a restare alla casa Bianca. Spero che vengano presto considerate altre soluzioni al problema, visto che questa non é proprio andata alla grande.

CUS: Cosa ti spinge a dire che Bush non verrà rieletto? Tutto sommato sembra che i sondaggi gli diano ancora significativi consensi …

ADV: Chiamalo intuito se vuoi. D'altronde non credo che dopo lo scandalo delle torture in Iraq, Bush godrà dello stesso appoggio di prima.

Secondo la mia esperienza, il fronte degli Americani favorevoli ad altre risoluzioni potrebbe divenire un vero problema per l'attuale governo in cerca di riconferme. Mentre vivevo ancora negli States ho notato un grande disagio e sconforto nei miei amici che avevano paura di uscire dai confini nazionali, convinti che dopo l'iniziativa di Bush tutti i popoli, e soprattutto l'Europa, fossero molto meno amichevoli nei confronti degli Stati Uniti.

CUS: Bè … pensa un po’ … io volevo chiederti più o meno la stessa cosa … ma al contrario! Ora che gli Stati Uniti non hanno più l’appoggio incondizionato di tutte le nazioni europee, cosa pensano gli statunitensi di noi europei? Sono meno amichevoli nei nostri confronti?

ADV: Non credo, per quanto riguarda i miei amici, continuano a morire dalla voglia di visitare l'Europa e l'Italia in particolare. Dopo quattro anni di pubblicità smodata da parte mia credo che se mai decideranno di venire qui in massa, il ministero del Turismo mi debba una grassa percentuale;) C'e' sempre molta ammirazione per un continente storico come il nostro ma sicuramente e' una percezione legata agli interessi ed al livello culturale, ovviamente c'e' chi non ci vede di buon occhio ma per quanto mi riguarda mi considero fortunato nell'aver incontrato degli Americani di mentalità aperta e socievole. Spero che quando visiteranno le nostre terre saranno accolti con gli stessi principi

CUS: Dopo un buon inizio, caratterizzato anche da una significativa espansione delle proposte in fumetteria, la CrossGen ha accusato una grave crisi finanziaria che è sfociata in un nettissimo ridimensionamento del suo parco testate e nel licenziamento (o fuga?) di moltissimi collaboratori. Come hai vissuto questa crisi? Potresti spiegarci cosa è accaduto e cosa l’ha provocata?

ADV: Mentirei se dicessi di averla vissuta bene, sto ancora smaltendo tutto lo stress accumulato in quel periodo.

Poco prima della crisi, mi ricordo che mi fu offerta la possibilità di continuare a lavorare per la CG dall’Italia. Sembrava un sogno! Mi venne anche offerto un aumento di stipendio, al quale chiesi di rinunciare poiché sapevo che già allora la Crossgen non stava pagando dei freelancer, ma mi fu detto che tutto era stato risolto e non ve n’era motivo. Dovevamo partire da lì a pochi giorni per il matrimonio del fratello di Laura [La ragazza, nonché colorista di Andrea – NdStefano] e avremmo potuto pianificare il nostro trasloco definitivo al nostro ritorno negli States. Pochi giorni dopo il nostro arrivo a Roma, ricevetti e-mail varie dei miei amici che mi informavano di una tempesta di licenziamenti allo studio, cercai di mettermi in contatto con Alessi che si fece negare per tre giorni, finché mi comunicò di persona che intendeva mantenermi nell’organico assieme a Laura ma avrei dovuto accettare una drastica riduzione di guadagno e molto più lavoro. Non avendo altra scelta, accettammo. Dopo molte peripezie e spese assurde vista la scarsezza di tempo, riuscimmo a traslocare i nostri beni in Italia , ma proprio a quel punto, la Crossgen cominciò a non pagarci più puntualmente. Dopo mesi di proteste e telefonate al calor bianco, decisi che fosse veramente stupido continuare a credere alle promesse di Alessi e ci diedi un taglio.

Nel frattempo, molti amici avevano perso il lavoro e alcuni di loro anche la casa, non essendo più in grado di pagare mutui. Per quanto ci riguarda la Crossgen ci deve ancora più di 16000 dollari, ma dubito che li vedremo mai.

Alla fine, penso che il fallimento della Crossgen sia da imputare alle pessime scelte editoriali, ma soprattutto alla testardaggine di Alessi che assunse alcuni dei più esperti professionisti nel settore senza MAI dargli ascolto. Molto triste.

CUS: Quali scelte editoriali ritieni siano state pessime? E cosa intendi per non aver ascoltato i professionisti?

