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Ugo Pastore: da Volto Nascosto a Shanghai Devil

ATTENZIONE: l'articolo contiene spoiler.

Dopo 18 episodi è terminata l’avventura in terra cinese di Ugo Pastore, il personaggio ideato da Gianfranco Manfredi protagonista prima di Volto Nascosto e poi di Shanghai Devil.
Le due storie, pur avendo il medesimo protagonista, sono state molto diverse fra loro vuoi perché la nuova ambientazione storica ha fornito chiavi di interpretazioni differenti, vuoi perché il personaggio di Ugo così come era stato raccontato in nella prima opera aveva già terminato il suo percorso narrativo e riaprire una nuova vicenda incentrata sulla sua figura necessitava obbligatoriamente un’evoluzione del suo personaggio.
L’obiettivo di questo articolo è quello di analizzare, in misura molto sintetica rispetto alla vastità di temi e spunti che la serie propone, il percorso di Ugo Pastore e la narrazione delle sue vicende dall’esperienza africana fino al riposo finale presso la sorgente dei fiori di pesco.

LA SVILUPPO DELLA STORIA

La storia parte volutamente a un ritmo basso; il giovane italiano, come al solito in cerca di guai anche in Cina, sarà travolto da eventi storici più grandi di lui con l’impero cinese impegnato in una lotta su un duplice fronte: interno con la disputa fra l’erede designato Kuang Su e sua zia Suxi ed esterno con la battaglia contro le potenze straniere sbarcate in terra cinese con intenti più o meno bellici a seconda della nazione coinvolta e delle situazioni specifiche.

Passano diversi albi prima che possiamo pienamente comprendere la rete intricata delle vicende politiche cinesi, e anche lo stesso Ugo diventerà consapevole solo con il tempo di quelli che saranno i veri scopi della sua avventura ossia la liberazione del padre, la successiva vendetta per la sua uccisione e il ricongiungimento con l’amata Meifong. La storia di Volto Nascosto aveva avuto un ritmo diverso dovuto anche alla durata inferiore (14 albi contro i 18 di SD): abbastanza incalzante nella parte iniziale, con un ritmo meno sostenuto ma comunque buono dal momento della cattura del tenente De Cesari, per poi riprendere velocità a partire dal secondo viaggio di Ugo in Etiopia fino alla conclusione.

Come detto, Shanghai Devil invece è un crescendo: si parte con un inizio lento, ma verso il 6°-7° albo, con l’introduzione di alcuni dei personaggi chiave della vicenda come Risto o Chuang Lai, la storia inizia a prendere ritmo. La scoperta dell’uccisione di Enea Pastore a metà della serie segnerà definitivamente l’evoluzione del figlio Ugo ed il punto di svolta della serie verso i suoi momenti più alti.
Ugo infatti si dedicherà alla ricerca degli assassini del padre e finirà invischiato nella lotta per la difesa della cattedrale di Beitang; questa battaglia per alcuni versi richiama la guerra di Macallè in Volto Nascosto, dove si era giustamente posto un maggior risalto sugli aspetti bellici della narrazione, mentre nella battaglia della cattedrale tocchiamo in maniera evidente gli aspetti più umani dei protagonisti, laddove gli aspetti bellici/politici (l’arrivo dei rinforzi e il salvataggio della cattedrale) avvengono quasi tutti in un contesto al di fuori della battaglia.

L’assalto alla cattedrale terminerà con il salvataggio da parte dei Giapponesi e la fuga della famiglia imperiale, dando il là alla parte finale del racconto con il viaggio di Ugo, Ha Ojie, Risto e Chaung Lai verso la sorgente dei fiori di pesco, una sorta di misterioso paradiso terrestre in cui si era precedentemente rifugiata l’amata Meifong.

L’EVOLUZIONE DEL PROTAGONISTA

L’evoluzione di Ugo Pastore rappresenta sicuramente uno dei punti chiave di Shanghai Devil.
Alla fine di Volto Nascosto lo avevamo lasciato protagonista di un atto supremo, quell’omicidio che la sua coscienza e i suoi principi avevano sempre ripudiato anche nel corso di terribili battaglie in Etiopia. L’Ugo che ritroviamo all’inizio di SD è un personaggio profondamente segnato dalle precedenti vicende ma ancora piuttosto fedele ai suoi principi e al suo carattere: timido e impacciato, si caccia nei guai salvando il ladro Likang dalle frustate del commerciante d’oppio Burke, si innamora di Meifong, una prostituta che cercherà maldestramente di salvare dalla sua professione non comprendendo a pieno le regole della società cinese, e finisce implicato in giochi di potere più grandi di lui, ossia nella suddetta lotta tra Kuang Su e Suxi o nelle trattative di traffico d’armi tra i tedeschi e il gruppo di dissidenti locali, i boxer.

