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New 52: La Superman Family

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Luci, soprattutto luci e qualche ombra sul nuovo quartetto di testate per la Superman family.
E partendo dalle luci, quelle più brillanti, veniamo subito agli artisti, di cui se ne parla sempre dopo, a fine commento sulla sceneggiatura; tutti nomi più o meno conosciuti che hanno espresso un lavoro egregio.
Se si dovesse fare un bilancio tra sceneggiatura e disegni per tutti e quattro gli albi, la parte grafica ne risulterebbe senza dubbio il punto di forza e di gradimento da parte di critica e pubblico. Eppure alle penne sono presenti nomi ancora più altisonanti e blasonati.

La serie ammiraglia, Superman è stata affidata a un certo George Pèrez, che se come primo risultato inseguito era quello di offrire un esordio non vincolato al recente rilancio di J. Michael Strackzynski, risalente a poco più di un anno fa, si può dire che l'autore abbia ottenuto ciò che si era prefissato. Tuttavia viene quasi da rimpiangere l'approccio di Strac, soft, pacato, terra-terra per fare il verso alla titolo della run, Grounded. Il grande artista e scrittore di origini portoricane preferisce un avvio deciso e dirompente ma dall'esito un po' sconclusionato.
Si rispolvera una vecchia conoscenza dell'Uomo d'Acciaio, Morgan Edge, e lo si ripropone candidamente in tutta la sua caratterizzazione pre-Crisis,  prima del reboot di Crisis on Infinite Earths, quale direttore generale delle Galaxy Comunications nonché come proprietario del Daily Planet. Le conseguenze sono la demolizione letterale del vecchio Planet  e la riconversione dello storico giornale di Metropolis in un ultramoderno contenitore multimediale.
Il nuovo status quo è sicuramente d'effetto ma viene sbattuto in faccia al lettore senza alcuna spiegazione o introduzione, risultando ostico ai fan di lungo e breve corso e, cosa ancor peggiore, privato di qualunque spunto o elemento che possa accendere e alimentare la curiosità e l'interesse nei confronti dei numeri a venire, non fosse per l'intrigante frizione e la conseguente rottura che si vengono a generare tra Lois Lane, promossa ai vertici del nuovo media, e Clark Kent, guardingo e sospettoso della nuova linea scandalistica del giornale e pronto a difendere la professionalità e la concretezza del defunto Daily Planet.
Una trovata interessante ma che inevitabilmente richiama alla memoria ciò che è già accaduto in The Amazing Spider-Man, nel dopo Brand New Day , al Daily Bugle con l'arrivo di Dexter Bennett.
La trama risulta inoltre raffazzonata e disarmonica nel tentativo di introdurre elementi squisitamente classici, in pieno stile Golden Age come il mostro di fuoco venuto dallo spazio e le inutili e stucchevoli didascalie che raccontano in terza persona le gesta del supereroe; le pagine sono piene zeppe di dialoghi a volte superflui e distolgono il lettore dalle tavole comunque apprezzabili di Jesus Merino. Superman, delle quattro testate è l'unica davvero a scricchiolare sonoramente e da un autore di questo calibro, da Pèrez, ci si aspetta e pretende qualcosa o meglio, molto di più.

La nuova Action Comics, che narra le avventure di un giovane Superman, vanta invece nel team creativo un altro mostro sacro quale Grant Morrison e i risultati sono qui diversi e positivi. Il Superman che appare in questo extra-size di 40 pagine è inusuale, originale, una rivisitazione post Watchmen del supereroe senza macchia e senza paura, un duro e puro, senza mezzi termini o compromessi, difensore della giustizia ai confini della legge, se non un Dark Knight, certo un “Bright Knight”.
Lois Lane e Jimmy Olsen sono ricollocati in ruoli diversi e divisi anche dal lavoro, impiegati infatti su una testata giornalistica rivale a quella di Clark Kent.
Lex Luthor è ancora sempre il suo arcinemico, sottile macchinatore. Morrison ci offre un supereroe che difende i deboli e gli ultimi ma che pure utilizza metodi al confine con la sua etica e i suoi principi più radicali, tanto da essere inseguito e braccato dalla polizia. Il suo alter-ego sembra invece un timido e impacciato ragazzo di provincia, assai diverso da quando indossa la calzamaglia e il mantello, due personalità volutamente marcate e distanti che ridanno vigore e linfa vitale alla miglior tradizione dell'Uomo d'Acciaio.
Ottimi come si è già accennato all'inizio, i disegni di Rags Moraled e Rick Bryant.
Non sono presente legami con la continuity della testata ammiraglia ma, visto il risultato incerto di Pèrez sembra meglio così; Morrison sta elaborando qualcosa (di buono) alle spalle di noi lettori e lo stesso fa con  il suo “quasi sosia” Lex Luthor nel fumetto.

Le serie teenager del gruppo sono apparse nel complesso interessanti ma con una riserva, andare al sodo e offrire storie più sostanziose in futuro. Di sicuro hanno presentato le tavole più pregiate ed estrose.
Supergirl in mano a Mike Johnson e Michael Green per i disegni di Mahmud Asrar, ci è sembrata la più convincente.
Impossibile innanzitutto restare indifferenti al nuovo look della protagonista, in cui è sparito il gonnellino per lasciare una, tutt'altro che innocente, sgambata mutandina e sono apparsi due sgargianti stivali. La storia è d'altra parte scorrevolissima, con brevissimi dialoghi e didascalie, tutta azione dopo l'introduzione riflessiva di Kara, scaraventata sulla Terra,  in una Siberia travolta da una bufera d neve, in cui la protagonista non riesce  a comprendere se sia un sogno o realtà, se sia il suo pianeta natale Krypton o chissà quale  altro luogo. Il secondo numero dovrà offrirci dopo l'azione pura una storia più corposa e articolata, ma questo primo numero lascia presagire un felice proseguimento.

Anche con Superboy si riparte da zero. Scott Lobdell non rinnega  la nuova caratterizzazione del personaggio introdotta nei primi anni '90 fornendone sia per il neofita che per l'esperto lettore un refresh convincente. 
La vicenda è tutto giocata sulla presunta umanità e pericolosità del clone costruito con DNA kryptoniano e umano (da donatori sconosciuti, almeno fino ad ora), sullo scontro tra i due scienziati di N.O.W.H.E.R.E., tra chi lo considera una semplice macchina, e chi come la giovane Red un essere vivente a tutti gli effetti. Questo novello Astroboy pare all'inizio un esperimento sbagliato e per questo da terminare, ma la reazione imprevista del protagonista schiude la via a nuovi test e speranze. Il feeling del lettore verso Red è automatico e quasi  questo personaggio pare rubare la scena a Superboy. I disegni di R.B. Silva sono patinati, dalla cura maniacale, dal tratto personale, sottile e moderno.

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