ADV: Sicuramente un'espansione troppo veloce, basata su titoli di scarsa solidità sotto il punto di vista delle storie, dovuta soprattutto ai troppi legami inferti agli scrittori per via del sigillo che DOVEVA legare tutte le testate.

Altra motivazione da non sottovalutare é stato sicuramente l'orgoglio smisurato di Alessi che non ha mai facilitato una pacifica convivenza nel mercato. Il buonamato Alessi è anche responsabile di aver ignorato ogni genere di consigli provenienti da professionisti consumati quali Bart Sears, Steve Epting, Butch Guice, Chuck Dixon etc etc...

In pratica ogni volta che veniva presa una decisione editoriale di qualsiasi tipo, Alessi chiamava in causa il suo entourage dirigenziale ma raramente coinvolgeva coloro i quali avrebbero potuto offrire buoni consigli data la loro esperienza nel settore.

CUS: Come giudichi, in definitiva la tua esperienza alla Crossgen?

ADV: Senz'altro positiva per le grandi amicizie che ho forgiato e per la mia carriera di fumettista; ma ha lasciato una grande amarezza in me per il modo in cui si è conclusa e per la grande occasione mancata. Avevamo la possibilità di offrire una varietà di fumetto che in America non era stata offerta da molto tempo. Purtroppo non ci siamo riusciti anche se posso dire con animo tranquillo che non è mai stata responsabilità dello staff creativo; anzi, per la prima volta in vita mia ho assistito ad una vera anomalia: i nostri fumetti ritardarono nelle uscite non per i soliti motivi di lentezza dei creatori, ma per colpa della casa editrice. Tutto alla rovescia! :-)

CUS: Le vendite degli albi CrossGen, stando almeno alla classifica di vendita, non sono mai state esaltanti eppure in Italia questo universo narrativo ha saputo ritagliarsi un significativo numero di appassionati. Come era, invece, il rapporto con i fan statunitensi?

ADV: Emozionante. I fan della CG erano pochi se confrontati con quelli Marvel o DC, ma erano veramente sfegatati! Alcuni di loro sono tutt'ora miei buoni amici, con cui mi tengo spesso in contatto tramite e-mail. Penso che la "novità" della CG abbia attratto persone che tipicamente non collezionavano fumetti e che si sono ritrovate ad aver a che fare con una casa editrice che, almeno inizialmente, si era dimostrata estremamente aperta ed affabile con i fan. Le vendite non furono mai stratosferiche ma abbiamo sempre goduto di uno "zoccolo duro" che ci incoraggiava e supportava con enfasi e trasporto. Insomma, pochi ma buoni! ;)

CUS: Dopo la CrossGen, però, si è aperta una grossa opportunità alla Marvel Comics. Da pochi giorni, infatti sei il disegnatore regolare della collana dedicata a THOR, il dio del tuono. Come sei approdato alla corte di Joe Quesada?

ADV: Nella maniera più assurda. Stavo disegnando un numero di "The Legend of Huma" per la Devil's Due, quando accadde. Dopo anni di tentativi di diventare un disegnatore Marvel, all'improvviso mi è arrivata un'e-mail di C.B. Cebulski che mi chiedeva se ero disponibile a disegnare un paio di numeri di Thor :-) Naturalmente accettai! Dopo pochi giorni venni contattato da Tom Brevoort e mi venne offerto di disegnare un intero story arc, nientedimeno che il "gran finale" di THOR che verra' rilanciato a fine anno con un nuovo inizio per il dio del tuono!

Come volevasi dimostrare, proprio quando non ci speravo più mi sono ritrovato fra le mani l'occasione che avevo sempre voluto più di ogni altra, e come ciliegina sulla torta la Marvel ha deciso di far colorare il mio lavoro alla mia fidanzata, Laura Villari, anche lei di provenienza Crossgen :-) Ho dovuto lavorare su due progetti contemporaneamente e fare anche un numero di Thor in dieci giorni, ma ne e' valsa la pena!!!!!

CUS: Quindi disegnerai solo un arco narrativo di THOR? Da quanti albi sarà composto?

ADV: Sei numeri, dal numero 80 al numero 85. Dopodiché credo che THOR sarà rilanciato con un nuovo team creativo. Per quanto mi riguarda proprio oggi mi hanno comunicato che hanno nuovi progetti da propormi, non vedo l'ora di sapere quali!:)

CUS: Hai detto che il tuo sogno sarebbe stato di lavorare per la MARVEL. Sei un appassionato dei fumetti prodotti dalla “Casa delle Idee”? Quali sono i tuoi personaggi preferiti?

ADV: I classici! Spider-Man, Fantastic Four, Hulk,THor, X-men (anche se e' talmente tanto che non li leggo che ho paura a sfogliare un albo ... non riconosco nessuno!!!!!:) ) .

