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AvX : Fenice e Scarlet, protagoniste a confronto

Fenice Fenice Marvel Comics

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Ogni mega-evento, del mondo dei comics, che si rispetti miete vittime illustri ma restituisce o riporta alla ribalta personaggi amati dai lettori e rimasti in un angolo per troppo tempo. 
Avengers vs X-Men si distingue dai precedenti crossover Marvel perché rilancia in piena azione, facendone i cardini della serie principale, due protagoniste assolute della Casa delle Idee, nonché due esseri dal potere smisurato, quasi divino, accomunate da un percorso per certi versi simile all'interno della continuity, sempre in bilico tra luce e oscurità. Rimaste in disparte troppo a lungo dal fulcro della scena, non si può che salutare con entusiasmo il rientro a pieno titolo negli alti ranghi dell'Universo Marvel di: Fenice e Scarlet.
Le loro vicende si sono incrociate più volte lungo il corso di tanti anni di pubblicazioni, ma solo nel passato recente i loro destini si sono venuti a legare indissolubilmente.
Il web è sparso di biografie più o meno autorevoli e dettagliate dei due personaggi; Cus ne vuole tracciare in breve la storia editoriale, costituita da due percorsi che, apparentemente lontani, si sono via via ravvicinati per poi risolversi e annullarsi negli ultimi anni in un unico cammino che oggi sembra concludersi in Avengers vs X-Men.

Fenice
Non è per nulla semplice spiegare cosa o chi rappresenti Fenice in quasi trent'anni di Marvel comics; non si tratta infatti solo di un personaggio ma addirittura di un ente dalla potenza smisurata, impersonificatasi sulla Terra in più avatar: Jean Grey, Rachel Summers, Emma Frost e altri ancora, presente in storyarc fondamentali e in una miriade di run minori, contraddistinta da diverse dipartite e nuovi ritorni lungo tutta la continuity di questo incredibile universo fantastico.
Il suo essere è indissolubilmente legato alla prima mutante sopra citata, tanto da venire considerata spesso una cosa sola con la Marvel Girl del primo quintetto originale di X-Men che esordi nel settembre 1963 ad opera di Stan Lee e Jack Kirby in Uncanny X-Men #1 e conosciuto per la prima volta in Italia grazie all'Editoriale Corno nel numero di esordio di Capitan America dell'aprile del 1973 (tra le ristampe più recenti X-Men: Gli anni d'oro #3, Panini, aprile 1995).
Il rapporto tra Jean Grey e Fenice ha avuto diverse interpretazioni e rappresentazioni nella storia della Casa delle Idee, secondo il gusto degli autori e gli anni di pubblicazione interessati.
Fenice appare per la prima volta in Uncanny X-Men #101 (ottobre 1976, riproposto recentemente dalla Panini all'interno dell'omnibus Gli Incredibili X-Men vol. 1). In esso si legge Marvel Girl recitare: "Io sono il fuoco e la vita incarnate... Io sono Fenice!".
I suoi creatori Chris Claremont e Dave Cockrun la intesero inizialmente come parte dei poteri telepatici e telecinetici della mutante, ma con la precisa funzione di aumentarne a dismisura la portata, volendo arrivare a definire un Silver Surfer o un Thor al femminile.
Ma un grande potere non implica soltanto grandi responsabilità, può portare con sé corruzione e follia. I suoi autori avevano ben in mente fin dagli esordi di spingere il personaggio al limite, di metterlo seriamente a rischio e colpire le sicurezze dei lettori che da quel momento non avrebbero dato più nulla per scontato.

In La saga di Fenice Nera (X-Men #129-137 del 1980 – collana Supereroi: Le Grandi Saghe #41, o Panini omnibus Gli Incredibili X-Men vol. 1 e 2) Claremont e uno straordinario John Byrne firmano uno dei più toccanti e significativi capitoli del mondo mutante e dell'intero universo Marvel. Jean Grey sedotta psichicamente da Jason Wyngarde, alias Mastermind, agente del Club Infernale, libera tutta la sua oscura violenza distruttrice e, diventando Fenice Nera, arriva a consumare un sole e a cancellare un intero pianeta abitato. Quando ormai, troppo tardi, comprende l'impossibilità di controllare una tale forza capace di creare, assorbire e scatenare energia illimitata, la protagonista arriva a sacrificare se stessa, scegliendo la Luna come capitolo finale della sua esistenza e della saga.
 Da questo momento si può davvero utilizzare un'affermazione troppo abusata negli incipit dei grandi eventi, ovvero l'universo Marvel non sarà più lo stesso; Fenice e la sua tremenda forza acquisteranno d'ora in poi un connotato negativo e saranno presagi di sventura.
Il personaggio iniziale di Claremont, attraverso un suggerimento di Kurt Busiek, evolverà diventando a tutti gli effetti un'entità separata da Jean Grey, acquistando la definizione attuale di forza primordiale, espressione ed essenza della vita e della passione, capace di distruggere e ricreare dalle sue ceneri l'intero universo.
La continuity ufficiale sarà ritoccata con integrazioni e retcon atte a riabilitare un'eroina così amata da autori e pubblico come Marvel Girl; finché l'elementale fu una cosa sola con la telepate, si trattava, verrà spiegato, di un'entità benigna incapace di fare del male; la sua corruzione iniziò nel venire a contatto con le imperfezioni e le emozioni degli uomini e soprattutto per l'influenza nefasta del Club Infernale.