Quanto più Ugo inizia ad essere coinvolto nello scenario sempre più intricato e complesso tanto più il suo modo di affrontare le peripezie cambia. La maschera ereditata da Volto Nascosto lo trasformerà in Shanghai Devil, ma questo cambiamento avverrà in lui anche quando la maschera è ben riposta nel suo zaino. Ugo inizia ad essere più deciso e cinico, comincia ad uccidere gli avversari mettendo da parte i suoi principi morali (anche se è sempre pronto ad essere disgustato dagli eccessi commessi da altri personaggi della vicenda); è un personaggio più tenace e deciso che ha degli scopi precisi e non si tira mai indietro per raggiungerli. Addirittura una volta appresa la tragica fine di suo padre, si anima del sentimento della vendetta e finirà per inseguirla e cercarla con grande caparbietà. Anche il suo difetto fisico all’occhio sinistro che in VN era stato un elemento importante del primo confronto con la regina Etiope Taitu, in SD finisce sempre celato dalla lunga capigliatura come a voler evidenziare il superamento delle debolezze del personaggio.

La raffinatezza e la bellezza di questa serie sta anche nel saper raccontare in maniera del tutto coerente e mai forzata il modo in cui eventi possono profondamente modificare il carattere di una persona e portarla fino ai suoi estremi. Così Ugo Pastore tira fuori il suo lato battagliero, mettendo da parte i suoi rimorsi ed esaltando le sue abilità combattive per potersi abilmente destreggiare tra gli intricati scenari che gli si pongono davanti, dal ricatto dei Boxer che tengono in ostaggio suo padre alla strenua difesa della cattedrale di Beitang.

IL RUOLO DELLA MASCHERA

La maschera, come detto, avrà un ruolo importante nell’evoluzione del personaggio. In VN essa rappresentava il mistero e l’orgoglio di un guerriero e della sua nazione che si opponeva all’invasione del nemico straniero. In SDle maschere, quella appunto di Shanghai Devil e di Tai-Mien, assumono anche significati diversi.

Per Ugo, come detto, la maschera diventa un mezzo per poter superare alcuni suoi limiti caratteriali anche se, per sua stessa ammissione, lui stesso finirà per non capire quando doverla indossare oppure no, andando quindi a riconoscere che i lati del suo io tirati fuori dalla maschera sono solo parti di se stesso che trovano il coraggio di esternarsi quando celati da una diversa identità, così come nella migliore tradizione dei super-eroi dei fumetti. La maschera di Shanghai Devil però non è solo un mezzo per la crescita di Ugo ma diventa anche, grazie alle sue “scorribande” pubbliche, un simbolo della ribellione del popolo cinese così come appunto era stato Volto Nascosto.

Anche la maschera di Tai-Mien ricalca maggiormente quest’aspetto. Madame Niang, alla guida della setta di lottatrici delle Lanterne Blu, la userà come suo volto da combattimento.
Dopo la morte di quest’ultima, la maschera tornerà protagonista due volte nel finale, sia nel ruolo di mappa verso la sorgente dei fiori di pesco, sia nel passaggio di consegne verso Ha Hoje che ci dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, che a volte per il popolo i simboli (ossia le maschere) possono essere più importanti delle persona che c’è dietro. Dunque, così come nel caso di VN anche per Tai-Mien viene alimentato il mistero del personaggio che si cela dietro la maschera, con la finta rappresentazione da parte di Ha Oje che trae momentaneamente in inganno Ugo.

I PERSONAGGI SECONDARI

La serie SD deve la sua forza anche a uno stuolo di personaggi secondari molto imponente e ben caratterizzati; poter parlare in maniera dettagliata di ciascuno di essi richiederebbe pagine e pagine di trattazione, per cui è possibile solo fare una rapida carrellata di quelli principali cercando analizzando in maniera fugace cosa ha funzionato maggiormente e cosa meno.

Risto Cazzaniga è il co-protagonista delle avventure di Ugo; pur avendo tratti completamente diversi, rappresenta in SD quello che Vittorio De Cesari era stato in VN. Da un momento all’altro ci si aspetta un colpo di scena da lui, un tradimento o qualcosa che colpisca, e invece tra sotterfugi e piccoli espedienti dimostrerà fino in fondo il suo attaccamento e la sua lealtà ad Ugo. A tratti il suo essere bonario e semplice consentirà anche di godere di aspetti meno forti delle vicende di battaglia. La sua storia con suor Teresa terminerà, però, inconclusa.

Lady Stanton si presenta come un personaggio femminile molto ambiguo (come del resto una spia deve essere) che in diverse occasioni si fatica a inquadrare. Va con Enea Pastore e ci prova anche con Ugo per dovere di spia, ma in certi frangenti rappresenta anche l’orgoglio femminile che inizia ad affacciarsi in una società prevalentemente maschilista di inizio ‘900.