Mi piacerebbe anche cimentarmi con Ghost Rider e Polverine. A dir la verità la mia grande passione fu sempre CONAN del compianto John Buscema, peccato che la Marvel abbia perso i diritti del Cimmero!

CUS: Attualmente in Italia stiamo leggendo delle storie molto controverse del Dio del Tuono. Thor ha deciso di prendere per mano l’umanità ed essere un Dio, in tutti i sensi. Ti piacciono le storie che sta Scrivendo Jurgens?

ADV: Molto. Jurgens è stato molto criticato da alcuni fan per le sue scelte narrative, ma io trovo che abbia tentato di caratterizzare Thor sotto una nuova luce e per questo, tanto di cappello! Oltretutto, da quando è stato affiancato dal mio buon amico e collega Scot Eaton ai disegni, Thor ha ripreso a scintillare per bellezza e interesse. Spero di essere all'altezza dell'eredita'!

CUS: Lo scrittore del “tuo” arco narrativo – se non erro – dovrebbe essere Michael Avon Oeming e la storia dovrebbe rappresentare un nuovo punto di partenza per attirare nuovi lettori (inserita nel crossover AVENGERS DISASSEMBLED). Puoi anticiparci qualcosa della trama?

ADV: Molto poco temo :-) Non voglio rovinare la storia ai lettori. Diciamo che durante tutta la sua storia editoriale Thor si é dovuto confrontare con il "Ragnarok" (La fine di tutto cio che é) molte volte. Questa è quella vera. Da qui non si torna. Non chiedetemi come, ma Mike Oeming é riuscito a risolvere molti problemi di continuity accumulati in anni e rispondere alle molte domande dei fan di Thor allo stesso tempo.

Molti si chiedono come mai tutti questi "Ragnarok", ora arrivano le risposte e con esse la fine degli dei di Asgard come li conosciamo. Sul serio:)

CUS: Oeming ha tagliato tutti i ponti con il precedente sceneggiatore, oppure le storie seguono la continuità narrativa dell’operato di Jurgens?

ADV: Gli eventi partono esattamente da dove Jurgens ha terminato, ma prendono una piega totalmente diversa in pochi attimi. Le ripercussioni del ciclo di Jurgens si faranno sentire appieno e le collana sarà scossa da eventi e suspance raramente visti fin'ora in una testata Marvel :-) Ok ok, magari esagero, però scommetto che a qualcuno una lacrimuccia verrà quando leggerà il nostro "crepuscolo degli dei" Marvel style.

CUS: la Tua interpretazione del Dio del Tuono è classica, molto Kirbiana … è stata una tua scelta? Oppure il thor barbaro e barbuto è stato accantonato per esigenze narrative?

ADV: Esigenze narrative. Credo che il cambio di look sia dovuto al fatto che in questi sei numeri Thor cambierà profondamente e si voglia accentuare il fatto presentandolo di nuovo ai lettori con il look originario per poi seguirne l'evoluzione. Per quanto mi riguarda io lo preferisco barbuto:) Molto più Vichingo!!!!!!:)

CUS: Un antico adagio recita: “nemo profeta in patria”. E mi sembra che questo proverbio sia adattissimo alla reputazione che godono gli artisti italiani che lavorano all’estero. Spesso sconosciuti e bistrattati nel nostro paese. Come è il tuo rapporto con il fandom italiano?

ADV: Non lo so!! Non credo di avere alcun rapporto con il fandom Italiano ancora :-) Mi piace molto leggere i commenti sul vostro forum e discutere di fumetto ogni tanto. Spero che quando i miei fumetti saranno pubblicati dalla Marvel Italia ci sia occasione di parlarne con i fan; le critiche intelligenti sono sempre benvenute, buone o cattive che siano! Spero inoltre che i fan di Thor in Italia mi vengano a trovare sulla message board del mio sito, www.andreadivito.com creato da quel geniaccio di mio fratello Gianluca, in arte "Nasht"! La maggioranza dei fan del mio lavoro e' americana quindi il sito e' in inglese, ma spero non scoraggi nessuno. Chi lo sa, magari riusciamo anche a frane una versione in Italiano, sarebbe molto bello!

CUS: Mi sa che ti ho tempestato di domande … vuoi aggiungere qualcosa?

ADV: Si!:) Questa e' stata l'intervista più lunga, completa e interessante che mi abbiano mai fatto, potresti dare un paio di lezioni ai tuoi colleghi d'oltreoceano? :-)

Grazie ancora e ci vediamo sui "funny books"!!!

CUS: Grazie a te, e buon lavoro!


Stefano Perullo
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