Jean Grey viene restituita ai lettori qualche anno dopo la saga di Fenice Nera, nel 1986, in due numeri storici rispettivamente dei Vendicatori (Avengers #263 vol.1 di Roger Stern e John BuscemaCapitan America & I Vendicatori #48, Star Comics, 1992) e dei Fantastici Quattro (Fantastic Four #286 di Byrne e Terry Austin - Fantastici Quattro #61, Star Comics, 1992), recuperata per la precisione in un bozzolo sul fondo delle acque di Jamaica Bay, presso Long Island. Fenice, si viene a sapere nel racconto, aveva duplicato il corpo della ragazza e trasformatasi in Fenice Nera era stata la vera colpevole dei misfatti descritti nell'arco narrativo dedicatole e conclusosi con la sua morte. 

La mutante e la forza Fenice sono padroni della scena nuovamente negli ultimi due story arc della gestione Grant Morrison della testata dedicata agli X-Men (rinominata New X-Men: New X-Men #146-154 del 2004 - Gli Incredibili X-Men #171-174), nel primo dei quali Jean Grey spira definitivamente tra le braccia dell'amato Ciclope (New X-Men #150); le due run vengono disegnate rispettivamente da Phil Jimenez e Marc Silvestri.
I riferimenti e le apparizioni di questo incredibile personaggio non finisco però qui, basti citare L'ultimo canto di Fenice (X-Men: Phoenix Endsong mini di 5 numeri del 2005 di Greg Pak e Greg Land (X-Men Deluxe #132-136, Panini) o Il canto di guerra di fenice del 2006 (X-Men: Phoenix Warsong ancora di Pak e Tyler Kirkham, in X-Men Deluxe #150-151) dove protagoniste e ospiti della forza sono le Naiadi di Stepford.
Il resto come si suol dire è storia recente, in cui i destini di Scarlet e Fenice si incrociano e intersecano drammaticamente. Per capire come, bisogna passare brevemente in rassegna la vita dell'altra co-protagonista di Avengers vs X-Men: Scarlet.

Scarlet
Wanda Maximoff, alias Scarlet Witch (la Strega Scarlet), compie un percorso che appare diametralmente opposto rispetto a quello di Fenice, che da figura inizialmente positiva e totalmente dalla parte del bene, si corrompe in seguito e scivola nel buio. La figlia di Magneto, insieme al fratello gemello Pietro, alias Quicksilver, si presentano per la prima volta al pubblico Marvel come “cattivi”. scarletwitch
Il loro esordio risale a Uncanny X-Men #4 vol. 1 del marzo 1964 (X-Men: Gli anni d'oro #3) dove in quello e nei successivi tre numeri sono impegnati a combattere proprio i pupilli di Xavier come affiliati della Confraternita dei mutanti malvagi, fondata dallo stesso padre, allora ignaro del suo legame di sangue con i due fratelli e di cui verrà a conoscenza molto più tardi (Vision & Scarlet Witch #4 vol. 1, mini di quattro numeri di Bill Mantlo e Rick Leonardi del 1982 - Play Book #1, Play Press, 1990).
I dubbi sulla propria condotta e la seguente conversione avvengono dopo diverse battaglie dalla parte del male e sono sceneggiati da Stan Lee per i disegni di Jack Kirby e Dick Ayers in Avengers #16 vol. 1 del 1965 (Marvel Materworks: I Vendicatori vol. II, Panini, 2009). È il "cambio del vecchio ordine" come dice il titolo, che vede la redenzione con l'inserimento nel gruppo non solo dei due gemelli Maximoff ma anche di un altro suo membro storico, Occhio di Falco, che insieme vanno a sostituire gli uscenti Iron Man, Wasp e Giant Man.

Nei Vendicatori Wanda si guadagna un ruolo da protagonista assoluta e trova l'amore, davvero speciale, dell'androide Visione, con il quale convola addirittura a nozze (Giant Size Avengers #4, 1975 – Thor #146, Editoriale Corno, 1976) e dà alla luce due figli, William e Thomas (Vision & Scarlet Witch #12 vol. 2, 1986 – miniserie di 12 numeri di cui solo i primi due pubblicati in Italia in Capitan America & I Vendicatori #48-49, Star Comics, 1992); i due ragazzi sono la prima, eclatante manifestazione di ciò che i suoi immensi poteri, capaci di alterare a suo piacimento la realtà, possono fare; la successiva perdita dei due bimbi diventerà una pietra angolare dei futuri sviluppi dell'intero universo Marvel, che lutti e sciagure recherà negli anni a venire a Vendicatori e mutanti.
La follia di Scarlet, causata dalla uccisione di William e Thomas da parte di Mefisto, manifesta i primi effetti negativi in Avengers West Coast #51-57 del 1989-1990, run scritta e disegnata da John Byrne (pubblicata in Italia su più testate dalla Marvel Italia/Panini tra luglio e agosto 1994: #51-52 e #55 in Capitan America & I Vendicatori #78-79; #53-54 in Marvel Extra #3; #56-57 in I Vendicatori #5). Divenuta Scarlet Nera, un aggettivo quest'ultimo, tristemente in comune con Fenice, la mutante viene salvata e curata dai Vendicatori. Il peggio purtroppo, si sarebbe scatenato solo più tardi.

