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Animation History #26: La Spada nella Roccia

SpadaposterTra i numerosi romanzi che raccontano l'epopea di Artù e i cavalieri della tavola rotonda c'è la saga "Re in eterno" scritta T.H.White a partire dal 1938; il primo di questi libri si intitola "La spada nella roccia" ed è servito da ispirazione per l'omonimo Classico d'animazione. L'interesse per il libro nasce da Bill Peet, sceneggiatore del film che collaborava con gli studi Disney fin da Biancaneve e i sette nani, che presenta l'idea a Walt Disney; Walt però non si entusiasma al progetto, così Peet decide di lavorare in completa autonomia alla storia e ad alcuni storyboard. Un giorno Walt vede la scena in cui Merlino infila tutti i suoi oggetti in valigia e ne rimane completamente incantato, al punto da far avviare la produzione de La Spada nella Roccia.
In realtà dell'opera originale rimane solo lo spunto dell'educazione del giovane Artù da parte di Mago Merlino o poco più; il film Disney ha toni più leggeri e comici, con l'aggiunta delle trasformazioni in animali o del personaggio di Maga Magò, entrambi elementi assenti nel romanzo.

È abbastanza evidente quanto il film si regga sul personaggio di Merlino, simpatico ed eccentrico maestro di Semola, un giovane garzone che ignora di essere destinato a grandi cose; Merlino però ne è ben conscio e per prepararlo al futuro che lo attende decide di insegnargli ad affrontare la vita.
I suoi metodi didattici fanno ampio uso della magia (anche attraverso trasformazioni del ragazzo in pesce, scoiattolo e uccello) e della cultura futura che Merlino ha potuto scoprire grazie ai suoi viaggi nel tempo. La parte centrale del film si può suddividere in modo abbastanza netto in tre lezioni: Semola sottoforma di pesce scopre cosa fa girare il mondo, nei panni di uno scoiattolo impara la forza dell'amore, mentre trasformato in uccellino prende lezioni di volo dal burbero gufo Anacleto. Il vero climax arriva subito dopo, con lo scontro tra Merlino e Maga Magò, un susseguirsi di metamorfosi animalesche che sfruttano al meglio le potenzialità dell'animazione: la caratteristica più intrigante è la caratterizzazione dei due personaggi che rimangono perfettamente riconoscibili anche sotto forma di animale grazie ad alcuni elementi che rimangono costante, ovvero il colore azzurro, i baffi e gli occhiali per Merlino, il colore rosa e la capigliatura spettinata per Maga Magò.
La conclusione abbassa i toni e si assesta su un'atmosfera più da rituale, dato che si celebra l'investitura di Semola a re, avvenuta in seguito alla sua estrazione della spada dalla roccia. Si tratta di un finale aperto, un chiaro trampolino verso le vicende di Artù ben conosciute dal pubblico.

SpadaimgLa chiave d'interpretazione disneyana per il ciclo cavalleresco di Artù passa attraverso Merlino: è lui che con le sue conoscenze anacronistiche porta la comicità nella storia, così come è lui a dare vita alle trasformazioni che consentono di avere protagonisti con fattezze animali, condizione che gli animatori Disney continuano a dimostrare di saper padroneggiare. Ma Merlino è anche il veicolo della morale del film, ovvero la superiorità dell'intelletto e della cultura sulla forza bruta utilizzata dai cavalieri; Semola ambisce a diventare uno di loro, ma proprio grazie a quanto appreso da Merlino potrà ricoprire un ruolo molto più prestigioso.
Dal punto di vista musicale La Spada nella Roccia si ricorda per alcune canzoni azzeccate, come "Higitus Figitus" che accompagna la scena delle valigie, "Questo il Mondo fa girar" cantata da Merlino sottoforma di pesce, o "La cosa più inebriante" a fare da sottofondo alla scena degli scoiattoli. Quello che però risulta bizzarro nella colonna sonora è il contrasto che c'è tra le canzoni e le musiche di accompagnamento, queste ultime di chiaro stampo medioevale e poco compatibili con lo stile dei brani cantati.
I disegni continuano ad utilizzare il processo Xerox incominciato ad utilizzare ne La Carica dei 101; il risultato è piacevole e in particolare ne beneficiano i personaggi animali e le loro animazioni, anche se c'è qualche colorazione troppo piatta da imputare forse dalla tecnica che ancora necessitava di qualche aggiustamento.
Meritano una citazione alcuni personaggi secondari ben riusciti: il bifolco Caio, lo sfortunato lupo che rimane a bocca asciutta nonostante cerchi di divorare Semola nelle sue diverse incarnazioni, o la scoiattolina dal cuore infranto appena Semola torna umano.

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