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Giorgio Parma

Giorgio Parma

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Grimorio II: 5 tavole di Ilaria Catalani in anteprima dal nuovo crowdfunding Attaccapanni Press

Attaccapanni Press, l'etichetta editoriale indipendente di cui vi abbiamo spesso parlato, costituita e fondata da Ariel Vittori e Laura Guglielmo, con la partecipazione di Laura Vivacqua, ha da poco avviato una nuova campagna di crowdfunding su Indiegogo. Il nuovo progetto si intitola Grimorio II e altro non è che il sequel del fortunato successo che ha dato il via all'avventura di questa realtà di autoproduzione nel 2016.

Questa antologia conterrà sia fumetti brevi che illustrazioni, rigorosamente a tematica spettrale, con storie e disegni dedicati al mondo degli spettri. La campagna di crowdfunding si chiuderà tra 16 giorni e attualmente la raccolta fondi ha raggiunto il 70 % della cifra necessaria per dar vita a questo progetto. Vi invitiamo quindi a contribuire al finanziamento sulla pagina ufficiale di Indiegogo, che trovate a questo indirizzo, acquistando il volume o uno dei perk disponibili. Di seguito vi riportiamo invece la lista degli autori coinvolti in questa nuova antologia, la cover realizzata da Isabella Mazzanti e il video di presentazione del volume.

Nella gallery in basso invece potete trovare le prime 5 tavole della storia di Ilaria Catalani in anteprima per Comicus.

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Fumetti ad opera di: Agnese Innocente, Ariel Vittori, Carlotta Di Cataldo, Giopota, Ilaria Catalani, Monica Sangermano, Laura Guglielmo, Laura Vivacqua, Lonnie Bao, Martina Naldi, Ryan Lovelock, Silvia Vanni, Valentina Brancati, Zeno Colangelo, Fabio Mancini, Marco Bucci, Stefano Martinuz.

Illustrazioni ad opera di: Clarissa Corradin, Flavia Sorrentino, Giorgia Casetti, Jacopo Camagni, Leandra La Rosa, Mirko Failoni, Niccolò Pellizzòn, Simone D'Armini.

Cowboy, dinosauri e sangue: il mash-up pop di Capitan Artiglio. Intervista all'autore

Se ne parla con grande interesse e attesa ormai da diverso tempo e ora, finalmente, è uscito per Bao Publishing Kids with Guns, il primo capitolo della trilogia scritta da Capitan Artiglio (qui la nostra recensione). Una dinotopia western estremamente pop e tamarra, strutturata con grande cura e sviluppata con uno storytelling rapido e incalzante. Abbiamo avuto l’opportunità di incontrare e intervistare l’autore in occasione di Cartoomics 2018, incontro da cui è nata la seguente intervista. Ringraziamo Bao per la disponibilità e vi invitiamo a conoscere meglio questo autore di cui vi abbiamo già parlato nella nostra rubrica IllustrART.

Innanzitutto, benvenuto su Comicus!
Partiamo dall'inizio: come si è sviluppata la tua formazione artistica finora? Come sei arrivato a fare fumetti?

Più o meno come tutti, sin da bambino ho cominciato a disegnare molto. Già a 4 anni praticamente facevo solo quello. Successivamente ho intrapreso diverse strade: ho fatto il Liceo Artistico e poi sono passato all'Accademia, anche se ad un certo punto l'ho abbandonata. Diciamo che mi ha anche aiutato molto un Professore che ho conosciuto all'Accademia, Pierpaolo Rovero, che proprio mi ha insegnato a fare fumetti. E da lì ho cominciato a fare fumetti in maniera professionale, praticamente.
Per me il raccontare è sempre stato una necessità. Già alle medie facevo delle strisce e fanzine.

Il tuo stile si è evoluto molto dai primi lavori fino all'attuale versione pop e surreale vista su Kids with Guns. Cosa ti ha indirizzato verso questo tipo di maturazione?

In realtà non lo so di preciso. Prima di adottare il nome Capitan Artiglio disegnavo tutt'altra roba, con uno stile diversissimo, tutto materiale che non si trova neanche in rete. Tutto quello che ne è seguito è stato un progressivo assestamento, una voglia di mischiare i diversi stimoli che mi arrivavano. Tuttora il mio stile è ancora in evoluzione. Il mio percorso non è finito, sia come stile che come formazione. Punto ad evolvermi.

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Kids with Guns è stato descritto come un romanzo di formazione ambientato in un setting western popolato da dinosauri e banditi. Come ti è venuta l’idea di miscelare questi ingredienti apparentemente così diversi?

