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Animation History #30: Gli Aristogatti

Aristogatti_posterIl 15 dicembre 1966 muore Walt Disney.
Questa perdita avrebbe potuto avere un'influenza drastica sugli studi cinematografici da lui fondati, ma il team di artisti e operatori che negli anni si era formato ha accettato di accogliere l'eredità di Walt, portando avanti il suo sogno di far divertire ed emozionare il pubblico. Il primo lungometraggio animato ad essere prodotto dopo la scomparsa di Disney è Gli Aristogatti, avventura felina che riecheggia i due film Disney "canidi" usciti pochi anni prima: infatti, come in Lilli e il Vagabondo al centro della storia c'è l'incontro di due classi sociali differenti, mentre come ne La Carica dei 101 i protagonisti cercano di tornare a casa dopo essere stati rapiti.

Nella Parigi di inizio '900, una ricca ex-cantante d'opera ospita nella sua sfarzosa abitazione l'elegante gatta Duchessa e i suoi tre cuccioli Minou, Matisse e Bizet (in lingua originale Marie, Toulouse e Bizout, ispirati rispettivamente alla cantante Maria Callas, al pittore Henri de Toulouse-Lautrec e al compositore Hector Berlioz). La padrona dei quattro gatti adora le sue creature al punto da nominarle suoi eredi universali; questa decisione fa andare su tutte le furie il maggiordomo Edgar, che confidava di poter mettere le mani sulla sua fortuna dopo essersi occupato di lei per anni. Per poter ottenere i soldi che ha sempre sognato, Edgar porta gli animali lontano dalla città costringendoli a un'avventura per cercare la strada verso casa.

Come era già successo in diversi film animati Disney, ne Gli Aristogatti è evidente che non sono i protagonisti i personaggi del film che rimangono impressi bensì tutti i comprimari incontrati lungo la strada. Il mattatore della pellicola è sicuramente Romeo, il gattone di strada che si innamora di Duchessa e che diventerà una figura paterna per i gattini; in realtà la caratterizzazione romanesca di Romeo è un'invenzione dell'adattamento italiano, dato che nella versione originale si chiama Thomas O'Malley e parla con uno spiccato accento irlandese. Assieme a lui, Duchessa e i micini possono contare sull'aiuto delle bislacche oche Miss Guendalina Blabla, Miss Adelina Blabla e lo zio Reginaldo, la cavalla Froufrou e il topolino Groviera; ad arricchire ulteriormente la carrellata di simpatici animali ci sono anche i due cani di campagna Napoleone e Lafayette, oltre alla band felina che suona jazz in un attico parigino. La sequenza in cui cantano "Tutti quanti voglion fare jazz" è forse la scena che rimane più impressa del film, grazie anche alla canzone dall'accattivante melodia; interessante analizzare il testo del brano, che in italiano elogia quello specifico genere musicale, mentre in lingua originale "Everybody wants to be a cat" elogia lo stile di vita felino.
Assieme a questi caratteristi appartenenti alla diverse razze, possiamo inserire nell'elenco dei personaggi simpatici anche due umani: l'arzillo avvocato Hautecourt e il maggiordomo Edgar, che nonostante il suo ruolo da cattivo strappa più di una risata grazie alla sua buffa espressività e alle gag slapstick nelle quali si ritrova coinvolto.
Graficamente il film mostra (in certi momenti in maniera fin troppo evidente) l'utilizzo della tecnica xerox, dando una morbidezza particolare ai disegni che però lasciano trasparire qualche tratto a matita eccessivo.

Nonostante tutto questo cast variegato ed energetico, Gli Aristogatti ha raccolto pareri tiepidi ed un successo appena soddisfacente; evidentemente la trama che sa di già visto non è riuscita a coinvolgere il pubblico, priva di momenti veramente coinvolgenti dal punto di vista emotivo.
Nel 2007 era prevista l'uscita de Gli Aristogatti 2 in direct-to-video, ma la chiusura di tutti i progetti legati ai sequel dei Classici Disney ne bloccò la produzione, ancora in una fase preliminare.

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