Una delle caratteristiche dei personaggi di questa serie è quella di fare più volte il salto da cattivi a buoni o viceversa. È il caso del Tenente Knox o di  Chuang Lai (con un diverso esito finale): il primo è il classico militare da battaglia, che terminerà la sua avventura sopraffatto dal suo amore per la guerra con il supporto a operazioni discutibili soprattutto al termine del conflitto stesso; Chuang Lai invece per larghi tratti della serie sarà la “nemesi” di Ugo, e in questa veste dimostra tutto il suo valore sia da stratega che da combattente. Nel finale esalterà ancora di più queste sue virtù riconoscendo ancora una volta la superiorità del potere dello spirito rispetto alla schiavitù dalle armi.

Ha Ojie e Madame Niang rappresentano invece il contatto più diretto di Ugo con la cultura orientale; per certi versi all’interno di tutta la storia entrambi ricopriranno il duplice ruolo di co-protagonisti coraggiosi nelle scene di azione (a differenza del pavido Risto) ma anche di vere e proprie guide di Ugo, e del lettore stesso, ad una realtà e società con logiche molto diverse dalla nostra e difficilmente interpretabili senza il loro ausilio.

Infine c’è Meifong, la giovane prostituta di cui Ugo si invaghisce e che finirà per inseguire fino all’estremo delle conseguenze; il suo personaggio, pur ricoprendo un ruolo importante all’interno della vicenda, è forse il personaggio meno riuscito dell’intera serie. Il paragone con i caratteri femminili di VN, e in particolar modo con Matilde Sereni, è molto impietoso. C’è anche da sottolineare che lo spazio riservato alla sua figura all’interno della narrazione è poco, ed è la storia stessa a non trovare spazio al suo interno per una migliore definizione del personaggio. Però questa mancata esplorazione della fonte di ispirazione maggiore per il protagonista è uno dei rari difetti della serie.

L'AMBIENTAZIONE STORICA

Anche per l’ambientazione di SD si potrebbero scrivere intere pagine per illustrare al meglio quello che è stato l’accurato lavoro di inquadramento della realtà storica e del contesto sociale della Cina di inizio secolo scorso.

La vicenda della detronizzazione di Kuang Su (nella realtà l’imperatore Guangxu salito al potere all’età di 3 anni) e dell’usurpatrice Suxi (Cixi, detentrice dell’impero per tre mandati) viene raccontata in maniera estremamente meticolosa e al contempo è ben calata all’interno della storia dei protagonisti con un’ottima interazione con i personaggi di fantasia.
La ricostruzione dell’assedio delle forze straniere, la fuga dalla città Proibita della famiglia imperiale in abiti civili sono solo tre esempi di episodi storici ben integrati nella narrazione.

Ovviamente, tutti questi elementi in un romanzo di genere come questo non possono che far apprezzare maggiormente il racconto e farci calare in una realtà storica di cui si parla sempre molto poco nei nostri libri di storia.

IL FINALE

Il finale di SD è sicuramente uno dei punti più innovativi e interessanti dell’intera serie: è uno di quei finali che si possono apprezzare molto o al contrario disdegnare, ma che sicuramente non lasciano indifferenti.

La domanda che ci si pone alla fine della lettura è se Ugo sia morto stremato dal lungo viaggio alla ricerca della sorgente e stia vivendo il suo ingresso nell’al di là nelle pagine finali dell’ultimo albo o se, viceversa, sia semplicemente svenuto in questo percorso (“morendo senza morire”), rinvenendo poi una volta arrivato a destinazione.
Le interpretazioni ovviamente possono essere molteplici e la vera chiave di lettura ce l’ha in mente solo l’autore; il non vedere Enea Pastore nella sorgente può portare a pensare che Ugo sia ancora vivo ma ci sono anche elementi che lasciano spazio a diversi dubbi: la frase finale pronunciata da Meifong (“Questa è la vita Ugo…come l’abbiamo sempre sognata tutti quanti”), l’apparizione del maestro Ziwen in veste di Caronte, la comparsa della tigre finalmente innocua, che invece nel corso della storia era stata sognata da Ugo come docile solo in apparenza, ma pronta a colpire a tradimento.

In VN il finale era stato più netto con un colpo di scena inaspettato e la morte del co-protagonista della serie. In SD invece lo scenario è più onirico, in linea anche con il maggior peso che viene dato ai sogni di Ugo nel corso di tutta la serie. La sorgente appare come un luogo mistico in cui la realtà, così come l’abbiamo sognata, diventa quel posto in cui perfino Ugo Pastore non ha bisogno di una maschera per ritrovare la sua vera essenza.
In questo finale, Shanghai Devil appare come quelle opere in cui l’esperienza della lettura vale più del significato di ciò che viene raccontato, perché la bellezza del racconto assume più importanza dell’interpretazione che gli si può dare.
Sono due tipologie di finale diverse, belle a loro modo entrambe la cui preferenza può essere giudicata solo grazie al gusto individuale di ciascun lettore.

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