La cancellazione del ricordo dei due figli da parte della maga Agatha Harkness non sarebbe durata per sempre infatti. Il risveglio di questo terribile dolore ne provoca il grande sfogo in Chaos, quattro uscite nel 2004, opera di Brian Michael Bendis e David Finch (Vendicatori Divisi, 2007, Marvel Best Panini), mini portante del crossover Avengers Disassembled, in cui la violenza cieca della strega porta alla distruzione della base di Tony Stark e compagni, ma soprattutto alla perdita di Scott Lang (il secondo Ant Man), Visione e Occhio di Falco, nonché il seguente scioglimento del gruppo. L'intervento del Dottor Strange impedisce alla disperata Scarlet di recare danni ancora peggiori; lo stregone insieme a Xavier e Magneto si presta senza esitazione a portarle soccorso e per tenere a bada i poteri ormai fuori controllo, la consegna al padre per il suo sperato recupero nell'isola rifugio dei mutanti, Genosha.
Bendis e Olivier Coipel mettono in scena l'atto finale del dramma di Scarlet, articolando nel 2005 un crossover che ha serie ammiraglia in una mini di otto numeri, e che sarà pubblicato in Italia l'anno successivo.
House of M sta a Wanda Maximoff come La saga di Fenice Nera sta a Jean Grey. Poche altre storie come queste due hanno davvero sconvolto e avuto infinite ripercussioni nella storia editoriale della Casa delle Idee.
"Basta Mutanti", la frase pronunciata dalla figlia di Magneto alla fine del settimo capitolo di House of M cancella il gene X dalla quasi totalità della popolazione dotatane e propaga la sua tremenda eco fino a oggi.

Destini incrociati
La maledizione pronunciata da Scarlet non ha solo colpito la maggior parte dei rappresentanti del homo superior ma sembra ripercuotersi anche sulle nuove generazioni, tra le quali non si riscontrano più nascite di individui aventi il peculiare gene X; gli X-Men e i loro simili sembrano destinati all'estinzione. Hope-Summers_
La speranza si riaccende all'improvviso però, l'incantesimo di Wanda sembra infranto con la comparsa della piccola Hope, salutata come la messia della razza mutante.
La sua nascita e la sua adolescenza sono raccontate attraverso una x-trilogia di crossover tra il 2007 e 2010 in USA: Messiah Complex (X-Men: Messiah Complex, Uncanny X-Men #492-494 e X-Men #205-207 pubblicati in Italia in Gli Incredibili X-Men #219-221; X-Factor #25-27, New X-Men #44-46 in X-Men Deluxe #162-164), Messiah War (X-Force/Cable: Messiah War, Cable #13-15 e X-Force #14-16 in X-Men Deluxe #179-182) e infine Second Coming (Secondo Avvento) (X-Men: Second Coming #1 in Marvel Universe #4; Uncanny X-Men #523, New Mutants #12-14, X-Force #25 e X-Men Legacy #236-237 in Gli Incredibili X-Men #250-252; Uncanny X-Men #524-525, X-Force #26-27, X-Men Legacy #235 e X-Men: Second Coming #2 in X-Men Deluxe #193-195).
AvengersTheChildrensCrusade1DMa la giovane, le cui vicende sono parte attuale delle testate Marvel, sembra nascondere un segreto molto più grande e rappresenta narrativamente la chiave di volta su cui si vanno a incastrare i due filoni narrativi, in breve riassunti, e che hanno per protagoniste Fenice e Scarlet. Hope, dai capelli rossi, sembra a tutti gli effetti essere l'ennesima manifestazione di Fenice e forse della stessa Jean Grey.
Il puzzle si ricompone quando gli autori della Casa delle Idee rimettono in pista Wanda Maximoff a distanza di oltre cinque anni da House of M, nella coinvolgente The Children’s Crusade di Allan Heinberg e Jim Cheung (nove episodi usciti tra il 2010 e il 2012 in USA e pubblicata da Panini sulla testata Vendicatori: La Leggenda #1-4, #7-8, #11, #13, #15), dove i Giovani Vendicatori Speed e Wiccan, che sembrano la reincarnazioni dei figli perduti della strega, si mettono insieme ai compagni alla ricerca della madre.
Avengers vs X-Men è la fase ultima di questo incredibile doppio percorso, intessuto per decenni attorno ai due personaggi, nonché il più grande evento che li vede nuovamente protagonisti dopo La saga di Fenice Nera e Hosue of M.
I lettori chiedono da anni un ritorno di Marvel Girl che la Casa delle Idee ha sempre respinto o disilluso e in molti attendono la grande riabilitazione della figlia di Magneto. Che sia questa l'occasione giusta?

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