In realtà la componente western è molto legata ai personaggi. Avevo proprio la necessità di raccontare il tipo di cowboy tamarro che caratterizza il libro. I dinosauri invece sono una mia passione da sempre e quindi quest'opera ha rappresentato il mio terreno di gioco ideale per crescere e ambientare le mie nuove storie. L'idea mi è venuta in modo abbastanza naturale, proprio dall'esigenza di raccontare qualcosa di nuovo.

Qual è il rapporto tra componente umana e animale/fantastica in quest’opera?

Alla fine i dinosauri se vogliamo coprono un ruolo abbastanza marginale, sono le cavalcature dei cowboy al posto dei cavalli. Però ovviamente portano con se una serie di dinamiche che un cavallo non avrebbe, sono esseri molto grossi e molto violenti. È una sorta di dinotopia western, sostanzialmente.

Per quanto riguarda il Western invece? Da dove arriva la tua passione?

Io sono un grande appassionato dei film di Sergio Leone e Sam Peckinpah, ma anche di altre opere come La Torre Nera di Stephen King. E in quest'opera ho inserito questo genere proprio per un'esigenza di creare un ambiente per me comodo, in cui trovarmi bene. Mi piacciono anche molto i film di samurai, forse persino più dei western, però in questo caso la necessità era quella.

Per quanto riguarda il metodo narrativo da te adottato. Quali elementi di realismo punti a mantenere all’interno della narrazione e quali invece sei propenso ad affidare alla fantasia?

Per la caratterizzazione dei personaggi, il rapporto emotivo e le dinamiche tra gli stessi, c'è molto di reale. Cerco appunto di mantenere grande realismo in questo. C'è anche un discorso sull'ambiente mediatico e la rilevanza dei media nel libro e anche questo può essere confrontato con la società odierna. Per quanto riguarda la parte fantastica invece, coinvolge i dinosauri e la magia, come si scopre leggendo il libro.

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Parlaci un po’ dei protagonisti e di come si svilupperà la loro evoluzione in questo romanzo di formazione, almeno a grandi linee.

La protagonista seguirà il classico percorso dell'eroe: l'allenamento, l'accrescimento della popolarità e centralità nel racconto e la formazione. Passa da essere praticamente nessuno ad essere centrale nella storia.

Quali sono state le principali influenze che ti hanno formato sia per questo lavoro che in generale?

Sicuramente Akira Toriyama, che mi ha ispirato sin da bambino. Poi Taiyō Matsumoto, che amo alla follia, Brandon Graham, Moebius oltre a Andrea Pazienza e altri autori del fumetto underground italiano. Influenze cinematografiche derivano da Quentin Tarantino, Leone, Peckinpah, Takeshi Kitano e sicuramente molti altri ancora.

Hai già altri progetti futuri in cantiere?

Sto già curando il seguito di Kids with Guns, che arriverà tra un annetto circa. Sto continuando anche con Sappy, di cui abbiamo in mente almeno altre due stagioni. Poi sto realizzando anche altri progetti ma è ancora un po' presto per parlarne.

Kids with Guns 1, recensione: La dinotopia western del Capitano

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Clicca qui per leggere l'intervista a Capitan Artiglio.

Uno dei colpi migliori messi a segno dalla campagna di talent scouting di Bao Publishing negli ultimi anni è di certo essersi accaparrati l’opera prima di un autore giovanissimo come Capitan Artiglio, nome d’arte di Julien Cittadino, che ha dimostrato sin da subito il suo talento, arrivando ad essere considerato uno degli autori di spicco della nuova generazione di fumettisti italiani. Noi di Comicus ci siamo interessati sin da subito al Capitano, proponendovelo nella nostra rubrica IllustrART.

Dopo aver bazzicato a lungo nella scena underground come illustratore e fumettista amatoriale, nonché aver realizzato le cover di tre album di Murubutu, pubblica finalmente Kids with Guns, primo volume di una trilogia “western con sauri”, che vede l’ingresso dell’autore nel panorama del fumetto internazionale direttamente dalla porta principale e con tutti gli onori del caso.
Un bel salto mediatico che di certo avrà spiazzato il Capitano, su cui ora puntano tutti i riflettori della stampa di genere e non solo. Ora resta solo da capire se questo volume è all’altezza del clamore mediatico che lo ha accompagnato e, ça va sans dire, la risposta è più che lapalissiana.

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Kids with Guns è il primo capitolo di una dinotopia western ambientata in un futuro distopico in cui i cowboy convivono con i dinosauri, utilizzandoli come cavalcature, bestie da soma e come violente armi viventi, il tutto immerso in una società altamente tecnologica e mediatica, non molto distante per certi versi dalla realtà in cui viviamo. In questo spettacolare scenario, comincia la storia di una misteriosa ragazzina senza nome, che non si sa bene da dove provenga, e che compirà un percorso di formazione in un ambiente fortemente ostile, circondata da persone poco raccomandabili, banditi, alieni e feroci dinosauri. Il tutto, giusto perché la carne al fuoco era poca, infarcito di magia e mistero.

Messa così, e ce ne scusiamo, quest’opera sembra un’accozzaglia di elementi diversi e incongruenti, giusto per attrarre più pubblico possibile sparando nel mucchio, difficilmente etichettabile e ancora più difficilmente comprensibile.
Eppure, questo apparente disordine, questa sovrabbondanza di elementi narrativi, questo caos potenziale che dovrebbe contraddistinguere in negativo un lavoro di questo tipo, non emergono assolutamente dalla lettura di questo primo volume.
Anzi, l’euritmica giustapposizione di elementi così agli antipodi e concettualmente discordanti risulta il punto di forza e innovazione di questo prodotto.

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Kids with Guns rappresenta una delle produzioni contemporanee più interessanti sul mercato. Quest’opera è un mash-up sapiente e ben bilanciato di una miriade di influenze preesistenti che confluiscono in qualcosa di frizzante e sorprendente. In questo volume potete trovare di tutto, da Sergio Leone a Quentin Tarantino, da Mad Max a Jurassic Park ai Pokémon. Le citazioni si sprecano e se si volesse indagare a fondo ogni tavola per scovarne di nuove, non si finirebbe mai. Ma la citazione culturale, in questo complesso e ardito scenario, non è che semplice omaggio che non deve minimamente sminuire il ruolo eccellente da deus ex machina svolto dal Capitano.

Non avrebbe senso, da parte del lettore, analizzare questa storia operando una decostruzione asettica e chirurgica di un amalgama così ben riuscito, in quanto ne farebbe perdere di gran lunga il fascino e la potenza espressiva. Tutti gli elementi che troviamo in quest’opera non sono di per sé originali, come d’altronde vale per la maggior parte della produzione attuale. Quello che va celebrato di Capitan Artiglio è la capacità di fondere insieme elementi differenti senza forzature o stonature, per creare una storia fluida e appassionante mettendo insieme strumenti, ambientazioni e archetipi già noti.

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Se non bastassero le qualità finora evidenziate, aggiungiamoci pure i dialoghi ritmati, freschi, incalzanti, che caratterizzano uno storytelling accattivante, conciso e ben strutturato che sa come tenere il lettore incollato alla pagina. Per non parlare delle tavole estremamente articolate, del tratto pop ricco di dettagli e dai colori accesi, pieni, dai contorni netti e morbidi e dalle architetture mirabolanti ed eclettiche, studiate nei minimi dettagli.

In sostanza, con Kids with Guns Capitan Artiglio riesce in un piccolo capolavoro: sviluppa una continuità nella vasta quanto diversificata e frammentaria cultura pop, operando questa giunzione con spirito indie e autoriale. E con questo debutto, proposto in una squisita edizione cartonata da Bao Publishing, il Capitano si colloca di diritto tra gli artisti contemporanei più interessanti e promettenti della prossima decade, quantomeno.

Edizioni Inkiostro: Alex Crippa e Stefano Raffaele su di un nuovo corto di The Cannibal Family

Edizioni Inkiostro ha annunciato la pubblicazione di un nuovo book di The Cannibal Family, la serie di corti d'autore basati sul franchise creato da Rossano Piccioni e Stefano Fantelli. Questo nuovo capitolo sarà scritto da Alex Crippa (FUCK, 16, Nero) sui disegni di Stefano Raffaele (Sanctuaire Genesis, Prométhée, Under, Fragile).

Il team va quindi ad aggiungersi alle collaborazioni di spicco che finora hanno caratterizzato il franchise, composte da Roberto Recchioni e Bill Sienkiewicz, Giorgio Santucci, Ron Marz e Nicola Genzianella, Tito Faraci e Marco Turini, Paola Barbato e Otto Schmidt, Barbara Baraldi e Adriano De Vincentiis, Luca Blengino e Leomacs, Simona Mogavino, Carlos Gomez, Corrado Mastantuono, Nicola Mari, Mario Alberti, Andrea Cavaletto e Arturo Lauria.

Per rimanere aggiornati su tutte le novità targate EdInk potete leggere tutti i nostri articoli a questo indirizzo.

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